Ritorno a Piazza Affari per Richard Ginori. Il titolo subito sospeso al rialzo

Settimana nuova, vita nuova per Richard Ginori. Da lunedi, infatti, dopo il nulla osta della Consob il titolo di uno dei più antichi protagonisti del made in Italy è tornato sui listini di Piazza Affari dopo anni di assenza. L’ultima apparizione in borsa del titolo risale al dicembre del 2006 in seguito alla quale Richard Ginori era stata sospesa a tempo indeterminato. Positiva la risposta di Piazza Affari: lunedi la quotazione del noto marchio di porcellana è schizzata a +66%, passando da 0,114 euro a 0,19 di fine seduta ed il titolo è stato subito sospeso al rialzo.

Analisi Tecnica: nuovo target per l’S&P-Mib

 Da mesi ormai sul mercato Italiano è vietata la vendita short delle azioni di bancari ed assicurativi. Il provvedimento della Consob, che è stato prorogato fino al 31 Maggio 2009, è stato emesso per “fermare la speculazione” ritenuta la causa dei ribassi avuti sui listini.
Da quando le vendite allo scoperto sono state vietate, non vi è stato alcun recupero dei titoli, anzi la situazione si sta deteriorando giorno dopo giorno incessantemente. Viene da chiedersi se, ammesso che ci sia, è veramente la speculazione il male del nostro sistema, oppure se ci sono problemi più grandi e radicati che stanno portando al collasso i listini mondiali.
Ennesima giornata nera sui mercati finanziari, ma nessuna sorpresa per l’analisi tecnica: il trend era negativo e semplicemente viene ri-confermato con una performance rossa del 6,02%.

La Consob proroga il divieto di Short Selling

 La Consob in data 29 Gennaio 2009 ha emesso la Delibera n° 16781 con la quale sostanzialmente proroga il divieto di short selling su una serie di azioni del paniere italiano. Ancora dunque, le vendite allo scoperto sono state vietate ai singoli trader, poiché considerate speculazione.
Il primo provvedimento era stato emesso alla fine del 2008 e prorogato fino al 31 Gennaio 2009. Ha funzionato? Il grafico parla da solo, non servono commenti. Le vendite, non si sono fermate assolutamente (ma se i piccoli trader non potevano vendere allo scoperto…chi lo ha fatto?). Ma il fatto ancor più grave è che i trader sono stati limitati nel loro lavoro e demonizzati come speculatori, quelli “cattivi” che questa crisi l’hanno alimentata fin dall’inizio.
Tutta colpa dei trader quindi? Sono loro che hanno affossato il mercato?
Assolutamente no.
Perché i trader vendevano allo scoperto (quando potevano)?

La Consob sotto la lente di ingrandimento: cos’è e di cosa si occupa

Numerose volte all’interno dei nostri articoli abbiamo citato la Consob ed in particolare i suoi vari provvedimenti nei mercati finanziari. Ma cos’è la Consob e come funziona? La Consob, Commissione Nazionale per la Società e la Borsa, è il principale organo di controllo del corretto funzionamento dei mercati finanziari e della Borsa italiana, istituito nel 1974. Dal punto di vista giuridico, la Consob è un’autorità amministrativa indipendente con propria personalità giuridica che si adopera per tutelare al meglio gli investitori garantendo la trasparenza e l’efficacia del mercato finanziario italiano. Per quanto riguarda la sua composizione, la Commissione è un organo collegiale formato da 4 membri e un presidente, che ad oggi sono, rispettivamente, Paolo di Benedetto, Vittorio Conti, Luca Enriques, Michele Pezzinga e Lamberto Cardia. I membri durano in carica 7 anni e non possono essere reletti. I compiti istituzionali della Consob, disciplinati dal Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 e da vari regolamenti (Regolamento Consob n. 11971/1999, Regolamento Consob n.16190/2007, Regolamento Consob n. 16191/2007)  si concretizzano in attività di controllo, regolamentazione, autorizzazione e vigilanza, e nei casi previsti dalle legge può procedere a sanzionare i soggetti vigilati.

L’ammissione di una società in Borsa: criteri e requisiti per la quotazione

 Per quotare una società in Borsa occorre rispettare dei precisi requisiti minimi stabiliti dalla Consob e che consistono in :

1. pubblicazione e deposito degli ultimi 3 esercizi, di cui almeno l’ultimo certificato, con giudizio finale non negativo, da una società di revisione.

2. l’esercizio di un’attività capace di generare ricavi ed un attivo patrimoniale non rappresentato, in misura prevalente, da partecipazioni in società quotate.

3. l’impresa deve essere in grado di generare ricavi autonomamente e di realizzare i suoi obiettivi economici e finanziari, inoltre l’attivo e i ricavi non devono essere per la maggior parte rappresentati da partecipazioni in altre società.

4. capitalizzazione pari o superiore a 40 milioni di euro, o inferiore se Borsa Italiana ritiene possa formarsi un mercato sufficiente.

5. flottante (capitale della società quotato) pari o superiore al 25% del capitale, o inferiore se Borsa Italiana ritiene soddisfatte le regole di funzionamento del mercato.