Italcementi incorpora Ciments Francais. Al via la riorganizzazione societaria

 Italcementi assorbirà Ciments Francais. Il Consiglio di Amministrazione di Italmobiliare, società che gestisce Italcementi, ha, infatti, approvato il piano di ristrutturazione del gruppo che prevede l’incorporazione in Italcementi della società Ciments Francais. Tramite dell’operazione sarà la holding Siif di diritto francese, posseduta al 100% da Italcementi. Il piano, che porterà vantaggi alla stessa Italmobiliare, mira ad una razionalizzazione della struttura societaria del gruppo attraverso l’individuazione di uno schema societario più chiaro e lineare. Alla base dell’importante riorganizzazione societaria di Italcementi ci sono anche motivazioni strategiche ed economiche: rafforzare l’immagine del gruppo, aumentare l’efficienza e la focalizzazione della gestione industriale e migliorare il controllo del cash-flow. Il tutto per permettere ad Italcementi di affrontare al meglio la crisi che si è abbattuta come un uragano sui mercati finanziari di tutto il mondo.

Investire in India conviene

Il Prodotto Interno Lordo dell’India è cresciuto nell’ultimo anno finanziario del 9,6%. La crescita, per il terzo anno consecutivo maggiore del 9%, è stata superiore al previsto, va di pari passo con l’aumento dei consumi e pone le basi per soffiare il primato alla Cina. L’India rappresenta per questo motivo ed altri una vera e propria calamita nell’attirare investimenti italiani.

Sono cinque i settori più promettenti per fare business in India: infrastrutture, formazione, immobiliare, tecnologia avanzata e impresa manifatturiera, soprattutto tessile ed agroalimentare. Sono oltre 200 le multinazionali della tecnologia che hanno aperto qui centri di sviluppo e ricerca, come IBM e General Electric, traendo vantaggio dalla manodopera a basso costo ma non solo, dal momento che in India è possibile usufruire anche di personale qualificato (9 milioni di laureati all’anno). I dati ci dicono che il 70% delle aziende che hanno investito in India sono profittevoli. Unico neo la labirintica burocrazia indiana, motivo per cui almeno inizialmente conviene affiancarsi ad un partner locale, per poi in seguito magari rilevarne la partecipazione.

E l’Italia come si colloca in questo scenario? Attualmente sono circa 150 le aziende italiane presenti in India, tra unità produttive, joint venture e branch offices principalmente nei settori auto, tessile e meccanico. In passato l’obiettivo di chi sceglieva l’India era l’abbattimento dei costi produttivi, soprattutto per quanto riguarda la manodopera, mentre oggi le aziende italiane guardano al mercato indiano per vendere i propri prodotti, magari prodotti sul posto.