Una nuova giornata di scioperi per Alitalia mentre Fantozzi incontra l’ad di Cai

 Mentre la protesta “bianca” del personale di bordo di Alitalia entra nella seconda settimana, oggi tra partenze e arrivi, sono stati cancellati circa 70 voli della compagnia all’aeroporto romano di Fiumicino, 40 nello scalo milanese di Linate e 14 in quello lombardo di Malpensa. A Roma si sono contate 70 cancellazioni da e per Fiumicino — 30 in partenza e 42 in arrivo — in gran parte voli nazionali. Negli scali milanesi, sono 40 i voli cancellati a Linate (21 partenze e 19 arrivi) e 14 quelli a Malpensa (7 partenze e altrettanti arrivi). Sabato scorso, la compagnia ha annunciato la decisione di ridurre i voli proprio per rispondere al “persistere del comportamento anomalo nelle procedure operative nonché del consistente aumento delle assenze per malattia, di una parte del personale di volo”, assicurando al tempo stesso la riprotezione dei passeggeri dei voli cancellati.

I sindacati firmano con Cai ma i disagi negli aeroporti continuano

 Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno raggiunto l’intesa con Cai sui nuovi contratti di Alitalia. Lo riferiscono i sindacati, dopo che oggi si è tenuta la riunione fra le quattro sigle e Cai, la società che si è candidata a rilevare la parte buona della compagnia aerea. Ma nonostante la firma come previsto i disagi per chi vola continuano, malgrado i provvedimenti presi da una parte dal governo con la precettazione e dall’altra da magistratura ed Enac con le inchieste in corso per accertare responsabilità e eventuali procedimenti da inoltrare contro presunti responsabili di agitazioni non previste e non autorizzate,  con una sessantina di voli cancellati solo nell’aeroporto romano di Fiumicino.

Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti esprimono soddisfazione per l’accordo definito, che risponde alle richieste nonché alle tutele avanzate dal sindacato durante tutta la complessa fase negoziale,

si legge in una nota congiunta diffusa dai sindacati.

I sindacati autonomi dichiarano il loro piano di scioperi contro l’accordo con Cai

 I sindacati autonomi di piloti e assistenti di volo che non hanno sottoscritto l’accordo sui contratti con Cai, la società che si è candidata a rilevare Alitalia, hanno annunciato oggi 14 giornate di sciopero da dicembre a maggio contro la “rigida chiusura” di Cai a una trattativa sulle assunzioni. Lo annunciano Anpac, Unione Piloti, Anpav, Avia e Sdl Intercategoriale in una nota congiunta.
“Cai, con la complicità di Cgil, Cidl, Uil e Ugl, ha stravolto e disatteso i contratti collettivi di lavoro già concordati e sottoscritti nel mese di settembre a Palazzo Chigi da tutte le sigle sindacali e dal governo”, scrivono le organizzazioni. A partire dallo sciopero del 25 novembre prossimo, sono già state individuate 14 date dal 6 dicembre al 26 maggio del prossimo anno, che saranno interessate da ulteriori azioni di sciopero che verranno opportunamente proclamate, si legge nella nota.

Cai presenta l’offerta vincolante, malgrado il no di alcuni sindacati, ecco perchè questo può rappresentare un importante punto di svolta

 Al termine di una giornata convulsa per le sorti di Alitalia, Cai, la compagnia guidata da Roberto Colaninno, ha fatto sapere di aver presentato l’offerta vincolante per acquisirne beni e asset e, in serata, Lo stesso Colaninno ha detto di aspettarsi una risposta dal commissario di Alitalia “in settimana”. Dopo una giornata che ha visto la situazione precipitare fino alla seria possibilità che la trattativa fallisse definitivamente e con essa la compagnia di bandiera, il lavorio diplomatico di Letta è riuscito a fare il miracolo. Ma quello che secondo noi occorre sottolineare è che forse per la prima volta nella storia del nostrro paese una trattativa non si arena malgrado non vi sia l’accordo completo dei sindacati.

E’ scontro fratricida all’interno di Alitalia, mentre si cerca disperatamente di evitare il blocco dei voli

 Intorno alla questione Alitalia ieri si è verificato forse l’ultima parte di quella che sembrerebbe, se non fosse per la drammaticità della situazione, una vera e propria commedia delle parti. Ha cominciato, infatti, il semprepresente Berti, del sindacato dei piloti, uno dei più duri avversari dell’accordo con Cai, che ha azzardato che una simile situazione di stress per i piloti, potrebbe provocare dei rischi alla sicurezza dei voli. Una affermazione, rilasciata a Skytg24, che non varrebbe forse nemmeno la pena di commentare e che dà ancora una volta adito a chi accusa di irrespnsabilità una certa parte del sindacato. Poi a Fiumicino centianaia di lavoratori di terra, assistenti di volo e piloti, favorevoli all’accordo con Cai, hanno protestato vivacemente con cori da stadio indirizzati verso il fronte del no del sindacato, fino ad arrivare quuasi al contatto fisico, evitato solo grazie all’intervento della polizia.

L’uso dello sciopero selvaggio per cercare un impossibile diversa soluzione per il salvataggio Alitalia

 E ora dopo aver fatto tutti i più meschini tentativi di far saltare le trattative per il drammatico salvataggio della compagnia di bandiera, le corporazioni dei piloti e degli assistenti di volo, una delle tante in questo paese, usano l’ultimo irresponsabile mezzo a loro disposizione: lo sciopero selvaggio. 40 voli saltati, e chissà quanti altri in ritardo o a rischio cancellazioni fino a questa sera. Sacconi e il Governo gridano all’irresponsabilità di questo sindacato che poco o quasi nulla sembra avere a cuore le sorti dei ventimila lavoratori a rischio, ma sembra invece far prevalere la difesa degli interessi di parte, di privilegi e di rendite di posizione, che, in tutti questi anni e in diversi settori dell’economia, tanto hanno contribuito e contribuiscono a zavorrare il nostro paese, dal punto di vista competitivo. E’ successo di recente con i taxisti, è successo con i farmacisti, ma sono tantissime le corporazioni, avvocati, notai,medici, professori che fanno una vera e propria guerra nascosta di lobbing nelle sedi istituzionali per difendere i loro scandalosi privilegi, anche al parodosso del tanto peggio tanto meglio, come sta avvenendo in queste ore drammatiche di fronte al caso Alitalia.

Il sindacato con Alitalia si gioca buona parte della propria credibilità

 Che la situazione Alitalia sia difficile e preoccupante sotto tutti i punti di vista non è certo una novità, per molti motivi non ultimo di certo il ruolo del sindacato, che sta attraversando da tempo una profonda crisi di credibilità sia fra i propri iscritti e sia sopratutto nei confronti del paese e delle controparti goverantive. Ma è proprio sulla questione della nuova Alitalia che forse il sindacato si gioca forse una delle carte più importanti della sua centenaria storia e le discussioni di queste ore stanno li a dimostrare come la situazione sia ad altissima tensione. Cisl e Uil da una parte, disposte ad andare avanti con il negoziato. Le altre sette sigle del sindacalismo di Alitalia pronte a lasciare il tavolo se la Cai non apporterà drastiche modifiche alla proposta di nuovo contratto per i dipendenti della compagnia per la quale è stato dichiarato lo stato di insolvenza dal tribunale di Roma. Addirittura le cinque organizzazioni dei piloti e degli assistenti di volo di Alitalia hanno giudicato irriccevibile la proposta di un nuovo contratto avanzata dall’amministratore unico di Cai Rocco Sabelli durante il confronto in corso al ministero del lavoro.

Alitalia verso il commissariamento, per Berlusconi la compagnia è solida

Malgrado le rassicurazioni sulla solidità dei conti da parte del presidente del Consiglio, il destino della compagnia di bandiera Alitalia per molti sembra ormai segnato ed il futuro dell’azienda va verso quello che appare come un inevitabile caso da assegnare a gestione straordinaria.

Ci sono le risorse necessarie per risolvere la crisi Alitalia

Si è infatti affrettato a ribadire Silvio Berlusconi, forse più per porre un freno alla ridda di indiscrezioni che sembrano dare per quasi certo il commissariamento della compagnia a settembre, che per pura convinzione personale. D’altra parte il primo ad essere da sempre favorevole ad una simile opzione è lo stesso Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che se dipendesse da lui la compagnia l’avrebbe fatta fallire già cinque anni fa.

E proprio per evitare questo, il governo sembra ormai orientato a dare l’incarico di capo azienda in Alitalia a Rocco Sabelli, affidandogli i pieni poteri per attuare il progetto allo studio dell’advisor Intesa Sanpaolo, anche senza far passare la società per un commissariamento. L’idea della modifica della legge Marzano, da utilizzare per rifare una nuova Alitalia, era stata proposta dalla banca stessa, appoggiata da Tremonti, ma osteggiata dal presidente di Alitalia, Aristide Police e ora a quanto sembra anche dallo stesso premier.

La situazione di Alitalia sembra giungere al termine con l’ausilio della cordata italiana

La soluzione Alitalia potrebbe essere davvero vicinissima, come ha confermato anche lo stesso Ministro delle Attività produttive Claudio Scajola. In settimana, infatti, secondo le ultime indiscrezioni l’ad di banca Intesa, Corrado Passera, advisor per il Governo, presenterà il suo piano, per la vendita della conmpagnia, al ministero del Tesoro. Il piano come era prevedibile verterà su un forte ridimensionamento della compagnia, sia a livello di costi, in primis con tagli consistenti di personale, sia a livello di rotte e di operatività aziendale.

In poche parole Alitalia dovrebbe rinascere più piccola, dopo un fallimento morbido, secondo una nuova versione della legge Marzano, e fondersi con Airone per formare una nuova compagnia tutta italiana che possa riprendere il controllo almeno del mercato domestico. Ma i nodi sul tavolo della discussione restano ancora molti a cominciare dal piano esuberi, che ha già ricevuto forte critiche dal sindacato. E poi la questione Malpensa che la Lega vuole assolutamente rilanciare, per finire al problema dei debiti che potrebbe scoraggiare la famosa cordata italiana di cui tanto si è parlato e che forse ora comincia a prendere forma.

Alitalia all’ultima chiamata?

Secondo quelle che sono le prime indiscrezioni giunte dall’advisor Intesa il piano per salvare Alitalia starebbe prendendo forma. 5-6.000 esuberi, forte aumento delle rotte interne, magari con l’incorporazione di Air one, e riposizionamento su Malpensa. Insomma Corrado Passera, ad di Intesa, sembra non voler andare tanto per il sottile, e d’altra parte la situazione della compagnia di bandiera appare davvero sempre più disperata.

Quindi esuberi, taglio delle rotte poco redditizie per puntare invece su quelle domestiche, dove la percentuale di Alitalia ferma ormai al 40%, cifra assolutamente irrisoria se comparata al 80-90% di British ed Air France sui rispettivi mercati interni. E questo sembra non possa prescindere da un riposizionamento della compagnia su Malpensa, determinando l’ennesima capriola sul destino di quello che doveva essere il grande hub del nord. Ed ecco che così rientrerebbe nella partita, come era ampiamente prevedibile, Airone di quel Carlo Toto, estromesso dal vecchio piano del governo Prodi. L’imprenditore marchigiano, infatti, entrerebbe nell’affare senza dovere sganciare una lira ma solo portando gli asset della sua compagnia in Alitalia.