Disoccupazione Usa ai minimi da tre anni

 Ottime notizie dal mercato del lavoro americano. Stando a quanto affermato dalle statistiche ufficiali  provenienti da Washington, infatti, il tasso di disoccupazione del Paese sarebbe calato ai minimi livelli dal febbraio 2009, per una percentuale pari all’8,3%: una sorpresa gradita anche dal presidente Obama, che può in tal modo rafforzare i propri convincimenti in vista del rush finale della campagna elettorale per le nuove presidenziali. 

Il tasso di disoccupazione è sceso a gennaio all,8,3% grazie alla quinta contrazione mensile consecutiva, sfiorando pertanto la soglia più bassa degli ultimi tre anni, dopo esser stato a lungo intorno alla soglia psicologica del 9%. Il dato, comunicato oggi dal dipartimento del Lavoro, è stato generato principalmente dal picco di assunzioni del mese, con 243 mila nuovi posti di lavoro, il top degli ultimi nove mesi. Rispetto al mese di dicembre, il tasso di disoccupazione risulta esser calato di 20 basis points (ex 8,5%).

In Spagna tasso disoccupazione più alto dell’Ue

 Se in Italia preoccupa la mancanza di lavoro, la difficoltà di proseguire le proprie attività a causa delle tasse e una reale incertezza del futuro, in Spagna la situazione non sembra essere migliore. Con un aumento dei senza lavoro di 295.300 unità, il totale dei disoccupati spagnoli nell’ultimo trimestre dello scorso anno ha raggiunto i 5,27 milioni, in termini percentuali un tasso di disoccupazione al 22,85%. Il dato arriva dall’istituto statistico Ine che precisa, rispetto allo scorso anno, che il numero di disoccupati è cresciuto di 577mila unità. Un livello record dal primo trimestre del 1995, erano diciassette anni che non si era in una situazione del genere. Un dato peggiore di quanto stimato dagli analisti (22,2%) e più del doppio del dato medio europeo.

La Fed manterrà bassi gli interessi fino a tutto il 2014

 Una ripresa modesta e in fase di rallentamento: la Federal Reserve, l’istituto di credito centrale americano, è convinta che siano queste le due tendenze di base dell’economia statunitense, ma il sostegno da Washington non mancherà di certo e sono già in fase di studio delle proposte che vanno proprio in questa direzione. Anzitutto, rientra tra questi provvedimenti il mantenimento dei tassi di interesse a livelli molto bassi, addirittura inferiori a quanto era stato previsto nei mesi scorsi. Tale situazione, inoltre, dovrebbe durare piuttosto a lungo, almeno fino all’ultimo mese del 2014 (lo scorso mese di agosto, invece, si era parlato di una tempistica diversa, con il 2013 che avrebbe rappresentato la svolta in questo senso).

Disoccupazione USA aumenta più del previsto

 Negli Stati Uniti si continua a perdere il lavoro: aumentano le domande di disoccupazione e questi aumenti superano le previsioni. Il mercato del lavoro sta subendo uno scossone e sebbene negli ultimi mesi abbia mostrato segni di lenta ma stabile ripresa, la situazione sembra sconvolgersi nuovamente. Una nota del Dipartimento del Lavoro USA sottolinea che le richieste sono aumentate di 24 mila unita’ a 399 mila nella settimana terminata lo scorso 7 gennaio. Le ultime previsioni parlavano di un aumento di sole 8 mila unita’ a 380mila.

Eurostat certifica il record italiano sulla disoccupazione

 L’Italia conquista un altro primato davvero poco invidiabile: si tratta dell’ultima rilevazione che è stata messa in luce dall’Eurostat e che ha assegnato al nostro paese il primo posto a livello continentale per quel che concerne le persone che non hanno fiducia nel lavoro e che hanno smesso di ricercarlo proprio per questo motivo, una disoccupazione che è purtroppo in costante crescita. Le stime in questione hanno preso a riferimento i ventisette stati membri dell’Unione Europea, con troppi soggetti che hanno comunque intenzione di mettersi a disposizione per un impiego, ma che nonostante questa disponibilità non ricercano nulla: per la precisione, si tratta di ben 8,25 milioni di unità, addirittura il 3,5% della forza lavoro totale in questo caso.

Disoccupazione in Italia sempre crescente

 Alla parola crisi si affianca spesso un altro termine molto noto, non solo ai giovani. La perdita del lavoro é una situazione in cui vengono a trovarsi non solo i giovani che faticano sempre più nella ricerca dell’occupazione. Anche le persone più adulte, dopo anni di lavoro arrivano a perdere quello che hanno costruito: sono gli effetti di una crisi sempre più dilagante che non accenna a fermarsi. Cresce l’allarme disoccupazione in Italia e i più penalizzati sono i giovani e le donne: un giovane su tre, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non ha un lavoro. Situazione ancora peggiore per le giovani donne del Sud: qui il 40% delle donne non riescono a trovare lavoro (dati Istat).

L’Istat raffigura un’Italia disoccupata e anziana

 Età avanzata, aumento della disoccupazione e degli stranieri residenti: sono questi i tre elementi che emergono con maggiore nettezza dall’annuario 2011 stilato dall’Istat, il ritratto più aggiornato della nostra popolazione. In effetti, secondo l’istituto statistico, sono oltre due milioni i cittadini che stanno attualmente cercando un lavoro, gran parte dei quali sono molto giovani, con il tasso piuttosto accentuato per quel che riguarda coloro che sono in attesa da più di un anno. Le nascite in oltre non progrediscono, anzi si sono praticamente arrestate. Nel dettaglio, si è passati dai 568.857 nati del 2009 ai 561.944 dello scorso anno, una contrazione piuttosto evidente che viene però compensata dalla crescita dei residenti, soprattutto di nazionalità straniera.

Mercato del lavoro nel 2012 ancora debole

 Il primo trimestre del 2012 continuerà a essere grigio per il mercato del lavoro: gli italiani in cerca di occupazione non avranno a disposizione nuove chance di impiego. Lo prevede un panel di oltre mille datori di lavoro delle aziende italiane intervistati da ManpowerGroup nell’ambito della ricerca ‘previsioni sull’occupazione‘: le aziende hanno espresso agli intervistatori le loro intenzioni di assunzione nel periodo gennaio-marzo 2012. Le imprese non hanno nascosto che la previsione sarà negativa e nello specifico si prospetta una riduzione delle richieste di lavoro pari al 7% circa, 2 punti percentuali in più rispetto al trimestre precedente ma ben 10 punti percentuali in meno rispetto allo scorso anno, quando la previsione espressa dai datori di lavoro per il primo trimestre 2011 raggiungeva quota +3%.

Fiat Termini Imerese chiude, operai disperati

 Ultimo giorno di lavoro per gli operai Fiat di Termini Imerese, da oggi inizia un lungo periodo di cassa integrazione fino al 31 dicembre, quando la fabbrica cesserà definitivamente le attività. Sconforto tra gli operai dello stabilimento che, dopo 41 anni, si appresta a chiudere i battenti. Grande la delusione per i lavoratori, i quali sono tristi e amareggiati, alcuni di loro si definiscono “malati terminali che aspettano tra pochi momenti che gli venga staccata la spina”. A Termini oggi rimane l’incertezza sul futuro, i lavoratori attendono la notizia che arrivi il nuovo proprietario, a cui la fabbrica andrà in proprietà, la Dr del costruttore di automobili Di Risio, che però non conta di riassumere tutti gli operai.

Termini Imerese chiude il 23 novembre

 Gli operai che hanno varcato stamani i cancelli della Fiat a Termini Imerese sono accomunati da un senso di sfiducia e di sconforto. Ieri é stata annunciata la fine della produzione, prevista per il 23 novembre, l’annuncio ufficiale seguito da giorni di cassa integrazione, attendendo invano che la situazione nel frattempo potesse migliorare. Si tratta di un anticipo rispetto alle date previste, ovvero dicembre 2011. La notizia arriva pochi giorni dopo la proposta di Dr Motor sul futuro dello stabilimento. Rimane quindi un’ultima speranza per la riunione al ministero dello Sviluppo, dove sindacati e istituzioni incontreranno la Dr Motor, che vorrebbe acquisire la fabbrica che Fiat abbandona dopo 41 anni.

Crisi e domande di cassa integrazione

 Dall’avvio della crisi dell’economica, nell’ottobre del 2008, le ore di cassa integrazione registrate hanno superato di poco  i 3 miliardi e 300 milioni. I dati arrivano dalla Cgil, che nel dettaglio sottolinea la presenza di un miliardo e 160 milioni di ore di cassa ordinaria e poco più di 2 miliardi e 122 milioni tra straordinaria e in deroga. Lo scorso mese la cassa integrazione ha registrato un leggero calo sul mese precedente, ma il livello rimane comunque elevato.

Odissea dei precari: 4,3 mln dipendenti aspettano rinnovo

 Con il termine precariato si intendeva, almeno fino a poco tempo fa, quella categoria di lavoratori che non avevano sicurezza sulla continuità del rapporto di lavoro, ma a questo fardello se ne aggiunge un altro: la bassa remunerazione, la mancanza di un reddito adeguato su cui poter contare per pianificare la propria vita presente e futura. A fine settembre risultano in attesa di rinnovo 31 accordi contrattuali, relativi a circa 4,3 milioni di dipendenti, comunica l’l’Istat, precisando che la quota di dipendenti che aspettano il rinnovo e’ pari a uno su tre. La situazione peggiora nel settore pubblico, dei circa 4,3 milioni di dipendenti che aspettano, circa tre milioni sono del pubblico impiego, il resto é relativo ad aziende private. Analizzando il settore privato nel dettaglio, la copertura contrattuale risulta al 100% nel settore agricolo, del 98,4% nell’industria e del 68,6% nei servizi.

Bankitalia: necessario risanamento per sciogliere le tensioni

 I paesi europei hanno una priorità: quella di convincere i partner del G20 dell’efficacia delle misure che si stanno profilando per arginare la crisi finanziaria che da mesi affligge la nostra zona, primo fra tutti gli interventi, il piano di ricapitalizzazioni coordinate delle banche a cui sta lavorando la Commissione europea. La Banca d’Italia ha inoltre sollecitato l’adozione di politiche di risanamento dei conti e di rilancio della crescita, che risultano essere necessarie per rispondere alle tensioni finanziarie che infieriscono sull’Italia.

La scure di Standard &Poor’s si abbatte sulla Spagna

 Taglio di rating per la Spagna, Standard &Poor’s a causa delle “incerte prospettive di crescita e dei rischi crescenti che dovrà affrontare”, ha deciso di tagliare  il giudizio   da «AA» ad «AA-». Inoltre i dubbi sono motivati da il peggioramento della crisi del sistema finanziario della nazione, che in questo periodo deve vedersela con disoccupazione elevata e la difficile congiuntura finanziaria. L’outlook anche è sceso da stabile a negativo. L’agenzia di rating ha però voluto dare una chance alla Spagna, sottolineando in una nota che il Paese  ha comunque preso misure importanti per consolidare   per raggiungere gli obiettivi concordati con i partner europei, per cui é possibile nei prossimi mesi, se nulla dovesse andare storto, un ritorno al rating precedente.