Le Borse europee provano a superare i timori sulla crescita economica

L’economia globale stenta a decollare. La creazione di posti di lavoro frena e sale l’attesa per il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti: il dato definitivo di aprile sarà diffuso nella giornata di venerdì, ma ieri i nuovi occupati nel comparto privato hanno deluso le aspettative.

Yahoo alla conquista del New York Times. Ma non stava congelando gli stipendi?

 E se Yahoo comprasse il New York Times? L’ipotesi non sembra fantascienza. Anzi. Il quotidiano più prestigioso degli States, tra l’altro, è in crisi da un po’.

Lo riporta Repubblica: Vittorio Zambardino, sul suo blog, Scene Digitali, rilancia l’ipotesi fatta da Barron’s. L’idea sarebbe frutto delle strategie della nuova CEO di Yahoo, Carol Bartz. Nulla, ancora, è definito o ufficiale, ma il mercato e gli analisti stanno cominciando ad interrogarsi sul senso di una simile mossa. Il passaggio dal mondo del web alla dimensione editoriale – per di più di estremo spessore, dato che si tratta appunto del New York Times – avrebbe pro e contro. E certo sarebbe estremamente significativo dal punto di vista dei cambiamenti in atto nel mercato. Ma Yahoo se lo può davvero permettere?

Fiat e Chrysler, ecco l’accordo. Mentre Sarkozy termina il “piano auto”

 Come anticipato, è arrivata la firma tra Fiat e Chrysler: una lettera d’intenti non vincolante per la creazione di un’alleanza strategica globale.  Il contratto vero e proprio è previsto per aprile: questo, dopo che la casa automobilistica americana fondata nel 1925 avrà ottenuto dal Tesoro l’approvazione del suo piano di risanamento.

Un accordo che, però, non ha influenzato positivamente l’andamento della Borsa: dopo un rialzo iniziale, il titolo Fiat è stato spinto ai minimi storici: -1,34% a 4,42 euro.
L’accordo non presenta novità rispetto a quanto trapelato in questi giorni frenetici per le due aziende: Chrysler, oltre ad avere accesso alla rete di distribuzione Fiat, si vedrà fornire dagli italiani licenze per usare piattaforme per veicoli a basso consumo, motori, componenti e trasmissioni, e li potrà adattare  alle proprie esigenze e produrre nei propri impianti.

Il confronto tra l’azione ENEL e l’indice SPMIB mostra una divergenza

 Chi esegue operazioni di trading su azioni (siano esse italiane o estere) tiene sempre sulla propria postazione di lavoro un grafico riportante l’andamento dell’indice di riferimento dell’azione stessa. Nel caso specifico, studiando il grafico di ENEL, risulta interessante sovrapporre la stessa con l’indice SPMIB. Dal confronto si rilevano molteplici informazioni:

A partire dal 2003 arrivando fino ad Agosto 2007 entrambi i grafici hanno avuto un andamento praticamente identico: massimi e minimi quasi sempre creati in sintonia, poche differenze quindi tra i due.
Dall’Agosto 2007, fino al 12 Dicembre 2007 si nota invece una prima anomalia importante: mentre per l’indice italiano più importante iniziava una serie di massimi decrescenti (serie ancora oggi in corso fino a prova contraria) per ENEL si sono visti massimi assoluti intorno agli 8 euro per azione.

Ocse: Eurolandia ed Italia ad un passo dalla crescita zero

 Jorgen Elmeskov, capo economista dell’Ocse (Organisation for Economic Co-operation and Development) presenta il dato negativo del pil italiano registrato per l’anno 2008 passando dallo 0,5% allo 0,1%. In ribasso anche le aspettative euro (all’1,7% di giugno all’1,2% di oggi) , con una Germania in completa recessione ridotta dall’1,9% all’1,5%, la Francia per suo conto perde lo 0,8 % passando dall’1,8% all’1%. La controtendenza degli Stati Uniti fa registrare un segno positivo salendo da 1,2% a 1,8%. Le cause della recessione sono varie, sottolineano i tecnici dell’Ocse nel rapporto intermedio sulle prospettive economiche dei Paesi dell’organizzazione, dal completo segno negativo del settore immobiliare alla continua crescita delle materie prime. Viene messa in luce una debolezza delle attività nei prossimi mesi fino alla fine dell’anno, ed i dati confermano un’immagine particolarmente incerta. Nell’analisi tecnica l’inflazione cresce e di pari passo la crescita dei prezzi in Italia cresce arrivando al 4,1%, stimati al 4,8% in linea con il tasso di inflazione dell’Europa. Il caro petrolio ha segnato (sempre per il mese di luglio) +22,5% e il +19,3% a giugno, i prezzi alimentari +7,2% , +6,5% a giugno.