Wall Street: trimestrali e mercato immobiliare, continua l’incertezza

Continua il sali scendi di Wall Street, travolta da una valanga di trimestrali. Tengono i tecnologici: a mercati chiusi sono arrivati i conti di Apple e Amazon. Entrambi si sono rivelati superiori alle attese, ma mentre i primi sono stati totalmente positivi, quelli del gigante dell’e-commerce ha accusato un calo nei margini lordi. A preoccupare ancora di più gli investitori ed i mercati è arrivato il profit warning dell’ad di Amazon, il quale ha già rivisto al ribasso le stime per il 2008: l’utile si fermerà a 940 milioni, cifra inferiore ai ai 985 previsti ad inizio anno.

Per il trimestre a venire Amazon prevede ricavi in crescita ma margini di profitto in discesa, tra i 120 ed i 160 milioni. Buoni risultati anche per Boeing, il colosso attivo nel settore aerospaziale, che ha riportato un aumento degli utili del 38% e ricavi del 4%.

Nokia e Merryl Lynch: brutte notizie dal fronte societario

I mercati continuano come su un altalena: se due giorni fa le trimestrali erano state tutte buone e lo spettro della recessione si allontanava, oggi sono di nuovo in voga le “brutte notizie”.

Innanzitutto Merryl Lynch: la prima delusione è arrivata proprio dal colosso statunitense, che ha annunciato perdite pari a 1,97 miliardi di dollari, per il valore di 2,20 dollari ad azione. In calo anche i ricavi, scesi del 69%. Nel piano di riduzione costi già preannunciato è previsto il taglio del 10% della forza lavoro. Il titolo ha perso il 3% sul Nyse.

Brutte notizie anche sul fronte delle Tlc con Nokia: gli utili si sono attestati a +25% a 1,22 miliardi di euro, in positivo ma inferiori alle attese. A preoccupare non tanto il bilancio quanto le stime per il resto dell’anno: Nokia infatti prevede un deciso calo nella zona euro a fronte della situazione macro economica.

General Electric: calano gli utili, aumenta la paura della recessione

Brutte notizie dal fronte societario hanno fatto chiudere la settimana di Wall Street in rosso, il chè si è ripercosso sulle borse europee. I risultati del primo trimestre del colosso statunitense ne hanno fatto anche crollare il titolo del 13%, la più grande perdita in un giorno da almeno vent’anni.

Il calo dei profitti non è enorme ma significativo soprattutto vista la mole di Ge, terza società al mondo per capitalizzazione, dopo Petro China ed Exxon: la flessione è del 5,8% a 4,3 miliardi di dollari ed ha costretto il gruppo a ridimensionare le stime per il resto dell’anno. La previsione di crescita passa dal 10% a meno della metà (ad essere ottimisti).

Nessuno sembra essere immune al credit crunch: la notizia dei risultati deludenti di Ge e il suo warning sul prossimo trimestre ha letteralmente “scioccato” i mercati che adesso si aspettano altre brutte notizie. Tra le società del S&P Mib 500 gli analisti hanno già calcolato un calo medio dei profitti del 20% tra quelle che hanno reso noto le loro trimestrali.

Wal Mart, Intel e Apple trainano Wall Street

Wall Street ha chiuso all’insegna del segno più, trainata dalle buone notizie provenienti dalle società, in particolare da Wal Mart che ha alzato le stime sugli utili. Il Dow Jones ha chiuso con +0,44% a 12.581, il Nasdaq +1,27% a 2.351, +0,45% a 1.369,55 anche per l’S&P 500.

Wal Mart ha infatti alzato la guidance del primo trimestre nonostante le vendite di marzo avessere un po’ deluso. Il colosso della grande distribuzione ha annunciati che concluderà i primi tre mesi del 2008 con un EPS di 74-76 centesimi, mentre le precedenti stime erano di 70-74 cents.

Le vendite di marzo sono invece cresciuto soltanto dello 0,7%, mentre gli analisti speravano in un +1%, soglia che viene raggiunta e superata di uno 0,1 se nelle vendite sono compresi i carburanti.

Petrolio debole in Asia e recessione Usa

Il petrolio accompagna la storia dell’uomo da secoli, nel bene e nel male, e fin dall’antichità il greco “naphtha” richiamava il fiammeggiare tipico delle emanazioni petrolifere. I popoli dell’antichità avevano già ben noti i giacimenti di petrolio (olio di pietra) superficiali che utilizzavano per produrre medicinali e bitume o per illuminare le lampade. Oggi il petrolio è croce e delizia del genere umano. Delizia perché senza esso forse non riusciremmo a spostarci (a meno che non avessimo inventato nuove energie alternative), croce perché il rincaro del petrolio (nonostante brevi periodi di riduzione dei prezzi, ma comunque il trend è sempre in crescita) è qualcosa di estenuante..

In leggero ribasso il prezzo del greggio in Asia. Ieri nel dopo-mercato elettronico che fa riferimento al Nymex, la Borsa merci di New York, a Singapore il petrolio light per consegna a maggio è stato trattato a 104,65 dollari a barile, con un ribasso di 0,18 dollari. Ieri a New York aveva guadagnato 3,85 dollari salendo a 104,83 dollari a barile.

Visa, matricola d’eccellenza, con Ipo da record

Una matricola d’eccellenza ha debuttato ieri a Wall Street: Visa che già si era “fatta notare” per un ipo da record, si è distinta anche sui mercati, mettendo a segno un +36%.

Eppure le pressioni non mancavano: la collega-rivale Mastercard al suo debutto nel 2006 raccolse 2.400 milioni di dollari, e da quel momento ad oggi il titolo ha guadagnato il 300%. Un percorso difficile da imitare, anche se è cominciato nel migliore dei modi, e un contesto molto differente: la situazione attuale dei mercati ha spinto molte società decise a quotarsi in Borsa a rimandare il debutto, aspettando “tempi migliori”.

Alla fine Visa ha scelto di mettere in vendita le azioni a 44 dollari, raccogliendo 17,9 miliardi di dollari e chiudendo a 57,29 euro. Visa stima per il 2008 utili in crescita del 20% e soprattutto è “immune” al credit crunch: Visa si occupa solo ed esclusivamente delle transazioni di denaro, mentre non la riguardano i problemi di insolvenze che toccano direttamente le banche.

Fannie Mae: perdite per 3,6 miliardi ma il titolo balza in Borsa

Conti in rosso per il colosso dei mutui americano, il quale ha annunciato di aver chiuso il quarto trimestre del 2007 con perdite che ammontano a 3,6 miliardi di dollari, mentre aveva chiuso lo stesso periodo del 2006 con un utile di 604 milioni. L’intero anno 2007 si chiude quindi con una perdita netta di 2,1 miliardi di dollari (il 2006 chiudeva con un utile di 4,1 miliardi).

Nel premercato di Wall Street infatti Fannie Mae ha lasciato sul terreno il 7,4%, per poi invece invertire la rotta a metà giornata trainata dall notizia che l’OFHEO (Office of Federal Housing Enterprise Oversight) da marzo rimuoverà il tetto agli investimenti dei colossi dei mutui ipotecari, abolendo le restrizioni sulle dimensioni del portfoglio.

In seguito alla notizia il titolo di Fannie Mae è schizzato dell’8% per poi attestarsi al 3%. Le perdite dell’azienda “semipubblica” però confermano un’ulteriore deterioramento del mercato del credito.

Aig: crisi subprime colpisce ancora, perdite maggiori del previsto per il colosso assicurativo

L’uragano subprime colpisce ancora a Wall Street: dopo le banche ora tocca anche al più grande gruppo assicurativo mondiale, American International Group, crollato in Borsa come mai da 20 anni a questa parte. Il titolo collocato sul New York Stock Exchange (NYSE) ha perso l’11% dopo che la compagnia ha ammesso che i revisori dei conti hanno trovato “elementi di debolezza” nella valutazione di alcuni prodotti derivati del portfolio, in pratica il “credit-default swap portfolio“, polizze di assicurazione contro insolvenze legate ai cdo-collateralized debt obligation, pacchetti di debito, come i mutui, venduti poi sotto nome diverso agli investitori.

I cosidetti auditors, al lavoro per la SEC, la CONSOB d’oltroceano, hanno rivelato infatti la presenza nel portfolio del gruppo assicurativo di derivati legati a debito a rischio non segnalati o non contabilizzati correttamente dalla società. AIG potrebbe vedersi quindi costretta ad aumentare di oltre 4 miliardi le svalutazioni relative alle cartolarizzazioni.

Secondo quanto rivelato da Bloomberg le perdite sarebbero appunto state di 4,88 miliardi tra ottobre e novembre, mentre nel mese di dicembre il gruppo aveva parlato di un calo di 1,1 miliardi in quel periodo.

Usa: Pil cresce dello 0,6% e la Fed taglia i tassi

Ieri i listini di New York erano in rosso a metà seduta e sul mercato prevaleva la prudenza in attesa della decisione della Fed. La diffusione del dato sul Pil aveva accresciuto le aspettative verso nuovi tagli dei tassi. Nel quarto trimestre l’economia Usa è cresciuta dello 0,6%. Nel 2007 la crescita del prodotto interno lordo è stata del 2,2%, la peggiore performance in 5 anni. I segnali di rallentamento dell’economia pervenuti fanno pensare che gli Usa stiano attraverdando una fase pre-recessione. I consumi ad esempio sono cresciuti solo del 2%, confermando così che se le aziende riescono comunque a produrre e vendere è solo grazie alle esportazioni, favorite dal cambio, e non certo dal mercato domestico.

Davanti a questo scenario la Fed è nuovamente intervenuta sui tassi, azione attesa dal mercato e che non ha colto di sorpresa nessuno. I Fed Fund sono stati abbassati al 3%, mentre il tasso di sconto è sceso a 3,50%. La decisione è stata presa a larga maggioranza, con un solo voto contrario di Richard Fischer, presidente della Fed di Dallas. La decisione è stata motivata dalla situazione di “considerevole stress” in cui versa l’economia statunitense, nella speranza che l’inflazione nei prossimi mesi sia più moderata.

Caterpillar: buoni i conti grazie alle vendite oltreoceano

Caterpillar è tra i più grandi produttori al mondo di veicoli e macchinari per costruzione ed estrazione. La celebre azienda, conosciuta per i macchinari dal tipico colore giallo, ha annunciato che anche se gli Stati Uniti appaiono sull’orlo di una recessione, le loro aspettative per l’anno a venire prevedono crescita e profitti. Secondo i conti del quarto trimestre del 2007 le vendite internazionali sono salite dell’11%, aiutate dalla debolezza del dollaro americano che rende i prodotti più accessibili. Questo dato risulta in linea con quelli di tutte le altre grandi industrie produttrici: tutte faticano in casa ma aumentano le vendite all’estero.

La Caterpillar (NYSE) ha guadagnato quest’anno 975 milioni di dollari, 1,50 ad azione; un netto miglioramento rispetto agli 822 milioni dello scorso anno, 1,32 ad azione. Le entrate sono cresciute del 10% a 12,14 miliardi, crescita che neanche gli analisti si aspettavano così positiva. Secondo il capo dell’ufficio esecutivo Jim Owens l’economia Usa nel 2008 rallenterà dell’1%, ma potrà essere compensata dalle condizioni positive per le vendite in gran parte del resto del mondo. La compagnia per il 2008 si aspetta che i profitti crescano dal 5 al 15% e le entrate dal 5 al 10%.