Pil statunitense in crescita inferiore alle attese

 Il Prodotto Interno Lordo statunitense cresce, ma lo fa con un ritmo inferiore alle attese. È questa la principale variabile statistica che emerge da un report pubblicato dal Dipartimento del Commercio americano, secondo cui la crescita economica USA durante il quarto trimestre del 2011, avrebbe deluso in maniera parziale gli auspici dei principali analisti locali e internazionali, che attendevano un trend più deciso nello sviluppo produttivo.

Il Pil del Paese nordamericano si sarebbe infatti sviluppato con un ritmo pari a 2,8 punti percentuali annui, contro una media delle previsioni degli analisti pari a 3 punti percentuali. Una delusione che  – ricorda la Louis Capital Markets – probabilmente influenzerà le prossime previsioni, rendendo gli investitori sul mercato americano molto più cauti circa l’effettiva attendibilità delle sitme riguardanti i dati provenienti da oltre Oceano.

Maserati chiude il 2011 con dei ricavi incoraggianti

 Il terzo trimestre del 2011 è stato senza dubbio brillante per Maserati: l’azienda modenese ricorderà infatti in maniera positiva il periodo compreso tra gli scorsi mesi di ottobre e dicembre, visto che sono stati caratterizzati da ricavi totali per 142 milioni di euro e da un incremento di ben sei punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno prima, un deciso passo in avanti. L’aggiunto è giunto direttamente dalla compagnia in questione, la quale fa parte del gruppo Fiat.

Air France spiazza Alitalia col suo risanamento gestionale

 Sicuramente lo stato d’animo più diffuso in queste ore in Alitalia sarà la delusione: in effetti, Air France-Klm sta approntando il proprio piano di risanamento per quel che concerne il management principale, ma questa operazione non vedrà coinvolto il primo vettore italiano, ma il colosso americano Boeing Company. Le perdite della compagnia transalpina sono più che mai evidenti, dunque allo stato attuale delle cose non si provvederà ad alcun aumento della quota che è detenuta proprio in Alitalia.

Fitch minaccia declassamento al rating dell’Italia

 Rischio di declassamento per il nostro Paese: la “minaccia arriva da Fitch” e riguarda il giudizio sul debito italiano. Riley, responsabile dei rating sovrani dell’agenzia statunitense, sottolinea che l’Italia ha bisogno di una credibile rete di protezione e al momento questa non è disponibile, per ora comunque il rating sul debito italiano rimane pari a “A+”. Il futuro appare incerto e non solo per l’Italia: altri Paesi europei potrebbero vedersi tagliare il merito di credito di uno o due gradini a causa della crisi sistemica che influenzerà il giudizio sulla solvibilità degli Stati. Solo alcuni mesi fa, l’agenzia Fitch aveva declassato otto banche italiane e lanciato l’allarme recessione per l’Italia.

Decreto liberalizzazioni entro il 20 gennaio

 Favorire la concorrenza: questo é il principale scopo del Governo tecnico presieduto da Monti, che punta a liberalizzare i principali sistemi economici dell’Italia. Di seguito le mozioni tecniche che saranno comprese nel provvedimento d’urgenza riguardante le liberalizzazioni e che dovrebbe essere varato entro il giorno 20 di questo mese. Le liberalizzazioni colpiranno il settore dell’energia, taxi, farmacie, notai, trasporti e vanno ricomprese nella “fase due” della manovra finanziaria. Il decreto quindi dovrà essere varato entro qualche giorno e tale forma é stata scelta perché garantisce tempi brevi, mentre una legge avrebbe un tempo di preparazione più lungo nelle aule del  Parlamento. Ovviamente anche stavolta é stata l’Unione Europea a chiedere tempi stretti. Il piano non è ancora pubblico, ma sono emerse alcune indiscrezioni e dichiarazioni di membri del governo, dalle quali si possono cogliere alcune delle misure che saranno contenute nel prossimo decreto.

Ubi Banca chiude 36 filiali

 Durante la crisi dei subprime degli anni precedenti una lunga serie di istituti di credito degli Stati Uniti sono crollati, anche se poi tutto si è “risolto” con l’acquisto da parte della rimanenza “sana” a prezzi scontati dei primi. Ora che la crisi monetaria interessa l’area Euro (grazie anche, lo ricordiamo sempre, all’attacco proprio dagli Stati Uniti tramite le agenzie di rating)  ci si aspetta da diversi mesi l’equivalente di quello che è successo oltre oceano.

Dopotutto ad essere ancora una volta nel mirino sono proprio gli istituti di credito Europei, oltre che i debiti sovrani che sembrano diventati ingovernabili. Da quando l’Euro ha cominciato ad accusare i suoi problemi, questo è il primo vero effetto della fase di crisi che stiamo passando ed interessa il colosso UBI Banca.

Collocazione Bot annuali per 8,5 miliardi

 Durante la giornata di ieri il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha diffuso i dettagli per l’asta di Bot annuali in calendario al 12 Gennaio prossimo. Nel dettaglio si tratta di 8.500 milioni di euro di Buoni Ordinari del Tesoro con scadenza al 14.01.2013 per una durata complessiva di 365 giorni. Il collocamento è previsto al 12 Gennaio, mentre il regolamento al 16 Gennaio prossimo. Nella nota viene inoltre ricordato che il 16 Gennaio vengono a scadere Bot con scadenza annuale per 7.700 milioni di euro.

Durante la giornata del 12 Gennaio prossimo, si legge nella nota, è prevista anche l’asta di 3.500 milioni di euro di Buoni Ordinari del Tesoro della durata di 365 giorni (con scadenza il 31 maggio 2012) sempre con regolamento al 16 Gennaio.

Eurostat certifica il record italiano sulla disoccupazione

 L’Italia conquista un altro primato davvero poco invidiabile: si tratta dell’ultima rilevazione che è stata messa in luce dall’Eurostat e che ha assegnato al nostro paese il primo posto a livello continentale per quel che concerne le persone che non hanno fiducia nel lavoro e che hanno smesso di ricercarlo proprio per questo motivo, una disoccupazione che è purtroppo in costante crescita. Le stime in questione hanno preso a riferimento i ventisette stati membri dell’Unione Europea, con troppi soggetti che hanno comunque intenzione di mettersi a disposizione per un impiego, ma che nonostante questa disponibilità non ricercano nulla: per la precisione, si tratta di ben 8,25 milioni di unità, addirittura il 3,5% della forza lavoro totale in questo caso.

Fiat è alla ricerca di un nuovo partner commerciale

 L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, è un vero e proprio fiume in piena in questi giorni: dopo l’annuncio del suo incarico prolungato almeno fino al 2015 e qualche accenno a una sua possibile e futura sostituzione, la giornata di ieri è stata dedicata ad altri discorsi. Il Salone dell’Auto di Detroit è foriero di interventi importanti e l’ultimo in ordine temporale ha riguardato le strategie commerciali del Lingotto. In effetti, la casa torinese e la Chrysler, il celebre alleato americano, hanno compreso che il mercato automobilistico di questo nuovo anno sarà sostanzialmente simile a quello del 2011, quindi è quantomeno necessario ricercare un terzo partner che possa condividere in maniera piena gli sforzi industriali del duo italo-statunitense, oltre ai vari costi di sviluppo che sono necessari per i nuovi modelli.

Secondo pacchetto di aiuti alla Grecia in bilico

 Nuovi avvertimenti arrivano dalla Germania: Angela Merkel ha detto che non sarà possibile pagare la prossima tranche di aiuti alla Grecia se quest’ultima non mostrerà rapidi progressi, soprattutto sul fronte della ristrutturazione volontaria del debito detenuto dai creditori privati. Merkel nel corso di una conferenza stampa ha sottolineato che il punto di vista di Francia e Germania sul secondo pacchetto di aiuti alla Grecia sarà consequenziale alla ristrutturazione, inoltre il cancelliere tedesco ha sottolineato che discuterà presto della questione Grecia con il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde.

Asta titoli del debito Germania con rendimenti negativi

 Mentre ci avviamo alla chiusura di Piazza Affari che vede l’indice in flessione dell’1.72% dopo le tensioni su Unicredit, vengono diffusi i dettagli dell’asta di titoli di Stato tedeschi ed anche questa volta non mancano le sorprese.

Sono stati collocati titoli di stato con scadenza a sei mesi per 3.9 miliardi di euro ed il bid-to-cover è stato di 1.8 rispetto al 3.8 della precedente asta di Dicembre scorso e la domanda pari a 7.08 miliardi di euro. Ma la vera sorpresa è stato il rendimento; mentre il mese scorso i titoli sono stati collocati allo 0.001%, questo mese si è arrivati in negativo a -0.0122%.

BCE finanzia le banche italiane per 210 mld

 Il mercato interbancario non sembra essere la strada più appetibile: le banche che hanno bisogno di liquidità non si rivolgono ad altre banche per ottenere le risorse di cui necessitano, ma preferiscono affidarsi alla più accomodante e sicura Banca Centrale Europea: aumenta ancora la somma dei prestiti chiesti dalle banche italiane alla Bce, nel mese scorso infatti i nostri istituti si sono indebitati per complessivi 209,9 miliardi di euro, a novembre invece i prestiti richiesti ammontavano a 153,2 miliardi chiesti e 111,1 miliardi a ottobre. L’Eurotower quindi é diventato uno dei maggiori creditori delle banche nostrane e questa situazione sembra essere scaturita dalla decisione del management della Bce di erogare, a partire dal mese scorso, prestiti triennali.

Titolo Unicredit nel giorno di aumento di capitale

 Dopo l’annuncio di conferma dell’aumento di capitale di Unicredit, varato con uno sconto complessivo del 43% sul prezzo dei primi di Gennaio 2012, il titolo si è velocemente allineato a quello che sarebbe poi stato il prezzo della nuova emissione, anche se a ben guardare c’è ancora una certa differenza.

Andando a ritroso nella storia dell’iter per l’aumento di capitale di Unicredit ricordiamo che uno dei partner chiave (la Libia)  ha dato il pieno supporto per l’operazione, mentre dall’altra parte abbiamo investitori storici come Blackrock che invece hanno prontamente diminuito l’investimento (nel caso specifico dimezzato) dopo l’annuncio ma anche dopo le nuove tensioni nella zona Euro.

Libia rafforza il capitale di Unicredit

EBay pensa alla scissione da PayPal per arricchirsi

 La celebre casa d’aste online eBay sembra aver trovato un modo sicuro e rapido per arricchirsi: non si tratta di vendite sul web o di nuovi kit messi a disposizione, bensì di una operazione più complessa che andrebbe a riguardare la scissione di PayPal, l’unica modalità al momento che consentirebbe ai proprietari di avere delle buone somme di denaro a disposizione. In effetti, bisogna tenere conto che dal 2008, cioè da quando John Donahoe ha rimpiazzato Meg Whitman nel ruolo di amministratore delegato, il principale mercato internazionale della rete non è riuscita a garantire oltre il 2% di rendimento ai propri azionisti, davvero troppo poco.