Analisi Settimanale S&P-MIB

 La settimana è di quelle che non dimenticheremo facilmente: la candela disegnata sul grafico weekly è di colore verde ma la sua lower shadow decisamente ampia ci fa’ intendere che abbiamo assistito a una settimana contrastante: Analizziamo il daily quindi per vedere cosa è successo.

Le contrattazioni sono iniziate Lunedì mattina con un’apertura in deciso gap-down che non ha lasciato dubbi sulla direzione: il primo target era l’area 27377-27358 (il gap-up aperto il 18 Luglio), per poi proseguire verso la statica di lungo periodo posta a 25405, sfiorata Giovedì con un minimo di 25585.

Venerdì i compratori sono tornati sul mercato e la reazione è stata tanto violenta da segnare un rialzo percentuale di 8,62% che ha riportato il mercato in prossimità della media mobile veloce a 55 periodi. Solo chi ha una lunga esperienza può ricordare rialzi di questo calibro, che da oltre 10 anni non si vedevano sulle Borse mondiali.

La trasformazione di Goldman Sachs e Morgan Stanley da avvio ad una settimana divisa tra crisi finanziaria e dati macro

 La settimana appena conclusa è stata dominata dalle vicende del settore finanziario: prima la paura scatenata da Lehman ed AIG, poi l’annuncio del piano Paulson che ha permesso ai mercati di recuperare quanto perso nei giorni precedenti. Effetti positivi ampliati però anche dal divieto di vendita allo scoperto su più di 700 società quotate a New York e Londra. Vediamo adesso quali sono i temi che guideranno i mercati da oggi, mercati che in pochi si aspettano impostati ad un deciso rialzo. E’ una notizia di questa notte l’accordo tra FED, Goldman Sachs e Morgan Stanley per la trasformazione delle due banche d’affari in holding di banche in grado quindi da una parte di comprare partecipazioni in banche retail e dall’altra di avere accesso ai prestiti della Federal Reserve. Questa mossa garantirà alle due società un migliore accesso alle fonti di liquidità, ma segna la fine del modello di banca d’affari pura e semplice, troppo esposta ai costi di finanziamento. Goldman Sachs cercherà di aumentare la prorpia base di depositi sia tramite acquisizioni che per via organica, dando vita a GS Bank USA, in cui farà confluire asset per 150 miliardi di dollari. Morgan Stanley, sempre più vicina a Wachovia, si è limitata a dichiarare che grazie a questa trasformazione ci sarà più flessibilità e stabilità. Dal settore bancario USA sono attese novità in merito anche a Washington Mutual in quanto è possibile che un compratore si faccia avanti già entro questa settimana.

Dopo le consistenti perdite, GM userà i restanti asset per lanciare una linea di credito revolving

 La General Motors Corp., dopo aver bruciato denaro a causa di tre anni di perdite, sfrutterà al massimo i restanti 3,5 miliardi di dollari di una linea di credito revolving, anche perché la crisi della borsa di Wall Street minaccia di intaccare la capacità di prestito delle società. Un bilancio di 4,5 miliardi di dollari servirà di ausilio alla copertura dei costi di ristrutturazione, secondo quanto affermato dai vertici di GM. La compagnia automobilistica statunitense, che ha sede a Detroit, ha anche fatto sapere che completerà il pagamento del debito di 322 milioni di dollari. Pete Hastings, analista statunitense, ha affermato:

Lo scompiglio che si è creato nei mercati creditizi è molto profondo. General Motors deve fare i conti con i suoi grandi problemi, ma in questo caso credo si tratti di una questione di liquidità.

 

Il direttore generale della società automobilistica sta orchestrando un piano volto al raggiungimento di una crescita tra i 4 e i 7 miliardi di dollari, attraverso la vendita di asset e l’incremento del debito al fine di assicurare la liquidità necessaria per poter operare fino alla fine del 2009. GM ha già perso 69,8 miliardi di dollari negli ultimi quattro anni.

 

Nuovi dettagli sul piano Paulson: 700 miliardi per liberare le banche dai titoli ad alto rischio.

 Il piano di intervento anticipato da Paulson venerdì ed in grado di spingere i mercati al rialzo inizia a prendere forma. Ieri pomeriggio l’amministrazione Bush ha inviato al Congresso la richiesta di approvazione la quale potrebbe essere concessa già il prossimo venerdì. Centro della proposta è l’attribuzione al Dipartimento del Tesoro americano (in pratica il ministero dell’economia) del potere di acquistare strumenti finanziari collegati ai mutui ad alto rischio. Potranno essere spesi fino a 700 miliardi di dollari in modo da liberare le banche americane dal rischio di ulteriori pesanti svalutazioni. Il Congresso dovrà quindi anche accettare che il debito pubblico americano salga da 10’615 a 11’315 miliardi di dollari. Da sottolineare inoltre che il Dipartimento del Tesoro avrà in pratica totale libertà di azione in modo da poter portare avanti interventi più flessibili. Fonti anonime hanno tuttavia anticipato che si prevedono aste mensili durante le quali il governo americano comprerà ogni volta asset fino ad un massimo di 50 miliardi.

Introduzione ai “salti” del prezzo: gap up e gap down

 Abbiamo parlato di gap nei precedenti articoli, è giunto il momento di scoprire cosa sono e soprattutto come possono fornirci indicazioni utili. Innanzitutto, la definizione:

GAP ( dall’inglese: salto) è il termine tecnico che indica uno spazio del grafico nel quale non si è manifestata alcuna attività di compravendita. Prendiamo un grafico a candele giapponesi (che ormai conosciamo e sappiamo leggere) a time frame daily dell’SPMIB per spiegare le due grandi categorie di gap:

Gap-down: il gap-down, si forma quando il low (minimo) di una barra (in questo caso giornaliera) è maggiore dell’high (massimo) della barra successiva.

L’annuncio del piano USA per superare la crisi finanziaria porta euforia sulle piazze asiatiche, in particolare quella giapponese

 Le borse asiatiche subiscono un forte rialzo, sulla scia dell’andamento di Wall Street, dopo l’annuncio da parte del governo statunitense di voler approntare un piano organico volto a fronteggiare e superare la grave crisi finanziaria. Tra i guadagni più consistenti delle piazze asiatiche bisogna sottolineare quello della borsa di Shangai, che guadagna addirittura 8 punti percentuali anche grazie all’abolizione della tassa sull’acquisto delle azioni. In generale i mercati asiatici sono riusciti a recuperare in parte le perdite che via via si sono accumulate nel corso della settimana.

 

A Taiwan, l’indice Taiex guadagna il 3,8%, chiudendo a 5.970,38 punti; l’indice Kospi è invece in rialzo di 4,55 punti percentuali alla borsa di Seul, mentre l’Hang Seng di Hong Kong guadagna 6,5 punti percentuali. Altro guadagno consistente è stato conseguito dalla borsa di Tokyo, dove è stata avvertita con maggiore euforia la notizia del piano organico statunitense contro la crisi: l’indice Nikkei ha chiuso a 11.920,86 punti (in rialzo del 3,8%). Il piano americano è stato proposto dal segretario del Tesoro Henry Paulson e dal portavoce della Federal Reserve, Ben Bernanke: l’iniziativa prevede di spostare gli asset maggiormente in difficoltà dai bilanci delle società finanziare statunitensi verso una nuova istituzione.

 

E’ veramente la direzione giusta quella presa dagli Usa dopo il fallimento Lehman

 Dopo mesi di turbolenze finanziarie senza sosta e dopo il fallimento clamoroso di Lehman e quelli a rischio di Morgan Stanley e Goldman Sach, le autorità goverantive hanno finalmente deciso di intervenire in maniera diretta per cercare di porre un qualche freno a quella che appare come la più grave crisi finanziaria dell’ultimo secolo. Secondo quanto spiegato dal segretario al Tesoro Henry Paulson, di concerto con Casa Bianca e Fed, infatti, gli asset non liquidi presenti in misura massiccia nei bilanci delle banche dovrebbero essere trasferiti in un fondo speciale a carico del governo per essere ceduti sul mercato in modo ordinato. Ma sul senso di questo intervento come su altri già adottati è innegabile che restano ancora aperte molte questioni irrisolte.

Le mosse di FED e Tesoro americano contro la crisi. Un nuovo Resolution Trust Corp porta euforia sui mercati

 Gli eventi delle ultime settimane hanno evidenziato che la crisi in atto è lontana dalla propria conclusione e hanno quindi spinto le autorità pubbliche ad intervenire. Se però fino ad adesso le banche centrali si erano limitate a immettere liquidità nel sistema (concedendo prestiti alle banche) e al salvataggio di alcune società (Fannie Mae, Freddie Mac, AIG), potrebbero arrivare nelle prossime settimane mosse più drastiche. Ieri intanto abbiamo assistito ad un massiccio intervento delle banche centrali.La FED ha annunciato di aver aumentato di 180 miliardi di dollari la disponibilità che le altre banche centrali hanno della valuta americana.