Cina e Giappone aprono allo scambio diretto di valute

 Giappone e Cina sono pronti a promuovere lo scambio diretto di yen e yuan senza l’uso di dollari: l’obiettivo di questa nuova misura valutaria è quello di incoraggiare nella maniera più adeguata possibile lo sviluppo di un mercato destinato a quelle compagnie che sono coinvolte in tali scambi, come ha anche precisato il governo di Tokyo. La nazione nipponica, inoltre, si impegnerà ad acquisire titoli obbligazionari dell’ex Impero Celeste nel corso del prossimo anno, consentendo quindi l’investimento del renminbi (l’altra definizione dello yuan) che lascia il territorio cinese durante le transazioni.

Quarto giorno di ribasso per la rupia indiana

 La rupia indiana prosegue imperterrita il proprio declino nei confronti del dollaro americano: ormai si è giunti a un vero e proprio record negativo da questo punto di vista, dato che la valuta asiatica è ormai giunta al suo quarto giorno consecutivo di ribasso. Che cosa sta accadendo di preciso? In pratica, gli investitori sono molto sensibili ai rischi monetari e i timori crescenti in relazione alla crisi del debito sovrano dell’eurozona la fa da padrona, coinvolgendo anche nazioni emergenti e in rampa di lancio come l’India. La moneta verde è così riuscita a battere il suo record precedente nei confronti della rupia, attestandosi a quota 54,21 (giusto un giorno fa questo stesso valore era pari a 53,88 rupie), con dei picchi anche superiori che non si sono però mantenuti nel corso della giornata.

Fiorino ungherese influenzato dalla crisi dell’eurozona

 Il fiorino ungherese e le altre valute che appartengono ai mercati emergenti sono state protagoniste del rallentamento monetario di ieri: in particolare, è stata soprattutto la paura che l’Italia sia la prossima vittima della crisi del debito dell’eurozona a farla da padrona, ma anche le pessime performance dei listini americani hanno influito in maniera negativa. C’è da aggiungere, poi, che queste divise “emergenti” hanno sofferto in modo piuttosto significativo nelle ultime settimane, dato che gli investitori internazionali hanno preferito andare oltre le posizioni più rischiose, con un contesto complessivo di incertezza che viene dominato dal futuro sempre più oscuro per quel che concerne i governi di Roma e Atene.

Cambio euro-dollaro, ancora tensioni e dubbi

 Le pressioni e le tensioni non vogliono affatto abbandonare l’euro e le sue quotazioni. In effetti, la valuta europea sta facendo registrare i livelli più bassi delle ultime tre settimane nei confronti del dollaro e ci sono ovviamente vari elementi che spiegano molto bene questa situazione così particolare: anzitutto, l’imprevisto referendum indetto dalla Grecia sugli aiuti dell’Unione Europea non poteva non influire in maniera negativa, anche perché questo argomento riguarda molto da vicino il cosiddetto fondo salva-stati e le varie misure di austerità che dovrebbero essere adottate dal governo di Atene.

Yen-dollaro: record storico per la valuta nipponica

 Gli ultimi livelli toccati dallo yen nei confronti del dollaro sono a dir poco storici: in effetti, la valuta nipponica non raggiungeva simili quotazioni almeno dal secondo dopoguerra, tanto da riuscire a rialzare le proprie stime anche nei riguardai delle altre controparti valutarie, a causa soprattutto della crisi del debito che non abbandona ancora l’Europa. Ad esempio, il dollaro canadese ha mostrato segni di rallentamento per la prima volta negli ultimi quattro giorni nei confronti con la moneta verde, visto che la Banca Centrale del Canada ha provveduto a rivedere al ribasso il proprio outlook relativo alla crescita.

Le incertezze dell’eurozona indeboliscono il real brasiliano

 Le incertezze dei leader europei in merito a un nuovo piano di salvataggio per l’eurozona stanno indebolendo anche le altre valute straniere: in particolare, il real brasiliano ha risentito in maniera piuttosto pesante di questa situazione, tanto da essere stato scambiato ieri a quota 1,7875 nei confronti del dollaro, un livello decisamente più alto rispetto alla chiusura precedente (per la precisione i reais necessari per ottenere un dollaro erano pari a 1,7755). Il summit comunitario di domenica potrebbe addirittura essere posticipato a causa del disaccordo che regna a livello politico ed economico; in particolare, gli unici due leader che sembrano per il momento in sintonia sono quelli delle due principali economie continentali, Francia e Germania, quindi Nicolas Sarkozy e Angela Merkel.

Yuan svalutato, si rischia la guerra commerciale tra Usa e Cina

 Il Senato americano ha fatto passare una legge volta a punire la Cina e le sue svalutazioni monetarie: l’ex Impero Celeste sta mantenendo da tempo la propria valuta, lo yuan, a livelli molto bassi, un atteggiamento che ha indispettito in diverse occasioni gli Stati Uniti, preoccupati per gli effetti negativi che queste misure potrebbero provocare al commercio mondiale. Il testo normativo in questione è stato approvato con 65 voti favorevoli e 35 contrari e dovrebbe consentire alle compagnie a stelle e strisce di imporre alcuni dazi, in modo da compensare questi squilibri valutari. Lo speaker della Camera, John Boehner, ha però bollato il provvedimento come “estremamente pericoloso”, dunque vi sarà battaglia prima che questa possa diventare una vera e propria legge.

Lo yuan sarà convertibile a partire dal 2015

 I dirigenti cinesi sono stati molto espliciti nel rivolgersi all’Unione Europea: lo yuan, valuta ufficiale dell’ex Impero Celeste, raggiungerà lo status di piena convertibilità entro il 2015, così come ha riferito Davide Cucino, presidente della Camera di Commercio comunitaria in Cina. Quattro anni di intensi lavori e trattative sono dunque alle porte, anche se non è ben chiaro quale dipartimento sia coinvolto in tal senso e si sia pronunciato con questa chiarezza. Molto probabilmente, sono sempre parole di Cucino, il processo a tappe verrà indicato in un meeting che si terrà nel corso delle prossime settimane. Una scansione temporale simile potrebbe aiutare Pechino a contrastare in maniera più efficace le critiche che le piovono in merito al commercio globale e agli artifizi che vengono attualmente utilizzati per mantenere lo yuan svalutato.

La Svizzera fissa cambio con l’euro a 1,2

 Mentre l’euro continua la sua ascesa e supera ampiamente il dollaro, altri Paesi preferiscono frenare aumenti importanti del valore della propria valuta. E’ il caso della nostra vicina, la Svizzera. “La sopravvalutazione del franco minaccia l´economia”, si legge in un comunicato della Swiss National Bank, la Banca centrale svizzera, la quale ha annunciato di aver fissato il cambio con la valuta nostrana ad un minimo di 1,2 franchi.

Giappone: il rialzo dello yen sarà la priorità del nuovo governo

 Una valuta nazionale eccessivamente forte e apprezzata rappresenta un problema economico di non poco conto: ne sa qualcosa il Giappone, con il governo che si è visto costretto a svelare una lista di proposte politiche volte a calmierare gli effetti devastanti del super yen. Tokyo sta dimostrando insomma una forte preoccupazione per questo trend eccessivamente rialzista, tra l’altro ha anche raccomandato che le misure in questione possano essere implementate dalla nuova amministrazione nazionale, la quale comincerà a formarsi nel corso di questa settimana (si tratta dell’ennesimo cambio di esecutivo per lo stato nipponico). La terza economia mondiale è dunque alle prese con dei forti problemi monetari.

Il Giappone invita gli investitori a evitare lo yen

 Il Giappone sta tentando di convincere in tutti i modi gli investitori per ottenere un effetto economico controproducente: in effetti, il governo di Tokyo sconsiglierà vivamente la scelta dello yen come alternativa seria e credibile al debito americano ed europeo. Takehiko Nakao, viceministro per gli affari internazionali, è ormai giunto al suo terzo giorno di lavoro e i suoi sforzi principali si stanno concentrando proprio sulla valuta nazionale. La ripresa dopo le enormi difficoltà successive al terremoto di marzo non è ancora in fase di decollo, la nazione nipponica ha bisogno di migliorare la situazione politica e poi quella valutaria.

Forex: franco svizzero, banca centrale taglia tassi

 La crisi dei debiti sovrani sta giocando un brutto scherzo alla Svizzera con il franco che si è apprezzato tantissimo e che, di conseguenza, rischia di soffocare la crescita economica. Il franco svizzero, valuta rifugio così come lo è l’oro quando parliamo di materie prime, non a caso ha ritoccato in queste ore il massimo storico contro l’euro.

Valute: l’outlook della Grecia favorisce il real brasiliano

 Il 19 gennaio del 1999 era stata l’ultima occasione in cui il real brasiliano aveva raggiunto un livello talmente alto: la valuta sudamericana è riuscita finalmente ad eguagliare quella performance e il merito sta tutto nella sostanziosa domanda da parte degli investitori, i quali sono alla ricerca di assets ad alto rendimento a causa della crisi del debito che coinvolge la Grecia. Nel dettaglio, il real è riuscito a guadagnare lo 0,4%, attestandosi a quota 1,55564 dollari.

Soros sibillino: l’uscita dall’euro è praticamente inevitabile

 George Soros, noto imprenditore e politico ungaro-statunitense, è stato più che profetico nel suo ultimo intervento a Vienna: a suo parere, infatti, è probabilmente inevitabile che vi sarà a breve un meccanismo capace di far uscire le economie più deboli dall’euro. Secondo lo stesso Soros, stiamo vivendo una fase critica dal punto di vista finanziario, con il sistema che rimane estremamente vulnerabile. Il riferimento del filantropo non poteva che andare alla Grecia e alle sue attuali difficoltà, ma il rischio è che queste condizioni possano coinvolgere presti anche altre nazioni europee; l’euro è dunque giunto al capolinea?