La BASF è pronta ad accordarsi con Ciba Holding AG per creare il primo fornitore mondiale di prodotti chimici

 La BASF SE, la più grande compagnia mondiale attiva nel settore della chimica, ha raggiunto un accordo per l’acquisto di Ciba Holding AG, altra società operante nello stesso ramo, per 6,1 miliardi di franchi svizzeri (5,5 miliardi di dollari), al fine di poter avere una maggiore  competitività nel mercato degli additivi per la carta. La società tedesca, che ha sede a Ludwigshafen, sborserà 50 franchi per ogni azione della Ciba, circa il 32% in più rispetto al prezzo di chiusura rilevato il 12 settembre. Le azioni della Ciba, compagnia che ha sede a Basilea (Svizzera) sono salite di ben 29 punti percentuali.

 

Il direttore generale della BASF, Juergen Hambrecht, è convinto di poter creare in tal modo il primo fornitore mondiale di prodotti chimici e che ciò favorirà il salvataggio della divisione cartacea della società, sempre più indebolita dalla bassa domanda e dagli alti costi delle materie prime. Il manager svizzero Peter Gachnang ha affermato che:

A prima vista può sembrare un buon prezzo di mercato. Dovrebbe portare delle sinergie negli acquisti.

Lehman un fallimento da troppo tempo annunciato, il mondo finanziario trattiene il fiato

 Borse europee in forte calo dopo l’annuncio che Lehman Brothers ha gettato la spugna. Gli indici sono scivolati tutti verso i minimi dell’anno, senza però violarli. L’S&P/Mib (-3,5%, 27.367) incontra tali livelli a 26.500 punti. In un solo anno la spaventosa crisi subprime, con tutti i risvolti enigmatici che probabilmente comprenderemo meglio solo a distanza di parecchio tempo, ha cambiato radicalmente la fotografia del mondo della finanza americano. Prima è sparita Bear Stearns, la più piccola delle banche d’affari, fondata nel 1923. Una settimana fa l’amministrazione Bush era intervenuta per salvare Fannie Mae e Freddie Mac. Nel fine settimana è fallita Lehman Brothers, fondata nel 1850. Contemporaneamente, Merrill Lynch, fondata nel 1914, è stata comprata da Bank of America con un’operazione simile a quella di Bear Stearns, con emissione di nuove azioni e nessun esborso cash.

Gli eventi più rilevanti della settimana. Partenza disastrosa a causa di Lehman Brothers e Merril Lynch

 Quella che inizia oggi si preannuncia una settimana di tensione per i mercati. Sono attese le decisioni della FED e della banca centrale giapponese in materia di tassi, i dati sull’inflazione della zona euro e degli Stati Uniti, le trimestrali di Goldman Sachs e Morgan Stanley. Intanto  arrivano notizie disastrose dalle altre banche d’affari americane. Lehman Brothers, dopo giorni passati a cercare un compratore, ha dichiarato bancarotta, nessuna banca (si era parlato di Barclays) si è presa il rischio di acquisire asset che potevano nascondere decine di miliardi di svalutazioni. Brutte notizie anche da Merril Lynch, in questo caso però sarà Bank of America ad acquisire la terza banca d’affari americana per una cifra che si aggira intorno ai 50 miliardi di dollari. Da oggi quindi a New York saranno attive soltanto due banche d’affari (le sopra citate Goldman Sachs e Morgan Stanley) dalle 5 di un anno fa (ricordiamo anche la svendita di Bearn Stears).

Introduzione all’Analisi Tecnica: percorsi e trend dei valori mobiliari

 Chi si avvicina al mondo della Finanza e degli strumenti mobiliari con l’intento di investire i propri risparmi, sicuramente avrà sentito parlare di Analisi Tecnica (di seguito A.T.), la “sorella” dell’Analisi Fondamentale. Per definizione, l’analisi fondamentale è una metodologia di studio che consente di ricavare l’ipotetico valore “giusto” di un’attività mediante un’analisi economica, statistica e contabile. Ricavato il valore ideale, lo si confronta con il prezzo corrente sul mercato per decidere se conviene investire i propri risparmi.

L’analisi tecnica diversamente, si propone di studiare puramente a livello grafico una certa attività per ricavarne innanzitutto la tendenza, successivamente i livelli di prezzo critici e infine il periodo ideale per l’investimento.

Il mercato russo reagisce dai minimi: le cause della debolezza del Micex e gli ETF su cui puntare

 Venerdì è stata una giornata di forte salita per il mercato azionario russo, l’indice Micex ha guadagnato il 6% riuscendo per adesso ad allontanarsi dai minimi degli ultimi due anni. Nonostante i forti rialzi il bilancio della settimana di contrattazioni resta comunque negativo, con il mercato in discesa del 7,9%. Negli ultimi tre mesi la perdita è stata di circa il 35%. I fattori alla base della debolezza del mercato russo sono molteplici: il calo del prezzo del petrolio e delle materie prime; le tensioni geopolitiche (Georgia, Polonia);  le difficoltà del settore bancario. Sono stati colpiti tutti i settori più importanti della borsa russa.

La EBRD investe nell’economia mongola: le vendite al dettaglio e il comparto estrattivo godranno dei maggiori benefici

 La European Bank for Reconstruction and Development (EBRD: Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) sta pianificando di potenziare del 50% i suoi investimenti in Mongolia per quest’anno: tali investimenti verranno destinati in particolare alle industrie operanti nei più diversi settori, dal commercio al dettaglio al comparto estrattivo. La banca accrescerà la spesa nella nazione asiatica fino a 50 milioni di euro e prevede, inoltre, un ulteriore guadagno di 100 milioni di euro nel 2009, secondo quanto riferito da John Chomel-Doe, il direttore della banca per la Mongolia.

Gli investimenti esteri del paese asiatico hanno raggiunto i 500 milioni di dollari nel 2007, il 67% dei quali proviene dal settore estrattivo e il 22% da quello alimentare, secondo i dati della Banca Mondiale. Tra il 2005 e il 2007, il totale degli investimenti diretti esteri era pari a 1,2 miliardi di dollari. La EBRD aveva già effettuato alcuni investimenti in Mongolia in passato: investimenti che includono una catena di supermercati, una banca, una compagnia estrattiva, una miniera di carbone e un’azienda produttrice di succhi di frutta.

Zapatero mette la sordina al suo ministro dell’economia a proposito della crisi economica

 Sul fatto che la grave situazione economica spagnola sia giunta ad un passo dalla recessione sembrano ormai d’accordo quasi tutti; economisti, politici, industriali, istituti di ricerca, mass media. Tutti tranne forse uno, il premier Zapatero, che fino a due mesi fa, cercava disperatamente di negare addirittura che il paese fosse in crisi economica. Ma è difficile negare l’evidenza e quindi alla fine anche lo stesso Zapatero si è dovuto inchinare ad ammettere che anche il suo paese era in crisi, aggiungendo pero che sicuramente le sue importanti misure in materia economica avrebbero portato miglioramenti già alla fine dell’anno (mentre fino ad ora la situazione sembra volgere sempre più al peggio). Ecco perché quando ieri il ministro dell’economia spagnola Pedro Solbes ha ammesso, in una intervista, che la Spagna potrebbe essere molto vicino alla recessione, sulla base di dati incontrovertibili, il premier ha pensato bene che era l’ora di richiamare all’ordine anche il suo illustre vicepresidente e di assumere le sue responsabilità in proprio.