Separazione Eni-Snam entro settembre 2013

 Se ne parla già da diverso tempo ed ormai siamo agli sgoccioli; il decreto liberalizzazioni ha destabilizzato il mercato azionario sopratutto per quanto riguarda le direttive che costringerebbero la divisione di Eni da Snam e nel momento in cui verranno approvati gli articoli la risposta del mercato potrebbe essere immediata. L’approvazione della Commissione Industria del Senato ha approvato il decreto consolidando di fatto la strada verso la separazione che a questo punto dovrà avvenire entro Settembre 2013 (18 mesi).

Al fine di raggiungere la “piena terzietá dei servizi regolati di trasporto, di stoccaggio, di rigassificazione e distribuzione delle altre attività” il Consiglio dei Ministri dovrà varare entro il 31 maggio 2012 un decreto che disciplina la separazione stessa delle due società.

Timori per la Grecia fermano le Borse Europee

 Mentre nel medio-lungo periodo le attese per il settore bancario sono di crescita (viste le dichiarazioni di Bofa-ML) a preoccupare i listini Europei nel brevissimo periodo ci pensa il G20; il fallimento dell’incontro che diffonde le preoccupazioni per il futuro su prezzo della benzina e timori per la Grecia incide pesantemente sulle Piazze Europee che ora si trovano in territorio negativo con Piazza Affari in calo dell’1.44%.

Il quadro generale in cui gli investitori si trovano è estremamente delicato; il fallimento sul nuovo pacchetto di aiuti per la Grecia che verrà vagliato tra poco cambierebbe le aspettative ed anche se è vero che difficilmente avremo un riscontro negativo sugli aiuti le probabilità di un “no” ci sono ed avrebbero conseguenze importanti sui mercati.

Bofa e ML investono in Unicredit e Barclays

 Il pericolo recessione nell’area Euro non è del tutto svanito con i recuperi dell’azionario e con il ridimensionamento dello spread, ma il quadro generale è molto diverso rispetto a qualche mese fa’. L’andamento del FTSE-Mib conferma la volontà di cambiamento con il Governo Monti che da più parti è stato lodato per il lavoro svolto e per le aspettative positive di lungo periodo. A sostegno di un quadro che va’ migliorando di mese in mese abbiamo il settore bancario che dal bottom di Novembre scorso ha recuperato il 35% e si dirige verso nuovi top relativi di medio periodo rilanciando anche il settore assicurativo direttamente connesso.

I continui down-grade/up-grade delle agenzie di rating riescono ancora a girare il mercato e cambiare le aspettative; dopo aver screditato il sistema bancario Europeo fino a fargli rischiare il collasso le banche d’affari e le agenzie rivedono le stime e correggono il tiro, anche se il discorso non vale per tutti gli attori del mercato.

Gli ammortizzatori sociali entreranno in vigore nel 2017

 Il 2017 sarà l’anno decisivo per i nuovi ammortizzatori destinati a chi avrà perso il posto di lavoro: è senza dubbio questa l’indiscrezione più importante che si può ricavare dal nuovo confronto tra il governo e i sindacati per quel che riguarda l’ormai famosa riforma del lavoro. L’annuncio in questione, comunque, è stato fatto direttamente da Susanna Camusso, numero uno della Cgil, la quale ha anche precisato che questa innovazione beneficerà di una transazione di lungo termine, i cinque anni che ci separano appunto dal 2017, dunque bisognerà ancora attendere diverso tempo prima di avere un riscontro concreto.

Nuovo reintegro per i dipendenti Fiat licenziati a Melfi

 La Fiat fa sempre parlare di sé, in un modo o nell’altro, nelle cronache finanziarie del nostro paese: in un periodo in cui si discute nel dettaglio quale sarà la futura riforma del mercato del lavoro, una sentenza della Corte di Appello di Potenza accende di nuovo i riflettori sul Lingotto e sui suoi stabilimenti. In pratica, la corte lucana ha accolto il ricorso che era stato presentato dalla Fiom (Federazione Impiegati Operai Metalmeccanici), la quale si era scagliata molto duramente contro il recente licenziamento di tre dipendenti dello stabilimento di Melfi. In questo caso, quindi, la pronuncia in questione ha di fatto riconosciuto come l’azienda automobilistica torinese si sia comportata in maniera antisindacale, dando ragione ai lavoratori.

Titolo Premafin sospeso per eccesso di rialzo

 Salvatore Ligresti dichiara “Noi valutiamo tutto” dopo l’annuncio di una nuova offerta da parte di Sator-Palladio su Premafin, ed il titolo viene chiuso per eccesso di rialzo durante le contrattazioni di questa mattina. La vicenda “Ligresti” infiamma le borse con il colpo di scena da parte dei due fondi che insieme hanno presentato ieri sera un’offerta per 450 milioni complessivi a Premafin; la sottoscrizione dell’aumento di capitale fino a questa cifra ha la finalità di rilanciare le società interessate e stabilizzare la posizione del debito ed ha scadenza all’8 Marzo prossimo, quando la stessa decaderà. L’offerta del gruppo è comunque subordinata a certe condizioni che dovranno essere rispettate nei mesi a venire e per questo è ancora al vaglio del CDA riunito questa mattina.

Quello che si appresta a diventare il secondo gruppo assicurativo italiano rivaluta quindi la sua intera situazione visto che l’offerta di Sator-Palladio supera di gran lunga quella di Unipol dello scorso 29 Gennaio ma sembra non essere l’ultima proposta che il gruppo aspetta.

L’inflazione di gennaio si attesta sul +3,2% annuo

 L’Istat ha provveduto a diffondere gli ultimi dati definitivi che si riferiscono allo scorso mese di gennaio; ebbene, secondo quanto rilevato dall’istituto statistico, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (il cosiddetto Nic) è aumentato di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. Se invece si effettua un confronto con lo stesso periodo del 2011, allora ci si accorge che questo stesso riferimento ha subito un rialzo del 3,2%. Che cosa era successo di preciso a dicembre? Volendo essere più precisi per rinfrescare la memoria, si può ricordare che l’inflazione in quel periodo aveva fatto segnare una crescita dello 0,4% sul mese precedente, mentre l’incremento annuo era stato pari a 3,3 punti percentuali.

Monte dei Paschi attende il nome del suo nuovo presidente

 Il nuovo assetto di Monte dei Paschi di Siena, tra gli istituti di credito più importanti del nostro paese, sta riservando un confronto molto serrato e caldo: in pratica, bisognerà conoscere nel dettaglio gli azionisti del gruppo toscane e le loro quote detenute, ma non meno importante, sembra quasi scontato ricordarlo, è il nodo relativo al presidente del futuro. Quali nomi saranno inseriti in tutte queste caselle ancora vuote? L’incertezza del momento viene ben esemplificata dal fondo Equinox, il quale è guidato e gestito da Salvatore Mancuso: tale veicolo finanziario non ha infatti ancora optato per nessuna soluzione e non ha formalizzato nessun tipo di offerta per quel che riguarda il rilevamento dalla Fondazione Mps di una buona quota bancaria, circa il 12% per la precisione.

Salvataggio Grecia sempre più probabile

 Cosa ha mosso i mercati finanziari l’economia reale negli ultimi tempi? Dopo la crisi dei subprime che ha contagiato solo indirettamente l’Eurozona è passato un periodo di “stallo” in cui i mercati mondiali hanno cercato di riprendersi, ma da circa un anno la paura è tornata sulle Piazze Mondiali e questa volta il pericolo è tutto Europeo.

Fino a poco tempo fa’ l’Unione Europea sembrava un legame forte tra gli Stati interessati che teoricamente avrebbe dovuto consolidare la presenza e la forza della valuta nel mondo. In realtà da quando la Grecia è in crisi ed a rischio default la soluzione più volte proposta è stata quella di un’uscita preventiva perchè l’eventuale crollo del Paese avrebbe trascinato nel baratro l’intera Eurozona. Insomma quando si è presentato il momento di aiutare uno degli Stati non si è fatto assolutamente nulla se non cominciare a puntare il dito; non si entra in rischio default da un giorno all’altro ed in fatti non è stato così per la Grecia, ma nel declino non sono mai stati presi provvedimenti adeguati da parte di nessuno e si è sempre visto con diffidenza il Paese pronti a lasciarlo qual’ora non fosse riuscito a riprendersi.

Truffa Bond USA falsi per 6000 miliardi di dollari

 L’operazione “Vulcanica” che ha portato all’arresto di otto persone dopo la scoperta di 6000 miliardi di dollari di Bond USA falsi è marchiata Italia; l’inchiesta giudiziaria condotta dai pubblici ministeri di Potenza Francesco Basentini e Laura Triassi ha scoperto un’associazione finalizzata alla truffa con un’indagine che ha dell’incredibile e sembra il copione di un film.

Il “grande colpo” ha a che fare con tre casse della Federal Reserve (ovviamente false) che contenevano 6.000 miliardi di dollari di titoli del debito USA falsi. Queste hanno viaggiato da Hong Kong a Zurigo nel 2007 e fino a poco tempo fa’ sono state custodite da una società fiduciaria, prima di essere aperte ed esaminate per scoprire la verità.

Produzione Industriale Eurozona frena Piazza Affari

 La tensione sui mercati azionari che mette in discussione il rialzo in corso nel medio periodo viene alimentata nella giornata di oggi dai dati sulla produzione industriale dell’Eurozona, in calo dell’1.1% a Dicembre. La seduta di oggi a Piazza Affari si è avviata esattamente dove si è conclusa ieri senza gap di prezzo ma in pochi minuti gli acquisti sono iniziati e per circa 3 ore sono proseguiti, fino a portare l’indice poco sopra a quota 16500 che ora diventa la statica da controllare in close giornaliero.

Nel caso in cui il FTSE-Mib chiuderà le contrattazioni al di sopra della resistenza indicata allora il minimo del ciclo a due settimane in chiusura al 20 Febbraio sarà invece anticipato al bottom di questa mattina e l’avvio della nuova fase rialzista porterà presto l’indice delle blue-chips oltre il top della scorsa ottava.

Moody’s declassa l’Italia e altri cinque paesi

 Moody’s non ha avuto alcuna pietà nello scagliarsi contro ben sei nazioni europee, un elenco che ricomprende anche il nostro paese, oltre alla Spagna e al Portogallo: in pratica, è stato sottoposto a revisione anche l’outlook di nazioni importanti quali Francia e Regno Unito, declassato a “negativo” a causa della crisi del debito europeo. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il rating spagnolo è passato da A1 ad A3, con il giudizio molto vicino a un cambiamento, mentre il nostro paese e i portoghesi hanno dovuto subire un downgrade, rispettivamente, da A3 ad A2 e da Ba3 a Ba2. Le altre valutazioni che sono state riviste in maniera negativa sono quelle relative alla Slovacchia, alla Slovenia e a Malta.

Standard & Poor’s declassa 34 banche italiane

 L’attività degli ultimi mesi di Standard & Poor’s è stata davvero indefessa e non è ancora terminata: ne è una chiara testimonianza l’ultimo maxi-declassamento che l’agenzia americana di rating ha riservato a ben trentaquattro banche del nostro paese. Un elenco davvero infinito, non c’è che dire, con i nomi colpiti che sono quanto di meglio il credito italiano può offrire, come ad esempio Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Popolare e Bnl. Da cosa deriva questo nuovo taglio delle valutazioni?

Risultati di esercizio Enel 2011

 Anche se i dati sono ancora provvisori, difficilmente quelli ufficiali e definitivi potranno ribaltare una situazione tanto positiva; il colosso energetico è il punto di riferimento per gli investimenti di lungo periodo ma non solo grazie al settore fondamentale in cui si trova. Gli investimenti del 2011 confermano la volontà del direttivo di Enel si primeggiare anche nel nuovo mercato delle energie rinnovabili visto che ben 1.9 miliardi di euro (di 4.67 complessivi investiti) sono stati investiti proprio in questo ambito.

Il 2011 si chiude per Enel con un ricavo complessivo di 79.5 miliardi di euro (l’8.3% in più dell’anno precedente); questo dato è frutto di tagli alle infrastrutture da un lato, ma anche dell’espansione dall’altro visto che è stato ampliato il mercato estero e questo ha contribuito notevolmente a sostenere un’anno che poteva essere estremamente negativo anche per gli energetici.