Per il 2009 la Cina punta ad aumentare le riserve valutarie e potenziare i prestiti

 La Cina sta puntando a far accrescere le sue riserve di valuta di 17 punti percentuali nel 2009: il governo della nazione asiatica ha inoltre intenzione di dare un maggior impulso ai prestiti, al fine di potenziare il consumo interno e far respirare l’economia. M2, la misura più utilizzata per la valuta cinese (include principalmente denaro e depositi), verrà dunque accresciuta del 17%, così come ha annunciato lo State Council. Il governo provvederà anche a sospendere la distribuzione dei biglietti a tre anni della banca centrale ed è pronto a far aumentare i prestiti finanziari di 4 trilioni di yuan (584 miliardi di dollari) il prossimo anno. Importanti sono anche le misure intraprese da People’s Bank of China, la quale darà maggior vigore alla liquidità e ai prestiti finanziari, per venire incontro alle necessità dell’economia e sostenere la crescita.

 

Lo scorso mese il governo cinese aveva fatto sapere che vi sarebbero stati 4 trilioni di yuan di spesa fino al 2010, in modo da incentivare gli investimenti da parte delle imprese. Secondo Glenn Maguire, capo economista della Societe Generale SA di Hong Kong:

Le politiche da attuare in questo momento devono focalizzarsi in misura maggiore sulla liquidità del settore bancario e su progetti infrastrutturali ben finanziati.

Obama sta pensando ad un intervento di 1000 miliardi di dollari per rilanciare l’economia

 La squadra del presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama sta valutando un robusto piano per rilanciare l’economia Usa, colpita dalla recessione, che potrebbe essere ben più ampio delle precedenti stime e raggiungere la cifra di mille miliardi di dollari in due anni. Questo almeno secondo quanto riporta il quotidiano Wall Street Journal. I collaboratori di Obama, che due settimane fa erano alle prese con un piano da 500 miliardi, oggi ritengono che la stima di 600 miliardi in due anni “sia molto bassa“, scriveva ieri il quotidiano, citando una fonte a conoscenza del dossier. La dimensione definitiva del pacchetto di incentivi dovrebbe dunque essere significativamente più alta, tra 700 e mille miliardi nei due anni, dato lo stato di gravissima difficoltà in cui versa l‘economia americana. Lo staff di Obama non ha voluto commentare le notizie sulle dimensioni economiche che avrà il provvedimento, tra aumento della spesa pubblica e riduzione delle tasse.

Il settore auto in grandissima difficoltà anche in Europa per tutto il 2009

 I costruttori automobilistici europei temono un 2009 in perdita, mentre tutti gli indicatori mostrano che la grave crisi attraversata dal settore non riguarda soltanto i giganti americani dell’auto, impegnati in una lotta per la sopravvivenza. I dirigenti di Renault, Nissan e Fiat prevedono un nuovo calo del mercato l’anno prossimo, mentre la diminuzione delle vendite ha già costretto tre costruttori americani a chiedere un aiuto allo Stato, peraltro rifiutato giovedì scorso dal Congresso Usa. La tedesca Bmw, che vende sia utilitarie che auto di lusso col marchio Rolls-Royce, ha predisposto un sistema d’aiuto per le proprie concessionarie del valore di circa 100 milioni di euro. Il settore inoltre teme anche per un probabile aumento del prezzo del petrolio, se l’Opec decidesse la prossima settimana una riduzione della produzione. Un aumento del prezzo alla pompa rappresenterebbe un nuovo, duro colpo per l’industria automobilistica, che dà lavoro a 50 milioni di persone nel mondo, di cui 12 milioni solo in Europa, tenendo conto anche dell’indotto. Questo settore chiave è colpito dall’aumento dei prezzi dell’energia, quella delle materie prime e dalla mancanza di fiducia dei clienti a seguito della crisi finanziaria.

General Motors vicina al fallimento

 General Motors vicina alla bancarotta dopo che il Congresso ha espresso il suo rifiuto a fornire aiuti straordinari per il settore in grosse difficoltà. Il piano di intervento a favore delle big three (GM, Chrysler e Ford) era stato votato mercoledì sera a larga maggioranza dalla Camera, ma al Senato sono emersi troppi punti di disaccordo, ed è stato bocciato con 52 voti contrari e 35 a favore.

Il ceo di Gm Rick Wagoner, si è sempre opposto a una bancarotta, convinto che la situazione della società peggiorerebbe ancora, visto che la fiducia dei consumatori diminuirebbe ulteriormente, ma probabilmente crede di non avere più scelta. Per cominciare Wagoner ha indicato oggi l’ intenzione di ridurre del 30% la propria capacità di produzione all’inizio dell’anno prossimo, chiudendo, parzialmente o totalmente, una trentina di stabilimenti di produzione negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. Qual’è la situazione degli altri tre colossi di Detroit? La Chrysler, anch’essa in pesanti difficoltà, appartiene ad un gruppo di investitori, mentre la Ford ha fatto sapere di essere in grado per il momento di farcela da sola.

Nel 2009 potrebbe esserci una mancanza di caffè per i problemi di raccolta del Brasile

 C’è un proodotto che sembra non conoscere crisi della domanda anche in un periodo di crisi: secondo le stime degli analisti, infatti, nel 2009 ci potrebbero essere dagli 8 ai 10 milioni di sacchi in meno di caffè rispetto alla domanda. Nel 2008 il consumo della bevanda nera si dovrebbe attestare intorno ai 130 milioni di sacchi mentre l’offerta è stata di 130. Ma nel 2009 i problemi potrebbero sorgere per le difficoltà che si sarebbero registrati nel primo paese produttore al mondo, il Brasile. Il paese sudamericano infatti dovrebbe raccogliere ciorca 6 milioni in meno di sacchi della categoria Arabica, che è quella maggiormente consumata nel mondo. Altri due milioni in meno dovrebbero venire dalla Bolivia, Costa Rica, Honduras e Guatemala. Meno problemi dovrebbero esserci invece per la qualita’ Robusta che viene sopratutto utilizzata per l’espresso, essendo di gusto più forte e concentrato.

Prima previsione negativa dal 2002 per i profitti di BOC Hong Kong

 BOC Hong Kong (Holdings) Ltd ha lanciato il primo avvertimento da sei anni a questa parte riguardo a un calo dei profitti rispetto alla sua quotazione iniziale: tale evento potrebbe portare a nuove previsioni negative in relazione ai guadagni delle banche della città asiatica. BOC Hong Kong, la quale rappresenta il maggior istituto creditizio per volume di assets nella città, ha fatto sapere nella giornata di ieri che Bank of China, da cui essa dipende, estenderà una garanzia di credito di circa 2,5 miliardi di dollari per rafforzare il capitale di base della sua unità. BOC Hong Kong ha stilato delle previsioni di profitto secondo cui nel 2008 vi sarà un calo considerevole della crescita e un declino nel valore dei suoi investimenti creditizi.

 

Kenny Tang, direttore esecutivo della società Redford Securities Co. di Hong Kong, ha espresso il suo parere riguardo a tale situazione:

Per il mercato questo segnale rappresenta la conferma che vi sono potenzialmente molte banche che effettueranno previsioni negative per le loro holdings.

Numerose banche di Hong Kong, tra cui Bank of East Asia Ltd., terzo maggior istituto per assets della città, e Dah Sing Banking Group Ltd., hanno già provveduto a informare che la crisi finanziaria globale indebolirà notevolmente i profitti.

 

L’Ecuador insolvente non pagherà il debito estero perchè illegittimo

L’Ecuador è in default sul proprio debito estero. Lo ha annunciato, ieri, il presidente del Paese Rafael Correa. L’Ecuador ha un debito estero sovradimensionato, come afferma Correa, pari a 10,6 miliardi di dollari, di cui 3,8 miliardi vengono scambiati sui mercati internazionali, in quanto collocati nei Global Bond. Il presidente sudamericano ha annunciato che lo Stato non pagherà i 31 milioni di dollari di cedole sulle obbligazioni in scadenza lunedi prossimo.
Questa dell’Ecuador è la seconda insolvenza negli ultimi dieci anni. Il presidente Rafael Correa ha spiegato che non intende pagare il debito poichè esso appare illegittimo, in quanto

i titoli in scadenza sono inputabili alla ristrutturazione del debito dell’Ecuador avventa nel 2000, quando in seguito a una grave crisi finanziaria il Paese fu costretto a dollarizzarsi.

Alcatel: riduce le perdite ma taglia i posti di lavoro

 Il Ceo di Alcatel-Lucent, Ben Verwaayen, ha smentito i rumors che davano per imminente la cessione delle attività legate alla telefonia mobile. Difati alcuni giorni fa, alcuni osservatori avevano dato quasi certa la possibilità che il gruppo franco americano potesse decidere di uscire dal mercato delle infrastrutture per la telefonia mobile per ridurre i costi e tutelare la propria redditività.

Quasi immediata la smentita del ceo che afferma anche che i problemi del gruppo non sono di così grande rilevanza:

Il gruppo gode di una solida posizione finanziaria, è perfettamente in grado di rispondere ai requisiti del mercato per la tecnologia dei telefonini di quarta generazione, proprio perchè anche in un contesto difficile ha continuato a investire in ricerca e sviluppo.

Nell’ultimo trimestre Alcatel-Lucent ha infatti ridotto fortemente le perdite, portandole a 40 milioni di euro, rispetto al rosso di 345 milioni dell’anno precedente, e ha confermato gli obiettivi per il 2008, tra cui quello di un margine operativo lordo tra il 2% e il 5% del fatturato. Per il 2008 però, il gruppo franco-americano si mantiene prudente, in ragione del rallentamento macroeconomico.

Cala la produzione industriale indiana: pronti nuovi tagli fiscali

 La produzione industriale dell’India è crollata inaspettatamente per la prima volta negli ultimi quindici anni: tale evento ha ora aumentato la pressione nei confronti dei policy makers, che si vedono costretti ad apportare maggiori tagli fiscali al fine di proteggere la sempre più debole economia dalla recessione globale. La produzione di fabbriche, aziende di servizi e miniere è scesa di circa 0,4 punti percentuali nel mese di ottobre, dopo che a settembre si era verificata una crescita di ben 5,45 punti percentuali: i dati sono stati forniti dalla Central Statistical Organization di New Delhi.

Gli economisti si sono trovati totalmente spiazzati, in quanto avevano previsto un aumento della produzione pari al 2,1%: l’ultimo record negativo dell’India in questo senso si era verificato nell’aprile del 1993. Il calo delle esportazioni e la debole domanda interna stanno ulteriormente indebolendo la crescita del paese asiatico: tra l’altro, la fiducia degli investitori è stata messa a dura prova dagli attacchi terroristici di Mumbai, i quali hanno provocato la morte di 163 persone lo scorso mese.

Il Senato Usa boccia il piano salva auto e i mercati crollano nuovamente

 I future sulla Borsa di Wall Street sono in forte calo prima dell’apertura di oggi pomeriggio, dopo che il Senato Usa ha bocciato il pacchetto di aiuti urgenti da destinare all’industria dell’auto. Le perdite dei tre indici principali si aggirano intorno ai 3 punti percentuali. General Motors e Ford sono attese a un avvio molto pesante. GM, la società più colpita dalla mancata approvazione del piano, cede oltre il 30% nelle contrattazioni del preborsa di Francoforte, Ford perde quasi il 10%. E l’Europa ovviamente non può ch reagire malissimo alla decisione del Senato di bocciare il piano di aiuti alle auto. Come già accaduto in occasione del piano Paulson di salvataggio delle banche, la camera alta del Congresso americano, ha bocciato gli aiuti di Stato da 11 miliardi di dollari, gettando i mercati finanziari nuovamente nel panico. Il problema infatti si pone a livello mondiale, essendo molto forte la presenza dei colossi dell’auto Usa in Europa ed Asia. E’ per questo motivo che si moltiplicano le iniziative dei governi europei che hanno sul loro territorio impianti e personale delle divisioni europee dei colossi americani dell’auto.