Tassi di interesse invariati in Giappone

 In Giappone i tassi di interesse sono rimasti invariati, e non poteva essere diversamente, visto che il costo del denaro della Banca Centrale del Paese del Sol Levante è inchiodato allo 0,1%, livello consono ad un periodo di profonda recessione economica come quello attuale.

Il Giappone, in particolare, accusa gli effetti nefasti della recessione ancor di più degli Stati Uniti dove la crisi è scoppiata a seguito del collasso dei mutui subprime. Negli States, allo stesso modo, i tassi di interesse sono stati confermati sul livello di oscillazione all’interno della banda dello 0-0,25%, ragion per cui le Banche centrali di USA e Giappone sono chiamati a mettere a punto, al fine di garantire liquidità al sistema bancario e finanziario, delle misure di politica monetaria “non convenzionali”.

Giappone, Shirakawa: condizioni finanziarie sempre più aspre

 Le condizioni finanziarie del Giappone? Sempre più aspre – e in tempi sempre più stretti. A confermarlo oggi è il governatore della banca del Giappone Masaaki Shirakawa. A dicembre la Boj ha tagliato il suo tasso chiave allo 0,10%. Inoltre, per aiutare le imprese a far fronte alla crisi, ha deciso di comprare temporaneamente commercial paper direttamente.

La Boj continuerà a fare del suo meglio come banca centrale per portare l’economia giapponese su un sentiero di crescita sostenibile con la stabilità dei prezzi

Come spiega il Governatore, l’economia mondiale rallenta rapidamente, e questo processo sta coinvolgendo anche i paesi emergenti, anche se si comportano ancora relativamente  bene. In Giappone, però, l’economia si starebbe deteriorando, le spese di investimenti stanno diminuendo e consumi e produzione stanno rallentando. Il Paese, dunque, dovrà probabilmente affrontare condizioni ancora più dure. Staremo a vedere cosa accadrà al prossimo meeting di politica monetaria della Boj, il 21 e 22 gennaio.

Asahi punta alle acquisizioni oltreoceano per superare la crisi interna di vendite

 Asahi Breweries Ltd., una delle più importanti aziende del Giappone attive nella produzione di birra, potrebbe raggiungere a breve un accordo per l’acquisto della sua unità australiana Cadbury Plc per una cifra vicina a 1,185 miliardi di dollari australiani (808 milioni di dollari), potendo in tal modo aggiungere anche il marchio per bibite analcoliche Schweppes: l’operazione è volta in particolare a fronteggiare il calo delle vendite interne di birra. Asahi, società che ha sede a Tokyo, potrà dunque acquisire anche le etichette del cordiale di Cottee e dei succhi di frutta della Spring Valley: tutto rientra nei piani dell’acquisizione, che dovrebbe ottenere i finanziamenti da nuovi prestiti bancari.

 

Tra l’altro, tale transazione permetterà il completamento della trasformazione di Cadbury in un’azienda del settore dolciario, anche a seguito della difficile situazione che ha vissuto recentemente la sua unità statunitense di bevande analcoliche. L’industria delle bevande giapponesi si sta sempre più rivolgendo nei confronti delle bibite analcoliche e sta tentando di effettuare acquisizioni oltreoceano, a seguito del declino subito dalla vendita di birre in Giappone. La compagnia asiatica ha espresso il suo interesse per l’acquisto di due unità oceaniche: la compagnia australiana Groupe Danone SA e quella neozelandese Frucor, la quale era stata già venduta lo scorso ottobre a Suntory Ltd per una cifra superiore ai 600 milioni di euro.

L’economia del Giappone continua a peggiorare secondo le stime della Banca centrale

 L’economia del Giappone è in grande crisi e tutte le mosse fatte dal Governo e Banca centrale, che ha ulteriormente abbassato i tassi sembrano non aver raccolto i frutti sperati. La Banca del Giappone, infatti, ha ridotto le sue valutazioni per la produzione del paese, dicendo che essa sta diminuendo fortemente e che probabilmente continuerà a farlo. La Banca centrale ha anche dipinto un tetro quadro per le prospettive delle esportazioni, dicendo di aspettarsi che scendano drasticamente per via dell’ulteriore indebolimento delle economie internazionali e per il rafforzamento dello yen. La moneta giapponese infatti sta recuperando terreno, in queste ultime settimane, dopo aver toccato minimi contro il dollaro da 5 anni, e questo aspetto non fa che aumentare i problemi per le imprese esportatrici.

Tassi Usa ai minimi storici, la Fed pronta stasera a tagliarli fino allo 0,5%

 Si attende con trepidazione anche se forse con meno curisosità di quella che meriterebbe, la riunione della Fed di stasera, che è sicuramente destinata ad entrare nella storia, considerando che viene dato per scontato un taglio dei tassi di cinquanta punti, al livello record minimo storico di 0,5%. I Treasury Usa di conseguenza sono in rialzo in Europa, con il rendimento dei titoli a 10 e 30 anni ai minimi storici. Gli investitori guardano infatti al comunicato che sarà rilasciato dopo la riunione della Fed oggi per ottenere dei segnali su una politica non convenzionale. Il presidente della Fed Ben Bernanke ha di recente affermato che la banca centrale potrebbe comprare titoli a lungo termine emessi dal Tesoro Usa o da agenzie sponsorizzate dal governo per ridurre i rendimenti e stimolare la domanda.

Da adesso in poi la politica monetaria, nel tentativo di stimolare l’economia, dovrà basarsi su strumenti non tradizionali, che non rientrano esclusivamente nei cambiamenti dei tassi di interesse,

ha commentato l’ex governatore della Fed Lyle Gramley.

Sudest asiatico: si riducono Pil e inflazione

 L’inflazione e’ scesa in Cina al 2,4% a novembre, toccando il minimo da 22 mesi. Gli analisti si aspettavano un rallentamento al 3% dal 4% registrato a ottobre. Il dato, notano gli economisti, da’ nuovi spazi alla banca centrale nell’allentamento delle condizioni di politica monetaria. Diminuiscono i consumi e ciò ha portato le imprese a ridurre i prezzi. I consumi si sono ridotti anche conseguentemente al calo delle esportazioni made in China che hanno registrato una flessione del 17,9%, la piu’ ampia flessione dal 1993.

L’economia dell’Est asiatico continuerà a rallentere il passo nel 2009, risentendo della crisi del credito che frena i flussi di capitale e gli investimenti. Questo secondo una stima della Banca Mondiale, che indica una crescita del Pil pari al 5,3% nel 2009 contro il +7% del 2008 e una media del 9% negli ultimi dieci anni. Nello specifico sono stati rilevati i seguenti dati: frenata a +3,8% per il Sudest asiatico (+5,2% nel 2008), a +7,5% per la Cina (+9,4%) e a +2% per la Corea del Sud (+3,9%). Stabile a +6,5% il Vietnam. Non solo frenata ma vero e proprio rallentamento in Giappone (-0,1% contro il +1% del 2008).

La fusione tra Nippon Oil e Nippon Mining creerà una delle maggiori compagnie petrolifere giapponesi

 Nippon Oil Corp., la più grande compagnia di raffinazione del Giappone e la Nippon Mining Holdings Inc. si sono accordate per formare la terza maggior compagnia giapponese per volume di  reddito: in tal modo sarà possibile tagliare i costi, in un periodo in cui sta crollando la domanda per il carburante. Nippon Mining & Metals Co., una delle unità della Nippon Mining Holdings, possiede ora il 66% della Pan Pacific Copper Co., la maggiore società della nazione asiatica per quanto riguarda la lavorazione del rame. La Nippon Mining sta infatti accelerando i suoi investimenti in questo settore soprattutto in relazione ai paesi del Sud America, in particolare il Cile, al fine di capitalizzare la domanda proveniente dalla Cina.

 

Il titolo della compagnia è cresciuto di ben 29 yen, raggiungendo quota 285 al momento della chiusura della borsa di Tokyo: questa performance rappresenta il guadagno più alto dal 29 ottobre. La nuova società che nascerà da questa unione sarà completamente riorganizzata nel mese di aprile 2010 in tre società controllate (nel dettaglio tali società si occuperanno di raffinazione e vendite, perlustrazione del petrolio e metalli). I tagli del personale verranno considerati solo quando la fusione sarà completata. Tra l’altro, si prevede che la trattativa in questione porterà alla creazione di un’impresa con un reddito di 11,9 trilioni di yen per quanto riguarda l’anno che si concluderà in marzo: ciò darà la possibilità alla nuova compagnia di posizionarsi al terzo posto tra la maggiori società giapponesi, alle spalle della Toyota Motor Corp. e della Honda Motor Co.

La BOJ affronta la recessione accettando bond corporativi di rating inferiore

 La Bank of Japan accetterà bond corporativi di grado inferiore come debito collaterale per i prestiti alle banche, al fine di favorire l’accesso ai finanziamenti per determinate imprese: la misura si è resa urgente a causa dell’incombente minaccia di recessione in Giappone. La banca centrale della nazione asiatica comincerà ad accettare solamente rating BBB o superiori per quanto riguarda tali bond a partire dal prossimo 9 dicembre e darà avvio a nuove facilitazioni di prestito per le banche commerciali già da gennaio 2009: tali provvedimenti sono stati specificati dall’istituto creditizio in un meeting a Tokyo. È stato inoltre deciso di mantenere inalterato allo 0,3% il tasso di prestito overnight.

Con i tassi di mercato che sono prossimi allo zero in Giappone e Stati Uniti, il governatore della Bank of Japan, Masaaki Shirakawa e il portavoce della FED, Ben Bernanke hanno cominciato a sperimentare altri modi per fornire il maggior sostegno possibile alle economie dei due paesi. Hideo Kumano, economista del Dai-Ichi Life Research Institute, ha così commentato la notizia:

La Bank of Japan sta tentando di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per riassestare l’economia nazionale e per allentare le preoccupazioni relative al mercato. Bisogna ancora vedere in che modo saranno rese effettive le misure odierne per facilitare l’accesso al credito.

Anche il Giappone in recessione e al Fmi servono 100 miliardi di dollari

 Dopo l‘Europa anche il Giappone oggi è entrato in recessione mentre il Fondo monetario internazionale ha fatto sapere di aver bisogno di almeno 100 miliardi di dollari per combattere la sempre più grave crisi economica che sta minacciando il mondo. Nel frattempo, cresce l’attenzione per il settore dell’automobile, che sta attraversando un momento difficile: mentre il Senato americano inizierà a discutere oggi il piano di salvataggio, la Germania incontrerà i vertici di Opel, divisione di General Motors e la giapponese Toyota è finita sotto la lente di ingrandimento di un’agenzia di rating. I dati macroeconomici mostrano un Giappone, la seconda economia mondiale, che nel terzo trimestre scivola nella sua prima recessione negli ultimi sette anni mentre la crisi finanziaria ha ridotto la richiesta per le esportazioni giapponesi. La contrazione dello 0,1% registrata nel Paese nel trimestre luglio-settembre è stata peggiore del previsto. In termini annualizzati il Pil del Giappone è calato dello 0,4% tra luglio e settembre, deludendo attese che indicavano un progresso dello 0,3%.

Mizuho sosterrà il capitale vendendo numerose azioni privilegiate

 Mizuho Financial Group Inc., seconda banca del Giappone per quanto riguarda il volume delle entrate, sta pianificando di vendere circa 300 miliardi di yen (3,3 miliardi di dollari) in azioni privilegiate al fine di dare nuovo vigore al capitale, ridotto da un numero crescente di prestiti sbagliati e dalle perdite negli investimenti azionari. Il direttore generale della banca asiatica, Terunobu Maeda, ha confermato l’operazione durante una conferenza stampa a Tokyo. Tali titoli, i quali non possono essere convertite in azioni comuni, potrebbero essere vendute principalmente ad investitori istituzionali giapponesi. Mizuho, che ha già investito una cifra pari a 1,2 miliardi di dollari in Merrill Lynch & Co. quest’anno, sta tentando di sfruttare i suoi investitori, dopo che la crescita dei debiti e le perdite nelle società azionarie hanno causato il drastico taglio delle previsioni per i profitti delle cinque maggiori banche del Giappone.

 

Altri prestatori potrebbero agire allo stesso modo, anche perchè il Nikkei 225 Stock Average ha già perso più di 24 punti percentuali nel mese di ottobre. David Marshall, direttore gestionale della società Fitch Ratings, ha rilasciato al riguardo una intervista:

Le banche giapponesi stanno cominciando a divenire scarsamente capitalizzate. Credo che per esse abbia maggior senso dare più vigoria al capitale, al fine di preservare la fiducia nei loro confronti.

Nel dettaglio, Mizuho ha fatto rilevare la sua seconda perdita netta negli ultimi tre trimestri. Il titolo della banca giapponese è sceso di 6,6 punti percentuali ed ha chiuso a quota 254,5 yen alla borsa di Tokyo.