Zerotondo di Intesa & S.Paolo: zero spese e possibilità di un piccolo investimento

Esiste un conto corrente con: spese zero, bancomat e/o Carta di credito (per pagamenti e prelievi gratis, bonifici In/Out gratis, addebito delle bollette in conto (Gas, Enel, Telecom) gratis e perché no, un po’ di interesse? Ebbene, forse pretendiamo troppo, però esiste qualcosa che si avvicina: i conti “correnti zero spese”.

Molte le banche che offronto conti correnti a 0 spese di canone annuo. Tra questi ricordiamo: Banca Antonveneta con Conto Internet; Banca Sella con Web Sella; Credem Conto Senza Spese e con il conto Senza Spese Web; conto corrente Unicredit zero spese; banca Intesa&S.Paolo con conto Zerotondo, il cui nome deriva dal fatto che il canone mensile è completamente gratuito, ma anche il tasso creditore è, nostro malgrado quasi zerotondo. Intesa, per il suo c/c, offre Carta Intesa, ovvero il Bancomat per effettuare prelievi, gratuiti solo nelle filiali proprie, la Carta Clessidra, per la rateizzazione dei pagamenti. Inoltre sono gratuite le spese di gestione quali rendicontazione trimestrale e le comunicazioni di legge, e tutte le operazioni online relative a versamenti quali bonifici, pagamenti tasse ed imposte eccetera.Si può inoltre effettuare un versamento al mese allo sportello, senza pagare spese (i versamenti in eccedenza a quello mensile si pagano). E’ il conto ideale per chi utilizza Internet per effettuare le operazioni, altrimenti allo sportello si pagano (a parte una al mese che come abbiamo detto è gratuita). Se invece si hanno meno di 26 anni anche le operazioni che vengono effettuate allo sportello sono completamente gratuite! Un altro vantaggio è che rispetto ad altri conti correnti, Zerotondo si può anche aprire comodamente on-line.

Prysmian S.p.A approva bilancio, Risultato Operativo di Gruppo 508 milioni di euro

Prysmian S.p.A è la società a capo di un gruppo che nel 2005 ha acquisito le partecipazioni e le attività della Divisione Cavi e Sistemi di Pirelli & C. S.p.A. Tra i leader mondiali nel settore dei cavi, il gruppo è attivo nello sviluppo, nella progettazione, nella produzione, nella fornitura e nell’installazione di un’ampia gamma di cavi per le più varie applicazioni nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni. Prysmian Cavi e Sistemi in Italia produce cavi e componenti che vengono impiegati: nella generazione, nel trasporto e nella distribuzione dell’energia elettrica; nell’equipaggiamento di macchine, navi, sistemi di sollevamento, materiale rotabile, utensili industriali ed elettrodomestici; nell’alimentazione e nel controllo di impianti industriali, linee ferroviarie, impianti petrolchimici e di estrazione, infrastrutture, piattaforme offshore. Prysmian è presente a livello mondiale con 54 stabilimenti e oltre 12.000 dipendenti distribuiti in 20 paesi.

L’assemblea degli azionisti di Prysmian, riunitosi ieri, ha approvato il bilancio d’esercizio 2007. Il Risultato Operativo di Gruppo ha raggiunto 508 milioni di euro, valore quasi doppio rispetto ai 258 milioni di euro del 2006 (+96,8%). Nel 2007 i Ricavi consolidati hanno raggiunto 5.118 milioni di euro, rispetto ai 5.007 milioni di euro del 2006. L’EBITDA si è attestato a 573 milioni di euro, con un incremento del 54,4% rispetto al 2006 e con un deciso balzo dell’incidenza sui ricavi, salita all’11,2% dal 7,4%.

Telecom: no a fusione con Telefonica, ma punta a rafforzamento in Brasile, Argentina e Germania

Non esistono progetti di fusione con Telefonica, così come non esistono progetti di aumenti di capitale della società. Per il 2008 ci siamo posti obiettivi realistici che riflettono le attuali potenzialità dell’azienda, obiettivi che tracciano un percorso importante di consolidamento, trasformazione e rilancio che pone le basi per una crescita futura. Abbiamo già adottato una politica dei dividendi sostenibile nel lungo termine. Decideremo gli investimenti con prudenza e selettività e sulla base di criteri rigidi nei tempi di ritorno e nei rischi di esecuzione.

Così il presidente di Telecom Italia, Gabriele Galateri, ha pronunciato all’assemblea dei soci.

Brasile, Argentina e Germania sono i tre mercati esteri su cui Telecom punta per il rafforzamento e lo sviluppo delle proprie attività internazionali. Lo ha confermato l’amministratore delegato, Franco Bernabè, illustrando ieri in assemblea le strategie di crescita del gruppo. Rafforzare la dimensione internazionale di Telecom Italia, consolidando la presenza del gruppo in Brasile e Germania e puntando sull’Argentina, disimpegnandosi dai mercati e dai settori non particolarmente attraenti. Sono queste le linee guida per lo sviluppo internazionale di Telecom Italia.

Blue Chips italiane: Telecom, Enel e Fiat

Per chi gioca a poker le blue chips sono le fish blu, quelle che hanno il valore più alto. La borsa è in effetti un gioco d’azzardo e le blue chips sono le azioni “meno azzardate”, quelle più sicure, perchè delle grandi società, con una storia alle spalle di solidità e stabilità, e, in teoria, una garanzia per chi vi investe.

Le blue chips sono così definite in base al volume degli scambi che le riguardano e alla loro popolarità, quindi della loro presenza nei portafogli degli investitori. Sono tutte società ad alta capitalizzazione. Le blue chips appartengono principalmente agli indici S&P Mib e Midex, e sono 84 circa, per una capitalizzazione totale pari a 772 miliardi.

Nelle scorse giornate i mercati sono nuovamente scesi al ribasso, fino a registare nuovi minimi dell’anno. Attendersi una ripresa dei mercati a breve risulta improponibile, quello in cui è possibile sperare è un mese di marzo ed aprile senza brutte sorprese e con “un po’ di respiro per la borsa”. Vediamo come si stanno comportando alcune tra le principali blue chips italiane e cosa potremme aspettarci nel prossimo futuro.

Telecom-Mediaset: una fusione nelle fantasie dei broker

Oggi Affari & Finanza di Repubblica parla nelle prime due pagine di Tele-Set, la possibile fusione tra Mediaset e Telecom. Qualcosa di più di una voce quindi? L’ipotesi di fusione aleggia nell’aria già da molto tempo ormai, ma finora non era mai stata considerata abbastanza credibile. Ora è cambiato qualcosa?

La società monopolista della telefonia non naviga in buone acque da qualche tempo: la sua presenza sul mercato internazionale è debole (il fatturato estero costituisce il 15% del totale, contro il 60% di Telefonica o il 50% di Deutsche Telecom). A livello finanziario l’indebitamento, eredità delle precedenti gestioni, resta pesante e lascia poco spazio ad inziative che comunque non sono arrivate.

Inoltre l’ipotesi di una liberalizzazione, toglierebbe a Telecom anche il vantaggio di agire da monopolista ed aggreverebbe non poco la situazione, che non può essere definita ancora disastrosa, ma neanche da adito ad ottimiste speranze future.

Risultato operativo Wind: Infostrada secondo operatore di telefonia fissa

Wind ha chiuso il 2007 con utile netto di 198 milioni di euro, rispetto ai 23 milioni del 2006. I ricavi hanno raggiunto i 5.271 milioni (+6,8% sul 2006) nonostante l’abolizione dei costi di ricarica, la regolamentazione europea della tariffe di roaming e l’ulteriore riduzione delle tariffe di terminazione dal luglio di quest’anno. Wind ha raggiunto 15,6 milioni di utenti nella telefonia mobile, in crescita del 6,4% rispetto al 2006 e riguardo alla telefonia fissa, Infostrada si conferma il principale operatore alternativo a Telecom Italia. Il debito, si è ridotto a 6.440 milioni di euro, in confronto ai 7.057 milioni dell’anno precedente. Al 31 dicembre sono stati rimborsati in anticipo 491 milioni di euro.

L’Ebit (il risultato operativo al netto degli interessi e delle tasse), si è poi attestato a 157 milioni di euro, contro i 60 milioni di euro del 2006. L’Ebitda ossia i guadagni al netto degli interessi, delle tasse ed inoltre dei deprezzamenti e degli ammortamenti ha raggiunto i 447 milioni di euro, in progresso del 15,5% rispetto al quarto trimestre dell’anno precedente.

Strani addebiti in bolletta Telecom: possibili dialers sugli hardware. Antitrust sospende i distacchi

Vi è arrivata una bolletta stratosferica? Magari avete consultato il dettaglio delle chiamate e vi scorgete numeri che mai avreste pensato di comporre? Bene, anzi male. Se a casa non avete una colf filippina che chiama i parenti oltreoceano e quindi in questo caso la colpa è da attribuire alla teleselezione che ingoia scatti a tradimento, allora siete di fronte a una vera e propria truffa. E non siete gli unici. Nei mesi di novembre/dicembre 2007 e gennaio 2008, sono pervenute, e continuano ad arrivare all’Autorità Antitrust, centinaia di denunce con le quali diversi consumatori hanno contestato alla Telecom addebiti in bolletta per chiamate verso numerazioni satellitari internazionali e numeri speciali, che i tali consumatori asseriscono di non aver mai effettuato. Nelle denunce pervenute agli uffici dell’Autorità, gli utenti contestavano addebiti in bolletta per chiamate e/o connessioni precisamente verso numerazioni satellitari internazionali Elsacom (come 008818 e 008819) e numeri speciali non geografici (come 199, 178, 899, 892) mai effettuate. Secondo tali esposti, Telecom, per parte sua, non avrebbe fatto nulla per evitare il fenomeno e avrebbe invece preteso l’immediato e integrale pagamento delle somme, paventando agli utenti, in caso contrario, il distacco dalla linea telefonica.

Investire in Brasile: boom di investimenti nel 2007

Parlare di boom dei mercati emergenti è ormai cronaca di tutti i giorni. Già nel 2007 con la crisi globale dei mutui subprime alle porte le aziende e gli investitori cominciavano a gettare lo sguardo verso BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), ma mentre tutti conosciamo le potenzialità e la forza dei mercati russo, indiano e cinese, quello brasiliano è sempre stato considerato di secondo livello. Il Brasile è un paese ricchissimo di risorse naturali ed è sempre stato visto principalmente come un “fornitore di materie prime“.

Molte aziende sono state costrette a rivedere questa definizione e molte altre dovranno farlo. Nel 2007 il Brasile ha visto investimenti stranieri diretti per la cifra di 34,6 miliardi, secondo quanto riportato dal Finacial Times. Secondo i dati del UNCTAD (Congresso delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo) gli investimenti diretti hanno addirittura superato del doppio quelli rivolti verso l’India e hanno portato il Brasile al secondo posto della classifica mondiale.

La sua ricchezza di risorse naturali, la cui domanda mondiale cresce incessantemente, ha senza dubbio rivestito un ruolo fondamentale in questo boom ma andando ad analizzare il tipo di investimenti ricevuti stupirà il fatto che i settori che maggiormente ne hanno beneficiato sono quelli manifatturiero (un terzo degli investimenti totali) ed edilizio.

A chi interessa il WiMax

Entro fine gennaio le compagnie interessate dovranno proporre la prima offerta nella gara per l’assegnazione delle frequenze. Certo non c’è lo stesso entusiasmo che qualche anno fa ci fu per l’assegnazione delle licenze UMTS. Il WiMax è un sistema di trasmissione a banda larga senza fili, definito da molti “la nuova frontiera di internet”, purtroppo non riesce ad esprimersi a causa della mancanza di terminali ed applicazioni in mobilità con dei costi contenuti, per riuscire in questo progetto servirebbero frequenze di “2,5 gigahertz” che al momento non sono state rese disponibili.