Pick Pay: a metà strada tra commercio tradizionale e on line

Cos’è il Pick & Pay? È l’ultima innovazione dell’e commerce, o meglio una via di mezzo tra commercio tradizionale e trading on line: sedi fisiche associate ai siti di e-commerce, che offrono la possibilità di scegliere se acquistare i prodotti online oppure alla “maniera tradizionale”, recandosi di persona ai punti vendita. Si possono quindi vedere prima i prodotti on line e se interessati andare a comprarli successivamente presso i punti vendita, oppure acquistarli direttamente on line e ritirarli presso il punto vendita più vicino. In Italia ci sono già 9 Pick & Pay: Milano (2 sedi, compresa la recente apertura in via Rembrandt), Gallarate, Bologna, Brescia, Padova, Torino e Roma (2 sedi).

Il colosso tedesco del turismo Tui annuncia i profitti del 2007

La TUI (Touristik Union International), è un gruppo industriale di turismo tedesco nato dalla Preussag AG nel giugno 2002. È la più grande azienda per il turismo del mondo con interessi soprattutto in Europa, ha più di 65.000 dipendenti, circa 3.600 agenzie di viaggi, 84 marche organizzative, più di 100 aeroplani, 37 agenzie incoming, circa 290 alberghi di proprietà (letti: più di 157.000) e unisce circa 200 differenti marche turistiche in Europa.

Cina: inflazione in crescita da 11 anni, diminuisce la massa monetaria

In Cina rallenta la crescita della massa monetaria segnando a febbraio un +17,5% rispetto all’anno precedente. Lo comunica la Banca Popolare della Cina sul suo sito web. Il dato segue il +18,9% registrato a gennaio ed è leggermente inferiore al +17,8% atteso dagli economisti. Gli investimenti diretti stranieri in Cina a febbraio hanno evidenziato un aumento del 38%, alimentando i timori per la crescita della liquidità e dell’ inflazione. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente gli investimenti stranieri sono saliti all’equivalente di 6,9 miliardi di dollari, facendo totalizzare nei primi due mesi del 2008 un rialzo del 75% a 18,1 miliardi di dollari.

Paradisi fiscali: rischio o opportunità?

I Paradisi fiscali sono particolari zone geografiche in cui il regime di tassazione è molto basso o nullo. In genere questo trattamento è riservato ai non residenti con lo scopo di attrarre gli investimenti ed i risparmi di questi ultimi. I liberi cittadini in questo modo trovano un rimedio per sfuggire alla voracità del fisco uscendo dall’ambito strettamente nazionale per rifugiarsi in luoghi sicuri, per sé e per il proprio capitale, per i propri investimenti e per il proprio futuro.

 

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato una lista di 35 paesi considerati paradisi fiscali, minacciandoli di sanzioni se non provvedono a riformare il loro sistema fiscale. I 35 paradisi fiscali sono accusati dall’OCSE di praticare una concorrenza fiscale pregiudizievole, cercando di attirare i privati e le società che vogliono evitare di pagare imposte nel proprio paese. La lista comprende Andorra, Anguilla, Antigua e Barbuda, Aruba, Bahamas, Bahrein, Barbados, Belize, isole Vergini britanniche, Guernesey, isole Cook, Dominica, Gibilterra, Grenada, l’isola di Man, Jersey, Liberia, Liechtenstein, Maldive, isole Marshall, Monaco, Montserrat, Nauru, Antille olandesi, Niue, Panama, Saint-Kitts e Nevis, Sainte-Lucie, Saint-Vincent e Grenadine, Samoa occidentali, Seychelles, Tonga, isole Turk e Caicos, isole Vergini americane, Vanuatu.

Millennium®: il legante “antismog” di Italcementi

Italcementi nasce nel 1864 in provincia di Bergamo come Società Bergamasca per la Fabbricazione del Cemento e della Calce Idraulica. Nel 1925 ottiene la quotazione in Borsa, e dopo 2 anni assume l’attuale ragione sociale. In Italia la società si è sviluppata grazie ad un attento piano di investimenti ed incorporazioni di altre aziende cementiere raggiungendo rapidamente una forte posizione sul mercato, fino a diventare il primo produttore di cemento del paese. A partire dalla seconda metà degli anni 90 il Gruppo ha rilanciato il processo di diversificazione geografica attraverso una serie di acquisizioni in Paesi emergenti come Bulgaria, Marocco, Kazakhstan, Tailandia, India oltre a operazioni condotte in Nord America. Attualmente il gruppo è presente, con oltre 21.800 dipendenti, in 19 paesi su 4 continenti.

Samsung e Sony investono in schermi piatti, Canon acquisisce Hitachi. Antitrust sospetta cartello

La Samsung è un’azienda multinazionale nata nel 1969 nella Corea del Sud, essa produce elettronica di consumo. Il gruppo possiede filiali in 58 paesi e più di 208.000 dipendenti. La Sony venne fondata il 7 maggio 1946 a Tokyo, il nome della società era allora Sony DL Corporation ed i dipendenti erano venti circa. Sony è oggi uno dei più grandi gruppi economici del Giappone e del mondo, presente nei settori dell’elettronica di consumo, della comunicazione e dei servizi finanziari. Samsung e Sony investiranno insieme circa 1,9 miliardi di dollari in una nuova linea di produzione di schermi piatti, in virtù delle forti prospettiva di crescita per il mercato di televisioni a cristalli liquidi. La settimana scorsa, la giapponese Sony ha dichiarato l’intenzione di acquistare un terzo del nuovo impianto per la costruzione di schermi a Lcd da 3,5 miliardi di dollari che Sharp sta costruendo.

Barilla vende Kamps Bakeries. Mandato a Lincoln International Investment Bank

Nata a Parma nel 1877, da una bottega che produceva pane e pasta, Barilla è oggi tra i primi Gruppi alimentari italiani, leader nel mercato della pasta nel mondo, dei sughi pronti in Europa continentale, dei prodotti da forno in Italia, dei pani croccanti nei Paesi scandinavi. Barilla possiede 26 stabilimenti (14 in Italia e 12 all’estero), l’esportazione riguarda più di cento Paesi. Dagli stabilimenti escono ogni anno oltre 1.400.000 tonnellate di prodotti alimentari, che vengono consumati sulle tavole di tutto il mondo, con i marchi: Barilla, Mulino Bianco, Pavesi, Accademia Barilla, Wasa, Misko (Grecia), Filiz (Turchia), Yemina e Vesta (Messico).

Barilla ha deciso di vendere la tedesca Kamps Bakeries, azienda controllata da Barilla Holding e costituita da una rete di punti vendita nel segmento delle bakeries a marchio. L’azienda emiliano-romagnola ha dato a Lincoln International Investment Bank il mandato per cedere il ramo del gruppo.

Eni-Pdvsa: accordo strategico per lo sviluppo di un’area petrolifera in Venezuela

Il ministro dell’energia e del petrolio del Venezuela e presidente della compagnia nazionale venezuelana Pdvsa, Rafael Ramirez, e l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, hanno firmato in questi giorni a Caracas, alla presenza del ministro degli Esteri italiano Massimo D’Alema, un importante accordo strategico per lo sviluppo di un’area petrolifera nella faja dell’Orinoco, che e’ il piu’ grande deposito di idrocarburi pesanti mai scoperto al mondo con una quantita’ di olio in posto pari a 1.300 miliardi di barili e ingenti riserve, al momento valorizzate solo in piccola parte (la produzione attuale e ‘ di circa 600mila barili di olio al giorno). L’accordo tra Eni e Pdvsa riguarda “Junin 5“, uno dei blocchi petroliferi più promettenti della Faja. Junin 5 è situato nello stato di Anzoátegui, all’incirca 550 chilometri a sud-est di Caracas, e si sviluppa su un’area di circa 670 chilometri quadrati: all’interno del blocco sono stimate risorse potenziali per miliardi di barili, già confermate da numerosi pozzi esplorativi. Eni e Pdvsa hanno concordato di eseguire congiuntamente gli studi necessari per la determinazione delle riserve dell’area e lo schema di sviluppo più idoneo.

Fastweb: ricavi consolidati pari a 1.433 milioni di euro

FASTWEB è un operatore telefonico specializzato nella fornitura di servizi ADSL, fibra ottica, telefono e TV. FASTWEB è il principale operatore alternativo nelle telecomunicazioni a banda larga su rete fissa in Italia. Attraverso una rete “all IP”, con accesso in fibra e xDSL, è riuscita a realizzare la convergenza tra telefonia, Internet e televisione, offrendo l’estesa gamma di servizi che la banda larga rende possibili.

Il Consiglio di Amministrazione di FASTWEB S.p.A. (Milano, MTAX: FWB), ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2007. Con un’acquisizione netta di clienti pari a 268.000 unità la base clienti è passata da 1.045.000 abbonati di fine 2006 a 1.312.600 abbonati a fine 2007. FASTWEB ha così incrementato la propria market share sul mercato italiano degli accessi in banda larga che, nello stesso periodo, è cresciuto di circa il 19%. Nel 2007 Fastweb riporta ricavi consolidati pari a 1.433 milioni di euro, segnando un incremento pari al 14% rispetto ai 1.260 milioni di euro del 2006. L’Ebitda è cresciuto a 480 milioni di euro (+59% su anno). L’EBIT consolidato è positivo per 98 milioni di euro, rispetto a una perdita di 87 milioni di euro nel 2006. L’utile ante imposte è pari a 31 milioni di euro, contro una perdita di 168 milioni di euro nel 2006.

Italease: rinnovato patto parasociale

Il rinnovo di un anno del patto parasociale di Banca Italease conferma il ruolo degli attuali soci quali azionisti stabili di riferimento e partner per lo sviluppo. É stata ribadita la garanzia a sostenere finanziariamente Italease,
anche se l’istituto si e’ impegnato a cercare autonomamente altre forme di founding. Il Patto di stabilita’ dell’istituto di leasing era in scadenza il 28 aprile prossimo e, senza cambiamenti sarebbe stato tacitamente rinnovato per tre anni (il patto era stato firmato il 28 aprile 2005, con decorrenza dal 6 maggio 2005). I soci, invece, hanno deciso di dare una nuova configurazione al Patto, rinnovandolo per un solo anno, fino al 28 febbraio 2009 appunto. Banca Popolare di Milano vuole assolutamente restare tra i soci di Italease. Se non si riuscirà a trovare un azionista strategico da qui a un anno, ha affermato il direttore generale della Pop Milano Fabrizio Viola,

si andrà avanti così, rimaniamo per sostenere la banca come abbiamo fatto fino ad adesso anche se siamo talmente piccoli che contiamo poco. L’azienda funziona e mi sembra che l’attuale management stia facendo un ottimo lavoro e quindi, va sostenuto.

Può procedere trattativa Alitalia Air France. Bocciato ricorso AirOne

Il Tar aveva respinto il ricorso della compagnia privata italiana già dallo scorso 20 febbraio in sede di sospensiva. Essa riteneva che la decisione di Alitalia di trattare in esclusiva con Air France contrastasse con la competenza esclusiva del ministero dell’Economia e delle Finanze, unico soggetto legittimato a stabilire modalita’ e criteri di dismissione della partecipazione in Alitalia e con le norme che impongono procedure trasparenti e non discriminatorie nelle operazioni di dismissione di societa’ in mano pubblica. Ieri, lo stesso tribunale amministrativo, ha deciso che la trattativa in esclusiva tra Alitalia e il gruppo franco-olandese è legittima. Le corte, presieduta da Stefano Baccarini, ha quindi respinto il ricorso presentato da Air One che intendeva mettere uno stop all’accordo di esclusiva tra Alitalia ed Air France. In attesa dell’annunciato ricorso di AirOne (rappresentata dall’avocato Angelo Clarizia) al Consiglio di Stato, la trattativa in esclusiva, che durerà fino al 14 marzo, può andare avanti. Tuttavia all’accordo definitivo occorrerà il placet del nuovo esecutivo. Nel frattempo AirOne per acquisire Alitalia può sempre lanciare una controfferta, confrontandosi sul mercato, Sempreché la compagnia italiana accetti e Air France non presenti un’ulteriore controfferta, poiché secondo i giudici, nell’esclusiva non sono stati lesi i diritti di Air One che puo’ rilanciare in sede di offerta pubblica di scambio.