Robin Hood Tax o bufala?

Si attendeva solo che si concretizzasse quanto previsto dalla Robin Hood Tax. In realtà qualcuno comincia ad affermare che si tratti solo di una bufala:

Rischia di pesare troppo su un singolo settore di impresa e di avere effetti negativi per i consumatori.

L’allarme è lanciato da Tullio Lazzaro, presidente della Corte dei Conti, durante l’audizione alle commissioni congiunte Bilancio e Finanze di Camera e Senato su Dpef. Il presidente riconosce il valore degli obiettivi della Robin Tax ma mette in guardia dai rischi.

Da una parte il criterio di tassazione solo di alcuni settori potrebbe rivelarsi un modo per colpire uno specifico segmento imprenditoriale. In sostanza Lazzaro dice che le maggiori tasse per aziende petrolifere, assicurazioni e banche di gas che in questi anni hanno goduto di maggiori incassi, assomiglia troppo a una “punizione” per un solo settore. A questo punto le aziende tassate sarebbero tentate di aumentare i prezzi ed ecco che il peso della Robin Hood Tax ricadrebbe, ancora una volta, sul povero consumatore.

Piazza Affari: perdite per immobiliari e bancari. In ripresa petroliferi

Perdite per gli immobiliari a Piazza Affari: alla prima seduta di contrattazioni dopo l’annuncio del prossimo aumento di capitale (e/o di obbligazioni convertibili, eventualmente associate ad un warrant) la società Aedes ha visto tantissime vendite, aumentate con il passare delle ore. A fine contrattazioni la perdita è stata superiore al 14%, mentre da un anno a questa parte il gruppo cede l’80%.

Ieri è scesa del 4% anche Risanamento, il gruppo che fa capo a Luigi Zunino perde anch’esso l’80% da inizio anno. Sono poco sopra il 40% di perdite annue Beni stabili, Gabetti e Igd, quest’ultima unica società immobiliare ad avere lo status di Siiq (che garantisce un particolare trattamento fiscale in cambio di un altissimo livello di distribuzione degli utili). Molto negativa sui dodici mesi anche Pirelli Re, che perde quasi il 70%, mentre è sospesa dalle contrattazioni Ipi, che fa capo a Danilo Coppola (ma in cui ha una quota che sfiora il 10% anche Risanamento).

Piano triennale sull’economia: il Governo colpisce utili di assicurazioni, banche e petrolieri

Il ministro dell’economia Giulio Tremonti annuncia che il Consiglio dei ministri approverà mercoledì 18 giugno il piano triennale sull’economia che contiene anche la Robin Hood

Opa Fondiaria-Sai: certezza del mercato e tutela delle minoranze

A fine gennaio Fondiaria-Sai ha promosso un’offerta pubblica di acquisto volontaria sulla totalità delle azioni di Immobiliare Lombarda. Il valore dell’operazione è di oltre 200 milioni di euro. Il corrispettivo dell’Opas sarà liquidato in parte in azioni di Milano Assicurazioni detenute da Fondiaria-Sai e in parte in contanti. Advisor finanziario dell’operazione è Kpmg Finance.

Solo alcuni mesi fa il Testo Unico della Finanza ha abbassato la soglia utile per esercitare lo squeeze out (cioè l’esproprio delle azioni nei confronti di chi non le vuole vendere) dal 98% al 95%, ovvero chi a seguito di un’opas acquisisce almeno il 95% delle azioni, ha diritto di ottenere il restante 5%. In tal modo si facilita chi vuole impossessarsi dell’intero capitale di una società quotata e rende più difficile il compito alle minoranze oppositrici.

Pensione integrativa: fondi, assicurazioni o banche?

Lo Stato non può garantire più ai giovani lavoratori un reddito in vecchiaia ed il risparmio accantonato durante la vita lavorativa, la così detta previdenza integrativa o complementare , dovrà integrare la pensione minima che lo Stato continuerà ad assicurare. Il principale scopo della previdenza complementare è quello di creare quindi una pensione integrativa della pensione pubblica (fino al 15% in più di copertura delle retribuzioni precedenti), soddisfacendo l’aspettativa della lavoratrice e del lavoratore a mantenere uno stile di vita simile a quello goduto durante la propria vita lavorativa, anche dopo il pensionamento. A questo scopo la riforma della previdenza ha reso operativa la pensione complementare contrattuale, per contrastare la diminuzione del rendimento della pensione pubblica, della quale è quindi parte irrinunciabile. I giovani lavoratori quindi, ben consapevoli del cambiamento in atto, devono quindi vagliare le opportunità offerte dalle Aziende Assicurative e dai Fondi Pensione. Vi sono strumenti previdenziali diversificati per impostazione e rendimento, fondi pensione, assicurazioni pure o miste.

Allianz-Ras: 2007 positivo, possibili incrementi dei dividendi

RAS fu fondata nel 1838, controllata dall’Adriatico Banco di Assicurazioni, una compagnia fondata nel 1826 a Trieste. La sede è stata poi spostata da Trieste a Milano alla fine della prima metà del ‘900. Negli anni ottanta Allianz entrò nel capitale di RAS fino a controllarne il 55% nel 2005. Ad ottobre 2005 la società tedesca ha lanciato un’OPA sul rimanente 45% e alla conclusione dell’operazione si è giunti alla fusione tra Allianz AG e RAS Holding dalla quale è nata Allianz SE. Il marchio RAS è stato così sostituito dal marchio Allianz RAS . Allianz S.p.A quindi nasce dell’aggregazione in un unico soggetto delle tre storiche compagnie RAS, Lloyd Adriatico e Allianz Subalpina.

L’esercizio fiscale 2007, presentato in un comunicato Allianz di pochi giorni fa, è stato un anno positivo per il Gruppo Allianz. Il Gruppo ha incrementato i ricavi, il risultato operativo e l’utile netto rispetto all’esercizio precedente, nonostante il difficile contesto che ha caratterizzato i mercati finanziari nella seconda metà del 2007. L’utile operativo è balzato a 10,9 miliardi di euro con un incremento del 9%, contro i 10 miliardi di euro nel 2006.

Italease: rinnovato patto parasociale

Il rinnovo di un anno del patto parasociale di Banca Italease conferma il ruolo degli attuali soci quali azionisti stabili di riferimento e partner per lo sviluppo. É stata ribadita la garanzia a sostenere finanziariamente Italease,
anche se l’istituto si e’ impegnato a cercare autonomamente altre forme di founding. Il Patto di stabilita’ dell’istituto di leasing era in scadenza il 28 aprile prossimo e, senza cambiamenti sarebbe stato tacitamente rinnovato per tre anni (il patto era stato firmato il 28 aprile 2005, con decorrenza dal 6 maggio 2005). I soci, invece, hanno deciso di dare una nuova configurazione al Patto, rinnovandolo per un solo anno, fino al 28 febbraio 2009 appunto. Banca Popolare di Milano vuole assolutamente restare tra i soci di Italease. Se non si riuscirà a trovare un azionista strategico da qui a un anno, ha affermato il direttore generale della Pop Milano Fabrizio Viola,

si andrà avanti così, rimaniamo per sostenere la banca come abbiamo fatto fino ad adesso anche se siamo talmente piccoli che contiamo poco. L’azienda funziona e mi sembra che l’attuale management stia facendo un ottimo lavoro e quindi, va sostenuto.

Tfr: fondi chiusi, aperti o PiP?

Per chi ancora non avesse ben chiaro cos’è il TFR e che cosa è cambiato con l’ultima riforma: il TFR è il Trattamento di Fine Rapporto, quella che comunemente viene chiamata liquidazione. Da qualche tempo a questa parte è possibile decidere come usare il TFR. la prima opzione è ovviamente quella di lasciarlo all’azienda, come previsto nella vecchia normativa. In alternativa è possibile destinare il TFR a dei fondi complementari cosicchè la liquidazione potrà andare ad integrare la pensione pubblica.

La terza opzione è invece offerta da banche ed assicurazioni. Quasi tutte le banche offrono fondi di pensione e fondi di investimento del gruppo a cui appartiene la banca. Quando uno va alla propria banca e chiede un consiglio su come destinare il proprio TFR è molto probabile che la banca consigli come soluzione il fondo del suo gruppo con evidente conflitto di interesse.

Stesso discorso vale per le assicurazioni, che possono proporvi dei PIP (piani individuali pensionistici) ma la scelta deve essere ovviamente valutata con attenzione. Le offerte che banche ed assicurazioni sono molte e variegate e non è facile orientarsi tra le diverse proposte.

Generali: annunciata la strategia internazionale, 1 miliardo per le acquisizioni

Anche le Generali guardano ad est per il futuro: entro il 2012 il gruppo italiano stima investimenti per un valore totale di 1 miliardo di euro. In pratica la quota di premi originata dai mercati est-europei, pari oggi al 3,5%, dovrebbe salire all’8%, e poi anche raggiungere il 10%. L’obiettivo è di raddoppiare il volume dei premi realizzati con la joint venture costituita con il ceco Ppf da 2,6 miliardi a 6. Il sodalizio è stato ufficializzato ieri da Balbinot, amministratore delegato delle Generali, e Ladislav Bartonicek a Praga. Per l’occasione è stato fatto il punto sulle strategie internazionali di espansione del gruppo.

Direzione Romania: il gruppo ha fatto un’offerta per la Asiban, valutata tra i 150 e i 250 milioni, ed è entrato nella short list, in competizione con diversi altri gruppi assicurativi internazionali, tra cui l’italiana Fondiaria. Lo scopo è comunque quello di consolidare la propria leadership in tutta l’area del centro-est-Europa: in Polonia, Turchia e, appunto, Romania, il gruppo cercherà tramite acquisizioni di acquisire posizioni. In Russia l’obiettivo è il mercato vita, per ora poco sviluppato ma con un grande potenziale.