Arriva la Robin Hood Tax! Regola: tassare i profitti delle aziende petrolifere

Il Ministro dell’ Economia Giulio Tremonti ha annunciato che probabilmente includerà già nel prossimo Dpef la cosiddetta Robin Hood Tax.

Analizzando da vicino questa nuova tassa scopriamo con le parole dello stesso Ministro che andrà a colpire le compagnie petrolifere e ridistribuirà la ricchezza ai più deboli. Il ministro la definisce imposta etica, per questi è una cosa giusta tassare i profitti delle aziende petrolifere e non andare ad applicare l’Iva sino alla pompa di benzina, poiché non è da combattere il prezzo che arriva alle pompe di benzina ma quello del barile. Tremonti ribadisce che se nessun paese dell’Unione Europea avrà il coraggio di appoggiare la sua proposta sarà lui a portarla avanti solo nel nostro Stato.

Supporto finanziario ad Alitalia vìola la concorrenza: accusa di British Airways e altre cinque compagnie aeree europee

La Commissione europea dovrebbe aprire dopodomani 11 giugno, un’inchiesta formale e approfondita sui 300 milioni di euro versati dallo Stato nelle casse di Alitalia. Denaro erogato come prestito-ponte e poi confluito nel patrimonio netto della compagnia. Il procedimento è stato avviato dai capi di gabinetto dei commissari Ue, che hanno approvato il testo della proposta che sarà presentata al commissario europeo ai Trasporti Antonio Tajani. Bruxelles ritiene che quel versamento di 300 milioni sia illegale, vìoli le norme comunitarie sulla concorrenza.

A ciò si aggiungono la British Airways e altre cinque compagnie aeree europee (Virgin Atlantic, Finnair, Sas, Iberia e Tap) che hanno scritto una lettera aTajani per protestare contro il supporto finanziario fornito dal governo italiano all’Alitalia «in violazione delle regole Ue sulla concorrenza e sugli aiuti di stato».

Senza quell’aiuto Alitalia andrebbe sotto i necessari requisiti di capitale, dovrebbe dichiarare bancarotta in base alle leggi italiane e cessare quindi le operazioni.

Questo secondo quanto riferito dal domenicale britannico “Sunday Telegraph”.

Air France non acquisirà Alitalia, possibile sospensione del titolo in Borsa

Ricordiamo ancora il ricorso di Airone contro l’esclusività della trattativa tra Alitalia e Air France, la richiesta fu respinta sia per la carenza di elementi dell’irreparabilita’ del danno, sia per la mancanza di fumus boni iuris. Credevamo che l’epilogo sarebbe stato che, finalmente Air France sarebbe riuscita ad acquisire Alitalia ed invece ecco la sorpresa: Air France non aquisirà più Alitalia e riguardo al fallimento del progetto di acquisizione, il presidente di Air France ha sottolineato che gli

dispiace ancora molto, ma ora lo scenario del settore è cambiato e appare difficile riproporre un progetto di integrazione di Alitalia nel gruppo Air France-Klm.

Tutto finito in una nuvola di fumo quindi.

Alitalia: Bilancio in attesa di approvazione

Alitalia non ha potuto approvare il bilancio 2007 poiché il patrimonio è oramai insufficiente ed attende ancora il provvedimento del Governo varato nell’ultimo Consiglio dei Ministri di Napoli per trasformare il prestito ponte di 300 milioni di euro in patrimonio per coprire le perdite. La norma sul cambio del prestito ponte in acconto, su cui l’Unione Europea ha già puntato il dito, doveva essere inserita nel testo che prevedeva l’abbattimento dell’Ici e successivamente la trascrizione sulla Gazzetta Ufficiale. Purtroppo la bozza del provvedimento deve essere ancora completata e non si conosce la sua forma con o senza norma salva-Alitalia. Il Cda dell’Alitalia non ha voluto assumersi la responsabilità di approvare il bilancio 2007, ha dichiarato che c’è continuità aziendale e che non c’è alcun bisogno di mettere l’azienda in liquidazione. All’Alitalia attendono tutti buone notizie dal Ministero dell’Economia, poiché nessuno vuole arrivare a convocare i soci in un’assemblea straordinaria per chiedere la ricapitalizzazione dell’azienda.

Alitalia: spunta un pretendente

Spunta un pretendente per Alitalia, ma la novità è che questa volta a far sapere di esserlo sono proprio i diretti interessati. Non si tratta però di una compagnia aerea, bensì di un fondo estero. Il fondo in questione è Multi Long Corporation, di nazionalità brasiliana, specializzato nelle ristrutturazioni delle aziende in difficoltà (difficile trovare un’azienda più in difficoltà di Alitalia!).

Il Ceo del fondo di investimento, Michael Breslow ha fatto sapere di essere pronto ad acquisire la compagnia al prezzo di un miliardo di euro. La proposta dovrebbe essere già stata presentata sia al governo italiano che all’Unione Europea, mentre gli altri “possibili” acquirenti ancora tentennano e parlano di “entrare in corsa solo con un piano serio” (Intesa).

Il fondo Multi Long non ha precedenti esperienze nel settore delle compagnie aeree, ma non è la prima volta che ci prova: due anni fa infatti tentò di acquisire Varig, la compagnia brasiliana, con un offerta da 800 milioni di euro, poi rifiutata dalle autorità.

Ma voi li volete dare i vostri soldi per tenere in piedi Alitalia?

Penso che la la vicenda Alitalia abbia ricevuto più attenzione dai media di quanta in realtà gliene dedicassero gli italiani. Penso anche che alle grandi firme dei quotidiani e ai direttori dei telegiornali sarebbe bastato andare al bar a prendere un caffè ed ascoltare un attimo per capire che alla fin fine di avere una compagnia aerea nazionale non è che fosse ritenuto indispensabile da tutti.

Alitalia negli ultimi anni è costata tanto e i soldi per mantenerla in vita sono stati prelevati ovviamente dalle tasche degli italiani, si parla di 5 miliardi di euro per tenere in piedi un’azienda che serviva per mettere a lavorare il figlio di tizio o il tale con il tesserino del partito di turno. E noi? Chi volava più con Alitalia? Sarà che sono giovane e le mie finanze non mi permettono altro, ma non riesco a ricordare l’ultima volta che ho volato con Alitalia.

Ed ora il Governo ha approvato questo prestito ponte di ben 300 milioni di euro, perchè le casse di Alitalia sono ormai quasi vuote e affinchè arrivi una nuova offerta c’è bisogno di tempo perchè una cordata o un’altra compagnia aerea faccia i suoi conti e valuti la convenienza dell’affare.

Alitalia: ci sono novità?

L’ultima volta che abbiamo parlato di Alitalia Spinetta se ne era tornato in Francia sbattendo la porta ai sindacati, i sindacati, “colpevoli” forse di aver avanzato troppe richieste scaricavano le colpe sul governo, il governo parlava già di commissariamento e Silvio Berlusconi “tranquillizzava” tutti assicurando un Alitalia italiana.

Non è trascorso così tanto tempo ma il contesto è decisamente cambiato. Silvio Berlusconi, come tutti sappiamo, è nuovamente presidente del Consiglio e Alitalia…Alitalia? In poche parole “in corsa” ci sarebbero Air One, Aeroflot e AirFrance, ma quest’ultima a livello paritario.

Cerchiamo di fare chiarezza un passo per volta. Per quanto riguarda Air France l’ipotesi di un’acquisizione è sempre possibile e Berlusconi non vuole accantonarla, anzi incontrerà Sarkozy e cercherà mediare per far sì che Air France torni sui suoi passi e si torni a trattare. Aeroflot è una compagnia russa di cui Berlusconi avrebbe parlato con Putin in Sardegna. Da Mosca però arrivano smentite, peraltro direttamente dal direttore generale della compagnia aerea, il quale nega l’intenzione di partecipare ad una nuova gara per la compagnia italiana, poichè dalle informazioni in loro possesso non sarebbe affatto conveniente ( e chi lo biasima?).

Le elezioni e la Borsa: come ha reagito Piazza Affari e i titoli su cui puntare con il governo di centro destra

La Borsa tradizionalmente è influenzata da ciò che accade non solo a livello economico ma anche politico: come avrebbe potuto rimanere indifferente alle elezioni? Il pericolo maggiore è stato scongiurato perchè ai mercati tutto poteva andare bene tranne un pareggio, perchè i mercati avevano bisogni di stabilità. Per il resto non importa chi vince, la finanza è talmente ormai proiettata sulle questioni internazionali che la politica “locale” conta poco.

Quando ieri i primi exit poll hanno fatto credere che lo scarto potesse essere minimo la Borsa è scesa del 1%, anche se va detto che già prima i mercati erano al ribasso. Nell’afterhours quando ormai era sicuro il Berlusconi III i titoli che attorno a lui orbitano sono andati in controtendenza: Mediaset ha guadagnato il 2% a 6,16 euro, Mediolanum l’1,42% e Mondadori il 2,13%.

Euromobiliare si è spinta ancora più in là e ha individuato i titoli che dovrebbero beneficiare dell’insediamento del nuovo governo di centro destra.