Codacons: lista “pompe bianche” per ovviare al caro benzina

Per aiutare gli automobilisti alle prese col caro-pieno, abbiamo deciso di diffondere oggi gli indirizzi di altri 150 distributori indipendenti che si aggiungono all’elenco già realizzato e pubblicato dal Codacon.

Lo si legge in una nota dell’associazione dei consumatori Codacons. Il presidente Carlo Rienzi spiega che

Si tratta delle cosiddette pompe bianche che non appartengono ai grandi marchi e applicano listini sensibilmente inferiori rispetto ai distributori abituali. Ciò si traduce in un risparmio fino a 100 euro l’anno sul pieno per ogni automobilista, ipotizzando due pieni al mese. Risparmio che, ovviamente, risulta ancora maggiore al crescere del numero dei rifornimenti annuali.

L’elenco può essere consultato sul sito dell’associazione ma anche telefonicamente 24 ore su 24 mentre siete in viaggio telefonando al numero verde dell’associazione 178.4402440.

Inflazione stabile. Aumenti significativi per abitazione, acqua, elettricita’ e combustibili

Inflazione stabile ad aprile su base annua. Lo rileva l’Istat nella sua stima preliminare. Secondo l’ Istituto nazionale di statistica, ad aprile l’indice nazionale dei prezzi al consumo(che viene calcolato considerando anche i prezzi che presentano riduzioni temporanee come sconti, saldi e vendite promozionali) si e’ attestato al 3,3%, stesso dato di marzo, mentre su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0,1%. Gli aumenti congiunturali piu’ significativi si sono verificati per i capitoli Abitazione, acqua, elettricita’ e combustibili (+1,2%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,5% per entrambi), Bevande alcoliche e tabacchi e Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,2% per entrambi); si sono registrate variazioni nulle nei capitoli Servizi sanitari e spese per la salute e Istruzione; variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Trasporti, Comunicazioni (-0,3% per entrambi), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,2%) e Altri beni e servizi (-0,1%).

Libero scambio o protezionismo?

Una delle questioni più dibattute nell’ambito dell’economia internazionale riguarda la superiorità del libero scambio sul protezionismo. Non esiste e non è mai esistito nell’uno e nell’altro senso un sistema rigorosamente ed intrasigentemente definito, perché da un lato non si è mai registrata la pratica di un assoluto regime di libero scambio e dall’altro non s’è mai verificato un modello di integrale e duratura autosufficienza. Anche i mercati che in linea di principio si sono chiusi in se stessi hanno aperto sempre larghi spiragli, controllati e limitati quanto si voglia, verso l’esterno.

Cos’è esattamente il protezionismo? È la politica commerciale adottata da un governo per contrastare la concorrenza estera a sostegno dell’intera produzione nazionale o, più spesso, di particolari settori di essa, scoraggiando le importazioni e incoraggiando le esportazioni. A tal scopo, le misure praticate possono essere di vario tipo: dall’applicazione di severe tariffe doganali alle importazioni fino ai contingentamenti ovvero veri e propri limiti quantitativi alle importazioni. Il protezionismo è strettamente legato alla storia degli stati nazionali. Le sue origini possono essere ricondotte sia al mercantilismo, che, finalizzato alla potenza militare, accompagnò la nascita e il rafforzamento delle monarchie nazionali europee tra il XVII e il XVIII secolo, sia al colonialismo, che contemporaneamente consentì ad alcune grandi potenze di costituire mercati talmente ampi da essere potenzialmente autosufficienti. Ottenuto con la rivoluzione industriale un sicuro vantaggio su tutte le altre economie, in Francia e, soprattutto, in Gran Bretagna si fece strada una teoria opposta al protezionismo, che esaltò il valore del libero scambio.

Ottantaquattro prodotti in un sms: la spesa virtuale

Il progetto opera su un paniere di ben 84 prodotti. Nel messaggio di risposta alla richiesta di informazione sarà indicato il prezzo di vendita rilevato giornalmente suddiviso in tre macro aree regionali (Nord, Centro e Sud); il prezzo medio nazionale all’origine e quello all’ingrosso aggiornato giornalmente. Sul portale sarà possibile avere informazioni più approfondite sui prodotti, inviare segnalazioni alle associazioni dei consumatori e anche effettuare una “spesa virtuale” calcolando quando si dovrebbe spendere per un carrello di beni da noi scelti. Il progetto SMS Consumatori prevede la rilevazione continua dei prezzi al consumo di 84 prodotti alimentari di largo consumo (frutta, verdura, carni, latticini, pesce, ecc.) in 2.200 punti vendita.

Google il marchio più potente, seconda General Electric, terza Microsoft

La ricerca Brandz Top 100 Powerful Brands, presentata lunedì a Londra e stilata da Millward Brown Optimor, società del gruppo Wpp, in collaborazione con il Financial Times stila la classifica dei 100 marchi più potenti del mondo: il primato, per il secondo anno consecutivo, spetta Google con un valore di circa 86 milioni di dollari. Seconda classificata General Electric con 71 milioni di dollari e terza Microsoft con un valore del marchio stimato in 70 milioni di dollari. A livello complessivo, si legge nella nota, il valore aggregato dei 100 brand in classifica è aumentato del 21 per cento nell’ultimo anno (e del 33 per cento rispetto al 2006), raggiungendo quota 1.940 miliardi di dollari.

Conviene sposarsi?

Secondo un’indagine di Federconsumatori il matrimonio e’ sempre piu’ costoso: oggi una cerimonia costa almeno 27 mila euro, 40% in piu’ rispetto al 2001. E chi non si accontenta puo’ arrivare a spendere fino a circa 48 mila euro. Il pranzo nuziale costa circa 10 mila euro. Per l’abito e il velo la sposa spende da un minimo di 2.500 fino a 5.000 euro; lo sposo fino a 2.000; la torta nuziale: va da 300 a 600 euro. Il totale può variare da 27.000 a 48.000 euro. Per chi poi non si accontenta e vuole fare le cose in grande, la spesa può benissimo supoerare i 50.000 euro. L’indagine, condotta dall’associazione a ridosso della stagione dei matrimoni, prende in esame le “principali voci di spesa necessarie”, cioè quelle immancabili per il fatidico ‘sì’.Un bell’investimento che gli sposi, e le famiglie, affrontano spesso facendo dei sacrifici. Ma lo fanno volentieri convinti, almeno al momento del sì, che la prima volta sarà anche l’ultima.

Antitrust: negozi aperti anche la domenica

L’Authority ha deciso di avviare un monitoraggio sulla regolamentazione dell’apertura degli esercizi commerciali nei comuni turistici. L’Antitrust afferma che:

i vincoli all’apertura costituiscono un ostacolo all’adozione di strategie differenziate da parte dei negozianti e, quindi, all’ampliamento dell’offerta a beneficio dei consumatori e quindi non ci deve essere alcun obbligo di chiusura dei negozi nei giorni di festa ed è necessario che il Comune di Roma riesamini il contenuto dell’Ordinanza nella parte in cui non consente agli esercizi commerciali una libera determinazione delle modalità di svolgimento della propria attività economica.

A Roma vige ancora l’ordinanza del 2005 del comune, che prevede la possibilità di deroga alle sole giornate del primo novembre e dell’8 dicembre, mentre solo gli esercizi situati in zone centrali di interesse artistico e turistico possono aprire la domenica durante l’anno. Dal 1998 la legge ha liberalizzato l’apertura degli esercizi commerciali nei comuni ad economia prevalentemente turistica e nelle città d’arte, prevedendo espressamente che in tali Comuni gli esercenti possano derogare all’obbligo d chiusura domenicale e festiva». Una norma che però, il Comune di Roma non ha rispettato emanando nel 2005 la suddetta ordinanza. Proprio a Pasquetta la capitale era presa d’assalto da turisti italiani e stranieri, ed il comune di Roma ha multato alcuni negozi rimasti aperti.

Wal-Mart Stores non venderà più pc basati sul sistema operativo Linux

La Wal-Mart Stores Inc , è una multinazionale americana, proprietaria di una catena di negozi al dettaglio Wal-Mart, fondata da Sam Walton nel 1962. È il più grande rivenditore al dettaglio nel mondo e la più grande catena operante nel canale della grande distribuzione organizzata. Dopo la morte del fondatore, ora la multinazionale è di proprietà dei suoi eredi: il figlio Robson è anche l’attuale amministratore delegato. Altri soci sono gli altri figli di Sam Walton (John Walton, Jim Walton, Alice Walton e la moglie del fondatore Helen Walton. Dopo la morte di John Walton gli è succeduta la moglie Christy Walton.

Nuovo record petrolio: più di 100 dollari al barile, ancora caro benzina

Il prezzo del petrolio continua a volare e supera la soglia dei 100 dollari al barile. Al Nymex di New York il Light crude avanza di 4,60 dollari a 100,10 dollari, superando il precedente record storico di 100,09 dollari di inizio gennaio, quando il petrolio aveva oltrepassato per la prima volta i 100 dollari. Nuovo record anche per il Brent, il greggio di riferimento europeo, è salito al nuovo massimo storico di 98,70 dollari al barile. Il prezzo del petrolio e’ tornato sopra quota 50 dollari nel 2004. Difatti nel 1990 l’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein porto’ il greggio a 35,62 dollari al barile. Nel 2007 l’oro nero aveva gia’ superato i 99 dollari, arrivando a 99,29 dollari, mentre nel 2006 il greggio era rincarato in media di 67-70 dollari al barile. Oggi l’impennata del greggio e’ trainata dalla forte domanda mondiale, guidata soprattutto dalle economie emergenti, come la Cina e dai timori per i rifornimenti globali, il timore che in questi giorni i dati sulle scorte settimanali Usa mostreranno una nuova stretta e la prospettiva di una riduzione dei livelli di produzione da parte dell’Opec. L’organizzazione dei Paesi produttori si riunirà il 5 marzo a Vienna e stando a quanto dichiarato nei giorni scorsi dai ministri del petrolio di Algeria e Iran, potrebbe decidere di ridurre la produzione nel secondo trimestre per via del calo della domanda che si verifica con la fine della stagione invernale nell’emisfero settentrionale.

Strani addebiti in bolletta Telecom: possibili dialers sugli hardware. Antitrust sospende i distacchi

Vi è arrivata una bolletta stratosferica? Magari avete consultato il dettaglio delle chiamate e vi scorgete numeri che mai avreste pensato di comporre? Bene, anzi male. Se a casa non avete una colf filippina che chiama i parenti oltreoceano e quindi in questo caso la colpa è da attribuire alla teleselezione che ingoia scatti a tradimento, allora siete di fronte a una vera e propria truffa. E non siete gli unici. Nei mesi di novembre/dicembre 2007 e gennaio 2008, sono pervenute, e continuano ad arrivare all’Autorità Antitrust, centinaia di denunce con le quali diversi consumatori hanno contestato alla Telecom addebiti in bolletta per chiamate verso numerazioni satellitari internazionali e numeri speciali, che i tali consumatori asseriscono di non aver mai effettuato. Nelle denunce pervenute agli uffici dell’Autorità, gli utenti contestavano addebiti in bolletta per chiamate e/o connessioni precisamente verso numerazioni satellitari internazionali Elsacom (come 008818 e 008819) e numeri speciali non geografici (come 199, 178, 899, 892) mai effettuate. Secondo tali esposti, Telecom, per parte sua, non avrebbe fatto nulla per evitare il fenomeno e avrebbe invece preteso l’immediato e integrale pagamento delle somme, paventando agli utenti, in caso contrario, il distacco dalla linea telefonica.