La crisi delle borse scatena le speculazioni, osserviamo gli Hedge Funds

Gli Hedge Funds sono detti anche fondi speculativi. Più precisamente sono strumenti di investimento alternativi a rischio coperto, quindi qualsiasi fondo in cui si usino strategie diverse dall’acquisto di obbligazioni, azioni e titoli di credito. Gli hedge funds nascono con l’obiettivo di gestire un patrimonio eliminando in gran parte il rischio di mercato, non per niente la parola stessa “hedge” significa protezione. Per garantire tale copertura gli hedge funds puntano ad ottenere risultati positivi indipendentemente dagli andamenti dei mercati finanziari.
Gli Hedge funds nascono negli Stati Uniti nel 1949 dove sono regolati da una precisa legislazione: gli investitori devono avere un patrimonio di almeno un milione di dollari o entrate nette per oltre 200.000 dollari, con un numero di soci che non può essere maggiore di 99. Allo scopo di garantire rendimenti costanti nel tempo i fondi speculativi sfruttano investimenti ad alto rischio ma con la possibilità di ottenere guadagni consistenti.
Un’operazione tipica degli hedge funds è la vendita allo scoperto: “i titoli in posizione corta vengono presi a prestito e venduti, puntando sul loro ribasso”, cosa che non può essere fatta per i fondi comuni tradizionali perché il diritto italiano non lo permette.

Mercati asiatici e Bank of China: forti perdite per i subprime

La Bank of China, una delle quattro grandi banche pubbliche cinesi, annuncera’ in aprile perdite astronomiche per la crisi dei subprime. Lo scrive il South China Morning Post citando fonti bancarie cinesi. La Bank of China ha annunciato ad agosto di avere investimenti per 9,65 mld di dollari nei mutui subprime, che nei mesi seguenti sono stati tagliati e ridotti a 7,95 mld. La crisi dei mutui subprime non risparmiera’ quindi Bank of China, ma la raggiungera’ in ritardo, cioe’ in aprile. La notizia, per il momento non e’ stata confermata. Sta di fatto che nello scorso mese di agosto, quanto la crisi dei mutui subprime ha cominciato a manifestare la sua pericolosita’, Bank of China ha ammesso di aver investito nei subprime.

WestLB: la prima vittima europea della crisi dei mutui subprime

La WestLB, la banca pubblica tedesca, ha annunciato una perdita di 1 miliardo di euro ma ha anche subito aggiunti che i suoi azionisti provvederanno a fronteggiare le perdite con l’immissione di capitali freschi. Gli azionisti principali della banca tedesca, casse di risparmio regionali e lo stato del Nord Reno-Westfalia, si sono dunque impegnati a coprire le svalutazioni future previste. Nei mesi scorsi si era spesso parlato di una fusione tra la WestLB e la concorrenteLandesbank Hessen-Thueringen, fusione che darebbe vita ad un colosso delle banche pubbliche; in seguito all’annuncio delle perdite sembra che la fusione verrà accellerrata così come una ristrutturazione dell’asset della banca, così da favorirne la stabilizzazione. La fusione però porterebbe inevitabilmente al taglio di almeno un terzo dei posti di lavoro.

Wall Street si muove cautamente: il piano Bush non convince

Ieri la diffusione dei dati sulla fiducia dei consumatori raccolti dall’Università del Michigan ha spinto al rialzo Wall Street: dopo un’ora dall’apertura il Dow Jones guadagnava l’1,32% a 12.319 mentre il Nasdaq saliva dell’1,39% a 2.379. Già il giorno prima i mercati erano stati spinti in positivo dalla netta riduzione delle richieste di disoccupazione relative alla settimana del 12 gennaio (-21’000). Il dato, comunicato dal Bureau of Labour Statistics ha smentito gli analisiti che ne prevedevano 335.000 mentre si sono assestate a 301.000.

Cina: stretta monetaria per frenare crescita

Il 2008 per la Cina sarà il sesto anno consecutivo di crescita, la previsione è del Centro d’informazione dello Stato, le cui stime sono riportate dal giornale Shanghai Securities News. Secondo lo studio, la crescita del surplus commerciale cinese dovrebbe ridursi a causa del “protezionismo straniero” (molte aziende cinesi sono bersaglio di inchieste antidumping), delle incertezze sull’economia Usa e del ridimensionamento degli incentivi fiscali agli esportatori (finora un soggetto straniero che decideva di intraprendere un’ investimento diretto in Cina, godeva di una serie di agevolazioni fiscali alquanto vantaggiose, soprattutto nei primi anni d’impresa). Tuttavia questo non frenerà la crescita del Paese asiatico, il Centro prevede infatti per l’anno in corso una crescita del Pil del 10,8%, contro il +11,5% del 2007.

Nuovo crollo per la borsa di Tokyo

Sulla scia di Wall Street anche la borsa di Tokyo accusa un pesante ribasso e chiude in negativo: l’indice Nikkei ha chiuso gli scambi con un -3,35% a 13.504,51 punti mentre il Topix cedeva il 3,5% a 1.302,37. Per la prima volta dal novembre 2005 la borsa di Tokyo è scesa sotto la soglia dei 14.000. In negativo hanno chiuso anche le altre principali borse asiatiche: Honk Kong a -5,36%, Jakarta -5,46% e Shangai a -2,75%.

Citigroup: fino a 24.000 licenziamenti quest’anno

Citigroup sta pianificando di annunciare una svalutazione di circa 24 miliardi di dollari e fino a 24,000 licenziamenti, in seguito alla crisi dei mutui subprime. Il piano dovrebbe essere reso pubblico oggi dal nuovo amministratore delegato Vikram S.Pandit, dopo la diffusione dei dati relativi ai conti del quarto trimestre. Durante l’ultimo trimestre il gruppo rivale Bank of America aveva perso il 37% della propria capitalizzazione e grande è l’attesa per i nuovi risultati di bilancio. Citigroup potrebbe anche annunciare un taglio ai dividendi del 50% circa.

Future S&PMib: cauto rialzo

Venerdi il contratto di marzo sul S&PMib chiudeva a quota 37.670, registrando un rialzo del 0,35%. Oggi il cauto rialzo sembra proseguire, ma il tono di fondo è debole, con supporto a 37500/350 (in fase di test) e resistenza a 38350 e quindi a quota 39000. Il ritorno di positività si avrebbe solo con il superamento di 39000, eventualità per il momento ancora poco probabile. Al di sotto di 37500/350 si avrebbero invece ulteriori spinte ribassiste con primo obiettivo a quota 37000/36800.

Bank of America salva Countrywide

Bank of America ha raggiunto l’accordo per acquistare Countrywide, il principale istituto americano che si occupa di mutui, per circa 4 miliardi di dollari in azioni. Countrywide ha accusato pesantemente la crisi mutui ed è arrivata vicina al fallimento. La notizia è stata data ufficialmente dalla stessa Bank of America con un comunicato diffuso su Pr Newswire.

Merrill Lynch: perdite da 15 mld di dollari

Secondo quanto riportato dal New York Times le perdite di Merril Lynch dovute agli investimenti nei mutui subprime dovrebbero ammontare a 15 miliardi di dollari, ancora di più di quanto previsto dagli analisti di Wall Street e il doppio di quanto inizialmente la banca aveva annunciato. La conseguenza di ciò, sempre secondo il quotidiano statunitense, dovrebbe essere l’entrata di un nuovo investitore nel proprio capitale.

No recessione, solo rallentamento crescita: post-Bernanke

Dopo il calo degli ultimi giorni in seguito alle dichiarazioni di Ben Bernanke, la Federal Reserve di cui Bernanke e’ presidente è pronta ad approvare nuovi tagli dei tassi d’interesse se necessario. Lo ha affermato lo stesso presidente precisando che lo scopo e’ sostenere la crescita e l’economia per evitare che gli Usa entrino in una fase di recessione.

La Bce conferma i tassi al 4%

La mattina è trascora in attesa della diffusione dei tassi della Bce. L’inflazione europea si è attestata ai massimi con il 3,1%, l’indice più alto da quando abbiamo la moneta unica e ben lontano dai parametri previsti a Maastricht che stabilivano un limite del 2%. Il rallentamento dell’economia americana già sta avendo i suoi effetti anche dall’altra parte dell’oceano.