Crisi, allarme Europa. Italia, Pil a -2%. E la Fiat tratta con Chrysler

L’ombra della crisi sull’Europa. Non è una novità, ma questa volta è il Commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia a parlare. L’Europa arretra ed esplode il deficit. In previsione, il prodotto interno lordo della zona euro scenderà dell’1,8%. In Italia, naturalmente, calerà ulteriormente: 2% – come previsto anche in precedenza dagli analisti della Banca d’Italia. Saranno 12 nazioni europee (compresa, sempre naturalmente, l’Italia), a vedere un superamento dei limiti del Patto di Maastricht del disavanzo pubblico.

I dati di previsione diffusi da Bruxelles non sono incoraggianti: si stimano, infatti, 3,5 milioni di disoccupati in più l’anno prossimo in Europa.

Parole chiare:

La situazione economica e la prospettiva rimangono eccezionalmente incerte, mentre il mondo fronteggia la sua crisi peggiore dal tempo della Seconda guerra mondiale

Sterlina sempre più debole nei confronti delle altre valute: il debito britannico crescerà ancora

 La sterlina è scesa al suo livello più basso nei confronti dello yen: inoltre, la valuta britannica ha raggiunto la sua peggior quotazione nei confronti del dollaro da sei anni a questa parte. Il motivo di questi cali dev’essere ritrovato nell’azione del governo, il quale è costretto a provvedere al salvataggio di un numero consistente di banche. Jim Rogers, portavoce della società Rogers Holdings di Singapore, non ha usato mezzi termini al riguardo ed ha definito come “completamente rovinata” l’economia del Regno Unito, precisando anche che gli investitori dovrebbero vendere la valuta. La Commonwealth Bank of Australia ha annunciato che esiste ancora un alto rischio di taglio dei tassi di credito del paese ed ha quindi provveduto ad abbassare le sue previsioni per la sterlina. Il primo ministro Gordon Brown ha autorizzato lo stanziamento di circa 100 miliardi di sterline (142 miliardi di dollari) in favore degli istituti creditizi maggiormente in difficoltà.

La fiducia degli investitori verso Obama fa indebolire lo yen nei confronti delle altre valute

 Lo yen perde terreno nei confronti dell’euro, dopo gli sforzi intrapresi dal governo giapponese per risollevare la situazione delle banche maggiormente in difficoltà. La valuta asiatica si è inoltre indebolita anche nei confronti del dollaro della Nuova Zelanda e del dollaro australiano: tale evento è stato provocato in particolare dall’atteggiamento degli investitori, i quali hanno mostrato tutta la loro fiducia nei confronti dei piani del presidente eletto statunitense Barack Obama per ricapitalizzare le banche statunitensi, potenziando la domanda per gli assets ad alto rendimento finanziati in yen. Yuji Saito, a capo del settore degli scambi esteri della sede di Tokyo della Societe Generale, seconda banca francese per quanto riguarda il valore di mercato, non si è mostrato molto ottimista:

Le speranze mostrate nei confronti dell’amministrazione Obama stanno favorendo la propensione al rischio. Lo yen verrà dunque venduto.

Analisi Tecnica: indici americani sui supporti

 Anche oltreoceano gli indici si flettono sotto la pressione delle vendite: dopo aver testato precisamente la statica di lungo periodo rossa posta a 9031 il Dow Jones ripiega con violenza fino a raggiungere il supporto a 8129 non violato in chiusura di candela daily.
È ora questo il livello da non rompere nuovamente per evitare di rivedere i minimi del 2008 ed innescare un nuovo ribasso violento.
La tenuta degli 8129 negli ultimi due giorni della settimana porta comunque una ventata di ottimismo per la settimana entrante, che vede la prima resistenza posta a 8795 con target ancora 9031: un long si potrà tentare comunque anche su un ritorno agli 8129 nelle sedute di Lunedì e Martedì per anticipare un’eventuale ripresa degli indici, con la possibilità di inserire stop-loss (oppure stop & reverse) appena al di sotto dello stesso livello.

Si avvicina l’accordo sul gas tra Russia e Ucraina dopo le pressioni dell’UE

 Sembra ormai molto vicino l’accordo tra il primo ministro russo, Vladimir Putin, e il suo omologo ucraino, Yulia Timoshenko, riguardo alle forniture di gas naturale: in tal modo sarà possibile riavviare gli equipaggiamenti verso l’Europa dopo quasi due settimane di sospensione. Una serie di documenti predisposti per stabilire i prezzi di copertura e le tariffe di transito del gas dovrebbero infatti essere preparati a partire da domani, permettendo in tal modo di far riprendere le esportazioni russe attraverso l’Ucraina, così come ha affermato la stessa Timoshenko dopo un meeting a Mosca con Putin. I due primi ministri si sono accordati affinchè l’Ucraina possa ottenere uno sconto del 20% sui prezzi che pagherà quest’anno per il gas proveniente dalla Russia: Putin ha precisato che l’accordo è stato raggiunto per dar modo all’ex repubblica sovietica di mantenere le tariffe attualmente in vigore per il trasporto del carburante verso l’Europa.

La svolta nella vicenda del gas tra le due nazioni è dunque arrivata, in particolare dopo che alcuni commissari dell’Unione Europea, la quale ha notevolmente sofferto delle riduzioni adottate nel periodo più critico della vicenda, hanno aumentato la loro pressione verso le due parti per cercare di trovare una soluzione in tempi rapidi. OAO Gazprom, la più grande compagnia russa e il maggior estrattore al mondo, aveva sospeso lo scorso 7 gennaio i flussi di gas naturale verso l’Europa, dopo la rottura delle trattative a causa della discordanza di vedute sui prezzi da applicare. Ora, Russia e Ucraina sono pronte ad adottare una formula europea di prezzo per i rifornimenti ed il transito di gas durante il prossimo anno.

I dati negativi sull’economia USA spingono lo staff di Obama a rivedere i programmi di sostegno finanziario

 Il presidente eletto statunitense Barack Obama dovrà valutare attentamente con tutta probabilità un piano di salvataggio bancario che possa unire “iniezioni” di nuovo capitale ai vari passi necessari per affrontare nella maniera migliore il problema degli assets nocivi, i quali sono di ostacolo ai bilanci dei prestatori. Il team economico di Obama provvederà inoltre ad utilizzare una parte importante dei 350 miliardi di dollari che avanzeranno dal Troubled Asset Relief Program, al fine di favorire i proprietari di immobili che vogliono evitare il pignoramento. La liquidazione dei titoli finanziari di questa settimana e il continuo rallentamento dell’economia statunitense sono i due punti che preoccupano maggiormente Timothy Geithner, il segretario del Tesoro designato dal neo-eletto presidente e il capo delle strategie economiche del nuovo team, Lawrence Summers, al punto che sarà necessario mettere a punto un programma ancora più dettagliato.

Giappone, Shirakawa: condizioni finanziarie sempre più aspre

 Le condizioni finanziarie del Giappone? Sempre più aspre – e in tempi sempre più stretti. A confermarlo oggi è il governatore della banca del Giappone Masaaki Shirakawa. A dicembre la Boj ha tagliato il suo tasso chiave allo 0,10%. Inoltre, per aiutare le imprese a far fronte alla crisi, ha deciso di comprare temporaneamente commercial paper direttamente.

La Boj continuerà a fare del suo meglio come banca centrale per portare l’economia giapponese su un sentiero di crescita sostenibile con la stabilità dei prezzi

Come spiega il Governatore, l’economia mondiale rallenta rapidamente, e questo processo sta coinvolgendo anche i paesi emergenti, anche se si comportano ancora relativamente  bene. In Giappone, però, l’economia si starebbe deteriorando, le spese di investimenti stanno diminuendo e consumi e produzione stanno rallentando. Il Paese, dunque, dovrà probabilmente affrontare condizioni ancora più dure. Staremo a vedere cosa accadrà al prossimo meeting di politica monetaria della Boj, il 21 e 22 gennaio.

Le previsioni economiche di Bankitalia accentuano il dissidio tra governo e banca centrale

 Non sono positive le previsioni economiche della Banca d’Italia riguardo all’andamento dell’economia del nostro paese: quest’ultima, infatti, secondo l’istituto creditizio, dovrebbe subire la sua peggiore contrazione da più di trent’anni a questa parte. Bankitalia ha inoltre precisato in una dichiarazione pervenuta via e-mail che:

Se si dovessero tenere in considerazione le misure adottate dal governo, l’economia dovrebbe scendere di 2 punti percentuali, per poi riprendersi ed espandersi dello 0,5% nel 2010.

L’ultima contrazione economica di questo tipo in Italia si era verificata nel 1975. Le previsioni economiche della banca centrale sono notevolmente peggiori rispetto a quanto avevano annunciato Confindustria e Confcommercio, le quali avevano dichiarato che la contrazione economica sarebbe stata dell’ordine, rispettivamente, dell’1,3% e dello 0,6%.