La sterlina è scesa al suo livello più basso nei confronti dello yen: inoltre, la valuta britannica ha raggiunto la sua peggior quotazione nei confronti del dollaro da sei anni a questa parte. Il motivo di questi cali dev’essere ritrovato nell’azione del governo, il quale è costretto a provvedere al salvataggio di un numero consistente di banche. Jim Rogers, portavoce della società Rogers Holdings di Singapore, non ha usato mezzi termini al riguardo ed ha definito come “completamente rovinata” l’economia del Regno Unito, precisando anche che gli investitori dovrebbero vendere la valuta. La Commonwealth Bank of Australia ha annunciato che esiste ancora un alto rischio di taglio dei tassi di credito del paese ed ha quindi provveduto ad abbassare le sue previsioni per la sterlina. Il primo ministro Gordon Brown ha autorizzato lo stanziamento di circa 100 miliardi di sterline (142 miliardi di dollari) in favore degli istituti creditizi maggiormente in difficoltà.
S&P Mib i migliori e i peggiori di giornata: 19-01-2009
S&P Mib i top 10 di giornata:
TELECOM ITALIA 1,0930 (+3,31%); PARMALAT 1,2060 (+2,12%); ENEL 4,3800 (+1,62%); SNAM 4,0350 (+1,45%); STMICROELECTRON 4,3525 (+1,22%); PRYSMIAN 9,5750 (+1,22%); MEDIASET 4,0450 (+1,19%); MONDADORI 3,2575 (+1,16%); TERNA 2,4075 (+1,05%); A2A 1,3030 (+1,01%).
S&P Mib i flop 10 di giornata:
BANCO POPOLARE 4,5075 (-6,92%); UNICREDIT 1,4500 (-6,81%); FASTWEB 18,6500 (-6,75%); FIAT 4,4800 (-4,88%); INTESA SANPAOLO 2,3800 (-3,84%); UBI BANCA 9,8950 (-3,46%); BANCA MPS 1,2610 (-3,30%); ALLEANZA 5,8550 (-3,22%); BANCA POP MI 3,9725 (-3,05%); GENERALI 17,5300 (-2,99%).
La fiducia degli investitori verso Obama fa indebolire lo yen nei confronti delle altre valute
Lo yen perde terreno nei confronti dell’euro, dopo gli sforzi intrapresi dal governo giapponese per risollevare la situazione delle banche maggiormente in difficoltà. La valuta asiatica si è inoltre indebolita anche nei confronti del dollaro della Nuova Zelanda e del dollaro australiano: tale evento è stato provocato in particolare dall’atteggiamento degli investitori, i quali hanno mostrato tutta la loro fiducia nei confronti dei piani del presidente eletto statunitense Barack Obama per ricapitalizzare le banche statunitensi, potenziando la domanda per gli assets ad alto rendimento finanziati in yen. Yuji Saito, a capo del settore degli scambi esteri della sede di Tokyo della Societe Generale, seconda banca francese per quanto riguarda il valore di mercato, non si è mostrato molto ottimista:
Le speranze mostrate nei confronti dell’amministrazione Obama stanno favorendo la propensione al rischio. Lo yen verrà dunque venduto.
Analisi Tecnica: indici americani sui supporti
Anche oltreoceano gli indici si flettono sotto la pressione delle vendite: dopo aver testato precisamente la statica di lungo periodo rossa posta a 9031 il Dow Jones ripiega con violenza fino a raggiungere il supporto a 8129 non violato in chiusura di candela daily.
È ora questo il livello da non rompere nuovamente per evitare di rivedere i minimi del 2008 ed innescare un nuovo ribasso violento.
La tenuta degli 8129 negli ultimi due giorni della settimana porta comunque una ventata di ottimismo per la settimana entrante, che vede la prima resistenza posta a 8795 con target ancora 9031: un long si potrà tentare comunque anche su un ritorno agli 8129 nelle sedute di Lunedì e Martedì per anticipare un’eventuale ripresa degli indici, con la possibilità di inserire stop-loss (oppure stop & reverse) appena al di sotto dello stesso livello.
Si avvicina l’accordo sul gas tra Russia e Ucraina dopo le pressioni dell’UE
Sembra ormai molto vicino l’accordo tra il primo ministro russo, Vladimir Putin, e il suo omologo ucraino, Yulia Timoshenko, riguardo alle forniture di gas naturale: in tal modo sarà possibile riavviare gli equipaggiamenti verso l’Europa dopo quasi due settimane di sospensione. Una serie di documenti predisposti per stabilire i prezzi di copertura e le tariffe di transito del gas dovrebbero infatti essere preparati a partire da domani, permettendo in tal modo di far riprendere le esportazioni russe attraverso l’Ucraina, così come ha affermato la stessa Timoshenko dopo un meeting a Mosca con Putin. I due primi ministri si sono accordati affinchè l’Ucraina possa ottenere uno sconto del 20% sui prezzi che pagherà quest’anno per il gas proveniente dalla Russia: Putin ha precisato che l’accordo è stato raggiunto per dar modo all’ex repubblica sovietica di mantenere le tariffe attualmente in vigore per il trasporto del carburante verso l’Europa.
La svolta nella vicenda del gas tra le due nazioni è dunque arrivata, in particolare dopo che alcuni commissari dell’Unione Europea, la quale ha notevolmente sofferto delle riduzioni adottate nel periodo più critico della vicenda, hanno aumentato la loro pressione verso le due parti per cercare di trovare una soluzione in tempi rapidi. OAO Gazprom, la più grande compagnia russa e il maggior estrattore al mondo, aveva sospeso lo scorso 7 gennaio i flussi di gas naturale verso l’Europa, dopo la rottura delle trattative a causa della discordanza di vedute sui prezzi da applicare. Ora, Russia e Ucraina sono pronte ad adottare una formula europea di prezzo per i rifornimenti ed il transito di gas durante il prossimo anno.
I dati negativi sull’economia USA spingono lo staff di Obama a rivedere i programmi di sostegno finanziario
Il presidente eletto statunitense Barack Obama dovrà valutare attentamente con tutta probabilità un piano di salvataggio bancario che possa unire “iniezioni” di nuovo capitale ai vari passi necessari per affrontare nella maniera migliore il problema degli assets nocivi, i quali sono di ostacolo ai bilanci dei prestatori. Il team economico di Obama provvederà inoltre ad utilizzare una parte importante dei 350 miliardi di dollari che avanzeranno dal Troubled Asset Relief Program, al fine di favorire i proprietari di immobili che vogliono evitare il pignoramento. La liquidazione dei titoli finanziari di questa settimana e il continuo rallentamento dell’economia statunitense sono i due punti che preoccupano maggiormente Timothy Geithner, il segretario del Tesoro designato dal neo-eletto presidente e il capo delle strategie economiche del nuovo team, Lawrence Summers, al punto che sarà necessario mettere a punto un programma ancora più dettagliato.
Analisi Tecnica: brutta settimana per l’S&P-Mib
La settimana si chiude per l’S&P-Mib con una performance negativa prossima al 7%: dopo aver aperto la settimana a quota 19992, l’indice segna un massimo iun area 20200 per poi ripiegare violentemente sotto la pressione delle vendite fino a segnare il minimo a 18306. In chiusura recupera poi 400 punti portandosi a 18703.
Gli swing sul weekly girano in negativo, mentre il Main Trend rimane saldamente ancorato al minimo della prima settimana di Dicembre dopo il tentativo d’inversione attualmente fallito. La mancara revisione dei minimi del 2008 unita al superamento dei 21000 girerà in positivo l’indicatore, e solo in quel momento si potrà valutare un ingresso long di medio periodo.
Sul grafico daily, il Main Trend diventana negativo dopo il minimo segnato Lunedì mattina. Al superamento del supporto passante per 19600 accellera poi al ribasso fino a colpire il target a 18300, livello dal quale poi trova la forza per un timido rimbalzo.
S&P Mib i migliori e i peggiori di giornata: 16-01-2009
S&P Mib i top 10 di giornata:
PRYSMIAN 9,4600 (+10,71%); GENERALI 18,0700 (+5,43%); TENARIS 7,8250 (+4,06%); ENI 16,7900 (+3,26%); FONDIARIA – SAI 13,2900 (+2,55%); UNICREDIT 1,5560 (+2,44%); INTESA SANPAOLO 2,4750 (+2,38%); FINMECCANICA 11,4800 (+2,23%); ALLEANZA 6,0500 (+2,11%); MEDIOLANUM 3,0200 (+1,77%).
S&P Mib i flop 10 di giornata:
FASTWEB 20,0000 (-7,75%); FIAT 4,7100 (-4,07%); BUZZI UNICEM 9,9000 (-3,70%); BANCA MPS 1,3040 (-2,54%); BANCA POP MI 4,0975 (-2,38%); UBI BANCA 10,2500 (-2,10%); GEOX 4,3750 (-1,74%);LUXOTTICA GROUP 11,3100 (-1,57%); L’ESPRESSO 1,0930 (-1,53%); PIRELLI 0,2540 (-1,36%).
Social card: Tremonti replica alle accuse
“Un pasticcio di Stato in salsa tremontiana” e una truffa ai danni della povera gente. Cosi era stata definita la social card da alcuni esponenti
Giappone, Shirakawa: condizioni finanziarie sempre più aspre
Le condizioni finanziarie del Giappone? Sempre più aspre – e in tempi sempre più stretti. A confermarlo oggi è il governatore della banca del Giappone Masaaki Shirakawa. A dicembre la Boj ha tagliato il suo tasso chiave allo 0,10%. Inoltre, per aiutare le imprese a far fronte alla crisi, ha deciso di comprare temporaneamente commercial paper direttamente.
La Boj continuerà a fare del suo meglio come banca centrale per portare l’economia giapponese su un sentiero di crescita sostenibile con la stabilità dei prezzi
Come spiega il Governatore, l’economia mondiale rallenta rapidamente, e questo processo sta coinvolgendo anche i paesi emergenti, anche se si comportano ancora relativamente bene. In Giappone, però, l’economia si starebbe deteriorando, le spese di investimenti stanno diminuendo e consumi e produzione stanno rallentando. Il Paese, dunque, dovrà probabilmente affrontare condizioni ancora più dure. Staremo a vedere cosa accadrà al prossimo meeting di politica monetaria della Boj, il 21 e 22 gennaio.
Le previsioni economiche di Bankitalia accentuano il dissidio tra governo e banca centrale
Non sono positive le previsioni economiche della Banca d’Italia riguardo all’andamento dell’economia del nostro paese: quest’ultima, infatti, secondo l’istituto creditizio, dovrebbe subire la sua peggiore contrazione da più di trent’anni a questa parte. Bankitalia ha inoltre precisato in una dichiarazione pervenuta via e-mail che:
Se si dovessero tenere in considerazione le misure adottate dal governo, l’economia dovrebbe scendere di 2 punti percentuali, per poi riprendersi ed espandersi dello 0,5% nel 2010.
L’ultima contrazione economica di questo tipo in Italia si era verificata nel 1975. Le previsioni economiche della banca centrale sono notevolmente peggiori rispetto a quanto avevano annunciato Confindustria e Confcommercio, le quali avevano dichiarato che la contrazione economica sarebbe stata dell’ordine, rispettivamente, dell’1,3% e dello 0,6%.
Analisi Tecnica: S&P-MIB arriva al target…ed ora?
Nuovo scrollone per le borse mondiali con l’indice italiano che chiude mettendo a segno una performance negativa prossima al 2%. Nelle prime 4 ore di
S&P Mib i migliori e i peggiori di giornata: 15-01-2009
S&P Mib i top 10 di giornata:
FINMECCANICA 11,2300 (+1,91%); ENEL 4,2775 (+0,77%); PARMALAT 1,1920 (+0,76%); TERNA 2,3600 (+0,64%); ALLEANZA 5,9250 (+0,25%); GEOX 4,4525 (+0,23%); BUZZI UNICEM 10,2800 (+0,19%); FASTWEB 21,6800 (+0,09%); BANCA POP MI 4,1975 (-0,18%); FONDIARIA – SAI 12,9600 (-0,31%).
S&P Mib i flop 10 di giornata:
UNICREDIT 1,5190 (-5,65%); FIAT 4,9100 -5,58%; BANCO POPOLARE 4,8775 (-4,64%); MONDADORI 3,2450 (-3,92%); GENERALI 17,1400 (-3,38%); A2A 1,2920 (-3,37%); PIRELLI 0,2575 (-3,20%); AUTOGRILL 5,3000 (-3,11%); TENARIS 7,5200 (-3,03%); UNIPOL 1,1590 (-2,52%).
Nortel presenta istanza di fallimento. Richiesto il “chapter 11”
La crisi economica colpisce ancora. La Nortel Networks Corp., azienda canadese leader riconosciuto nella fornitura di funzionalità di comunicazione, ha presentato istanza di fallimento. L’azienda, infatti, ieri ha fatto richiesta del cosiddetto “chapter 11“, il regime di amministrazione controllata che le permetterebbe di scongiurare la bancarotta. La richiesta di protezione riguarda il Canada, gli Stati Uniti e anche diverse filiali europee. Difficile la situazione in cui si trova attualmente la Nortel: le vendite sono notevolmente diminuite, soprattutto nelle zone del Nord America, con perdite di oltre 3 miliardi e mezzo di dollari ed il conseguente licenziamento di migliaia di dipendenti.