Santos pronta a risarcire i danni dell’eruzione di fango del 2006 in Indonesia

 Santos Ltd., la terza maggior azienda australiana attiva nella produzione di petrolio e gas naturale, ha avviato alcuni negoziati volti a stabilire la sua responsabilità nel disastro provocato dalla eruzione di fango che due anni e mezzo fa ha colpito l’Indonesia, provocando lo sfollamento di più di 30.000 persone  e milioni di dollari di danni: secondo gli analisti economici, l’obiettivo principale è quello di trovare un accordo tra le parti. L’accordo, il quale avrebbe comunque bisogno dell’approvazione dei regolatori indonesiani, potrebbe essere raggiunto già durante questa settimana, secondo quanto rivelato dall’Australian Financial Review. Il fango aveva cominciato a colare dal Banjar Panji dopo un’eruzione avvenuta nel maggio 2006 ed aveva inondato case, risaie e fattorie.

 

Il costo che la società australiana potrebbe pagare in questo caso si aggira su una cifra superiore agli 830 milioni di dollari australiani (549 milioni di dollari). Andrew Williams, analista finanziario di Credit Suisse Group di Melbourne, si è così espresso al riguardo:

L’intera questione può essere sintetizzata nel fatto che nessuno sa di che proporzioni sarà la responsabilità di Santos; potrebbe essere molto bassa, ma anche significativamente alta.

In febbraio, Santos ha provveduto a far aumentare le forniture per l’incidente da 7 milioni a 79 milioni di dollari: in settembre, poi, la stessa compagnia ha fatto sapere di ritenere la fornitura stanziata appropriata alla situazione ed ha respinto le accuse secondo cui starebbe sottovalutando la gravità del disastro.

Casse dello Stato: +1,9% in primi 10 mesi 2008

 Nel periodo gennaio-ottobre 2008 le entrate erariali, al lordo delle una tantum, sono risultate superiori di 6.038 mln di euro (+1,9%) rispetto a quelle dello stesso periodo del 2007.Si registar una crescita di 5.393 mln (+1,7%).

Questa la notizia che si evince dal bollettino del Dipartimento delle finanze, da cui possiamo trarre anche notizie più specifiche:

– 174.081 mln (+4,9%) derivano dalle imposte dirette
– 146.195 mln (-1,4%) dalle imposte indirette.

Al netto delle una tantum, che ammontano a 1.784 mln, le entrate sono state 318.492 mln (+1,7%): 172.297 mln (+4,5%) dalle imposte dirette e 146.195 mln (-1,4%) da quelle indirette. I dati sono al netto del gettito derivante dalla rateazione residua del condono, istituito con il Dl 282/2002 e con la Legge 289/2002.

Hanno dato un peso positivo alle casse dello Stato le ritenute da lavoro dipendente, il cui andamento favorevole è dovuto essenzialmente al rinnovo dei contratti, che ha interessato alcuni grandi comparti (tra cui il settore metalmeccanico e il settore del credito). Difatti proprio durante la prima parte dell’anno sono stati corrisposti anche importi arretrati con conseguenti maggiori ritenute affluite esclusivamente nei mesi in cui essi sono stati erogati. Situazione di rallentamento invece per la seconda metà dell’anno, in cui l’andamento positivo delle ritenute registrato nei primi mesi non poteva ovviamente essere mantenuto allo stesso livello nei mesi successivi.

Marchionne: solo 5 o 6 produttori auto rimarranno sul mercato

 Il mercato dell’auto sembra piu di altri patire questa crisi finanziaria che ormai da un anno sta intaccando l’economia mondiale. La General Motors, che fino ad un anno e mezzo era fra le prime cinque societá quotate a Wall Street, ora e’ ad un passo dal fallimento, insieme alla altre due sorelle di Detroit, Ford e Chrysler. Ma anche in Europa ed Asia la situazione non é certo migliore, se si pensa che quasi tutti i grandi produttori di auto da Fiat a Renault fino a Wolksvagen hanno deciso per una chiusura degli stabilimenti di venti giorni almeno durante le feste natalizie. La stessa Toyota considerata da anni come l’azienda perfetta ha lanciato un allarme utili e ha rivisto le sue stime per il 2009 al ribasso.

Tutti i governi, a cominciare dalla nuova amministrazione americana stanno pensando a come aiutare questo settore vitale per l’economia industriale di ogni Paese. Anche in Italia si sta pensando a come aiutare il colosso Fiat che sembra tornata ai livelli di pre Marchionne, quando ormai il fallimento sembrava davvero dietro l’angolo. Il problema di Fiat é che al contrario di altri colossi industriali europei o americani ha gia’ abbondantemente goduto degli aiuti ed incentivi statali per oltre un ventennio e quindi ora esiste solo maggiore attenzione verso simili inziative.

Q-Cells taglia le previsioni di profitto: in crescita le dilazioni nelle consegne

 Q-Cells SE, la più grande compagnia al mondo per quanto riguarda la produzione di cellule fotovoltaiche, si è vista costretta a tagliare le sue previsioni di guadagno per quest’anno e anche per il 2009: il provvedimento si è reso necessario a causa del persistente indebolimento della domanda del settore, dato che i clienti tendono sempre più a posticipare le consegne. Il reddito netto per il 2008 della società tedesca sarà pari a circa 185 milioni di euro, il che significa non aver centrato la stima degli analisti, la quale prevedeva un profitto pari a 215 milioni di euro: l’annuncio è stato dato dalla compagnia, che ha sede in Germania, nella città di Thalheim, durante una conferenza stampa.

Entrando nel dettaglio, le vendite di Q-Cells ammonteranno a 1,225 miliardi di euro: anche in questo caso la cifra è inferiore alla previsione di 1,35 miliardi di euro. Secondo la stessa compagnia:

Nel corso degli ultimi anni, l’incertezza e l’indebolimento della domanda di mercato sono cresciuti notevolmente, anche a causa della crisi finanziaria. Il risultato è che un numero crescente di clienti di Q-Cells posticiperà le consegne fino alla fine di quest’anno. Queste grandezze non possono essere rimpiazzate in breve termine.

La domanda dovrebbe continuare a essere debole anche nei primi mesi del 2009, con una produzione totale che oscillerà tra gli 800 e i 1.000 megawatt: la società ha provveduto a fornire una previsione economica secondo cui vi sarò una produzione di almeno un gigawatt e un profitto pari a 2,25 miliardi di euro.

Ocse: disoccupazione in aumento e cala fiducia dei consumatori (Isae)

 La crisi finanziaria non si ferma ed estende conseguenze sull’economia reale. Contagia istituzioni e
mercati, incluse le economie emergenti, che fino a poco tempo fa parevano relativamente immuni. Lo sottolinea l’ultimo rapporto dell’Ocse. L’unica situazione che è in miglioramento per i consumatori è relativamente al petrolio: il calo dell’oro nero e dei prezzi delle materie prime daranno qualche sollievo sul fronte dell’inflazione.
Il nuovo capo-economista dell’Ocse, Klaus Schmidt-Hebbel ha commentato così il rapporto:

Le incertezze che gravano sulle previsioni sono estremamente ampie. Molto dipendera’ dalla rapidita’ con cui sara’ superata la crisi finanziaria. Il Pil degli Usa scendera’ fino alla meta’ del prossimo anno per poi riprendersi gradualmente, man mano che si attenueranno gli effetti della stretta creditizia, la crisi immobiliare avra’ raggiunto il fondo e si fara’ sentire l’impatto della riduzione dei tassi.Dopo il calo dello 0,6% del Pil nel 2009, potremo attenderci una ripresa dell’1,2% solo nel 2009.

Nintendo rileverà Sony dopo le ottime performance di vendita nel mercato USA

 Nintendo Corporation è pronta a rilevare una quota consistente di Sony Co., dato che la maggior azienda al mondo per quanto riguarda la produzione di apparecchi per videogames ha annunciato che le vendite della sua consolle Wii sono più che raddoppiate durante il “venerdì nero” della settimana di shopping, consentendo in tal modo di far risollevare la spesa per i consumi statunitensi. La società giapponese ha venduto infatti poco meno di 800.000 consolle Wii nel periodo di riferimento, così come ha anche precisato il presidente Satoru Iwata in un’intervista a Kyoto, città dove ha sede la Nintendo: le vendite si sono notevolmente incrementate rispetto allo scorso anno, anche perchè la compagnia ha provveduto a far aumentare la produzione per venire incontro alla domanda.

 

Le vendite della Nintendo nel mercato statunitense contrastano con la tendenza attualmente dominante della spesa per consumo, la quale persiste ad essere debole anche in questo quarto trimestre; il comparto dei negozi al dettaglio sta registrando la sua peggior crisi da almeno quarant’anni a questa parte. Iwata ha anche voluto spiegare il successo della sua compagnia:

Siamo stati fortunati a poter osservare i nostri prodotti tra le scelte preferite dai consumatori. In un periodo in cui l’economia si sta progressivamente deteriorando, è molto importante rimanere su tali livelli.

Libia azionista di Eni per il 10% del capitale

 Sicuramente fa bella mostra di sè Eni a Piazza Affari dopo l‘accordo con il Governo libico che vuole il 10% del capitale. Il titolo del colosso petrolifero registra un progresso del 9% a 16,79 euro. Pasquale De Vita, presidente Unione Petrolifera ha così commentato l’accordo:

La volontà espressa da un paese produttore di voler entrare nel capitale è anche un grande riconoscimento all’Eni.

Sembra infatti che sia stata proprio la Libia a manifestare al Governo italiano l’interesse a rilevare il 5% circa di Eni e la partecipazione avverrà attraverso il Libyan Energy Fund. Per il momento c’è il proposito del 5%, ma l’obiettivo è in realtà portare il fondo a detenere fino al 10% del capitale, come ha spiegato in un’intervista alla stampa l’ambasciatore libico in Italia, Hafed Gaddur. Allo scopo di arrivare a questa percentuale, gli acquisti saranno effettuati “compatibilmente con le condizioni del mercato”, ma direttamente in Borsa.

Lo sciopero contro l’arresto di due sindacalisti fa chiudere due miniere di Penoles

 Due miniere messicane gestite dalla Industrias Penoles SAB, maggior azienda al mondo per quanto riguarda la produzione dell’argento, e altre due miniere rese operative da una società controllata, sono state chiuse dopo che i lavoratori avevano avviato uno sciopero volto a protestare contro l’arresto di due funzionari sindacali. Anche la produzione all’interno delle miniere Sabinas e Madero nello stato messicano di Zacatecas è stata bloccata, dato che la Mining and Metal Workers Union si era appellata in maniera illegale ai suoi membri per interrompere il lavoro dopo gli arresti. Fresnillo Plc, una delle unità produttive di Penoles, ha fatto sapere che le sue miniere, oltre a quelle di Ciniega, sono state chiuse: Fresnillo rappresenta la principale miniera d’argento al mondo.

 

Il Mexican Attorney General’s Office, la procura generale della nazione centroamericana, ha provveduto agli arresti di Carlos Pavon Campos, direttore della comunicazione del sindacato, e Juan Linares Montufar, addetto alla sicurezza, dopo che i lavoratori avevano accolto il reclamo secondo cui il sindacato avrebbe mal gestito un finanziamento di 55 milioni di dollari dei minatori. Anche il governo messicano si è mosso per “congelare” alcuni conti bancari del sindacato. Secondo Rodrigo Heredia, analista della società Ixe Casa de Bolsa SA:

Tale problema è cominciato come una questione a due, tra Grupo Mexico e il sindacato, ma si sta trasformando pian piano in un vero e proprio conflitto tra il sindacato e il settore minerario.