Fiat e Chrysler, ecco l’accordo. Mentre Sarkozy termina il “piano auto”

 Come anticipato, è arrivata la firma tra Fiat e Chrysler: una lettera d’intenti non vincolante per la creazione di un’alleanza strategica globale.  Il contratto vero e proprio è previsto per aprile: questo, dopo che la casa automobilistica americana fondata nel 1925 avrà ottenuto dal Tesoro l’approvazione del suo piano di risanamento.

Un accordo che, però, non ha influenzato positivamente l’andamento della Borsa: dopo un rialzo iniziale, il titolo Fiat è stato spinto ai minimi storici: -1,34% a 4,42 euro.
L’accordo non presenta novità rispetto a quanto trapelato in questi giorni frenetici per le due aziende: Chrysler, oltre ad avere accesso alla rete di distribuzione Fiat, si vedrà fornire dagli italiani licenze per usare piattaforme per veicoli a basso consumo, motori, componenti e trasmissioni, e li potrà adattare  alle proprie esigenze e produrre nei propri impianti.

Analisi Tecnica: Soybean e Crude Oil

 Il superamento del livello naturale resistivo posto a 964 sul future Soybean ha consentito un allungo verso 1051. Dal massimo relativo si è poi tornati a testare con decisione il supporto, che ha retto perfettamente i prezzi per 4 giornate consecutive.
Ancora non si è rivisto il massimo del 12 Gennaio 2009 ma poco manca ormai: una violazione proietterà i prezzi a testare il livello intermedio passante per 1090 prima per poi proseguire la corsa verso i 1194 poi, prossimo target di medio periodo.
Lo scenario è dunque positivo su questa commodity come lo è sul future Wheat che reagisce ugualmente dai minimi di periodo confermando una tenuta dei supporti.
Il quadro peggiorerà parzialmente al superamento al ribasso del nuovo supporto dinamico passante per 1008, anche se una prima importante conferma di ribasso per il medio periodo la si avrà con la rottura dei 964 che porterà le quotazioni a testare la Bollinger inferiore passante per 882 coincidente con il supporto statico a 874.

I subprime colpiscono anche RBS: pesanti perdite per la banca britannica e crollo del titolo

 Royal Bank of Scotland Group Plc, la quale sta tentando di far fronte alla maggiore perdita nella storia economica britannica, si è impegnata a rendere disponibili 6 miliardi di sterline (8,7 miliardi di dollari) nei confronti dei prestatori del Regno Unito: dunque, il prestito bancario fa un altro passo verso il totale controllo governativo. In cambio delle garanzie del governo per le perdite causate dal debito e dalla crisi dei mutui subprime, la banca dovrà ora firmare un accordo col Tesoro al fine di stabilire quanto denaro intende dare in prestito e in che termini. RBS ha fatto sapere tramite i suoi portavoce di temere di diventare in tal modo una sorta di “cavia da laboratorio” e che l’accordo sui prestiti verrà effettuato solamente in termini commerciali. Tale accordo mette in risalto l’intervento più diretto che il governo britannico abbia mai attuato nella gestione di una banca.

Crisi, allarme Europa. Italia, Pil a -2%. E la Fiat tratta con Chrysler

L’ombra della crisi sull’Europa. Non è una novità, ma questa volta è il Commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia a parlare. L’Europa arretra ed esplode il deficit. In previsione, il prodotto interno lordo della zona euro scenderà dell’1,8%. In Italia, naturalmente, calerà ulteriormente: 2% – come previsto anche in precedenza dagli analisti della Banca d’Italia. Saranno 12 nazioni europee (compresa, sempre naturalmente, l’Italia), a vedere un superamento dei limiti del Patto di Maastricht del disavanzo pubblico.

I dati di previsione diffusi da Bruxelles non sono incoraggianti: si stimano, infatti, 3,5 milioni di disoccupati in più l’anno prossimo in Europa.

Parole chiare:

La situazione economica e la prospettiva rimangono eccezionalmente incerte, mentre il mondo fronteggia la sua crisi peggiore dal tempo della Seconda guerra mondiale

Sterlina sempre più debole nei confronti delle altre valute: il debito britannico crescerà ancora

 La sterlina è scesa al suo livello più basso nei confronti dello yen: inoltre, la valuta britannica ha raggiunto la sua peggior quotazione nei confronti del dollaro da sei anni a questa parte. Il motivo di questi cali dev’essere ritrovato nell’azione del governo, il quale è costretto a provvedere al salvataggio di un numero consistente di banche. Jim Rogers, portavoce della società Rogers Holdings di Singapore, non ha usato mezzi termini al riguardo ed ha definito come “completamente rovinata” l’economia del Regno Unito, precisando anche che gli investitori dovrebbero vendere la valuta. La Commonwealth Bank of Australia ha annunciato che esiste ancora un alto rischio di taglio dei tassi di credito del paese ed ha quindi provveduto ad abbassare le sue previsioni per la sterlina. Il primo ministro Gordon Brown ha autorizzato lo stanziamento di circa 100 miliardi di sterline (142 miliardi di dollari) in favore degli istituti creditizi maggiormente in difficoltà.

La fiducia degli investitori verso Obama fa indebolire lo yen nei confronti delle altre valute

 Lo yen perde terreno nei confronti dell’euro, dopo gli sforzi intrapresi dal governo giapponese per risollevare la situazione delle banche maggiormente in difficoltà. La valuta asiatica si è inoltre indebolita anche nei confronti del dollaro della Nuova Zelanda e del dollaro australiano: tale evento è stato provocato in particolare dall’atteggiamento degli investitori, i quali hanno mostrato tutta la loro fiducia nei confronti dei piani del presidente eletto statunitense Barack Obama per ricapitalizzare le banche statunitensi, potenziando la domanda per gli assets ad alto rendimento finanziati in yen. Yuji Saito, a capo del settore degli scambi esteri della sede di Tokyo della Societe Generale, seconda banca francese per quanto riguarda il valore di mercato, non si è mostrato molto ottimista:

Le speranze mostrate nei confronti dell’amministrazione Obama stanno favorendo la propensione al rischio. Lo yen verrà dunque venduto.

Analisi Tecnica: indici americani sui supporti

 Anche oltreoceano gli indici si flettono sotto la pressione delle vendite: dopo aver testato precisamente la statica di lungo periodo rossa posta a 9031 il Dow Jones ripiega con violenza fino a raggiungere il supporto a 8129 non violato in chiusura di candela daily.
È ora questo il livello da non rompere nuovamente per evitare di rivedere i minimi del 2008 ed innescare un nuovo ribasso violento.
La tenuta degli 8129 negli ultimi due giorni della settimana porta comunque una ventata di ottimismo per la settimana entrante, che vede la prima resistenza posta a 8795 con target ancora 9031: un long si potrà tentare comunque anche su un ritorno agli 8129 nelle sedute di Lunedì e Martedì per anticipare un’eventuale ripresa degli indici, con la possibilità di inserire stop-loss (oppure stop & reverse) appena al di sotto dello stesso livello.

Si avvicina l’accordo sul gas tra Russia e Ucraina dopo le pressioni dell’UE

 Sembra ormai molto vicino l’accordo tra il primo ministro russo, Vladimir Putin, e il suo omologo ucraino, Yulia Timoshenko, riguardo alle forniture di gas naturale: in tal modo sarà possibile riavviare gli equipaggiamenti verso l’Europa dopo quasi due settimane di sospensione. Una serie di documenti predisposti per stabilire i prezzi di copertura e le tariffe di transito del gas dovrebbero infatti essere preparati a partire da domani, permettendo in tal modo di far riprendere le esportazioni russe attraverso l’Ucraina, così come ha affermato la stessa Timoshenko dopo un meeting a Mosca con Putin. I due primi ministri si sono accordati affinchè l’Ucraina possa ottenere uno sconto del 20% sui prezzi che pagherà quest’anno per il gas proveniente dalla Russia: Putin ha precisato che l’accordo è stato raggiunto per dar modo all’ex repubblica sovietica di mantenere le tariffe attualmente in vigore per il trasporto del carburante verso l’Europa.

La svolta nella vicenda del gas tra le due nazioni è dunque arrivata, in particolare dopo che alcuni commissari dell’Unione Europea, la quale ha notevolmente sofferto delle riduzioni adottate nel periodo più critico della vicenda, hanno aumentato la loro pressione verso le due parti per cercare di trovare una soluzione in tempi rapidi. OAO Gazprom, la più grande compagnia russa e il maggior estrattore al mondo, aveva sospeso lo scorso 7 gennaio i flussi di gas naturale verso l’Europa, dopo la rottura delle trattative a causa della discordanza di vedute sui prezzi da applicare. Ora, Russia e Ucraina sono pronte ad adottare una formula europea di prezzo per i rifornimenti ed il transito di gas durante il prossimo anno.

I dati negativi sull’economia USA spingono lo staff di Obama a rivedere i programmi di sostegno finanziario

 Il presidente eletto statunitense Barack Obama dovrà valutare attentamente con tutta probabilità un piano di salvataggio bancario che possa unire “iniezioni” di nuovo capitale ai vari passi necessari per affrontare nella maniera migliore il problema degli assets nocivi, i quali sono di ostacolo ai bilanci dei prestatori. Il team economico di Obama provvederà inoltre ad utilizzare una parte importante dei 350 miliardi di dollari che avanzeranno dal Troubled Asset Relief Program, al fine di favorire i proprietari di immobili che vogliono evitare il pignoramento. La liquidazione dei titoli finanziari di questa settimana e il continuo rallentamento dell’economia statunitense sono i due punti che preoccupano maggiormente Timothy Geithner, il segretario del Tesoro designato dal neo-eletto presidente e il capo delle strategie economiche del nuovo team, Lawrence Summers, al punto che sarà necessario mettere a punto un programma ancora più dettagliato.