Fed approva American Express come banca commerciale per riassestare perdite

 American Express Co. ha ottenuto il consenso della Federal Reserve per diventare una banca commerciale: in tal modo la società statunitense potrà accedere ai fondi governativi, un particolare non indifferente in un periodo in cui sono molto alti i rischi per il settore delle carte di credito. La Fed ha rinunciato a un periodo di attesa di trenta giorni riguardo a tale richiesta a causa delle circostanze inusuali che stanno influenzando i mercati finanziari. Il portavoce della Fed, Ben Bernanke, ed i suoi colleghi hanno approvato il piano all’unanimità.

 

Con i rischi crescenti nel tasso di disoccupazione degli Stati Uniti, ottobre è stato il primo mese dal 1993 in cui le compagnie di carte di credito non sono riuscite nell’intento di vendere i bond sostenuti dai pagamenti dei clienti. American Express ha fatto sapere lo scorso mese che i detentori di carte di credito non sono stati in grado di ripagare i prestiti nel terzo trimestre a un tasso almeno doppio rispetto al 2007. Frederic Dickson, stratega di mercato per la D.A. Davidson di Lake Oswego (Oregon), si è così espresso:

Quell’impresa si è completamente inaridita. Se fossi un azionista, non mi invierebbe un messaggio così incoerente.

Per Noble le commodities torneranno a salire. Il mercato tuttavia resta in preda alla paura

 Per Noble Group Ltd le commodities torneranno a salire. La società con sede a Singapore e attiva nel settore delle materie prime ha presentato oggi i risultati economici relativi al terzo trimestre: utile netto  di 148 milioni di euro in salita dai 61 milioni dell’anno scorso; ricavi che balzano del 66% a quota 9,4 miliardi. Richard Elman, amministratore delegato del gruppo si è espresso con ottimismo intorno alle prospettive di redditività, dichiarando che il calo delle commodities è solo temporaneo e che i prezzi potrebbero tornare a salire grazie agli interventi dei governi per rilanciare la crescita economica.

“Quello che vedo è un punto di minimo. Non sarei sorpreso se vedessi i prezzi decollare ancora nei prossimi 12/18 mesi. […] Molti paesi agiranno con rinnovato vigore per revitalizzare le proprie economie. I cinesi stanno mettendo un sacco di soldi nelle infrastrutture.”

Anche il Santander a sorpresa delibera un aumento di capitale

 Ha destato un pò di impressione la decisione del Banco di Santander di varare un maxiaumento di capitale da 7,2 miliardi di euro. Nell’ambito dell’operazione di rafforzamento del capitale verrà emessa al prezzo di 4,5 euro un’azione ogni quattro esistenti pari all’emissione di 1,6 milioni di nuove azioni. L’aumento di capitale è garantito: una nota spiega che agli attuali azionisti spetta un diritto di opzione; inoltre, sia questi ultimi che gli investitori che compreranno i diritti sul mercato possono richiedere di sottoscrivere altre azioni in aggiunta a quelle che gli spetterebbero sulla base dei diritti di cui dispongono. Se le richieste per ulteriori azioni non sono sufficienti a coprire l’aumento di capitale, le azioni restanti potranno infine essere allocate in maniera discrezionale agli investitori. Questa notizia non è affatto piaciuta alla Borsa dove il titolo ha perso ieri quasi il 5% ed oggi è in calo di quasi il 6%.

Petrobras passa da principale investitrice petrolifera a peggior compagnia del settore: il prezzo del petrolio non aiuta la società brasiliana

 Petroleo Brasileiro SA, la società investitrice preferita tra le principali compagnie petrolifere mondiali in questa prima metà del 2008, è ora invece passata a rivestire il ruolo di peggiore compagnia del settore a causa delle pesanti perdite. Petrobras ha infatti fatto rilevare le performance più negative tra le dieci più importanti compagnie petrolifere pubbliche sin dal mese di maggio. Il titolo della compagnia brasiliana ha perso ben il 53% del suo valore, a causa della brusca caduta dei prezzi dell’energia e della grave crisi finanziaria che hanno bloccato o reso vani gli sforzi volti allo sfruttamento della più grande piattaforma scoperta negli ultimi trenta anni nel continente americano.

 

Il trend dei profitti rallenterà inesorabilmente dall’80% nel terzo trimestre del 2008 ai miseri 6,2 punti percentuali del prossimo anno, secondo alcune previsioni. Gianna Bern, presidente della Brookshire Advisory & Research Inc. di Flossmoor (Illinois), si è così espressa al riguardo:

Il calo nei prezzi del petrolo le attuali crisi finanziarie andranno ad intaccare in buona parte Petrobras. L’esplorazione sottomarina a costi molto alti, con un alto rischio e un petrolio a 60 o 70 dollari saranno lo stimolo a una rivalutazione delle loro priorità di sviluppo.

 

Per il g20 di San Paolo necessarie politiche cordinate contro la crisi e la Bce approva

 Il gruppo delle 20 economie avanzate ed emergenti ha concordato oggi sulla necessità di un’azione coordinata contro la crisi finanziaria globale. Lo si legge nel comunicato finale diffuso al termine del vertice a San Paolo in Brasile. Nella nota si legge che le potenze devono trovare misure per ripristinare la crescita e la stabilità finanziaria e che il G20 deve giocare un ruolo chiave nel garantire la stabilità economica e finanziaria, nonché agire insieme per ridurre la volatilità del mercato e far tornare alla normalità il mercato del credito. Il G20 ha anche riconosciuto la necessità di migliorare la supervisione e la governance delle istituzioni finanziarie, nonché garantire una appropriata supervisione di istituzioni come le agenzie di rating. Il vertice ha concordato sulla necessità che le potenze garantiscano che tutti i settori della finanza siano regolati in modo appropriato.

Per AIG 150 miliardi di dollari: ancora un tentavivo per scongiurare il fallimento

 La vicenda AIG (American International Group) non è chiusa. Oggi verrà pubblicata la trimestrale del gruppo, ma ciò che adesso attrae l’attenzione del mercato è il flusso di notizie intorno al salvataggio. Il governo USA potrebbe tornare a versare risorse nel colosso assicurativo per allontanare ulteriormente i rischi di fallimento e dare stabilità ad un’azienda che rischierebbe di trascinare verso la bancarotta decine di altre società. A settembre i segnali di un probabile crollo portarono all’approvazione di un prestito da 85 miliardi di dollari, oggi le misure a sostegno di AIG potrebbero arrivare a toccare i 150 miliardi di dollari.

La Cina ricorrerà a un sostanzioso piano di sostegno economico per fronteggiare adeguatamente la recessione

 La Cina ha annunciato il varo di un piano da 4 trilioni di yuan (586 miliardi di dollari) per stimolare l’economia del paese e per dare maggiore impulso all’espansione produttiva, favorendo il sostegno della crescita globale: il provvedimento si è reso necessario dopo che ci si è resi conto che Stati Uniti, Europa e Giappone hanno comportamenti altalenanti di fronte alla recessione. I fondi, che equivalgono a quasi un quinto del prodotto interno lordo della nazione asiatico dello scorso anno (3,3 trilioni di dollari), verrà utilizzato a partire dalla fine del 2010.

 

La Cina, quarta maggiore economia mondiale, adotterà una sorta di “politica fiscale pro-attiva” e andrà alla ricerca di una politica monetaria moderatamente libera da vincoli. Il paese asiatico sta seguendo i passi necessari al fine di sostenere il suo sistema economico: meno di una settimana fa, il premier Wen Jiabao si era recato a Washington per discutere con i leader mondiali riguardo alle modalità da seguire per alleviare la grave crisi finanziaria. Il governatore della People’s Bank of China, Zhou Xiaochuan, ha fatto sapere che il sostegno alla domanda interna è il miglior modo che ha la Cina per stabilizzare la sua situazione. Ma Juan, economista della Deutsche Bank AG di Hong Kong, ha così commentato la notizia:

I peggiori rischi nei confronti di una crescita economica sono attualmente di dimensioni maggiori rispetto a qualche mese fa. La Cina ha bisogno di approntare un pacchetto aggressivo di sostegno fiscale.

I sindacati autonomi dichiarano il loro piano di scioperi contro l’accordo con Cai

 I sindacati autonomi di piloti e assistenti di volo che non hanno sottoscritto l’accordo sui contratti con Cai, la società che si è candidata a rilevare Alitalia, hanno annunciato oggi 14 giornate di sciopero da dicembre a maggio contro la “rigida chiusura” di Cai a una trattativa sulle assunzioni. Lo annunciano Anpac, Unione Piloti, Anpav, Avia e Sdl Intercategoriale in una nota congiunta.
“Cai, con la complicità di Cgil, Cidl, Uil e Ugl, ha stravolto e disatteso i contratti collettivi di lavoro già concordati e sottoscritti nel mese di settembre a Palazzo Chigi da tutte le sigle sindacali e dal governo”, scrivono le organizzazioni. A partire dallo sciopero del 25 novembre prossimo, sono già state individuate 14 date dal 6 dicembre al 26 maggio del prossimo anno, che saranno interessate da ulteriori azioni di sciopero che verranno opportunamente proclamate, si legge nella nota.