Nonostante i brutti dati macroeconomici in USA non crolla la fiducia

 A luglio negli Stati Uniti è stata registrata un’inflazione record del 5,6% dato in crescita dello 0,8% rispetto a giugno. Fattori determinanti sono stati, come nel resto delle economie mondiali, la corsa del prezzo del petrolio e delle commodities. Sono infatti cresciuti i prezzi di benzina, cibo, energia e trasporti ad una velocità che non veniva toccata dai tempi dell’ultimo shock petrolifero (1991). A complicare il quadro sono intervenuti poi i preoccupanti dati sui pignoramenti, in aumento del 55% rispetto allo scorso anno; sintomo che il mercato immobiliare è ancora lungi dall’assestarsi, così come i conti delle banche, proprietarie di un numero sempre maggiore di case che non trovano acquirenti. Significativo infine il dato sui salari, il cui potere di acquisto è sceso nell’ultimo mese dello 0,8%.