Pioggia di tagli ai target delle banche da Citigroup

Dopo alcuni giorni in cui sembrava tornare un pò di sereno sui titoli bancari, travolti da un uragano di vendite in questi mesi sui mercati finanziari di tutto il mondo, ecco arrivare subito la doccia fredda di nuovi timori sulla solidità di alcuni importanti istituti bancari, e il valzer delle vendite, cominciato prepotentemente a Wall Street giovedi, ha di nuovo colpito indistintamente tutti i titoli del comparto. Il profit warning lanciato poi dai due colossi dell’assicurazione tedesca Hannover Re e Munich Re non ha fatto altro che coinvolgere nelle vendite anche i titoli assicurativi.

Per quanto riguarda il nostro paese, i pareri delle banche d’affari internazionali sono piuttosto contradditori perchè se per esempio Ubs ha affermato di preferire i titoli delle banche italiane a quelli europei con il giudizio overwight, Citigroup invece ha ridotto i target price di diversi istituti di riflesso ad un taglio delle stime di utili sul biennio 2008/2009 rispettivamente del 5% e del 7%.

Doppia promozione per Saras: aumenterà la produzione di diesel

Doppia promonizione per il gruppo di Moratti in Borsa da parte di americani e spagnoli. Grazie al potenziamento dell’attività nel diesel, dicono gli analiti, Saras otterrà forti aumenti della redditività con il margine di raffinazione che salirà di 2,2 dollari al barile per raggiungere nel 2012 i 10,1 dollari al barile. E’ la previsione di Citigroup che ha avviato la copertura del titolo Saras con raccomandazione buy e target price di 4,11 euro. Saras ha appena presentato un piano industriale che prevede 1,2 miliardi di euro di investimenti nei prossimi quattro anni investimenti nei prossimi quattro anni per aumentare l’efficienza e incrementare la produzione di diesel.

Per questo motivo anche la banca spagnola Santander ha avviato di recente la copertura sul titolo con traget price a 4,24 euro. Entrambi i report ricordano che Saras possiede una delle più grandi e più efficienti raffinerie del Mediterraneo, quella di Sarroch, vicino a Cagliari, che vanta un elevatissimo grado di complessità. Le caratteristiche tecniche dell’impianto permettono a Saras di raffinare greggi cosiddetti non convenzionali, cioè petroli meno pregiati ma anche di costo decisamente inferiore.

Brasile: rallenta la Borsa, è ora di investire nel mercato immobiliare?

Secondo l’indice Msci (Morgan Stanley Country Index) dei mercati emergenti il Brasile ha superato la Cina registrando una capitalizzazione di mercato di 509,10 miliardi di dollari (14,95%) contro i 481,80 (14,15%) del paese asiatico.

Le importazioni hanno dato un’accelerata improvvisa negli ultimi mesi passando dal +40% di novembre al +46,9%. Nel mese di gennaio le importazioni dei beni di investimento sono salite del 56,9% rispetto al 2008; a favorire questo trend il deprezzamento del dollare rispetto al Real, la valuta brasiliana, che permette alle aziende brasiliane di acquistare strumenti tecnologici innovativi e migliorare la propria azienda.

Nel frattempo secondo gli analisti di Citigroup però la Borsa brasiliana subirà un brusco rallentamento in questi primi mesi del 2008. Nel 2007 con 63 nuove quotazioni le aziende hanno raccolto in totale 30,8 miliardi di dollari di capitali contro i 14 milioni ottenuti con la sola Ipo che c’è stata da metà dicembre ad oggi. Questo sarebbe dovuto alla volatilità del mercato a causa del quale gli ultimi titoli quotati hanno registrato un calo in media del 6,4%.

Fannie Mae: perdite per 3,6 miliardi ma il titolo balza in Borsa

Conti in rosso per il colosso dei mutui americano, il quale ha annunciato di aver chiuso il quarto trimestre del 2007 con perdite che ammontano a 3,6 miliardi di dollari, mentre aveva chiuso lo stesso periodo del 2006 con un utile di 604 milioni. L’intero anno 2007 si chiude quindi con una perdita netta di 2,1 miliardi di dollari (il 2006 chiudeva con un utile di 4,1 miliardi).

Nel premercato di Wall Street infatti Fannie Mae ha lasciato sul terreno il 7,4%, per poi invece invertire la rotta a metà giornata trainata dall notizia che l’OFHEO (Office of Federal Housing Enterprise Oversight) da marzo rimuoverà il tetto agli investimenti dei colossi dei mutui ipotecari, abolendo le restrizioni sulle dimensioni del portfoglio.

In seguito alla notizia il titolo di Fannie Mae è schizzato dell’8% per poi attestarsi al 3%. Le perdite dell’azienda “semipubblica” però confermano un’ulteriore deterioramento del mercato del credito.

Hedge Funds per tutti in Gran Bretagna

Gli Hedge Funds, che tanto sono stati al centro dell’attenzione negli ultimi tempi perchè accusati di aver dato il via alla crisi dei mutui subprime, nascono come “limited partners”, prodotti finanziari riservati ad una nicchia di persone, ultra-ricche, che si potevano permettere di perdere grandi quantità di denaro, e questo ha sempre reso possibile la loro non regolamentazione e conseguente poca trasparenza.

Dopo la loro incredibile crescita degli ultimi anni in sempre più paesi anche l’investitore retail (l’investitore non professionale e quindi meno esperto) può scommetere su questo tipo di fondi. In Germania è possibile già da qualche annno, mentre in Gran Bretagna era possibile solo acquistare fondi comuni di investimento che seguivano gli hedge funds e non investirci direttamente.

Q-cells primo produttore mondiale di fotovoltaico, in attesa dei risultati di Suntech

La rivista mensile Photon International si occupa nel mese di marzo del mercato mondiale del fotovolataico, un mercato in continua e repentina crescita, da cui è possibile aspettarsi sorprese. Infatti la giapponese Sharp, ex-primo produttore mondiale, ha ceduto il primo scalino del podio per scendere al terzo. A contendersi il primo posto la cinese Suntech e la tedesca Q-cells. I dati non sono ancora ufficiali, ma Sharp dovrebbe aver subito un calo del 16% rispetto al 2006 mentre per Q-Cells si stimava un balzo avanti del 46%, arrivando a raggiungere Suntech a 364 megawatt prodotti nel 2007.

Confermati questa mattina i dati riguardanti la produzione, che anzi si sono rivelati migliori del previsto per la tedesca: +54% di produzione, arrivando ai 389 MW e vendite più che raddoppiate (+59%). Le aspettative per il 2008 sono altrettanto rosee con la produzione che dovrebbe raggiungere i 590 MWp. In attesa dei dati relativi alla cinese Suntech attesi per domani, Q-cells conquista il primato mondiale.

Qatar investe in Credit Suisse: previsti ulteriori investimenti per tutto l’anno

I livelli record raggiunti dal petrolio che quota oltre i 96 dollari e il contemporaneo calo dei titoli finanziari seguito alla crisi dei mutui subprime ha creato opportunità di investimento uniche che i fondi sovrani non si sono fatti sfuggire. In prima fila si muovono i fondi arabi: l’emirato del Qatar si prepara ad entrare nel capitale delle principali banche europee e statunitensi. Il fondo sovrano del Qatar sarebbe pronto ad investire 15 miliardi di dollari. Gli investimenti sono previsti nel corso del prossimo anno. Qatar Investment Authority dal mese di gennaio ha iniziato ad acquistare sul mercato ed accumulare azioni di Credit Suisse, nell’ambito dell’ambizioso progetto che mira all’acquisizione di partecipazioni rilevanti in diverse istituzioni finanziarie occidentali. Il Qatar è membro dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), la principale risorsa economica è rappresentata dall’oro nero su cui si basa la ricchezza del paese, ecco perché l’emirato ha possibilità economiche di investimento non indifferenti. Un’ulteriore risorsa è costituita inoltre dai giacimenti di gas naturale; infatti, a North West Dome si trovano i più grandi depositi del mondo di gas naturale non associato al petrolio.

Africa: è ora di investire nel continente nero?

Quando abbiamo parlato di mercati emergenti abbiamo detto che oltre ai BRIC, esistono tutta una serie di paesi, e mercati, in via di sviluppo, con buone potenzialità di crescita su cui è possibile investire giocando d’anticipo. E questi paesi non si trovano solo ad oriente, nel continente asiatico, o in quello sudamericano, bensì anche in Africa.

Il continente nero dopo secoli di sfruttamento e sottomissione sta forse cominciando ad alzare la testa? Il contesto geopolitico non è ancora ideale e la carenza di un quadro normativo in grado di proteggere gli investimenti ne fanno una realtà ancora tutta in divenire. Da non trascurare però la ricchezza di risorse naturali che caratterizza questo continente: il 30% dell’oro mondiale proviene da qui, così come almeno il 50% dei diamanti, per non parlare del platino.

E che dire del petrolio? L’oro nero africano appare spesso sottovalutato o sottostimato, come se il suo valore fosse inferiore a quello proveniente dal Medio Oriente. Ma non dimentichiamoci che la Nigeria è il sesto esportatore mondiale e riserve non quantificate perchè ancora da esplorare interamente sono presenti nel Golfo della Guinea, nell’area saheliana e nel Sudan.

Buffett e Project Lifeline in aiuto ai mercati

Il finanziere Warren Buffett ha annunciato ieri nella mattina che “correrà in aiuto” di Ambac Financial Group, Mbia e Financial Guaranty Insurance, le principali società di assicurazione dei bond. Buffett andrà loro in soccorso offrendo 800 miliardi di dollari in obbligazioni municipali, ovvero emessi dagli enti locali.

La holding di Buffett, la Berkshire Hathaway, potrebbe in questo modo impedire l’apertura del secondo capitolo della crisi dei mutui sub prime, quello degli assicuratori di bond, che secondo gli analisti potrebbe arrivare a causare fino a 250 miliardi di perdite. L’offerta di Buffett riguarda però solo i bond municipali e non gli ormai celebri cdo.

Non sono un benefattore, sono un uomo d’affari!” ha detto il finanziere durante la conferenza stampa. La notizia è stata una decisa inienzione di fiducia nei mercati che ha provocato un rimbalzo delle borse. Fichte ha però già abbassato il rating su Ambac, da tripla A a doppia. Se il taglio dovesse riguardare altri attori del settore, si parlerebbe di perdite miliardarie.

Finanza islamica, una valida alternativa?

I musulmani oggi sono circa 1 miliardo e mezzo e possiedono capitali stimati per oltre 950 miliardi, destinati a crescere nel futuro. Rappresentano quindi una fetta molto importante del mercato finanziario globale ma non possono essere gestiti con le leggi che governano attualmente il sistema finanziario e bancario globale. Il Corano, il loro libro sacro, fornisce dettami precisi su come utilizzare il proprio denaro. Nascono quindi le banche islamiche e la finanza islamica, un modo di investire e gestire il proprio patrimonio.
Uno dei punti principali della finanza islamica è il rifiuto del sistema bancario occidentale, nello specifico il divieto di percepire interessi (Riba, usura). La finanza islamica in realtà si basa anche sul divieto di speculazione e l’irragionevole incertezza, ma questi sono due principi che potrebbero essere condivisi anche dalla finanza comunemente praticata. In base a ciò che dice il Corano inoltre sono vietate le attività economiche legate a distribuzione e produzione di alcol, tabacco, armi, carne suina, pornografia e gioco d’azzardo (haram).
La finanza islamica è inoltre basata sulla trasparenza e sulla tracciabilità dei capitali, cosa che permette di collegare fonti ed impieghi, evitando asimmetrie informative. Mentre la finanza occidentale è interest based, ovvero l’intermediazione dei capitali è basata sul pagamento di un tasso di interesse, sia per la raccolta, sia per l’impiego, in quella islamica è proibita la determinazione a priori delle remunerazioni e i proventi sono calcolati ex post, in base ai redditi relamente conseguiti.

Merrill Lynch: perdite a causa dei mutui subprime e grave accusa per frode

Merrill Lynch è uno dei leader mondiali nella gestione patrimoniale, mercati capitali e società di consulenza, con uffici in 40 Paesi. Merrill Lynch offre una vasta gamma di servizi a clienti privati, piccole imprese, istituzioni e società di organizzazione, le sue attività sono divise in due segmenti interconnessi: Global Markets & Investment Banking e Global Wealth Management. Il regno di Thain (nuovo ceo di Merrill Lynch), inizia però con qualche grattacapo lasciato in eredità dal suo predecessore; Merrill Lynch ha nei giorni scorsi seguito Citigroup e annunciando perdite per 16,7 miliardi di dollari per la crisi dei mutui subprime, perdite che hanno portato in rosso per quasi 10 miliardi (9,83) i conti del quarto trimestre; lo stesso periodo dell’anno precedente si era chiuso con un utile di 2,3 miliardi. Le svalutazioni per un totale di 14,6 miliardi di dollari (di cui 9,9 su cdo, le cosiddette collateralized debt obligations, e 3,1 su contratti di copertura assicurativa dei bond) si aggiungono agli 8,4 milioni del trimestre precedente. Il titolo Merrill Lynch ha ceduto fino al 10,24% a Wall Street.Thain ha poi aggiunto di essere preoccupato per il significativo rallentamento dell’economia statunitense anche se i tagli dei tassi di interesse potrebbero mitigare il problema.