Qatar investe in Credit Suisse: previsti ulteriori investimenti per tutto l’anno

I livelli record raggiunti dal petrolio che quota oltre i 96 dollari e il contemporaneo calo dei titoli finanziari seguito alla crisi dei mutui subprime ha creato opportunità di investimento uniche che i fondi sovrani non si sono fatti sfuggire. In prima fila si muovono i fondi arabi: l’emirato del Qatar si prepara ad entrare nel capitale delle principali banche europee e statunitensi. Il fondo sovrano del Qatar sarebbe pronto ad investire 15 miliardi di dollari. Gli investimenti sono previsti nel corso del prossimo anno. Qatar Investment Authority dal mese di gennaio ha iniziato ad acquistare sul mercato ed accumulare azioni di Credit Suisse, nell’ambito dell’ambizioso progetto che mira all’acquisizione di partecipazioni rilevanti in diverse istituzioni finanziarie occidentali. Il Qatar è membro dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), la principale risorsa economica è rappresentata dall’oro nero su cui si basa la ricchezza del paese, ecco perché l’emirato ha possibilità economiche di investimento non indifferenti. Un’ulteriore risorsa è costituita inoltre dai giacimenti di gas naturale; infatti, a North West Dome si trovano i più grandi depositi del mondo di gas naturale non associato al petrolio.

Africa: è ora di investire nel continente nero?

Quando abbiamo parlato di mercati emergenti abbiamo detto che oltre ai BRIC, esistono tutta una serie di paesi, e mercati, in via di sviluppo, con buone potenzialità di crescita su cui è possibile investire giocando d’anticipo. E questi paesi non si trovano solo ad oriente, nel continente asiatico, o in quello sudamericano, bensì anche in Africa.

Il continente nero dopo secoli di sfruttamento e sottomissione sta forse cominciando ad alzare la testa? Il contesto geopolitico non è ancora ideale e la carenza di un quadro normativo in grado di proteggere gli investimenti ne fanno una realtà ancora tutta in divenire. Da non trascurare però la ricchezza di risorse naturali che caratterizza questo continente: il 30% dell’oro mondiale proviene da qui, così come almeno il 50% dei diamanti, per non parlare del platino.

E che dire del petrolio? L’oro nero africano appare spesso sottovalutato o sottostimato, come se il suo valore fosse inferiore a quello proveniente dal Medio Oriente. Ma non dimentichiamoci che la Nigeria è il sesto esportatore mondiale e riserve non quantificate perchè ancora da esplorare interamente sono presenti nel Golfo della Guinea, nell’area saheliana e nel Sudan.

ABRUZZO: interessante per il mercato immobiliare

Secondo l’indagine condotta da Tecnocasa, nota agenzia di intermediazione immobiliare italiana, l’Abruzzo è stata nel primo semestre 2007 tra le regioni più richieste per l’acquisto di case in montagna.
La regione ha un importante patrimonio naturale: con tre Parchi Nazionali, il Gran Sasso e Monti della Laga, Il parco Della Majella d’Abruzzo e il regionale Sirente Velino, offre agli appassionati degli sport invernali, piste da sci di fondo, spazi attrezzati per lo snowboard e per lo snowrafting (il rafting con il gommone sulla neve). Nel comprensorio dell’Alto Sangro si trovano alcune delle principali stazioni sciistiche della regione: Roccaraso, Pescocostanzo e Pescasseroli.

A livello di prezzi a Roccaraso e Pescocostanzo, le quotazioni medie per l’acquisto di un immobile sono, 4000 euro al mq per l’usato e 5000 euro al mq per il nuovo. E’ in ribasso il mercato degli affitti invernali dovuto alla mancanza di neve. I canoni si aggirano intorno ai 3500 a 5000 per stagione oppure mensilmente 200 euro circa per un trilocale con 2 stanze dal periodo inizi dicembre a inizi febbraio.

Cina: delocalizzazione produttiva, crescita del Pil e aumento inflazione

La delocalizzazione rappresenta l’organizzazione della produzione dislocata in regioni o stati diversi. Le ragioni sono molteplici, per prima anzi tutto l’economicità, che deriva dalla ricerca di Paesi in cui ci sia un concreto vantaggio comparato rispetto ad altri, per esempio una produzione in cui sia necessario un notevole apporto di know-how e software a buon mercato, viene realizzata in India dove sono presenti alte professionalità ad un prezzo orario limitato. Al di là degli investimenti diretti ci sono migliaia di accordi di subfornitura che costano poco e danno vantaggi a chi li sigla consentendo a queste imprese di espandere la produzione all’estero, conquistare nuovi mercati, ristrutturare i costi di produzione. Una produzione in cui la parte focale sia costituita dalla manodopera rispetto al valore intrinseco delle merci in trasformazione, viene realizzata in un luogo in cui il costo del lavoro sia minimo, per esempio la Cina. Con una crescita dell’11,2% tra ottobre e dicembre dello scorso anno, in lieve rallentamento dall’11,5% del precedente trimestre, la Cina ha chiuso il 2007 con un’espansione annua dell’11,4%, massimo dal 1994. A dicembre l’inflazione cinese ha rallentato al 6,5% dal massimo di 11 anni toccato a novembre con un 6,9%.

Caterpillar: buoni i conti grazie alle vendite oltreoceano

Caterpillar è tra i più grandi produttori al mondo di veicoli e macchinari per costruzione ed estrazione. La celebre azienda, conosciuta per i macchinari dal tipico colore giallo, ha annunciato che anche se gli Stati Uniti appaiono sull’orlo di una recessione, le loro aspettative per l’anno a venire prevedono crescita e profitti. Secondo i conti del quarto trimestre del 2007 le vendite internazionali sono salite dell’11%, aiutate dalla debolezza del dollaro americano che rende i prodotti più accessibili. Questo dato risulta in linea con quelli di tutte le altre grandi industrie produttrici: tutte faticano in casa ma aumentano le vendite all’estero.

La Caterpillar (NYSE) ha guadagnato quest’anno 975 milioni di dollari, 1,50 ad azione; un netto miglioramento rispetto agli 822 milioni dello scorso anno, 1,32 ad azione. Le entrate sono cresciute del 10% a 12,14 miliardi, crescita che neanche gli analisti si aspettavano così positiva. Secondo il capo dell’ufficio esecutivo Jim Owens l’economia Usa nel 2008 rallenterà dell’1%, ma potrà essere compensata dalle condizioni positive per le vendite in gran parte del resto del mondo. La compagnia per il 2008 si aspetta che i profitti crescano dal 5 al 15% e le entrate dal 5 al 10%.

Giappone: timori recessione, intanto HangSeng -4,3% e Shanghai -7%

Secondo le autorità monetarie giapponesi, gli organismi internazionali e le banche di investimento, il Paese asiatico sarebbe seriamente influenzato dalla debolezza del mercato immobiliare, dal rallentamento degli investimenti domestici ed esteri. Inoltre, la possibile recessione negli Stati Uniti, uno dei suoi principali soci finanziari, e le elevate quotazioni del petrolio, stanno peggiorando il quadro di riferimento internazionale. Quindi i timori di una recessione globale hanno raggiunto il gigante nipponico. La Bank of Japan indica che la crescita del Pil giapponese si posizionerà all’interno del range 1%- 1,5% per l’anno fiscale in corso (che si concluderà a marzo).

I timori per una recessione in Giappone e la brutta chiusura dei mercati statunitensi di venerdì scorso hanno di nuovo affossato i listini asiatici , Tokyo e Seul chiudono con un ribasso del 4,0% e Hong Kong del 4,25%. Le Piazze europee non potevano non risentire della situazione generale e aprono tutte con ribassi tra l’1,0 e il 2,0%, la nostra Piazza Affari non fa eccezione. Tra i peggiori Alitalia (-3,12%) sulle voci che vedrebbero rimessa in discussione la cessione ad AirFrance della nostra Compagnia di Bandiera, Saipem (-2,64), male anche Unicredit (-2,54%).

Eni sbarca in America

Eni Spa ha annunciato ieri l’avvio dello sviluppo del giacimento di Nikaitchuq, nell’offshore dell’Alaska, nell’area di North Slope. L’estrazione di petrolio ad una profondità media di 3 metri riguarderà riserve recuperabili stimate per circa 180 milioni di barili di petrolio. Eni è in possesso del 100% degli interessi sul campo, grazie anche alle quote (30%) ottenute dall’acquisizione degli asset in Alaska di Armstron O&G. Il restante 70% proviene invece da Anadarko. Dopo l’annuncio Eni è salita in Borsa dell’1,37% a 22,15 euro.

L’operazione prevede un investimento di 1,45 miliardi di dollari, cifra molto più alta di quella di 900 milioni che Eni aveva annunciato nell’aprile del 2007, dopo aver ottenuto il pieno controllo dell’area. In un comunicato Eni ha confermato l’inizio delle operazioni e ha annunciato che la produzione di petrolio dovrebbe avere inizio a partire dal 2009. Nei piani dell’azienda sono previsti 70 pozzi. Il petrolio estratto sarà inviato ad un impianto di trattamento con la capacità di 40 barili al giorno e da lì trasportato alla rete di Kuparuk a 22 km di distanza e collegata al Trans Alaska Pipeline System.

La crisi delle borse scatena le speculazioni, osserviamo gli Hedge Funds

Gli Hedge Funds sono detti anche fondi speculativi. Più precisamente sono strumenti di investimento alternativi a rischio coperto, quindi qualsiasi fondo in cui si usino strategie diverse dall’acquisto di obbligazioni, azioni e titoli di credito. Gli hedge funds nascono con l’obiettivo di gestire un patrimonio eliminando in gran parte il rischio di mercato, non per niente la parola stessa “hedge” significa protezione. Per garantire tale copertura gli hedge funds puntano ad ottenere risultati positivi indipendentemente dagli andamenti dei mercati finanziari.
Gli Hedge funds nascono negli Stati Uniti nel 1949 dove sono regolati da una precisa legislazione: gli investitori devono avere un patrimonio di almeno un milione di dollari o entrate nette per oltre 200.000 dollari, con un numero di soci che non può essere maggiore di 99. Allo scopo di garantire rendimenti costanti nel tempo i fondi speculativi sfruttano investimenti ad alto rischio ma con la possibilità di ottenere guadagni consistenti.
Un’operazione tipica degli hedge funds è la vendita allo scoperto: “i titoli in posizione corta vengono presi a prestito e venduti, puntando sul loro ribasso”, cosa che non può essere fatta per i fondi comuni tradizionali perché il diritto italiano non lo permette.

Philogen biotecnologie: ingresso a Piazza Affari

Philogen S.p.a. è un’impresa che opera nell’area delle Biotecnologie, con lo scopo di sviluppare prodotti per la diagnosi e terapia di patologie associate ad angiogenesi (cancro, “Age-related Macular Degeneration“, artrite reumatoide, psoriasi). Philogen ha laboratori di ricerca a Genova, presso il Centro di Biotecnologie Avanzate (CBA); l’impresa ha recentemente allestito a Siena una struttura di 2000 m2 per la ricerca e la produzione GMP di derivati anticorpali per applicazioni cliniche. Questa struttura è stata autorizzata dal Ministero della Salute per la produzione di farmaci sperimentali.