“Dalle stelle alle stalle”: le agenzie di rating criticate per i giudizi troppo generosi

 Sta mutando in maniera repentina la fiducia nei confronti delle agenzie di rating; se in passato venivano acclamate per i loro giudizi puntuali e fondamentali per il settore economico, ora esse si trovano ad essere severamente criticate, tanto che il prossimo G20 che si terrà a Londra ha già messo tra le sue priorità la regolazione e supervisione di queste società, anche le più autorevoli, a causa dei giudizi troppo generosi che sono stati prodotti negli ultimi tempi. Questa eccessiva generosità di giudizio ha finito per minare gli interessi degli investitori. Sono dunque tempi difficili questi per agenzie celebri e illustri come Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch: queste ultime non vengono più considerate come in passato dei punti di riferimento essenziali per chi investe in titoli obbligazionari.

Analisi Tecnica: panoramica delle commodities più importanti

 Una panoramica delle Commodities mostra una situazione controversa: per quanto riguarda il seguitissimo Gold, vediamo che c’è stato un primo attacco alla trend-line che tiene il rialzo iniziato ad Ottobre 2008, con conseguente recupero immediato da parte dei prezzi. Attualmente, il trend rimane invariato, ma una nuova discesa con violazione del minimo posto a 883 sul future invertirà le tendenze di medio periodo consentendo un atterraggio in area 770 punti.
Scambi sostenuti, ma in leggerissimo calo sul Crude Oil che rompe il livello chiave posto a 47 dollari. Se lo stesso reggerà alle pressioni dovute alle prime prese di profitto, il target price è ora 70 euro per iniziare.

L’Ocse vede un futuro nero per l’occupazione, ma Sacconi rimane ottimista

 L’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economici) ha nuovamente lanciato l’allarme sul problema dell’occupazione: si prevede infatti che il tasso di disoccupazione delle principali nazioni industrializzate possa raggiungere valori a due cifre entro il 2010. Il rapporto è stato pubblicato nel corso del summit sociale del G8 che è cominciato in questi giorni a Roma. Già il dato sulla disoccupazione relativa al 2009 non era positivo (tasso di disoccupazione al 6,9% nelle principali economie mondiali), ma si prevede anche un incremento esponenziale di persone senza lavoro nei prossimi due anni. Come precisa lo stesso rapporto:

Se questi dati dovessero venire confermati, si arriverebbe ad una crisi simile, se non peggiore, a quella verificatasi negli anni ’70 e ’80, all’indomani dei famosi shock petroliferi. Bisogna dunque intervenire immediatamente.

Nonostante questi cattivi “presagi”, il ministro del lavoro Maurizio Sacconi si mostra ottimista, ritenendo la crescita della disoccupazione molto più lenta rispetto a quella che si sta verificando negli Stati Uniti.

Nel 2008 a Piazza Affari le aziende perdono 16 miliardi di utili

Inutile dire il contrario: la grave recessione globale sta lasciando il segno sull’economia italiana. A risentirne sono soprattutto le imprese e in particolare quelle quotate in Borsa. Queste ultime infatti hanno registrato nel 2008 ricavi per 37,6 miliardi di euro contro i 53,7 totalizzati nel 2007. Con la crisi, quindi, Piazza Affari ha “bruciato” la bellezza di 16 miliardi di euro, pari a quasi un terzo dei profitti registrati nel 2007. Nonostante dalle borse mondiali arrivino i primi segnali di ripresa, con perdite che sono state dimezzate grazie al recupero del settore bancario in particolare negli USA, in Italia i listini sono ancora dominati dal segno meno.

Nonostante il rialzo in borsa, il 2008 è stato più che negativo per Commerzbank

 Commerzbank, la seconda banca per quanto riguarda il volume di affari di tutta la Germania, ha fatto sapere di aver conseguito un “rosso” da ben 6,6 miliardi di euro nel 2008: gran parte di questo buco è stata sicuramente provocata dall’ingente acquisizione di un’altra banca tedesca, Dresdner Bank da parte del colosso assicurativo Allianz. Per il 2009 i dati non sono certo più incoraggianti e positivi, se si pensa che lo stesso istituto creditizio ha annunciato di essere in cerca di 20 miliardi di euro, una somma che sarebbe investita per effettuare finanziamenti sul mercato dei capitali. Gli annunci da parte di Commerzbank non si sono però fermati qui; un comunicato della banca ha messo infatti in luce come le attività e gli assets tossici in suo possesso siano ormai arrivati alla cifra record di 68 miliardi di dollari.