Berlusconi fa girare e gonfiare… l’economia

In principio furono alcuni, generici, “Provvedimenti di salvataggio per quelle banche che versano in uno stato di difficoltà”.

Quindi venne il giorno del “Decreto Anti-crisi” da 80 miliardi di euro, contenente agevolazioni su bollette e tariffe, tetto al 4% per i mutui (il Governo si accollerà l’eventuale eccedenza) e l’ormai celeberrimo sussidio per indigenti denominato “Social Card”.

E mentre i capi di Stato dei più importanti Paesi europei si sono incontrati nei giorni scorsi – tagliando fuori l’Italia – a discutere quali contromisure adottare per far fronte allo tsunami finanziario che rischia di indebolire in maniera significativa il “nostro” modello economico, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, predica un sano ottimismo come soluzione alla crisi.

La crisi della carta stampata Usa: Newseek a rischio chiusura?

 Se ne parla ormai da diverso tempo su quale potrà essere il futuro della carta stampata nel mondo sempre più tecnologico di oggi. E’, infatti, da almeno un lustro ormai che l’editoria tradizionale sembra caduta in una crisi di difficile comprensione e sopratutto soluzione. La diffusione di Internet e la sua informazione veloce, attraverso blog, quotidiani on line, chat room, forum, ha sicuramente rappresentato un punto di svolta per l’editoria tradizionale e la carta stampata. Le vendite infatti sono calate di anno in anno e con esse gli introiti pubblicitari, che sempre più vengono dirottati verso il mezzo internet o verso mezzi tradizionali ma di maggiore diffusione come televisione e radio. Ora questa crisi finanziaria sembra poter dare il colpo mortale ad un settore ormai boccheggiante. E’ notizia di qualche giorno fa delle gravissime difficoltà del Tribune, che edita testate storiche come il Chigago tribune e il Los Angels Times.

Sudest asiatico: si riducono Pil e inflazione

 L’inflazione e’ scesa in Cina al 2,4% a novembre, toccando il minimo da 22 mesi. Gli analisti si aspettavano un rallentamento al 3% dal 4% registrato a ottobre. Il dato, notano gli economisti, da’ nuovi spazi alla banca centrale nell’allentamento delle condizioni di politica monetaria. Diminuiscono i consumi e ciò ha portato le imprese a ridurre i prezzi. I consumi si sono ridotti anche conseguentemente al calo delle esportazioni made in China che hanno registrato una flessione del 17,9%, la piu’ ampia flessione dal 1993.

L’economia dell’Est asiatico continuerà a rallentere il passo nel 2009, risentendo della crisi del credito che frena i flussi di capitale e gli investimenti. Questo secondo una stima della Banca Mondiale, che indica una crescita del Pil pari al 5,3% nel 2009 contro il +7% del 2008 e una media del 9% negli ultimi dieci anni. Nello specifico sono stati rilevati i seguenti dati: frenata a +3,8% per il Sudest asiatico (+5,2% nel 2008), a +7,5% per la Cina (+9,4%) e a +2% per la Corea del Sud (+3,9%). Stabile a +6,5% il Vietnam. Non solo frenata ma vero e proprio rallentamento in Giappone (-0,1% contro il +1% del 2008).

Conti dormienti: lunedi scade il termine per il risveglio

Sono ancora quattro i giorni utili per recuperare in extremis i conti dormienti in banca prima del definitivo passaggio delle somme al Fondo ministeriale. Entro lunedi 15 dicembre (compreso), infatti, i titolari o i loro eredi di conti dormienti o di rapporti contrattuali fermi da più di dieci anni presso gli istituti di credito, hanno la possibilità di recuperare le proprie somme. Il tutto, come spiega l’Associazione bancaria italiana, con una semplice operazione di sportello: basta la richiestra dell’estratto conto, la notifica di variazione di residenza o di domicilio, la richiesta di un carnet di assegni o la comunicazione di voler continuare il rapporto. Le operazioni cosiddette “in automatico”,  come i bonifici effettuati da terzi o i Rid, invece, non concorrono ad interrompere la dormienza del conto.

Certificati su Enel: una strana storia di giochi di potere

 È il 23 Agosto 2007 e tutto sembra andare per il meglio. Gli indici corrono verso l’alto e niente può fermarli. Ora, con il senno di poi, sappiamo che non è così. Enel quota più di 7 euro per azione. La società ha attirato nel corso degli anni centinai di cassettisti, grazie a lauti dividendi e ad una solidità aziendale indiscussa che ha permesso una crescita quasi costante del valore delle azioni. Agli investitori più dinamici e propensi al rischio, vengono incontro certi istituti, i quali emettono certificati su Enel appunto, strutturati più o meno nel seguente modo:
compri il certificato ad un certo prezzo;
– se a scadenza il sottostante (in questo caso ENEL) quota sopra la soglia di sicurezza, avrai diritto ad un bonus;
– la soglia di sicurezza è posta tra i 4,30 e 4,50 euro (a seconda del certificato);
– i certificati scadono quasi tutti nel mese di Dicembre 2008.

Questo tipo di prodotti finanziari sono stati emessi prevalentemente da istituti svizzeri e tedeschi, in un periodo in cui la crisi ancora non si vedeva e gli analisti indicavano buy su tutto. L’unico fatto strano, era che l’emittente e l’analistaerano la stessa persona. Insomma, una banca emetteva certificati palesemente rialzisti e la stessa banca consigliava di comprare il sottostante, perché sarebbe salito.

Insomma, figurarsi se dopo 4 anni di crescita, si scende proprio adesso…figurarsi se Enel si troverà mai sotto i 4,30-4,50 euro…figurarsi se gli analisti si sbagliano!

I certificati andarono a ruba. Gli emittenti, si caricarono di un debito virtuale di bonus incredibile. Ma la scadenza era lontana e in Borsa, mai dire mai.

Santos pronta a risarcire i danni dell’eruzione di fango del 2006 in Indonesia

 Santos Ltd., la terza maggior azienda australiana attiva nella produzione di petrolio e gas naturale, ha avviato alcuni negoziati volti a stabilire la sua responsabilità nel disastro provocato dalla eruzione di fango che due anni e mezzo fa ha colpito l’Indonesia, provocando lo sfollamento di più di 30.000 persone  e milioni di dollari di danni: secondo gli analisti economici, l’obiettivo principale è quello di trovare un accordo tra le parti. L’accordo, il quale avrebbe comunque bisogno dell’approvazione dei regolatori indonesiani, potrebbe essere raggiunto già durante questa settimana, secondo quanto rivelato dall’Australian Financial Review. Il fango aveva cominciato a colare dal Banjar Panji dopo un’eruzione avvenuta nel maggio 2006 ed aveva inondato case, risaie e fattorie.

 

Il costo che la società australiana potrebbe pagare in questo caso si aggira su una cifra superiore agli 830 milioni di dollari australiani (549 milioni di dollari). Andrew Williams, analista finanziario di Credit Suisse Group di Melbourne, si è così espresso al riguardo:

L’intera questione può essere sintetizzata nel fatto che nessuno sa di che proporzioni sarà la responsabilità di Santos; potrebbe essere molto bassa, ma anche significativamente alta.

In febbraio, Santos ha provveduto a far aumentare le forniture per l’incidente da 7 milioni a 79 milioni di dollari: in settembre, poi, la stessa compagnia ha fatto sapere di ritenere la fornitura stanziata appropriata alla situazione ed ha respinto le accuse secondo cui starebbe sottovalutando la gravità del disastro.

Casse dello Stato: +1,9% in primi 10 mesi 2008

 Nel periodo gennaio-ottobre 2008 le entrate erariali, al lordo delle una tantum, sono risultate superiori di 6.038 mln di euro (+1,9%) rispetto a quelle dello stesso periodo del 2007.Si registar una crescita di 5.393 mln (+1,7%).

Questa la notizia che si evince dal bollettino del Dipartimento delle finanze, da cui possiamo trarre anche notizie più specifiche:

– 174.081 mln (+4,9%) derivano dalle imposte dirette
– 146.195 mln (-1,4%) dalle imposte indirette.

Al netto delle una tantum, che ammontano a 1.784 mln, le entrate sono state 318.492 mln (+1,7%): 172.297 mln (+4,5%) dalle imposte dirette e 146.195 mln (-1,4%) da quelle indirette. I dati sono al netto del gettito derivante dalla rateazione residua del condono, istituito con il Dl 282/2002 e con la Legge 289/2002.

Hanno dato un peso positivo alle casse dello Stato le ritenute da lavoro dipendente, il cui andamento favorevole è dovuto essenzialmente al rinnovo dei contratti, che ha interessato alcuni grandi comparti (tra cui il settore metalmeccanico e il settore del credito). Difatti proprio durante la prima parte dell’anno sono stati corrisposti anche importi arretrati con conseguenti maggiori ritenute affluite esclusivamente nei mesi in cui essi sono stati erogati. Situazione di rallentamento invece per la seconda metà dell’anno, in cui l’andamento positivo delle ritenute registrato nei primi mesi non poteva ovviamente essere mantenuto allo stesso livello nei mesi successivi.

Marchionne: solo 5 o 6 produttori auto rimarranno sul mercato

 Il mercato dell’auto sembra piu di altri patire questa crisi finanziaria che ormai da un anno sta intaccando l’economia mondiale. La General Motors, che fino ad un anno e mezzo era fra le prime cinque societá quotate a Wall Street, ora e’ ad un passo dal fallimento, insieme alla altre due sorelle di Detroit, Ford e Chrysler. Ma anche in Europa ed Asia la situazione non é certo migliore, se si pensa che quasi tutti i grandi produttori di auto da Fiat a Renault fino a Wolksvagen hanno deciso per una chiusura degli stabilimenti di venti giorni almeno durante le feste natalizie. La stessa Toyota considerata da anni come l’azienda perfetta ha lanciato un allarme utili e ha rivisto le sue stime per il 2009 al ribasso.

Tutti i governi, a cominciare dalla nuova amministrazione americana stanno pensando a come aiutare questo settore vitale per l’economia industriale di ogni Paese. Anche in Italia si sta pensando a come aiutare il colosso Fiat che sembra tornata ai livelli di pre Marchionne, quando ormai il fallimento sembrava davvero dietro l’angolo. Il problema di Fiat é che al contrario di altri colossi industriali europei o americani ha gia’ abbondantemente goduto degli aiuti ed incentivi statali per oltre un ventennio e quindi ora esiste solo maggiore attenzione verso simili inziative.

Q-Cells taglia le previsioni di profitto: in crescita le dilazioni nelle consegne

 Q-Cells SE, la più grande compagnia al mondo per quanto riguarda la produzione di cellule fotovoltaiche, si è vista costretta a tagliare le sue previsioni di guadagno per quest’anno e anche per il 2009: il provvedimento si è reso necessario a causa del persistente indebolimento della domanda del settore, dato che i clienti tendono sempre più a posticipare le consegne. Il reddito netto per il 2008 della società tedesca sarà pari a circa 185 milioni di euro, il che significa non aver centrato la stima degli analisti, la quale prevedeva un profitto pari a 215 milioni di euro: l’annuncio è stato dato dalla compagnia, che ha sede in Germania, nella città di Thalheim, durante una conferenza stampa.

Entrando nel dettaglio, le vendite di Q-Cells ammonteranno a 1,225 miliardi di euro: anche in questo caso la cifra è inferiore alla previsione di 1,35 miliardi di euro. Secondo la stessa compagnia:

Nel corso degli ultimi anni, l’incertezza e l’indebolimento della domanda di mercato sono cresciuti notevolmente, anche a causa della crisi finanziaria. Il risultato è che un numero crescente di clienti di Q-Cells posticiperà le consegne fino alla fine di quest’anno. Queste grandezze non possono essere rimpiazzate in breve termine.

La domanda dovrebbe continuare a essere debole anche nei primi mesi del 2009, con una produzione totale che oscillerà tra gli 800 e i 1.000 megawatt: la società ha provveduto a fornire una previsione economica secondo cui vi sarò una produzione di almeno un gigawatt e un profitto pari a 2,25 miliardi di euro.