Licenziamenti a Yahoo, Google inarrestabile

Yahoo!, motore di ricerca e portale Internet, per far fronte alla forte concorrenza di Google, ha pensato a un licenziamento. L’azienda di Sunnyvale, prima della presentazione del bilancio già si pensava avrebbe ridotto del 20% la forza lavoro con un taglio di 1500/2500 posti di lavoro ed a rischio erano soprattutto i posti europei. La società ieri ha presentato il bilancio ed ha così confermato un taglio di almeno mille posti di lavoro su un totale di 14.300 dipendenti. Il 2008 si preannuncia già come un anno difficile.

Il fatturato è risultato in crescita del 7,6% a 1,83 miliardi e dell’8,4% nel 2007 a quasi 7 miliardi di dollari. Il settore che apporta la maggior parte delle entrate, ovvero quello della pubblicità online è cresciuto del 28% lo scorso anno. Tuttavia hanno duramente inciso sulle vendite i costi di una riorganizzazione societaria avvenuta negli ultimi tre mesi del 2007. Il CEO Jerry Yang ha rivelato alla stampa un piano di riduzione dei posti di lavoro di circa il 7% da realizzare entro la metà di febbraio, l’obiettivo è quello di poter avviare massicci investimenti per attirare pubblicità e nuovi utenti. Yang si è detto consapevole che la società continuerà ad avere problemi per l’anno in corso.

Juventus/Mediaset: rinnovato l’accordo sui diritti tv

In un comunicato lo Juventus Football Club ha reso noto che Mediaset ha esercitato i suoi diritti di opzione relativi alla trasmissione delle partite di campionato e di un trofeo amichevole. A seguito di ciò i contratti in essere si estenderanno alla stagione sportiva 2009/2010 con un corrispettivo a favore della Juventus di 112 milioni, spalmati in rate mensili. I diritti di opzione erano stati acquistati da Mediaset nel dicembre 2005 e hanno come oggetto la trasmissione, tramite qualsiasi piattaforma distributiva, delle partite interne del campionato italiano per l’Italia (criptato) e per il resto del mondo (in chiaro).

Il 23 dicembre 2005 la Juventus siglò un primo accordo sui diritti televisivi per le due stagioni a venire grazie al quale avrebbe incassato rispettivamente 108 e 110 milioni di euro. Per quanto riguardava invece la stagione 2009/2010 l’accordo prevedeva di poter essere prorogato grazie alla cessioni dei diritti di opzione a fronte di un corrispettivo di 30 milioni, corrisposto entro il 31 dicembre 2005. L’accordo fece molto dscutere a suo tempo: la Juventus è forte di un numero di tifosi che supera i 12 milioni in Italia, senza contare quelli sparsi nel resto del mondo. Questo le ha permesso di strappare a Mediaset un totale di 218 milioni per le stagioni 2006/2007 e 2007/2008, suscitando le proteste degli altri club, meno seguiti e non in grado di stipulare contratti altrettanto onerosi.

Usa: aumentano gli ordinativi di beni durevoli

Secondo quanto annunciato ieri dal Dipartimento del Commercio statunitense, il Bureau of Census, gli ordinativi dei beni durevoli nel mese di dicembre hanno registrato un forte incremento. Il dato annunciato, + 5,2% va ben oltre le aspettative degli analisti che avevano previsto un magro +1,5%. A sostenere la crescita il settore aeronautico: gli ordini di aerei militari sono aumentati del 138%, mentre il settore della difesa nel suo insieme ha registrato un incremento dell’80%. Se dal dato iniziale del 5,2% escludiamo il settore dei trasporti, resta un +2,6%. Complessivamente nel 2007 l’aumento dei beni durevoli è stato comunque nettamente inferiore a quello registrato al termine del 2006: un +1,0% contro il precedente 6,3%.

Va ricordato che quando si parla di beni durevoli si intendeno tutti i prodotti industriali di grandi dimensioni, come ad esempio gli elettrodomestici, frigoriferi, lavatrici, o computer. Dopo la diffusione di questi dati sono aumentati gli acquisti sulle principali piazze europee. Un segno decisamente positivo quello lanciato dall’economia statunitense. In compenso secondo il Conference Board, la fiducia dei consumatori è scesa verso il basso nel mese di gennaio a causa della preoccupazione di un deterioramento delle condizioni di affari e dell’indebolimento del mercato del lavoro, anche se il calo è minore ripsetto alle apsettative. L’indice che rivela la fiducia dei consumatori è passato dal 90,6 di dicembre al 87,9 del mese di gennaio, cifra che riporta indietro a novembre, quando era stato registrato un 87,8.

Oro e platino: continua la corsa al rialzo

L’oro ha toccato un nuovo record a Londra con la consegna a febbraio a 926,50 dollari, in conseguenza al peggioramento dell’economia Usa, la crisi del dollaro e i timori dei tagli alla produzione in Sudafrica. Oltre all’oro è schizzato al massimo anche il platino, che nelle contrattazioni spot ha toccato il record storico di 1,702 dollari l’oncia. La corsa dell’ultimo anno dei metalli preziosi e soprattutto dell’oro (+30%) non è certo destinata ad interrompersi. Secondo gli esperti il platino ha il potenziale per oltrepassare i 1800, a causa di probemi sindacali e tecnici incontrati dal primo produttore mondiale di platino, il Sudafrica che copre l’80% della produzione globale.

L’alto valore del platino è dato innanzitutto dai tempi e costi per produrre una sola oncia: servono 10 tonnellate di minerale e 5 mesi di raffinazione. Il platino è anche considerato molto profittevole, soprattutto in periodi di crisi, in quanto,diversamente dall’oro, è libero dalle manipolazioni delle banche centrali e dalla valenza monetaria. La maggior parte della produzione sudafricana inoltre proviene da una singola miniera, la Bushveld; la produzione di platino è quindi strettamente legata ai problemi di estrazione che con il tempo aumentano sempre di più in proporzione all’aumento della profondità a cui estrarre il prezioso metallo. Il rialzo è andato avanti anche nel periodo precedente alla crisi: dal 2001 il prezzo è praticamente triplicato a causa dell’aumento della domanda di gioielleria proveniente da paesi come la Russia, l’India, la Cina e i paesi arabi.

Comunicato Nielsen: cresce shopping online, Visa e PayPal i metodi di pagamento più utilizzati

L’ultima ricerca Nielsen sul commercio elettronico rivela che sono sempre di più i consumatori che usano internet per fare acquisti. È emerso infatti che oltre l’85% dei consumatori di tutto il mondo (ovvero circa 875 milioni di persone) ha utilizzato internet per comprare capi di abbigliamento, accessori e scarpe (36% ), video, dvd e giochi (24%), biglietti aerei (24%) e dispositivi di elettronica (23% ). Ma in cima alla lista degli articoli più gettonati ci sono i libri, che negli ultimi tre mesi hanno rappresentato da soli il 41% degli acquisti effettuati in rete. Tra coloro che utilizzano internet per fare acquisti, la percentuale più alta è stata rilevata in Corea del Sud, dove il 99% di coloro che utilizzano internet hanno fatto acquisti online, seguita da Gran Bretagna (97%), Germania (97%), Giappone (97%), Stati Uniti (94%) e al diciottesimo posto dall’Italia (89%).

Gli internauti non hanno paura di fare acquisti via internet, che è diventato parte integrante della quotidianità delle persone; mentre sino a qualche anno fa, lo scetticismo aveva la meglio, pare che oramai la fiducia sul’e-commerce sia aumentata. Forse merito anche dei sistemi di pagamento innovativi ed evidentemente efficienti. Le carte di credito sono di gran lunga il metodo di pagamento più comune per gli acquisti in internet, tra questi pagamenti con carta di credito più della metà (53%) utilizza Visa; il 60% dei consumatori online internazionali utilizzano le loro carte di credito per acquisti recenti su internet, mentre un consumatore su quattro sceglie PayPal.

Caterpillar: buoni i conti grazie alle vendite oltreoceano

Caterpillar è tra i più grandi produttori al mondo di veicoli e macchinari per costruzione ed estrazione. La celebre azienda, conosciuta per i macchinari dal tipico colore giallo, ha annunciato che anche se gli Stati Uniti appaiono sull’orlo di una recessione, le loro aspettative per l’anno a venire prevedono crescita e profitti. Secondo i conti del quarto trimestre del 2007 le vendite internazionali sono salite dell’11%, aiutate dalla debolezza del dollaro americano che rende i prodotti più accessibili. Questo dato risulta in linea con quelli di tutte le altre grandi industrie produttrici: tutte faticano in casa ma aumentano le vendite all’estero.

La Caterpillar (NYSE) ha guadagnato quest’anno 975 milioni di dollari, 1,50 ad azione; un netto miglioramento rispetto agli 822 milioni dello scorso anno, 1,32 ad azione. Le entrate sono cresciute del 10% a 12,14 miliardi, crescita che neanche gli analisti si aspettavano così positiva. Secondo il capo dell’ufficio esecutivo Jim Owens l’economia Usa nel 2008 rallenterà dell’1%, ma potrà essere compensata dalle condizioni positive per le vendite in gran parte del resto del mondo. La compagnia per il 2008 si aspetta che i profitti crescano dal 5 al 15% e le entrate dal 5 al 10%.

Crisi Usa: le aziende italiano guardano alla Russia ed ai paesi arabi

Aumenta sempre di più la paura della recessione economica statunitense, e basta la sola ipotesi a spaventare i mercati. La conseguente crisi del dollaro rende più difficili e meno convenienti le esportazioni oltreoceano. Le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno infatti subito una flessione del 7,5%. Le aziende italiane stanno quindi tentando di conquistare altri mercati e appaiono molto vantaggiosi in questo senso quello russo e quello dei paesi arabi. Come annunciato da Emma Bonino nel 2007 l’Italia è riuscita a superare Gran Bretagna e Canada nelle esportazioni, con una crescita del 6,1% rispetto all’anno precedente. Nonostante l’euro forte l’Italia è salita al settimo posto degli esportatori mondiali, guadagnando due posizioni. La principale variazione di tendenza in positivo è stata infatti registrata nelle esportazioni verso la vicina Russia, con un + 16,3%.

Le aziende del lusso in particolare trovano denaro ed interesse nei ricchi mercati russi ed arabi. L’industria dell’occhialeria ad esempio ha come principale mercato di riferimento gli Stati Uniti ma nel 2007 l’export complessivo ha guadagnato un misero 2,1% e la situazione attuale rischia di rendere le operazioni meno convenienti. Sono stati invece registrati ottimi risultati nelle esportazioni verso gli Emirati Arabi con un +49,7%.

Heineken/Carlsberg acquisiscono Scottish & Newcastle per 14,9 miliardi di dollari

Dopo mesi di trattative ed indiscrezioni Heineken e Carlsberg hanno annunciato che acquisiranno il produttore di birra Scottish & Newcastle per 15,3 miliardi di dollari. Scottish & Newcastle Plc, che aveva rifiutato le due precedenti offerte, ha trovato un accordo per la cifra di 800 pence ad azione. L’offerta ha un controvalore totale di 7,8 miliardi di sterline, circa 14,9 miliardi di dollari. La compagnia danese Carlsberg ottiene così la proprietà esclusiva di Baltic Beverages e le attivita di S&N in Francia, Grecia e Cina, mentre l’olandese Heineken avrà il controllo dei suoi mercati britannici, americani ed indiani, oltre a quelli portoghesi e finlandesi.

La Baltic Beverages gestisce 19 fabbriche di birra, occupando così la prima posizione nei mercati russi, baltici e kazakhi, mentre è al terzo posto in Ucraina. Tra i suoi marchi Baltika, Arsenalnoe, Slavutich e Alma-Ata. Buhl Rasmussen, amministratore delegato della Carlsberg si è detto eccitato per le nuove opportunità che si aprono loro davanti nel mercato russo e baltico, dove avranno il pieno controllo. Anche Jean-Francois van Boxmeer, ad della Heineken, ha confermato che l’operazione fa della compagnia la produttrice leader di birra in Europa, spalancando le porte a nuove opportunità di guadagno. L’interesse della Heineken è rivolto in particolar modo all’area del Regno Unito ed al mercato del sidro, che è cresciuto di quasi il 20% nell’ultimo anno.

Giappone: timori recessione, intanto HangSeng -4,3% e Shanghai -7%

Secondo le autorità monetarie giapponesi, gli organismi internazionali e le banche di investimento, il Paese asiatico sarebbe seriamente influenzato dalla debolezza del mercato immobiliare, dal rallentamento degli investimenti domestici ed esteri. Inoltre, la possibile recessione negli Stati Uniti, uno dei suoi principali soci finanziari, e le elevate quotazioni del petrolio, stanno peggiorando il quadro di riferimento internazionale. Quindi i timori di una recessione globale hanno raggiunto il gigante nipponico. La Bank of Japan indica che la crescita del Pil giapponese si posizionerà all’interno del range 1%- 1,5% per l’anno fiscale in corso (che si concluderà a marzo).

I timori per una recessione in Giappone e la brutta chiusura dei mercati statunitensi di venerdì scorso hanno di nuovo affossato i listini asiatici , Tokyo e Seul chiudono con un ribasso del 4,0% e Hong Kong del 4,25%. Le Piazze europee non potevano non risentire della situazione generale e aprono tutte con ribassi tra l’1,0 e il 2,0%, la nostra Piazza Affari non fa eccezione. Tra i peggiori Alitalia (-3,12%) sulle voci che vedrebbero rimessa in discussione la cessione ad AirFrance della nostra Compagnia di Bandiera, Saipem (-2,64), male anche Unicredit (-2,54%).

Microsoft annuncia i conti a sorpresa, ma a Wall Street non basta

In un fine settimana caratterizzato dalla volatilità dei mercati e dalla paura della recessione, Microsoft ha annunciato i risultati del quarto trimestre. Per l’azienda tecnologica i problemi economici statunitensi e mondiali sono solo un lontano spauracchio. Microsoft ha chiuso l’anno con un utile netto in amento dell’81% a 4,7 miliardi di dollari, 50 centesimi ad azione, rispetto ai 2,6 miliardi o 26 centesimi dell’anno precedente. I ricavi sono saliti del 31% a 16,7, sorprendendo anche gli analisti, che si aspettavano un EPS di 46 cents. La compagnia ha anche annunciati le stime per il 2008, decisamente ottimiste nonostante la debolezza dell’economia. La guidance si chiuderà a giugno e la Microsoft si attende un EPS a 1,85-1,88 usd, rispetto ai 1,78-1,81 previsti in precedenza. Anche le stime sui profitti sono state alzate da 58,8-59,7 a 59,9-60,5 miliardi. Per il prossimo trimestre Microsoft Corp. si attende utili a 43-45 cents, mentre le stime degli analisti sono a 44, e ricavi per 14,3-14.6.

In apertura Wall Street era apparsa in rialzo con il listino high-tech trascinato in positivo dai risultati Microsoft. In avvio la compagnia aveva guadagnato il 4%, ma la corsa è durata poco e poco dopo si attestava sullo 0,63%. A circa un’ora dal termine delle contrattazioni gli indici americani perdevano l’1% trascinati al ribasso dai titoli finanziari. Microsoft ha azzerato i guadagni ed invertito la rotta (-0,06%) nonostante gli ottimi risultati trimestrali, con il Dow Jones che ceda l’1,35% ed il Nasdaq l’1,12%.