Moneta unica scambiata a 1,5495 dollari. Bce manterrà invariati tassi

Dopo qualche ora dall’apertura delle contrattazioni nelle piazze finanziarie del Vecchio Continente la moneta unica viene scambiata a 1,5495 rispetto al biglietto verde, in calo rispetto alle ultime rilevazioni della Banca Centrale Europea (1,5540) ma in rialzo rispetto ai valori registrati in tarda serata di ieri a New York (1,5460). Il rapporto di cambio tra dollaro/yen quota, in area 104,70 da 104,50 dell’ultima chiusura di Wall Street.

L’eccessiva volatilita’ dei cambi, l’elevato livello dell’euro, l’incremento nel prezzo delle materie prime e le pressioni inflazionistiche che ne derivano rappresentano un rischio per tutti quanti noi.

Lo ha affermato il premier francese Francois Fillon, in un discorso all’American Jewish Committee. Il dollaro consolida quindi le posizioni conquistate ieri, quando aveva guadagnato terreno sulla scia dell’attesa per una pausa nel ciclo ribassista della Fed sui tassi di interesse. Gli analisti prevedono ora che la Fed interrompera’ il processo di abbassamento del livello dei tassi, gli indicatori macroeconomici hanno rassicurato gli animi sulle condizioni dell’economia statunitense. Il dollaro ha cosi’ beneficiato del trasferimento di capitali dal mercato delle materie prime, dove sia l’oro che il petrolio hanno perso terreno.

Fed taglia tassi e volano le Borse

Ripresa del settore finanziario e una maggiore fiducia degli operatori hanno inaugurato la settimana delle borse asiatiche. Ad inizio settimana a Tokyo il Nikkei aveva archiviato la seduta in rialzo di 0,22% con un guadagno di 30 punti, a 13.894,37, il massimo dal 28 febbraio scorso sulla scia dei finanziari che hanno goduto del recuperato clima di fiducia da parte degli investitori. Inizio settimana positivo per Taiwan con il Taiex che lunedi ha preso 131,77 punti a 9.079,60 in rialzo dell’1,5%; Lunedi negativo per Seul, dove il Kospi termina a -0,08% (1.823,17 punti). Nella giornata del 29 ottobre la Borsa di Tokyo è rimasta chiusa per festività nazionale. Oggi inizio seduta positiva per la borsa di Tokyo, grazie soprattutto alle notizie giunte dal comparto automobilistico (con le vendite nel mese di marzo in crescita del 12,5%) le performance dei titoli esportatori (dovuto all’arretramento dello yen sul dollaro) ed il rally di Wall Street. L’indice Nikkei ha concluso ieri gli scambi in rialzo del 2,05% a 14.049,26 punti mentre il Topix ha guadagnato il 2,32% a 1.377,39 punti. Tra le altre piazze asiatiche, Seul archivia un progresso dell’1,25% a 1.848,27 punti mentre Taiwan sale dello 0,49% a 8.963,63 punti.

Wall Street: trimestrali e mercato immobiliare, continua l’incertezza

Continua il sali scendi di Wall Street, travolta da una valanga di trimestrali. Tengono i tecnologici: a mercati chiusi sono arrivati i conti di Apple e Amazon. Entrambi si sono rivelati superiori alle attese, ma mentre i primi sono stati totalmente positivi, quelli del gigante dell’e-commerce ha accusato un calo nei margini lordi. A preoccupare ancora di più gli investitori ed i mercati è arrivato il profit warning dell’ad di Amazon, il quale ha già rivisto al ribasso le stime per il 2008: l’utile si fermerà a 940 milioni, cifra inferiore ai ai 985 previsti ad inizio anno.

Per il trimestre a venire Amazon prevede ricavi in crescita ma margini di profitto in discesa, tra i 120 ed i 160 milioni. Buoni risultati anche per Boeing, il colosso attivo nel settore aerospaziale, che ha riportato un aumento degli utili del 38% e ricavi del 4%.

Future americani positivi: cresce fatturato Johnson & Johnson

Future americani positivi a Wall Street dopo la pubblicazione dei dati macro relativi ai prezzi alla produzione a marzo, saliti oltre le attese, e del balzo a 0,63 punti dell’indice Empire State aprile. I future sul Dow Jones salgono dello 0,34%, quelli sul Nasdaq dello 0,65%, S&P500 +0,38%. Spunti positivi grazie alla trimestrale del gigante dei prodotti di largo consumo Johnson & Johnson: il risultato per azione è stato di 1,26 dollari, superiore alle stime del consensus posizionate a 1,21 dollari. Anche il fatturato è cresciuto, con un progresso del 7,7% a 16,2 miliardi di dollari. Il gruppo ha inoltre rivisto al rialzo l’outlook per l’intero 2008, facendo sapere di attendersi ora un eps operativo di 4,4/4,45 dollari. Prima dei risultati Johnson & Johnson in controtendenza i cattivi annunci di colossi come Alcoa (AA), General Electric (GE). Sugli altri mercati, sul valutario, euro in flessione nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di ieri a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.5778. In lieve progresso l’oro.

Ancora mutui subprime: Bernanke ammette la crisi

Le borse mondiali da quando sono venuti a galla i primi default di alcune società e fondi hedge americani che hanno puntano sul comparto subprime, hanno subito violenti scossoni, a causa della crisi del comparto immobiliare statunitense. Le conseguenze sono molteplici:

Inoltre gli effetti negativi non sono rimasti confinati al settore finanziario ma avrebbero sconfinato nell’economia reale, attraverso il valore delle attività e l’avvallabilità del credito.

Afferma Ben Bernanke . Negli Stati Uniti è previsto un taglio non indifferente dei posti di lavoro nel settore bancario per i prossimi 12-18 mesi. L’industria bancaria americana tagliera’, nel corso dei prossimi 12-18 mesi, circa 200.000 posti di lavoro. La riduzione dell’occupazione e’, secondo quanto afferma uno studio della Celent, una risposta alla crisi dei mutui subprime.

Petrolio debole in Asia e recessione Usa

Il petrolio accompagna la storia dell’uomo da secoli, nel bene e nel male, e fin dall’antichità il greco “naphtha” richiamava il fiammeggiare tipico delle emanazioni petrolifere. I popoli dell’antichità avevano già ben noti i giacimenti di petrolio (olio di pietra) superficiali che utilizzavano per produrre medicinali e bitume o per illuminare le lampade. Oggi il petrolio è croce e delizia del genere umano. Delizia perché senza esso forse non riusciremmo a spostarci (a meno che non avessimo inventato nuove energie alternative), croce perché il rincaro del petrolio (nonostante brevi periodi di riduzione dei prezzi, ma comunque il trend è sempre in crescita) è qualcosa di estenuante..

In leggero ribasso il prezzo del greggio in Asia. Ieri nel dopo-mercato elettronico che fa riferimento al Nymex, la Borsa merci di New York, a Singapore il petrolio light per consegna a maggio è stato trattato a 104,65 dollari a barile, con un ribasso di 0,18 dollari. Ieri a New York aveva guadagnato 3,85 dollari salendo a 104,83 dollari a barile.

Jp Morgan aumenta l’offerta per Bear Stearns, i mercati volano

La notizia dell’acquisizione di Bear Stearns da parte di Jp Morgan ad un prezzo di svendita aveva lasciato esterefatti i dipendenti che ne posseggono le quote di partecipazione. Ma la vicenda non era ancora chiusa. Jp Morgan ha cercato di vincere la diffidenza degli azionisti della banca in fallimento quintuplicando l’offerta: 10 dollari ad azione.

Il valore totale di Bear Stearns arriva così a due miliardi di dollari e il titolo vola in borsa: ha chiuso a +57% arrivando a sfiorare i 10 dollari offerti da Jp Morgan (9,38 dollari), dopo aver raggiunto +116% a 12,9 dollari. Secondo un accordo precedente il 39,5% degli asseti nel portafoglio di Bear Stearns è già passato nella mani dell banca d’affari statunitense, mentre il restante deve ricevere il sì degli azionisti.

L’assemblea ha accettato il rilancio di Jp Morgan e l’acquisizione dovrebbe essere ufficializzata l’8 aprile. Sarà la nuova proprietaria ad accollarsi il miliardo di perdite di Bear Stearns e non più la Fed, che se necessario interverrà in un secondo momento, per i restanti 29 miliardi.

La FED taglia ancora i tassi

La Federal Reserve è tornata a tagliare il tasso di sconto Usa, ieri ha effettuato una riduzione di 0,75 punti percentuali al 2,50 per cento. Proprio domenica, la Fed aveva tagliato il tasso di sconto dal 3,5% al 3,25 per cento . Nel comunicato che ha accompagnato la decisione di tagliare i tassi la Fed fa capire di essere pronta ad agire ancora, se necessario. Nella nota si legge che

le recenti informazioni indicano che l’outlook sull’attivita’ economica si e’ ulteriormente indebolito, la crescita della spesa in consumi e’ rallentata e il mercato del lavoro si e’ indebolito, anche i mercati finanziari restano in notevole stress e l’irrigidimento delle condizioni del credito e il peggioramento della contrazione immobiliare probabilmente peseranno sulla crescita economica nei prossimi trimestri.

Bearn Stearns sull’orlo del fallimento e viene comprata da Jp Morgan. A chi toccherà adesso?

E’ di venerdì la notizia che la banca d’affari statunitense Bear Stearns è sull’orlo del fallimento: sono stati momenti di panico, con il titolo che perdeva il 40% e la metà del valore della quinta banca di investimenti degli Usa, 5,7 miliardi di dollari, bruciati. Sono subito arrivate in suo soccorso la Fed e Jp Morgan, che le avevano garantito fondi e prestiti così da prolungare la propria attività per altri 28 giorni. L’intervento avrebbe dovuto evitare crolli a catena sui mercati finanziari, reazione del resto inevitabile: le borse europee sono precipitate, per non parlare di quelle statunitensi.

Come era prevedibile la banca d’affari ha accusato l’alta esposizione nella concessione dei mutui subprime (non che vi fosse esposta più delle altre grandi banche statunitensi) e non una crisi di liquidità emersa nelle “ultime 24 ore” come ha cercato di far credere un amministratore delegato stuoito anche lui stesso alle parole che pronunciava. La crisi di Bear Stearns era annunciata già da parecchio tempo e si tratta di parecchi miliardi, di cifre che un prestito ponte può solo tamponare.

Nuovo record della moneta unica: quasi 1,53 sul dollaro

Non si ferma la corsa dell’euro nei confronti del dollaro. La moneta unica segna un nuovo record e tocca quota 1,5275 sul biglietto verde. E sulla scia della debolezza del dollaro, l’oro ha toccato a New York il nuovo record a 990 dollari l’oncia. Nuovo record anche del petrolio che a New York ha toccato quota 103,95 dollari al barile. Lo yen e lo yuan sono sottovalutati, l’euro e’ sopravvalutato e il dollaro continua a scendere. Le conseguenze sono: Cina e Giappone divengono sempre più competitive sul mercato internazionale ed i loro prodotti sono sempre più richiesti, proprio perché il loro controvalore in euro o in dollari è veramente basso. Con la crisi dei mutui subprime esiste il serio rischio che le difficolta’ americane si estendano alle economie di molti Paesi. Se la crisi dei mutui e quella ancora potenziale degli assicuratori dovesse contaminare piu’ seriamente l’economia reale riducendo la fiducia e i consumi dei privati, allora il prezzo verrebbe pagato dalle economie di tutti i Paesi. La prima linea di difesa e’ stata quella della Fed e della Bce che ha iniettato liquidita’ per evitare la crisi. La Bce svolge

un lavoro molto buono ed e’ indipendente.

Questa è la posizione del commissario Ue Joaquin Almunia, secondo il quale l’euro riflette la superpotenza della Bce.