Qatar investe in Credit Suisse: previsti ulteriori investimenti per tutto l’anno

I livelli record raggiunti dal petrolio che quota oltre i 96 dollari e il contemporaneo calo dei titoli finanziari seguito alla crisi dei mutui subprime ha creato opportunità di investimento uniche che i fondi sovrani non si sono fatti sfuggire. In prima fila si muovono i fondi arabi: l’emirato del Qatar si prepara ad entrare nel capitale delle principali banche europee e statunitensi. Il fondo sovrano del Qatar sarebbe pronto ad investire 15 miliardi di dollari. Gli investimenti sono previsti nel corso del prossimo anno. Qatar Investment Authority dal mese di gennaio ha iniziato ad acquistare sul mercato ed accumulare azioni di Credit Suisse, nell’ambito dell’ambizioso progetto che mira all’acquisizione di partecipazioni rilevanti in diverse istituzioni finanziarie occidentali. Il Qatar è membro dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), la principale risorsa economica è rappresentata dall’oro nero su cui si basa la ricchezza del paese, ecco perché l’emirato ha possibilità economiche di investimento non indifferenti. Un’ulteriore risorsa è costituita inoltre dai giacimenti di gas naturale; infatti, a North West Dome si trovano i più grandi depositi del mondo di gas naturale non associato al petrolio.

India: Spice lancia il telefonino del popolo

Bhupendra Kumar Modi, presidente della Spice, compagnia telefonica indiana, in occasione della presentazione durante la grande fiera del settore, “Mobile World Congress“, in corso a Barcellona ha detto che solo la metà delle persone che abitano in tutto il mondo usa i cellulari e il problema è il costo del telefono. Almeno fino ad ora. Infatti l’India non smette di stupirci, appena qualche tempo fa aveva presentato l’automobile più economica al mondo (la Tata Nano prezzo 2.500 dollari) che avrebbe fatto viaggiare gli indiani in un abitacolo piccolo ma confortevole e soprattutto a basso costo, ora arriva un cellulare low cost: il telefonino del popolo infatti, costerà appena 20 dollari (circa 13 euro). La compagnia di Bombay, Spice comincerà a vendere in Asia già dal mese prossimo e tenterà di sottrarre una quota del mercato mondiale a Nokia, leader indiscusso del settore. Il telefono low cost sarà privo dello schermo e di tutte quelle funzioni non indispensabili.

Delocalizzazione produttiva: subfornitura preferita a produzione in loco?

L’economia italiana, basata prevalentemente su imprese di medie dimensioni, sta attraversando una profonda e inevitabile trasformazione. Interi processi produttivi vengono delocalizzati allo scopo di ridurre i costi di produzione, mentre grazie all’allargamento a nuovi Stati membri il potenziale commerciale dell’Est Europa è in continua crescita. La delocalizzazione diventa un sistema strategico e determinante per la sopravvivenza, intraprendere un’attività d’impresa non è facile, questo soprattutto al Meridione dove le possibilità di crescita sono limitate ed esiste il rischio d dover regalare parte dei guadagni alle organizzazioni criminali quali mafia, camorra, sacra corona unita. Le parole d’ordine sono dunque: sopravvivere, competere, ridurre i costi, alzare la qualità. I consumi interni stagnano, colpa della recessione e del caro-euro.

Le esportazioni faticano, per la concorrenza estera, le frodi e contraffazioni e ovviamente l’apprezzamento reale dell’euro: se occorrono tante monete (per esempio dollari) per acquistare un euro, allora i compratori americani non acquisteranno i prodotti da noi europei perché dovendo pagare in euro, pagherebbero cifre elevate solo a causa del cambio. Ecco perché avere una moneta unica forte è un’arma a doppio taglio, rafforza l’economia, l’affidabilità del sistema economico che la utilizza ma lede alle esportazioni. Un modo per svalutare la moneta in maniera innocua è che i Governi adoperino una politica monetaria restrittiva, ovvero abbassare i tassi di interesse . In questo modo gli investitori esteri non avranno molti vantaggi nel comprare titoli europei dato che hanno un rendimento basso, quindi non comprando titoli europei non compreranno neanche euro ed inevitabilmente il prezzo dell’euro (il cambio) diminuirebbe perché si avrebbe una inferiore domanda di euro.

Enel investe in Russia: acquisito oltre il 50% di Ogk-5

Enel Investment Holding (EIH, società di diritto olandese il cui capitale risulta interamente posseduto da Enel), a seguito del nulla osta dell’Autorità russa di regolazione dei mercati finanziari (FSFR), dopo il lancio di un’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria sull’intero capitale della società di generazione elettrica OAO OGK-5 (OGK-5) è divenuta titolare di oltre il 50% del capitale di quest’ultima. L’obbligo di effettuazione dell’OPA derivava dall’avvenuto superamento della soglia del 30% del capitale di OGK-5 da parte di EIH, conseguente all’acquisto di una partecipazione pari a circa il 7,15% del capitale stesso perfezionatosi lo scorso 26 ottobre 2007.Enel informa di essere divenuta titolare di oltre il 50% del capitale di Ogk-5. E’ quanto emerge dai risultati provvisori dell’Opa obbligatoria promossa sull’intero capitale della societa’ russa. I risultati definitivi dell’Opa verranno resi noti nei prossimi giorni. Alla data dell’11 febbraio, l’ammontare delle azioni consegnate all’Opa promossa da Enel e’ risultato pari al 15,74% del capitale di Ogk-5. Ma prima del lancio dell’OPA Enel già possedeva una partecipazione del 37,15% del capitale di Ogk-5. Tali azioni, sommate a quelle ottenute con l’Opa, portano alla titolarita’ del 52,89% del capitale di Ogk-5. Il corrispettivo offerto in sede di OPA è di 4,4275 rubli per azione (equivalenti a circa 0,12 euro al cambio attuale di 35,9732 rubli per 1 euro).

Africa: è ora di investire nel continente nero?

Quando abbiamo parlato di mercati emergenti abbiamo detto che oltre ai BRIC, esistono tutta una serie di paesi, e mercati, in via di sviluppo, con buone potenzialità di crescita su cui è possibile investire giocando d’anticipo. E questi paesi non si trovano solo ad oriente, nel continente asiatico, o in quello sudamericano, bensì anche in Africa.

Il continente nero dopo secoli di sfruttamento e sottomissione sta forse cominciando ad alzare la testa? Il contesto geopolitico non è ancora ideale e la carenza di un quadro normativo in grado di proteggere gli investimenti ne fanno una realtà ancora tutta in divenire. Da non trascurare però la ricchezza di risorse naturali che caratterizza questo continente: il 30% dell’oro mondiale proviene da qui, così come almeno il 50% dei diamanti, per non parlare del platino.

E che dire del petrolio? L’oro nero africano appare spesso sottovalutato o sottostimato, come se il suo valore fosse inferiore a quello proveniente dal Medio Oriente. Ma non dimentichiamoci che la Nigeria è il sesto esportatore mondiale e riserve non quantificate perchè ancora da esplorare interamente sono presenti nel Golfo della Guinea, nell’area saheliana e nel Sudan.

Nuovi mercati emergenti: Vietnam

Nell’ultima edizione del magazine di Credit Suisse, il Global Investor, viene affrontato il tema dei mercati di frontiera, mercati con una crescita inferiore rispetto ai cosiddetti paesi emergenti, ma che vantano potenziali capacità di commercio e sviluppo e che potrebbero rappresentare un ottimo investimento, per chi considera i BRIC ormai non più convenienti.

Gli ultimi 6 anni hanno visto un balzo in avanti incredibile dei BRIC, che trainati principalmente dalla Cina, hanno attirato un enorme mole di investimenti stranieri ed offrono opportunità interessanti anche come mercati interni, data la veloce crescita dei consumi. La loro crescita potenziale resta alta ma non è più “dinamica” come lo era un tempo, allora una soluzione potrebbe essere quella di scovare paesi in via di sviluppo, anticipando i tempi.

Per permettere agli investitori di individuare quali sono questi paesi Credit Suisse ha elaborato un indice che si basa sul benessere della popolazione, il potenziale macroeconomico, lo sviluppo dei mercati finanziari e la stabilità politica.

Investimenti nel mattone: nonostante incentivi cala domanda immobili

Investire nel mattone è oggi la prima scelta dei risparmiatori italiani, poco fiduciosi verso il mondo delle azioni o dei titoli allettati da condizioni addirittura più favorevoli rispetto alla media europea. Infatti, dato il livello ancora basso dei tassi, è probabile che la via migliore resti l’acquisto finanziato da un mutuo, soprattutto nelle grandi città, dove gli affitti sono sempre più alti. Nel caso di stipula di un mutuo, inoltre, esiste il vantaggio di poter detrarre fiscalmente gli interessi passivi. Per queste ragioni il mattone è ormai riconosciuto da tutti come l’investimento rifugio per eccellenza. Inoltre ciò che dovrebbe spingere verso l’alto il mercato immobiliare alcuni elementi, tra cui l’andamento problematico delle borse, soprattutto in questi ultimi periodi, e, in generale, delle forme di investimento alternativo, l’esiguità del mercato della locazione ed il fatto che i rendimenti da locazione risultano essere competitivi rispetto ai rendimenti finanziari. Una limitazione è data invece dal fatto che, normalmente, i mutui al 100% sono concessi solo per l’acquisto o la costruzione della prima casa. Nel caso di seconda casa, l’importo massimo finanziabile torna ad essere pari ad un massimo dell’80%.

Buffett e Project Lifeline in aiuto ai mercati

Il finanziere Warren Buffett ha annunciato ieri nella mattina che “correrà in aiuto” di Ambac Financial Group, Mbia e Financial Guaranty Insurance, le principali società di assicurazione dei bond. Buffett andrà loro in soccorso offrendo 800 miliardi di dollari in obbligazioni municipali, ovvero emessi dagli enti locali.

La holding di Buffett, la Berkshire Hathaway, potrebbe in questo modo impedire l’apertura del secondo capitolo della crisi dei mutui sub prime, quello degli assicuratori di bond, che secondo gli analisti potrebbe arrivare a causare fino a 250 miliardi di perdite. L’offerta di Buffett riguarda però solo i bond municipali e non gli ormai celebri cdo.

Non sono un benefattore, sono un uomo d’affari!” ha detto il finanziere durante la conferenza stampa. La notizia è stata una decisa inienzione di fiducia nei mercati che ha provocato un rimbalzo delle borse. Fichte ha però già abbassato il rating su Ambac, da tripla A a doppia. Se il taglio dovesse riguardare altri attori del settore, si parlerebbe di perdite miliardarie.

Investire in Brasile: boom di investimenti nel 2007

Parlare di boom dei mercati emergenti è ormai cronaca di tutti i giorni. Già nel 2007 con la crisi globale dei mutui subprime alle porte le aziende e gli investitori cominciavano a gettare lo sguardo verso BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), ma mentre tutti conosciamo le potenzialità e la forza dei mercati russo, indiano e cinese, quello brasiliano è sempre stato considerato di secondo livello. Il Brasile è un paese ricchissimo di risorse naturali ed è sempre stato visto principalmente come un “fornitore di materie prime“.

Molte aziende sono state costrette a rivedere questa definizione e molte altre dovranno farlo. Nel 2007 il Brasile ha visto investimenti stranieri diretti per la cifra di 34,6 miliardi, secondo quanto riportato dal Finacial Times. Secondo i dati del UNCTAD (Congresso delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo) gli investimenti diretti hanno addirittura superato del doppio quelli rivolti verso l’India e hanno portato il Brasile al secondo posto della classifica mondiale.

La sua ricchezza di risorse naturali, la cui domanda mondiale cresce incessantemente, ha senza dubbio rivestito un ruolo fondamentale in questo boom ma andando ad analizzare il tipo di investimenti ricevuti stupirà il fatto che i settori che maggiormente ne hanno beneficiato sono quelli manifatturiero (un terzo degli investimenti totali) ed edilizio.

Derivati: Unicredit denunciata, Adusbef minaccia class action e mette in guardia gli investitori dai pericoli dell’economia “di carta straccia”

Il settimanale “L’Espresso” nella scorsa settimana ha pubblicato un’inchiesta sulle disavventure di un imprenditore pugliese il quale ha fatto causa a Unicredit chiedendo danni per 276 milioni di euro più interessi ed accusandola di truffa ed usura. La ditta in questione è Divania e fatturava 65 milioni di euro, ma è stata costretta a chiudere.

L’imprenditore ha fornito come prove anche dei filmati in cui i funzionari di Unicredit lo constringerebbero a firmare contratti ad alto rischio sui derivati, pena la chiusura di affidamenti vitali. Unicredit ha smentito immediatamente: secondo quanto dichiarato dalla banca l’impresa in questione è stata costretta a chiudere non a causa degli investimenti sui derivati ma per la congiuntura internazionale negativa del settore in cui operava Divania.

Come si può immaginare dal nome l’azienda operava nel campo dei mobili imbottiti e secondo Unicredit sarebbe andata incontro alla crisi già dal 2003 quando sono entrate sul mercato le produzioni dei paesi a basso costo. Situazione che poi sarebbe andata peggiorando nel 2004, con il crollo dei bilanci dovuti anche all’apprezzamento dell’euro sul dollaro.

Borse asiatiche spaventate dall’anno del topo

Dimenticate grafici, diagrammi e previsioni economiche. Gli investitori prudenti in Asia si sono rivolti ai maestri feng shui per sapere quale strada prenderanno i mercati nell’anno cinese del topo. Non sono rimasti sorpresi, visti i recenti crolli dei mercati, quando gli esperti di feng shui hanno predetto un anno cupo a livello economico e finanziario. Non ci sono quindi buone notizie per chi si augurava la ripresa dei mercati colpiti dalle preoccupazioni sull’economia statunitense.

In Cina l’astrologia ha molto seguito e nel precedente anno, quello del maiale, le previsioni avevano visto giusto, pronosticando un 2007 per le Borse Asiatiche sui massimo assoluti. Tony Tan in particolare che aveva previsto in anticipo i lauti guadagni dello scorso anno ha confermato quanto tutti potevano aspettarsi: “gli investitori dovranno essere rapidi come ratti perchè sarà un anno caratterizzato dall’alta concorrenza.”

Il topo è una creatura d’acqua e si combina con il ciclo della terra, producendo inevitabilmente alta instabilità.

Dumping cinese: più protezioni per l’industria europea?

Il dumping è la vendita di un prodotto nel mercato di un altro Paese ad un prezzo inferiore al “valore normale” o “fair value. Di conseguenza, un prodotto è oggetto di dumping laddove il suo prezzo di esportazione sia inferiore al suo valore normale praticato nel Paese dell’esportatore. Per esempio un esportatore cinese vende un bene in Cina a prezzo 10, ed esporta lo stesso bene in Europa a 7. Il dumping è una discriminazione internazionale dei prezzi e viene spesso considerata una forma di concorrenza sleale e quindi una pratica sleale di commercio internazionale (dump: luogo di scarico di detriti o spazzatura), perché il prodotto è venduto, su un dato mercato e in un tempo preciso, ad un prezzo così basso per cui i produttori locali difficilmente possono competere con esso. L’Unione europea, come la maggior parte delle altre economie importatrici, si avvale di un sistema di strumenti di difesa commerciale. Questi strumenti, che consistono nell’applicazione di dazi antidumping al prezzo dei beni importati (diretti appunto a far innalzare il prezzo di vendita), permettono all’Unione Europea di difendere i propri produttori dalle importazioni effettuate in base a condizioni sleali.

ABRUZZO: interessante per il mercato immobiliare

Secondo l’indagine condotta da Tecnocasa, nota agenzia di intermediazione immobiliare italiana, l’Abruzzo è stata nel primo semestre 2007 tra le regioni più richieste per l’acquisto di case in montagna.
La regione ha un importante patrimonio naturale: con tre Parchi Nazionali, il Gran Sasso e Monti della Laga, Il parco Della Majella d’Abruzzo e il regionale Sirente Velino, offre agli appassionati degli sport invernali, piste da sci di fondo, spazi attrezzati per lo snowboard e per lo snowrafting (il rafting con il gommone sulla neve). Nel comprensorio dell’Alto Sangro si trovano alcune delle principali stazioni sciistiche della regione: Roccaraso, Pescocostanzo e Pescasseroli.

A livello di prezzi a Roccaraso e Pescocostanzo, le quotazioni medie per l’acquisto di un immobile sono, 4000 euro al mq per l’usato e 5000 euro al mq per il nuovo. E’ in ribasso il mercato degli affitti invernali dovuto alla mancanza di neve. I canoni si aggirano intorno ai 3500 a 5000 per stagione oppure mensilmente 200 euro circa per un trilocale con 2 stanze dal periodo inizi dicembre a inizi febbraio.

Air One: più voli a Malpensa. Insieme ad Alitalia sarebbe la quarta compagnia europea

Al convegno di Confcommercio davanti alla platea di imprenditori e politici lombardi riuniti a Piazza Affari a Milano, Carlo Toto, presidente di Air One ha rilanciato il suo piano per Alitalia che prevede lo sviluppo di Malpensa. Il patron di Air One, ha anticipato l’apertura di due voli intercontinentali sull’aeroporto, grazie all’arrivo in flotta dei primi A330 ordinati. Mantiene massimo riserbo, però, su quali saranno le mete scelte dalla compagnia per il debutto sul lungo raggio in quanto ad Air One attendono le ulteriori autorizzazioni. Malpensa secondo Toto è un aeroporto sotto utilizzato e male utilizzato, mentre le sue risorse sono importanti, ed ha ribadito l’importanza di considerare lo scalo milanese una risorsa strategica per il paese, per il nord Italia e per tutto il sistema dei trasporti. Oltre ai due scali internazionali, ci sarebbe spazio per altre quattro basi operative in altrettanti aeroporti italiani, infatti il piano di Air One, prevede sei aeroporti, di cui due intercontinentali. Il piano italiano prevede per l’aeroporto di Malpensa un aumento del 25% dei voli nazionali, del 20% di quelli intercontinentali e il mantenimento di quelli internazionali con un incremento delle frequenze. Toto ha anche affermato che ci sono i presupposti industriali ed economici perché il piano sia redditizio e profittevole.