Piazza Affari vola in alto: raggiunta la prima resistenza

 A livello settimanale l’indice SPMIB recupera i minimi del 2003: sarà importante chiudere sopra i 20346 la settimana corrente per allontanare almeno momentaneamente lo spettro di un nuovo minimo annuale da panico. L’importanza di questo grafico è stata indicata da Mr. Gann, che più volte nei suoi scritti ripete la valenza delle indicazioni scaturite dallo studio dei grafici weekly. È fondamentale quindi tenerlo sempre aggiornato indicando i massimi e minimi di periodo e assoluti, oltre ai livelli di resistenza e supporto sia statici sia dinamici.

Vendite on line per il periodo natalizio previste in calo, pesano i dati deludenti di Amazon

 Le vendite online cresceranno in Usa per il periodo natalizio del 12%, il tasso di crescita più basso mai registrato, secondo le stime di una rapporto diffuso oggi redatto dall’istituto Forrester Research.
Circa un terzo di coloro che fanno acquisti online — secondo il rapporto — intende spendere meno a novembre e dicembre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.”I prezzi inflazionati sui beni di base, i freni al credito e il crescente numero di licenziamenti nelle aziende stanno avanzando pressioni economiche che necessitano di previsioni ammorbidite”, dice il rapporto. I consumatori statunitensi hanno cercato di risparmiare quest’anno in vari settori, nel periodo del credit crunch, della crisi immobiliare e del terremoto finanziario che ha colpito i mercati di tutto il mondo Wall Street tiene sott’occhio le previsioni per la stagione delle vacanze natalizie, che contribuiscono per il 40% al fatturato annuale dei rivenditori, online e non.

Terzo taglio dei tassi di interesse negli ultimi due mesi per la Cina: numerosi settori economici continuano a declinare

 La Cina taglia i tassi di interesse per la terza volta negli ultimi due mesi: l’operazione è volta a stimolare la crescita della nazione asiatica, dato che la crisi finanziaria globale sta sempre più minando la quarta maggiore economia mondiale. I tassi a un anno sono scesi al 6,66%, partendo da 6,93%, secondo quanto affermato dalla People’s Bank of China. Le cose non vanno meglio neanche per i tassi di deposito, scesi dal 3,87% al 3,60%. La debole domanda per le esportazioni e la sempre più bassa proprietà di mercato stanno minacciando di scatenare un crollo finanziario senza precedenti, dopo che la crescita è salita al tasso più basso degli ultimi cinque anni.

 

Il governo cinese ha provveduto a innalzare i rimborsi delle esportazioni, a tagliare i costi per gli acquisti di immobili e a impegnarsi in maggiori spese nelle infrastrutture, al fine soprattutto di proteggere gli impieghi e di sostenere l’espansione economica. Xia Bin, ricercatore dell’istituto State Council Development and Research Center di Pechino, si è così espresso:

L’economia della Cina è ancora ad alto rischio per quanto riguarda un drastico rallentamento e non si vede una soluzione efficace.

La produzione della nazione asiatica è cresciuta a livelli molto bassi a settembre e gli ordiniativi sono calati al minimo livello da tre anni a questa parte nel terzo trimestre.

Il caso Volkswagen in Borsa spiega molto bene l’assurda situazione creata dal mercato dei derivati

 Il caso del titolo Volkswagen, che in due sedute ha guadagnato il 220%, trascinando con se il listino di Francoforte fino al + 11,6% , e arrivando per pochi minuti ad essere la prima societa al mondo per capitalizzazione, è emblematico per dimostrare ancora una volta che gran parte dei movimenti recenti dei mercati azionari non è spiegabile solo con il peggioramento delle condizioni macro, ma anche e soprattutto con gli eccessi degli strumenti derivati. Volkswagen guadagna il 530% dall’inizio dell’anno senza alcuna motivazione apparente di tipo fondamentale. Secondo gli esperti a guidare la folle corsa del titolo degli ultimi giorni ci sono solo ragioni tecniche. Fatto scatenenate della bagarre intorno al titolo è stata l’annuncio dell’intenzione di Porsche a sorpresa di arrivare a controllare il 75% del capitale di Volkswagen. Ciò significa che al 42% già posseduto aggiungerà le azioni che derivano dall’esercizio di tutte le opzioni d’acquisto in circolazione (corrispondenti a un altro 31,5% del capitale), costringendo gli intermediari a chiedere la consegna delle azioni Volkswagen.

La vendita di obbligazioni collaterali causa le cattive performance di BEA: sempre più debole la domanda di prestiti

 La Bank of East Asia Ltd., l’isituto creditizio con la peggior performance nell’indice Hang Seng di Hong Kong, ha annunciato di avere riportato una perdita pari a 2,2 miliardi di dollari di Hong Kong (284 milioni di dollari) a causa degli investimenti collegati al credito che sono stati rovinati dai turbamenti economici nei mercati globali. La banca asiatica, terzo maggior istituto della città cinese per assets, dovrà sostenere tale perdita: quest’ultima risulta essere quasi dello stesso ordine del suo reddito netto del secondo semestre del 2007 ed è stata provocata dalla vendita dell’intero portafoglio di obbligazioni collaterali debitorie.

 

Già nella prima metà di quest’anno, Bank of East Asia aveva effettuato un’operazione simile, per un importo di 1,3 miliardi di dollari di Hong Kong. Le azioni della banca, di cui il portavoce David Li rappresenta il settore bancario nell’assemblea legislativa, sono scese di ben 75 punti percentuali quest’anno, dato che la crisi globale dei mercati ha reso peggiori gli investimenti e ha inoltre indebolito la domanda per i prestiti. Prima dell’annuncio delle perdite, Bank of East Asia aveva già chiuso in ribasso del 16%, a quota 13,38 dollari di Hong Kong.

 

Luxottica alla prova dei risultati, gli analisti sono scettici sulla tenuta ma il sentiment rimane positivo

 Questa sera, dopo la chiusura dei mercati, Luxottica alzerà il velo sui conti del terzo trimestre. Occhi puntati quindi sul leader mondiale dell’occhialeria che potrebbe aver risentito della contrazione dei consumi negli Stati Uniti, suo principale mercato, dove realizza in dollari più del 70% del fatturato totale. Nonostante il contributo positivo della recente rivalutazione del dollaro (+16% contro l’euro nell’ultimo mese), Luxottica potrebbe avere difficoltà nel centrare i propri obiettivi 2008 e allo stesso modo ci potrebbero essere problemi anche per il 2009. A dirlo sono alcune delle maggiori banche d’affari che, secondo un sondaggio condotto da Bloomberg, prevedono un incremento del 7,8% dei ricavi del terzo trimestre, pari a 1,24 miliardi di euro rispetto a 1,15 miliardi dello scorso anno; le stesse stime indicano un utile netto in calo del 7,9% a 103,1 milioni di euro rispetto ai 112 milioni dello stesso periodo del 2007.

S&P-MIB: la settimana inizia in rosso

 Seduta di inizio settimana ancora una volta negativa per l’SPMIB: le compravendite sul più importante indice italiano iniziano in mattinata a quota 19078. Dopo pochi minuti si raggiungono immediatamente i 18589 punti indice, che diventeranno i minimi di giornata dai quali si è ripartiti verso i massimi raggiunti nel primo pomeriggio a quota 19405. La particolarità della giornata è che il prezzo di chiusura (19092) risulta essere decisamente vicino all’apertura: si può affermare che il prezzo di apertura e di chiusura sono quasi coincidenti. Tale particolarità conferisce una forma importante alla candela sul grafico daily, che nello specifico prende il nome di candela Doji. La Doji indica un’equivalenza delle forze in gioco (la forza dei compratori e quella dei venditori si equivalgono) e quindi mostra un’indecisione sulla direzionalità del mercato. Il fatto che si la Doji si sia formata su un probabile minimo di periodo avvalora l’ipotesi invece di un cambio di tendenza almeno di breve periodo.

Con la crisi finanziaria la Germania vuole allargare la lista nera dei paradisi fiscali a Svizzera e Lussemburgo

 E’ da anni ormai che si discute a livello internazionale del ruolo e dell’esistenza dei cosidetti paradisi fiscali, cioè quei luoghi dove il regime fiscale viene considerato altamente favorevole ai possessori di ingenti capitali. Ma ora che la crisi finanziaria ha creato un enorme problema di liquidità la questione torna in primo piano sopratutto nel vecchio continente. In Europa, infatti, i paesi inseriti nella cosidetta lista nera dei paradisi fiscali ufficcialmente sono il Liechtenstein , Andora, Monaco, ma certo è che da sempre la Svizzera e il Lussemburgo, per le loro regole in materia bancaria sono guardati con sospetto dai grandi paesi europei, Germania in testa. Berlino, infatti, da sempre è maggiormente attenta al contrasto di queste forme di fiscalità agevolata, come ha dimostrato il recente scandalo della scoperta dell’esistenza di centinaia di conti correnti di tedeschi, celati dietro le fondazioni del Liechtenstein e parcheggiati in banche del principato e svizzere, scoperti dai servizi segreti tedeschi, grazie ad un atto di corruzione costato al contribuente quasi 5 milioni di euro, andati nelle tasche di un infedele funzionario della società fiduciaria Lgt, appartenente all’omonimo gruppo bancario, il cui proprietario altro non è che il principato stesso.

Mitsubishi UFJ è entrata nella peggiore crisi degli ultimi 21 anni: imminenti le vendite di azioni per sostenere il capitale

 Mitsubishi UFJ Financial Group Inc., la banca giapponese che ha investito 9 miliardi di dollari in Morgan Stanley, ha annunciato che provvederà a vendere una cifra superiore ai 990 milioni di yen (10,7 miliardi di dollari) in azioni per dare nuovo vigore al suo capitale. Mitsubishi, che rappresenta la più grande banca della nazione asiatica, potrebbe vendere inoltre più di 600 miliardi di yen in azioni comuni nei 12 mesi seguenti al prossimo 4 novembre: per quanto riguarda invece le azioni privilegiate, verranno vendute agli investitori per una somma pari a 390 miliardi di yen.

 

La banca giapponese ha conseguito oggi la maggior perdita degli ultimi 21 anni: diversamente dagli istituti creditizi statunitensi ed europei, costretti ad accrescere il proprio capitale, Mitsubishi sta sostenendo il suo bilancio tramite l’acquisto delle partecipazioni di Morgan Stanley e andando a prendere il controllo della affiliata statunitense. Keisuke Moriyama, analista bancario giapponese, ha espresso la sua opinione riguardo la situazione della banca asiatica:

Le banche giapponesi vorrebbero utilizzare il capitale per accrescerlo ed investirlo in banche straniere, il che rappresenta un fattore positivo. Se non dovessero avere denaro a disposizione, non ci sarà nessuna trattativa.

Lo yen continua ad apprezzarsi e le autorità internazionali pensano ad un intervento per calmierare i mercati valutari

 Prosegue negli scambi della tarda mattinata londinese la discesa della valuta unica sulle principali controparti, mentre i corsi di yen e franco svizzero traggono beneficio dal clima di marcata avversione al rischio. Sugli schermi Reuters il cambio dell’euro/yen scivola al record negativo da maggio 2002, in calo di circa 4% in seduta fino a 113,64. Marcato deprezzamento per la divisa unica europea contro franco svizzero, con il cross al minimo dall’introduzione della valuta unica fino a 1,4301. Questo apprezzamento dello yen non solo contro l’euro, sembra  preoccupare le principali autorità economiche e finanziarie internazionali. I Ministri delle Finanze e i banchieri centrali dei paesi del gruppo del G7, infatti, hanno emesso un comunicato congiunto esprimendo preoccupazioni sull’eccessiva recente volatilità dello yen. I sette paesi più industrializzati del mondo inoltre continueranno a monitorare con attenzione i mercati e a cooperare nel comune interesse per un sistema finanziario internazionale forte e stabile.

Per gli USA una settimana divisa tra PIL e taglio dei tassi di interesse

 La settimana che inizia oggi chiuderà il mese di ottobre e la domanda che adesso tutti gli investitori si pongono è se potremo assistere ad un rimbalzo o se il crollo è destinato a proseguire. Questo mese i listini hanno perso circa il 25%, facendo registrare la performance peggiore dall’ottobre 1987. I mercati negli ultimi giorni di contrattazioni hanno subito pesanti perdite a causa dei segnali di rallentamento che le economie ci stanno fornendo. La recessione è data per scontato, ora ci chiediamo quanto possa durare e quali cali porterà. Anche questa settimana gli occhi saranno quindi puntati sui dati macroeconomici e sulle mosse della Fed. Saranno poi pubblicate le trimestrali di alcune grandi società, queste ultime però difficilmente riusciranno ad influenzare l’andamento delle contrattazioni. In merito alle trimestrali è infatti necessario sottolineare che ormai il mercato è concentrato esclusivamente sui mesi a venire, mesi considerati di forte discontinuità con quelli appena passati.