Oro, capirne il valore ed investire

Nuovo record per l’oro! Il metallo prezioso trainato dalla debolezza del dollaro (anche questo ha stabilito un nuovo record: euro sopra 1,53) è venduto a 995,20 dollari l’oncia. Cerchiamo di capire bene una volta per tutte quanto è un’oncia e come è quotato l’oro.

L’oro può essere quotato al grammo o all’oncia. Un’oncia corrisponde a 31,1035 grammi. Nel 2001 un’oncia d’ora sarebbe costata 250 dollari; da allora ad oggi, in soli 7 anni, il prezzo dell’oro è praticamente quadruplicato. Da sempre questo metallo è stato sfruttato per il suo valore nel tempo come riserva monetaria o bene rifugio, soprattutto nei momenti di crisi della valute. Rispetto al tasso di inflazione il valore dell’oro è incredibilmente rimasto stabile nel tempo, il suo valore però è stabilito, come per altre commodities, dal rapporto domanda-offerta.

Essendo considerato un bene rifugio nei momenti di difficoltà dei mercati il suo prezzo tende a salire. Per capire meglio se nel 2001 io avessi acquistato 100 grammi di oro li avrei pagati 806 dollari circa. Otto anni dopo, oggi quindi, i miei 100 grammi di oro conservati in una bella cassetta di sicurezza, hanno un valore pari a 3’200 dollari circa: un incremento mica male se si considera che l’investimento di partenza era di soli 800 dollari circa.

Conto Arancio e le sue concorrenti: dov’è la convenienza?

Conto Arancio è un conto corrente un po’ particolare della banca olandese ING Direct. Una delle caratteristiche principali di questa banca è la scelta di non essere presente fisicamente: non dotandosi di sportelli e filiali Ing Direct da un taglio netto ai costi il chè le permette (o le permetteva?) di proporre offerte più vantaggiose delle altre banche.

Ing Direct è sbarcata sul mercato nel 2004 e a suo merito va detto che ha dato una vera e propria smossa al banking on line in Italia. Conto Arancio è un deposito di risparmio che consente ai correntisti un alta remunerazione. I costi operativi della banca sono ridotti allo 0,50% ma dal momento del suo arrivo in Italia ad oggi le offerte concorrenti si sono moltiplicate. L’Osservatorio Finanziario ha steso un rapporto sui conti correnti on line per il 2008 e ne prevede il boom.

Samsung e Sony investono in schermi piatti, Canon acquisisce Hitachi. Antitrust sospetta cartello

La Samsung è un’azienda multinazionale nata nel 1969 nella Corea del Sud, essa produce elettronica di consumo. Il gruppo possiede filiali in 58 paesi e più di 208.000 dipendenti. La Sony venne fondata il 7 maggio 1946 a Tokyo, il nome della società era allora Sony DL Corporation ed i dipendenti erano venti circa. Sony è oggi uno dei più grandi gruppi economici del Giappone e del mondo, presente nei settori dell’elettronica di consumo, della comunicazione e dei servizi finanziari. Samsung e Sony investiranno insieme circa 1,9 miliardi di dollari in una nuova linea di produzione di schermi piatti, in virtù delle forti prospettiva di crescita per il mercato di televisioni a cristalli liquidi. La settimana scorsa, la giapponese Sony ha dichiarato l’intenzione di acquistare un terzo del nuovo impianto per la costruzione di schermi a Lcd da 3,5 miliardi di dollari che Sharp sta costruendo.

Brasile: rallenta la Borsa, è ora di investire nel mercato immobiliare?

Secondo l’indice Msci (Morgan Stanley Country Index) dei mercati emergenti il Brasile ha superato la Cina registrando una capitalizzazione di mercato di 509,10 miliardi di dollari (14,95%) contro i 481,80 (14,15%) del paese asiatico.

Le importazioni hanno dato un’accelerata improvvisa negli ultimi mesi passando dal +40% di novembre al +46,9%. Nel mese di gennaio le importazioni dei beni di investimento sono salite del 56,9% rispetto al 2008; a favorire questo trend il deprezzamento del dollare rispetto al Real, la valuta brasiliana, che permette alle aziende brasiliane di acquistare strumenti tecnologici innovativi e migliorare la propria azienda.

Nel frattempo secondo gli analisti di Citigroup però la Borsa brasiliana subirà un brusco rallentamento in questi primi mesi del 2008. Nel 2007 con 63 nuove quotazioni le aziende hanno raccolto in totale 30,8 miliardi di dollari di capitali contro i 14 milioni ottenuti con la sola Ipo che c’è stata da metà dicembre ad oggi. Questo sarebbe dovuto alla volatilità del mercato a causa del quale gli ultimi titoli quotati hanno registrato un calo in media del 6,4%.

Il risparmio gestito on line non decolla

E’ cresciuta nel 2007 l’offerta di fondi on line ma a tale incremento non è corrisposto l’aumento del numero di clienti che ne usufruisce. Dal 2006 ad oggi, nonostante siano aumentati sia i fondi disponibili che il numero delle Società di Gestione, i clienti del banking on line sono rimasti quelli del 2006: meno del 10% dei clienti di banche on line sfrutta la possibilità di consultare i propri fondi.

Sono quattro gli istituti bancari che offrono questo tipo di servizi con una diverisificata gamma di prodotti multimarca: Fineco, Iwbank, Banca Sella e Webank. Tutte e quattro hanno aumentato considerevolemnte il numero di fondi offerti nell’ultimo anno, soprattutto le prime due. Fineco è passata da 1000 a 2400 (+140%), Iwbank da 1400 a 2000 (+35%), mentre le altre due hanno una gamma di prodotti molto inferiore come quantità.

Come abbiamo detto però il numero di coloro che utilizzano i servizi on line per il risparmio gestito rimane sui 400 mila. Questo è quanto emerso dalla ricerca trimestrale Digital Finance, in cui si analizzano anche le possibili motivazioni. Una di queste sarebbe legata alla poca trasparenza. I player che non offrono multimarca sono decisamente “indietro” su questo versante, con siti carenti di informazioni, al contrario dei quattro player multimarca , i cui siti web rispondono abbondamente a questa esigenza.

Hsbc si salva dai mutui subprime grazie ai paesi emergenti

Il colosso bancario ha annunciato profitti in crescita. Con un utile in salita del 17,9% rispetto al 2006 sembra che la crisi dei mutui subprime non abbia colpito la Hsbc, la terza banca del mondo e prima in Europa per capitalizzazione. Nello specifico la banca britannica ha registrato un utile per aziono di 1,65 euro, un utile pretasse di 24,2 milioni di dollari (+10%) ed un utile operativo a 13,6 milioni (+21%).

Un tale incremento del profitto è dovuto principalmente all’attività nei mercati emergenti, soprattutto nell’area asiatica, dove i profitti sono cresciuti del 70%. In questo dato non è stata ovviamente calcolata Hong Kong, sede del gruppo bancario fino al 1991, e fonte di guadagni per almeno il 22%. Esclusa quest’area va comunque detto che la maggior parte dei suoi ricavi provengono dall’estero e solo una piccola parte dalla Gran Bretagna.

Eni-Pdvsa: accordo strategico per lo sviluppo di un’area petrolifera in Venezuela

Il ministro dell’energia e del petrolio del Venezuela e presidente della compagnia nazionale venezuelana Pdvsa, Rafael Ramirez, e l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, hanno firmato in questi giorni a Caracas, alla presenza del ministro degli Esteri italiano Massimo D’Alema, un importante accordo strategico per lo sviluppo di un’area petrolifera nella faja dell’Orinoco, che e’ il piu’ grande deposito di idrocarburi pesanti mai scoperto al mondo con una quantita’ di olio in posto pari a 1.300 miliardi di barili e ingenti riserve, al momento valorizzate solo in piccola parte (la produzione attuale e ‘ di circa 600mila barili di olio al giorno). L’accordo tra Eni e Pdvsa riguarda “Junin 5“, uno dei blocchi petroliferi più promettenti della Faja. Junin 5 è situato nello stato di Anzoátegui, all’incirca 550 chilometri a sud-est di Caracas, e si sviluppa su un’area di circa 670 chilometri quadrati: all’interno del blocco sono stimate risorse potenziali per miliardi di barili, già confermate da numerosi pozzi esplorativi. Eni e Pdvsa hanno concordato di eseguire congiuntamente gli studi necessari per la determinazione delle riserve dell’area e lo schema di sviluppo più idoneo.

Italease: rinnovato patto parasociale

Il rinnovo di un anno del patto parasociale di Banca Italease conferma il ruolo degli attuali soci quali azionisti stabili di riferimento e partner per lo sviluppo. É stata ribadita la garanzia a sostenere finanziariamente Italease,
anche se l’istituto si e’ impegnato a cercare autonomamente altre forme di founding. Il Patto di stabilita’ dell’istituto di leasing era in scadenza il 28 aprile prossimo e, senza cambiamenti sarebbe stato tacitamente rinnovato per tre anni (il patto era stato firmato il 28 aprile 2005, con decorrenza dal 6 maggio 2005). I soci, invece, hanno deciso di dare una nuova configurazione al Patto, rinnovandolo per un solo anno, fino al 28 febbraio 2009 appunto. Banca Popolare di Milano vuole assolutamente restare tra i soci di Italease. Se non si riuscirà a trovare un azionista strategico da qui a un anno, ha affermato il direttore generale della Pop Milano Fabrizio Viola,

si andrà avanti così, rimaniamo per sostenere la banca come abbiamo fatto fino ad adesso anche se siamo talmente piccoli che contiamo poco. L’azienda funziona e mi sembra che l’attuale management stia facendo un ottimo lavoro e quindi, va sostenuto.

Investire in ciò che si conosce, la strategia di Peter Lynch

Peter Lynch è comunemente definito uno dei più grandi investitori al mondo, insieme a Warren Buffet. Nato nel 1944, all’età di 22 anni (grazie alle conoscenze maturate quando lavorava come caddy in un Country Club) venne assunto presso la società Fidelity Investments e, dopo qualche anno di gavetta, fu messo a gestire il fondo Magellano, il quale aveva 18 milioni di dollari di capitale.

Lynch ha gestito questo fondo per 13 anni, alla fine dei quali il suo valore era arrivato a 13 miliardi di dollari. Insieme a Buffett è adesso considerato uno dei “saggi” della finanza ed i suoi “mantra” guidano gli investimenti di molti a Wall Street.

Il suo più celebre motto era semplicemente “investite in ciò che conoscete“. Questo secondo lui deve assolutamente essere il punto di partenza; quello in cui uno investe deve essergli talmente chiaro da poterlo spiegare in pochi minuti anche a chi non è del settore. Anche la scelta stessa delle aziende su cui investire deve seguire il solito principio:

scegliete dei business che anche un idiota potrebbe gestire,

preferisco investire in una catena di motel che in comunicazioni satellitari.

Molmed, la ricerca sui tumori si quota in borsa

Si conclude oggi il collocamento in Borsa di Molmed che sarà quotata dal 5 marzo. Molmed è la società di biotech creata dal San Raffaele di Milano e si occupa della ricerca sui tumori. Per il settore delle cure oncologiche si prevede infatti una buona espansione nei prossimi anni con la commercializzazione di cure innovative che, secondo le stime, nel 2009 potrebbero raggiungere vendite per 70 miliardi di dollari.

Molmed ha già creato ben cinque prodotti, di cui tre sono in fase di sperimentazione avanzata, ma la loro commericializazzione appare ancora lontana. Questo potrebbe rappresentare il suo punto debole dal momento che finora i ricavi, ovviamente legati alla commercializzazione dei risultati dela ricerca scientifica, non sono arrivati.

Secondo quanto rivelato da Marina del Bue, direttore generale del gruppo, i farmaci saranno immessi sul mercato nel 2012 ed a quel punto arriveranno gli utili per Molmed, che nel 2007 ha accumulato ricavi per due milioni a fronte di una perdita netta dai 7 ai 10 milioni di euro.

Geox: risultato netto di 123 milioni, ma crollano le azioni

Durante un viaggio in Nevada, poco più di 10 anni fa, Mario Moretti Polegato decide di fare una passeggiata. Infastidito dal surriscaldamento dei piedi causato dalle scarpe con le suole gomma che indossava, fora entrambe le suole di gomma con un coltello. Ecco le origini della “scarpa che respira”. Successivamente Moretti Polegato lavora nei laboratori di una piccola azienda calzaturiera di proprietà della famiglia, mette a punto la tecnologia per le suole in gomma e la brevetta immediatamente.

Oggi il gruppo Geox prevede di raddoppiare il numero di negozi monomarca nei prossimi tre anni, passando dai 724 Geox shop di fine 2007 ai circa 1500 nel 2010. Solo nel 2008 sono previste circa 300 aperture, di cui 40 in Italia e 90 nel resto d’Europa, secondo quanto dichiarato l’amministratore delegato del gruppo Diego Balzanello durante la conferenza stampa di presentazione dei conti 2007 e degli obiettivi 2008-2010. Geox chiude il 2007 con ricavi in crescita del 26% a 770,2 milioni e con un risultato netto di 123 milioni (+26%). Nel corso dell’esercizio l’ebitda è stato di 200,9 milioni (+31%), l’ebit di 179,7 milioni (+33%). La posizione finanziaria netta positiva passa dai 78,2 milioni del 31 dicembre 2006 ai 106,8 milioni del 31 dicembre 2007. Il free cash flow del 2007 è positivo per 74,1 milioni (56,6 mln nel 2006).

Immobili statunitensi in saldo per gli europei

Il collasso dei prezzi della case negli Stati Uniti sta macinando un record dopo l’altro, calando ancora dell’8,9% rispetto allo scorso anno. Mai nei 20 anni di storia dell’indice dei prezzi delle case statunitensi si era assistito ad un tale ribasso. Nel biennio 1990-91, quando ci fu una recessione nei prezzi delle case l’indice segnò un ribasso del 2,8%. Anche l’inflazione statuntense batte un colpo, salendo nel mese di gennaio più del previsto: +0,4% contro l’atteso 0,3%. Negli ultimi 12 mesi è salita del 4,3%, con il conseguente aumento dei prezzi dei beni alimentari e dell’energia.

Il calo dei prezzi delle case va di pari passo con l’aumento dei tassi di interesse e sono sempre di più coloro che non riescono a pagare le rete del mutuo. Nel mese di gennaio infatti abbiamo assistito ad un vero e proprio boom dei pignoramenti (+90%).

Nel frattempo anche l’euro segna un record oltrepassando la soglia psicologica dell’1.50 nei confronti del dollaro. Tutti questi fattori spingono gli europei ad investire comprando case negli Stati Uniti.

Industria del risparmio gestito: gli italiani scelgono hedge, fondi flessibili e fondi di liquidità

Secondo quanto rivelato da Assogestioni, la raccolta fondi del 2007 si è chiusa in rosso. Sono stati registrati deflussi complessivi per 24 miliardi di euro solo nell’ultimo trimestre, portando così a -52,4 miliardi il conto totale dell’anno. Il patrimonio dei fondi totale quindi risulta in calo del 5,8% rispetto al 2006 e si ferma a 618,3 miliardi di euro.

Il segno “più” però resta, almeno per quanto riguarda tre categorie: i fondi flessibili, i fondi hedge ed i fondi di liquidità.

Dei fondi hedge ma abbiamo già parlato spesso, ma vediamo cosa sono i fondi flessibili ed i fondi di liquidità, che tanto successo stanno riscuotendo. I fondi flessibili sono difficili da inquadrare in una categoria; lasciano ampio spazio di gestione all’investitore che può investire in azioni e subito dopo in obbligazioni. Questo tipo di fondi però non sono nè azionari, nè obbligazionari, nè bilanciati e non è possibile individuarne il parametro di rischio.

Commodities agricole per diversificare il proprio portfolio

Cosa sono le commodities? Sono semplicemente le materie prime, come petrolio e metalli preziosi, ma anche legname, cereali e prodotti “tropicali”( caffè e cacao). Il trading delle commodities segue le stesse regole del mercato azionario, con la sola differenza che le tendenze sono generalmente più chiare e soprattutto più durature.

Da qualche anno a questa parte gli investitori hanno scoperto questo tipo di investimento per diversificare il proprio portfolio. Complice la crisi dei mercati le materie prime ora stanno correndo, e non solo petrolio e metalli preziosi, che hanno stabilito un record dopo l’altro.

I crolli improvvisi tipici del mercato azionario sono più rari e facili da prevedere sulle commodities, le quali sempre più rappresentano un rifugio per tutti gli investitori, da quelli professionisti ai retail. Il pericolo però per quanto riguarda petrolio e metalli preziosi è che il grande rialzo ci sia già stato e che grossi ritorni potrebbero non arrivare se non a lunghissimo termine, perchè allora non guardare al mercato delle commodities agricole?