L’Irlanda punta sugli investimenti bancari: in prima fila c’è Bank of Ireland

 Il governo irlandese ha annunciato che esiste una concreta possibilità di poter investire insieme agli altri partiti all’interno sistema bancario nazionale, dato che i prestatori del paese nordeuropeo stanno tentando di rinvigorire il capitale, quasi completamente esaurito dalla crisi finanziaria globale e dalla conclusione del boom nelle proprietà decennali. Come ha fatto sapere Brian Lenihan, ministro delle finanze  irlandese:

In alcune circostanze sarebbe più appropriato per lo Stato, attraverso il National Pensions Reserve Fund o in altri modi, di considerare di integrare gli investimenti privati.

La Irish Association of Investment Managers, i cui dodici membri gestiscono circa 260 miliardi di euro, ha fatto sapere proprio questa settimana di essersi rivolta allo stesso Lenihan a nome delle principali istituzione di investimento, al fine di immettere nuovo denaro nei quattro prestatori pubblici del paese. C’è però da precisare che l’associazione, la quale ha sede a Dublino, non ha precisato di quali istituzioni si tratta. Le banche irlandesi stanno attualmente affrontando un periodo difficile a causa delle crescenti perdite nei prestiti ipotecari e per la caduta del proprio profitto. Mentre il governo ha garantito i depositi e i prestiti per i suoi sei maggiori prestatori, ha posto invece un freno agli investimenti nelle banche da parte degli altri stati europei.

Opec lascia la produzione di petrolio invariata

 Con una decisione forse un pò a sorpresa l’Opec, riunito al Cairo, ha deciso di mantenere gli attuali livelli di produzione di petrolio, malgrado il calo vistoso dei prezzi avesse fatto pensare alla possibilità di una ulteriore riduzione nella produzione. L’obiettivo, infatti, dei paesi produttori sarebbe quella di assestare il prezzo del greggio intorno ai 75-80 $ al barile, ben lontano dai 54 della chiusura di Venerdi. La decisione è stata presa malgrado l’opposizione di alcuni paesi come il Venezuela e sopratutto Iran, che spingono invece per una riduzione di almeno un milione di barili al giorno. La decisione però potrebbe essere presa il prossimo mese, in occasione dell’assise prevista ad Algeri il 17 Dicembre. La riduzione di 1,5 milioni i barili decisa il 24 Ottobre scorso, infatti, è ritenuta insufficiente considerando come il prezzo del greggio abbia da quel momento continuato la sua inesorabile discesa. Ma sicuramente l’ultima voce in capitolo la varà il primo produttore al mondo, l’Arabia Saudita.

Per la Provincia di Trento un piano anti-crisi per risollevare l’economia

Un pacchetto di misure anti-crisi per risollevare l’economia in forte rallentamento. E’ quanto ha previsto in questi giorni la provincia autonoma di Trento. Il presidente Lorenzo Dellai, rieletto per la terza volta, ha, infatti, annunciato il varo di una manovra anti-crisi per un valore che si aggira tra i 640 e gli 800 milioni di euro. Per affrontare l’attuale crisi economica, Dellai ha previsto interventi straordinari di sostegno al reddito per le fasce deboli e per tutti i lavoratori esclusi dal mercato del lavoro, misure a favore delle imprese locali e fondi per la ricerca e l’innovazione. La manovra anti-crisi prevede, inoltre, provvedimenti di miglioria del settore pubblico con la semplificazione delle pratiche amministrative e l’istituzione di un’agenzia unica di servizi. Le risorse che il presidente Dellai intende destinare al pacchetto anti-crisi corrispondono a circa il 5% del Pil della provincia autonoma di Trento.

Introduzione allo spread trading

 Generalmente il termine spread viene usato per definire la differenza tra il valore di bid e quello di ask presente nel book di negoziazione di uno strumento finanziario. Quando si parla di spread trading invece, la differenza che viene indicata con lo stesso termine è riferita allo scostamento di prezzo tra 2 strumenti diversi. Ad esempio: la differenza di prezzo tra il contratto future con scadenza Dicembre 2008 sull’indice SPMIB e la differenza del future con scadenza Marzo 2009 presenta uno spread variabile, che aumenta e diminuisce in base a diversi fattori (volatilità, volumi di scambio, ma soprattutto aspettative degli operatori).
Il trading sullo spread dei contratti, prevede di sfruttare l’oscillazione tra i due contratti (che varia di continuo in un range piuttosto ristretto generalmente): si tratta quindi di un trading non direzionale, in quanto la tendenza dello strumento sottostante può essere al rialzo o al ribasso, ma in ogni caso non condiziona i guadagni e le perdite delle posizioni in spread: l’unico fattore da controllare è la differenza di prezzo tra i due.

Un dipendente Wal Mart ucciso dalla ressa dei clienti in coda per i saldi

 Un dipendente della Wal Mart, il colosso della grande distribuzione a basso costo, è morto Venerdì ucciso dalla ressa provocata dai clienti che volevano entrare in uno dei magazzini della catena, presa d’assalto per i saldi che sono stati decisi nel periodo del Ringraziamento, il primo week end di grandi acquisti pre natalizi americani. Lo ha detto un portavoce della polizia spiegando che il dipendente di 34 anni si trovava all’ingresso del negozio poco dopo l’apertura quando è stato travolto e buttato a terra dalla folla, che cercava di entrare da ore nel grande magazzino della catena. Secondo i primi rilievi effettuati dalla polizia l’uomo è stato travolto dalla ressa e calpestato nella confusione dalle migliaia di persone entrate non appena sono state aperte le porte. Inoltre quattro clienti, tra cui una donna di 28 anni incinta, sono stati portati in alcuni ospedali locali per ricevere cure per le ferite riportate.

L’Australia stanzia un ingente pacchetto di spesa per istruzione e salute al fine di superare la crisi

 Il primo ministro australiano Kevin Rudd ha annunciato che il governo federale e gli stati si sono accordati per approntare un pacchetto di spesa di circa 15 miliardi di dollari australiani (9,9 miliardi di dollari), al fine di creare di nuovi posti di lavoro: la misura si è resa necessaria per affrontare nel migliore dei modi la crisi finanziaria globale. Il piano, che ha come principali obiettivi i settori dell’istruzione e della salute, consentirà di generare nuovi impieghi per 133.000 persone, come ha tenuto a precisare lo stesso Rudd durante una conferenza stampa a Canberra. Si prevede tra l’altro che i surplus di budget saranno in grado di finanziare nuove spese, in modo da far avviare questo anno fiscale.

Il primo ministro della nazione oceanica ha anche spiegato:

Questo ampliamento di spesa di 15 miliardi di dollari australiani agli stati creerà lavoro e darà un forte impulso all’economia. Esso sarà il piano principale di una nuova agenda di riforme in più settori.

Il meeting di oggi fa parte delle trattative che ogni anno sono approntate dal governo per finanziare gli stati australiani: tra di esse molto importanti sono le allocazioni dalla tassa del 10% su beni e servizi. C’è inoltre da dire che il pacchetto di spesa porta ulteriore denaro (332 miliardi di dollari australiani) per questo e i prossimi tre anni fiscali.

Da Coca-Cola Italia buoni sconto per le famiglie

Anche le piccole iniziative possono aiutare a risolvere grandi problemi come la forte crisi finanziaria che ha colpito i mercati internazionali. Lo sanno bene alcune imprese italiane che hanno scelto di offrire strumenti utili a rilanciare i consumi e ad aiutare le famiglie più disagiate. E’ il caso della Coca-Cola Hbc Italia, società italiana controllata dalla famosa multinazionale americana, che ha deciso di stanziare un contributo di circa 11 milioni di euro a vantaggio delle famiglie italiane che non dovranno così rinunciare ad un prodotto di marca di cui sono state assidue consumatrici prima della crisi. La Coca-Cola Italia ha, infatti, previsto l’emissione di circa quattro milioni di coupon sconto da tre euro ognuno destinati alla famiglie più bisognose come quelle composte da 4 o più persone. I buoni sconto potranno essere utilizzati per l’acquisto di bevande Coca-Cola, evitando cosi un sensibile calo dei consumi.

Non si sa quando partirà Cai, intanto si discute sul compenso del commissario Fantozzi

 Mentre non si riesce ancora a capire quando e come riuscira a prendere il volo la nuova Alitalia, dopo che si è avuta la conferma che ciò non avverrà il 1 dicembre, come invece da tempo stabilito, nascono nuove polemiche in merito ad alcune indiscrezioni che riporterebbero il compenso multimilionario ( 15 milioni di euro) che il Governo dovrebbe pagare al commissario straordinario Augusto Fantozzi, per i pochi mesi di lavoro da traghettatore verso la nuova compagnia. Il commissario ha smentito immediatamente e fermamente queste voci, ma facendo due calcoli in base alla legge Marzano, la cifra non sembrerebbe in effetti molto distante dal vero. Sulla questione ovviamente si è scatenata immediatamente la bagarre politica e Il Partito Democratico e l’Italia dei Valori hanno chiesto oggi in Aula alla Camera che il governo riferisca subito in materia. Per tornare invece lal fronte della operatività della nuova compagnia, in un comunicato si legge che

L’Enac attende quanto prima” l’informazione sulla nuova data di start up “per le proprie attivita’ di monitoraggio e verifica e che inoltre ino al completamento del passaggio, l’Alitalia continuera’ ad operare.

Commerzbank accelera nel suo progetto di fusione con Dresdner

 Commerzbank e Allianz sono in netto rialzo a Francoforte dopo che la banca, ieri sera, ha annunciato la conclusione dell’acquisizione di Dresdner Bank per oltre 5 miliardi di euro, con un risparmio di oltre 1 miliardo di euro rispetto al prezzo pattuito nel settembre scorso. Il titolo della banca tedesca aveva cominciato la sua discesa che attualmente è di circa il 65% dal suo valore di gennaio 2008, proprio a seguito della notizia della acquisizione di Dresdner. Il mercato infatti considerava l’operazione, in un momento di crisi finanziaria già in atto, troppo cara e rischiosa e per questo aveva penalizzato fortemente il titolo che aveva perso in una sola giornata il 13% del suo valore. La crisi finanziaria ha cambiato ancora di più le le carte in tavola considerando che Commerzbank è stata costretta a chiedere 8,2 miliardi al governo tedesco per ricapitalizzarsi e pagare la seconda tranche di Dresdner . In cambio la banca si è impegnata con il governo di non distribuire dividendi agli azionisti fino al 2010. Sulla scorta di questa notizia il titolo ha continuato la sua discesa fino ad arrivare a toccare i minimi storici vicino ai 5 euro per azione.

Gli attacchi terroristici di Mumbai aggravano la situazione economica indiana

 I titoli indiani e la rupia, moneta nazionale del paese asiatico, hanno subito delle brusche cadute all’indomani dei terribili attacchi terroristici che hanno provocato la morte di almeno 121 persone nella capitale finanziaria di Mumbai. L’indice BSE-500, il quale rappresenta almeno l’85% dell’intero mercato valutario di Bombay, ha perso circa lo 0,5%: non è andata certo meglio a due importanti aziende dell’India come Jet Airways Ltd. e Kingfisher Airlines Ltd. Per quanto invece riguarda la rupia, c’è stato un calo di 0,9 punti percentuali: c’è anche da dire che i mercati sono stati chiusi ieri. I militanti autori del grave gesto hanno scelto come bersagli principali il Taj Mahal Palace, il Tower hotel e il complesso Oberoi Trident, i quali si trovano non molto lontano dal centro economico di Mumbai.

Secondo Jay Moghe, partner della Asian Alternative Consulting a Singapore:

Ormai quella è diventata una zona di guerra. Nel medio termine, ciò che sta veramente influenzando l’economia dell’India è rappresentato dal rallentamento finanziario globale, in particolare nel settore creditizio.

La rupia è la terza peggior valuta asiatica per quanto riguarda la sua valutazione: tra l’altro, i bond a dieci anni sono scesi fino al loro livello più basso da due anni a questa parte. L’economia indiana è cresciuta comunque del 7,6% negli ultimi tre mesi rispetto a un anno fa, anche se questo rappresenta il tasso di crescita più basso dal 2004, secondo quanto riportato da alcune statistiche del governo indiano.

Debole partenza per Piazza Affari. Giù le banche, bene Fiat e Geox

 Partenza altalenante per Piazza Affari in linea con le altre borse europee che non sembrano influenzate dai buoni risultati ottenuti dai mercati asiatici. Sono attesi oggi i dati sui prezzi al consumo di novembre in Spagna e sui prezzi alla produzione di ottobre e sui prezzi al consumo provvisori di novembre in Italia. In Europa, inoltre, verranno pubblicati oggi i dati sull’inflazione e sul tasso di disoccupazione. A Milano sono positivi il Mibtel, con un rialzo dell’1,05% e le All-Stars che salgono dello 0,38%. Negativi, invece, l’S&P/Mib che, dopo una buona partenza, perde lo 0,12% e il Midex che ribassa dello 0,30%. Tra i titoli di Piazza Affari, apre in forte ribasso Stm le cui azioni, dopo l’annuncio dei tagli alle stime di ricavi per il quarto trimestre, stanno cedendo il 3,03%.

Stop ai prelievi su hedge funds da parte di Satellite dopo il calo degli asset

 Satellite Asset Management LP, società fondata dagli ex dipendenti del miliardario George Soros, ha posto un freno ai prelievi da parte dei clienti per quanto riguarda i suoi tre maggiori hedge funds: la compagnia ha inoltre provveduto a tagliare più di trenta impieghi dopo che le perdite hanno portato gli asset a circa 4 miliardi di dollari quest’anno. Satellite Overseas Fund Ltd., Satellite Fund II LP e Satellite Credit Opportunities Ltd. hanno perso più di 35 punti percentuali in tutto il 2008: Simon Rayler, legale della Satellite, ha preferito non commentare e non intende svelare quante persone rimarranno nelle direzioni generali della società statunitense a New York o negli uffici di Londra. Satellite provvedeva, tra l’altro, alla supervisione di circa 7 miliardi di dollari per i clienti alla fine dello scorso anno. Più di 75 hedge funds hanno liquidato o limitato i riscatti degli investitori già dall’inizio del 2008: ciò si è verificato perché gli hedge funds hanno dovuto affrontare la difficile crisi finanziaria globale.

Gli investitori hanno prelevato ben 40 miliardi di dollari dagli hedge funds lo scorso mese, mentre le perdite di mercato facevano ridurre gli asset a quota 115 miliardi di dollari, secondo alcuni dati forniti dalla società Hedge Fund Research Inc. di Chicago. Ron Geffner, chef a parte della Sadis & Goldberg LLP, ha così spiegato la situazione:

Se si esclude la volatilità dei mercati, mi aspetto che entro la fine di quest’anno non avremo ancora la percezione del volume di questi riscatti.