Singapore: Food & Hotel Asia 2008

Singapore è una fiorente città-stato che ha supplito alla mancanza di risorse naturali diventando uno dei massimi centri commerciali e finanziari dell’Asia. Pur essendo una città di cemento, vetro e acciaio, è famosa per la sua ingegnosità tecnologica. È molto sviluppata e assicura un alto tenore di vita agli abitanti. Il settore agricolo non ha grande importanza; infatti Singapore è appunto un grande centro commerciale e finanziario. La Cina ha nel mese scorso siglato un memorandum di intesa con Singapore per consentire a un gruppo di banche selezionate di investire i fondi dei clienti nei mercati azionari della città-stato. Lo ha annunciato l’autorità di vigilanza bancaria (Cbrc), aggiungendo che sta concludendo accordi simili con Giappone, Germania e Stati Uniti. Attualmente, le banche cinesi possono investire i fondi dei clienti soltanto a Hong Kong e in Gran Bretagna. Anche l’attività mercantile è molto praticata, grazie al suo legame con il traffico portuale. Dal 22 al 25 aprile si terrà a Singapore la Fiera Food & Hotel Asia 2008, esposizione biennale nata nel 1978. che nel 2006 è stata allestita su una superficie di 65.000 m2 ha ospitato 2.330 aziende provenienti da 69 Paesi (di cui 130 dall’Italia). Il Salone è stato visitato da 23.045 operatori locali di cui 13.613 stranieri (pari al 37% del totale) provenienti da 33 Paesi.

Borse asiatiche spaventate dall’anno del topo

Dimenticate grafici, diagrammi e previsioni economiche. Gli investitori prudenti in Asia si sono rivolti ai maestri feng shui per sapere quale strada prenderanno i mercati nell’anno cinese del topo. Non sono rimasti sorpresi, visti i recenti crolli dei mercati, quando gli esperti di feng shui hanno predetto un anno cupo a livello economico e finanziario. Non ci sono quindi buone notizie per chi si augurava la ripresa dei mercati colpiti dalle preoccupazioni sull’economia statunitense.

In Cina l’astrologia ha molto seguito e nel precedente anno, quello del maiale, le previsioni avevano visto giusto, pronosticando un 2007 per le Borse Asiatiche sui massimo assoluti. Tony Tan in particolare che aveva previsto in anticipo i lauti guadagni dello scorso anno ha confermato quanto tutti potevano aspettarsi: “gli investitori dovranno essere rapidi come ratti perchè sarà un anno caratterizzato dall’alta concorrenza.”

Il topo è una creatura d’acqua e si combina con il ciclo della terra, producendo inevitabilmente alta instabilità.

Rallentamento economico nei Paesi OCSE: economia italiana in frenata

Non sono positive le prospettive di crescita per i Paesi della zona Ocse, a segnalarlo è il superindice di dicembre, che segna un segno negativo dello 0,3, a 99,1 punti. In un anno il calo è di 2,1 punti. La flessione è più accentuata per l’Italia: -1,2 a 95,3 punti su base mensile, -3,4 su base annuale. Per la zona euro il superindice registra un calo dello 0,4 a 98,1 punti rispetto a novembre e del 2,2 rispetto al dicembre 2006. Per gli Stati Uniti l’Ocse segnala un -0,7 a 99,8 punti su base mensile e -1,8 su quella annuale. Quanto al Regno Unito, il superindice vede un -0,2 a 100,3 punti a dicembre e un -0,1 punti al di sotto del livello dell’anno prima. Continuano così a peggiorare le prospettive di crescita economica dell’Italia, così come quelle di tutti i maggiori Paesi dell’area dell’Ocse.

Dumping cinese: più protezioni per l’industria europea?

Il dumping è la vendita di un prodotto nel mercato di un altro Paese ad un prezzo inferiore al “valore normale” o “fair value. Di conseguenza, un prodotto è oggetto di dumping laddove il suo prezzo di esportazione sia inferiore al suo valore normale praticato nel Paese dell’esportatore. Per esempio un esportatore cinese vende un bene in Cina a prezzo 10, ed esporta lo stesso bene in Europa a 7. Il dumping è una discriminazione internazionale dei prezzi e viene spesso considerata una forma di concorrenza sleale e quindi una pratica sleale di commercio internazionale (dump: luogo di scarico di detriti o spazzatura), perché il prodotto è venduto, su un dato mercato e in un tempo preciso, ad un prezzo così basso per cui i produttori locali difficilmente possono competere con esso. L’Unione europea, come la maggior parte delle altre economie importatrici, si avvale di un sistema di strumenti di difesa commerciale. Questi strumenti, che consistono nell’applicazione di dazi antidumping al prezzo dei beni importati (diretti appunto a far innalzare il prezzo di vendita), permettono all’Unione Europea di difendere i propri produttori dalle importazioni effettuate in base a condizioni sleali.

Fiat continua il ribasso, attesa per la strategia di Marchionne

Continua la discesa del titolo Fiat: Morgan Stanley modifica il precedente 19 portandolo a 17, mentre viene confermata la raccomandazione underweight. Il rapporto prezzi/vendite rispetto ad ottobre è sceso dal 60% al 41%. A Piazza Affari il titolo perde il 2,0% a 14,12 euro.

Complice del calo il settore auto europeo che perde lo 0,64%. Il titolo del gruppo torinese è arrivato fino ad un minimo di 13,98, per poi registrare un recupero a 14,15. La banca d’affari statunitense non è intervenuta solo sulla Fiat ma ha infatti ridotto le stime su tutto il comparto a causa della crescente incertezza economica e dei dati poco brillanti sulle vendite.

Aumentano quindi i timori al Lingotto vista la mancanza di fondi per rilanciare lo stabilimento di Termini Imerese e la sospensione temporanea di quello di Pomigliano. In pericolo quindi la produzione di auto in Italia mentre quella all’estero, soprattutto in Polonia dovrebbe garantire in futuro maggiori risparmi.

ABRUZZO: interessante per il mercato immobiliare

Secondo l’indagine condotta da Tecnocasa, nota agenzia di intermediazione immobiliare italiana, l’Abruzzo è stata nel primo semestre 2007 tra le regioni più richieste per l’acquisto di case in montagna.
La regione ha un importante patrimonio naturale: con tre Parchi Nazionali, il Gran Sasso e Monti della Laga, Il parco Della Majella d’Abruzzo e il regionale Sirente Velino, offre agli appassionati degli sport invernali, piste da sci di fondo, spazi attrezzati per lo snowboard e per lo snowrafting (il rafting con il gommone sulla neve). Nel comprensorio dell’Alto Sangro si trovano alcune delle principali stazioni sciistiche della regione: Roccaraso, Pescocostanzo e Pescasseroli.

A livello di prezzi a Roccaraso e Pescocostanzo, le quotazioni medie per l’acquisto di un immobile sono, 4000 euro al mq per l’usato e 5000 euro al mq per il nuovo. E’ in ribasso il mercato degli affitti invernali dovuto alla mancanza di neve. I canoni si aggirano intorno ai 3500 a 5000 per stagione oppure mensilmente 200 euro circa per un trilocale con 2 stanze dal periodo inizi dicembre a inizi febbraio.

Air One: più voli a Malpensa. Insieme ad Alitalia sarebbe la quarta compagnia europea

Al convegno di Confcommercio davanti alla platea di imprenditori e politici lombardi riuniti a Piazza Affari a Milano, Carlo Toto, presidente di Air One ha rilanciato il suo piano per Alitalia che prevede lo sviluppo di Malpensa. Il patron di Air One, ha anticipato l’apertura di due voli intercontinentali sull’aeroporto, grazie all’arrivo in flotta dei primi A330 ordinati. Mantiene massimo riserbo, però, su quali saranno le mete scelte dalla compagnia per il debutto sul lungo raggio in quanto ad Air One attendono le ulteriori autorizzazioni. Malpensa secondo Toto è un aeroporto sotto utilizzato e male utilizzato, mentre le sue risorse sono importanti, ed ha ribadito l’importanza di considerare lo scalo milanese una risorsa strategica per il paese, per il nord Italia e per tutto il sistema dei trasporti. Oltre ai due scali internazionali, ci sarebbe spazio per altre quattro basi operative in altrettanti aeroporti italiani, infatti il piano di Air One, prevede sei aeroporti, di cui due intercontinentali. Il piano italiano prevede per l’aeroporto di Malpensa un aumento del 25% dei voli nazionali, del 20% di quelli intercontinentali e il mantenimento di quelli internazionali con un incremento delle frequenze. Toto ha anche affermato che ci sono i presupposti industriali ed economici perché il piano sia redditizio e profittevole.

Mercati emergenti: la Turchia

Quando parliamo di guardare ad est per investire nei mercati emergenti generalmente focalizziamo l’attenzione su Cina e India, rischiando di dimenticare la Turchia. Nonostante le frequenti tensioni interne, la Borsa di Instanbul è infatti risultata essere alla fine del 2007 il quinto listino mondiale per rendimento. Dalla metà degli anni ’80 l‘ISE (Instanbul Stock Exchange) è l’unica società autorizzata per gli scambi azionari delle 320 compagnie quotate nel listino della borsa turca.

L’indice di riferimento è l’IMKB; negli anni ha avuto un andamento piuttosto oscillante, in correlazione con l’instabilità della politica interna. Il mercato è comunque in forte crescita ed ha materializzato rendimenti ad un anno tra il 50% ed il 60%.

Mai come oggi è ora di puntare sui mercati emergenti e nel comparto Etf gli strumenti relativi a paesi come Brasile, Turchia e India guidano la classifica dei migliori rendimenti. Il 2007 è stato l’anno d’oro degli Etf turchi, anche di quelli quotati nelle borse europee.

Nissan: ingegneri vietnamiti per abbattere i costi

Circa 50,000 veicoli sono stati costruiti in Vietnam lo scorso anno, ma le strade della capitale non sono congestionate per il traffico di auto, bensì sono ancora piene di biciclette e vecchi motorini. La Nissan Motor Co vede la nazione del sud-est dell’Asia come un punto chiave nella strategia di abbattimento costi nello sviluppo delle auto al fine di competere in futuro con le produzioni sempre crescenti di veicoli da nazioni come Cina e India.

Per anni i produttori di auto hanno ridotto le spese costruendo stabilimenti di assemblaggio in nazioni “a basso costo” come Russia, Turchia e Messico. Adesso anche la parte del design e delle operazioni di ingegneria, rimaste a lungo nei paesi industrializzati come gli Usa, la Germania ed il Giappone, si stanno apprestando ad intraprendere la strada degli stabilimenti di assemblaggio.

Honda Motor Co lo scorso anno ha annunciato un piano per creare un centro di sviluppo in Guangzhou, nella Cina meridionale, con uno dei suoi partners orientali. Il mese scorso Chrysler LLC ha affermato che presto avrà inizio il dislocamento delle operazioni di sviluppo auto nei paesi a basso costo. General Motors Corp. ha cominciato il designing degli interni per le Buicks in Cina.

Politica monetaria: oggi si riunisce Bce, improbabile immediato taglio dei tassi

La recessione negli Stati Uniti e le sue conseguenze sull’economia europea spingeranno la Bce ad ammorbidire i toni e ad aprire, seppure solo in prospettiva, la porta verso un taglio dei tassi di interesse? E’ iniziata poche ore fa all’Eurotower la riunione mensile del Consiglio direttivo della Bce che dovra’ decidere eventuali mosse sui tassi di interesse dell’Eurozona. Alla riunione e’ presente anche il commissario Ue per gli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia. Gli analisti sono sempre più convinti che l’Eurotower taglierà il costo del denaro entro il secondo trimestre, tuttavia Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, ha dichiarato esplicitamente che la Bce non seguirà la Fed, che in otto giorni ha portato i tassi dal 4,25 al 3 per cento. Per un eventuale taglio del tasso di riferimento, comunque, la Bce dovrebbe attendere almeno marzo, quando cioè saranno diffuse le nuove stime di crescita. Nelle ultime settimane l’aggravarsi delle prospettive di crescita economica degli Usa, e la linea seguita dalla Federal Reserve, con decisi tagli sul costo del danaro, avevano fatto aumentare le pressioni sull’istituzione di Francoforte, affinché a sua volta abbandonasse la sua fermezza sulla lotta all’inflazione e si orientasse verso una riduzione dei tassi di interesse. D’altra parte Francoforte non può nemmeno ignorare i chiari segnali di rallentamento dell’economia. La conferma dei rischi per l’Europa che esistono anche su questo versante, sulla scia della tanto discussa recessione degli Usa, è giunta oggi dai dati sui direttori di acquisto (l’indice Pmi). Il valore di gennaio è stato consistentemente rivisto al ribasso, a 51,8 punti dai 53,3 di dicembre.

America On Line si getta nella mischia

La America On Line è stata protagonista di una delle più grandi fusioni della storia: quella da 160 miliardi con Time Warner nel 2001. Adesso è considerata una delle principali candidate a contrastare l’eventuale Microoh. Il 5% di Aol è già nelle mani di Google, che ha acquistato la quota a 1 miliardo di dollari nel 2005. Aol è forse l’unica a poter competere con Microsoft e Yahoo sul piano della messaggeria istantanea, con un bacino da 65 milioni di utenti.

Per il momento Aol se ne sta in disparte ma questo non vuol dire che stia solo a guardare: ha annunciato la quinta acquisizione dell’anno nell’advertising, dopo Quigo, Tacoda, Screen Media e AdTech. Questa si volta si tratta di Buy.at, una rete di marketing affiliato. In pratica Buy.at è un network in cui gli inserzionisti pagano il publisher web solo quando un visitatore fa un’azione in risposta all’advertising, come un acquisto ad esempio. I termini finanziari dell’operazione non sono stati resi noti.

Ieri Aol ha comprato anche Growy, entrando così nel business dei widget. Neanche di questa operazione si conoscono i termini finanziari, ma quello che è certo che la divisione di Time Warner integrerà in neo-acquisto nella rete pubblicitaria di Platform A, con Advertising.com, Tacoda, Third screen Media, Lithingcast e AdTech.

Cina: delocalizzazione produttiva, crescita del Pil e aumento inflazione

La delocalizzazione rappresenta l’organizzazione della produzione dislocata in regioni o stati diversi. Le ragioni sono molteplici, per prima anzi tutto l’economicità, che deriva dalla ricerca di Paesi in cui ci sia un concreto vantaggio comparato rispetto ad altri, per esempio una produzione in cui sia necessario un notevole apporto di know-how e software a buon mercato, viene realizzata in India dove sono presenti alte professionalità ad un prezzo orario limitato. Al di là degli investimenti diretti ci sono migliaia di accordi di subfornitura che costano poco e danno vantaggi a chi li sigla consentendo a queste imprese di espandere la produzione all’estero, conquistare nuovi mercati, ristrutturare i costi di produzione. Una produzione in cui la parte focale sia costituita dalla manodopera rispetto al valore intrinseco delle merci in trasformazione, viene realizzata in un luogo in cui il costo del lavoro sia minimo, per esempio la Cina. Con una crescita dell’11,2% tra ottobre e dicembre dello scorso anno, in lieve rallentamento dall’11,5% del precedente trimestre, la Cina ha chiuso il 2007 con un’espansione annua dell’11,4%, massimo dal 1994. A dicembre l’inflazione cinese ha rallentato al 6,5% dal massimo di 11 anni toccato a novembre con un 6,9%.