Fondi reali sovrani, opportunità o rischio?

L’ultima della lista ad aver fatto ricorso ai fondi sovrani per coprire le perdite e rimpinguare le casse è Credit Suisse, ma prima di lei Merril Lynch, Citigroup, Morgan Stanley e Ubs. Ma cosa sono questi fondi reali sovrani? E la loro improvvisa crescita è una buona opportunità o un pericolo?

I fondi reali sovrani (o sovereign wealth funds) sono in pratica un nome diverso per chiamare qualcosa che esiste da sempre; sono le risorse di un governo o di uno stato sotto forma di altre valute, diverse dalla propria. Tutti gli stati hanno riserve di questo tipo, generalmente in dollari, euro o yen. Quando uno stato accumula più risorse di quante ne servano nell’immediato può creare un fondo sovrano, proprio per gestire quelle risorse “extra”.

Attulamente i fondi sovrani sono stimati raggiungere i 2-3 trilioni di dollari, ma basandosi sul trend attuale, essi potrebbero raggiungere i 10 trilioni nel 2012.

Call center in Romania: le aziende italiane si trasferiscono all’estero

Chiami il centralino, rispondono in Romania: il call center ora parla rumeno. Le aziende desiderano diventare più competitive riallocando alcune attività nei paesi emergenti. Precisamente i benefici dell’ outsourcing in Romania
sono: personale preparato e con un’ottima padronanza della lingua italiana, basso turn-over ed elevata scolarità (i romeni che lavorano nei call center sono spesso studenti universitari), costi contenuti. Spostare un call center in romania costa praticamente nulla, convogliando le telefonate negli altri stati via VoIP e prendendo personale locale pagato molto meno che in italia dopo un breve tirocinio. È questo l’offshoring o meglio la localizzazione di servizi in Paesi dove il costo del lavoro è nettamente inferiore e nei prossimi anni , si stima che ancora più aziende trasferiranno i call center all’estero. La “pacchia”, oltre che delle aziende di call center, è anche di tutte le società che ne fruiscono i servizi dimezzando in questo modo i costi.

Investire sul lungo termine, la strategia di Warren Buffett

Titolare di una fortuna di circa 52 miliardi e indicato dalla rivista “Forbes” come il secondo uomo più ricco d’America, dopo Bill Gates: é Warren Buffett, tornato sulla scena da protagonista quando pochi giorni fa si è detto pronto a rilevare per 800 milioni di dollari i bond municipali. Scopriamo chi è.

Buffett costituisce un uomo d’affarri decisamento atipico. La sua filosofia di investitore non si è basata sulle speculazioni, bensì sulle aziende “sicure”. Quando la borsa scende e calano i prezzi Buffett acquista i titoli di aziende sicure, già stabilizzate, senza fare scommesse. Nel suo portfolio troviamo infatti Coca-Cola, Gillette, Walt Disney, American Express, solo per fare alcuni dei nomi più significativi.

Nato nel 1930 a Ohama, in Nebraska dove tuttora vive, sembra che abbia iniziato la sua carriera di investitore partendo da soli 10 mila dollari. E’ uno dei pochi “guru” della finanza a non aver mai scritto niente, eppure sono moltissimi ad aver scritto di lui e della sua “filosofia finanziaria”.

Conti dormienti, suona la sveglia!

E’ partita da qualche giorno la caccia ai conti dormienti, come previsto dalla Finanziaria 2006. Ma cosa sono questi conti dormienti e di quanti soldi si tratterebbe? I conti (o fondi) dormienti, o silenti, o “dei morti“, sono depositi in denaro, conti correnti, cassette di sicurezza, libretti di risparmio, obbligazioni appartenenuti a persone decedute o scomparse o che comunque non vengono movimentati da anni, perfino da decenni. Sono quelli che Fiorani usò per la scalata ad Antonveneta e sono quelli che, per una qualche convenzione non scritta e non certo legalizzata, le banche considerano giusto fare propri, come se esistesse un limite di prescrizione anche per i conti.

L’Adusbef, l’associazione per la difesa degli utenti dai servizi bancari, ha portato avanti per anni una battaglia affinchè tali fondi venissero sottratti dalle grinfie delle banche e andassero a costituire un fondo aperto per risarcire le vittime dei crack finanziari, come Cirio, Parmalat, o del default dei bond argentini, ma anche in parte per stabilizzare i precari della Pubblica Amministrazione (il 20% del tesoretto).

Crescita europea in calo, Italia ultima della classe

Ultimo quarto trimestre del 2007 in rallentamento per l’Europa: lo 0,4% da settmebre a dicembre, contro lo 0,7% del trimestre estivo. Un rallentamento leggero ma che non poteva preannunciare nient’altro che un taglio delle stime per il 2008. E così è stato: inflazione elevata ed in crescita, congiuntura internazionale negativa e rialzo delle materie prime. La zona euro crescerà appena dell’1,8% nell’anno in corso.

L’inflazione sarà al 2,9% nell’Ue e del 2,6% nella zona euro e secondo le stime non ritornerà a livelli normali fino all’ultimo trimestre. Dalla commissione europea arrivano comunque parole rassicuranti, soprattutto per le economie europee più robuste, e la certezza che non servano pacchetti fiscali stile “Bush”.

Nel dettaglio la Germania crescerà dell’1,6%, la Francia dell’1,7%, la Spagna del 2,7%. E l’Italia? Per noi il discorso è un po’ diverso. Mentre le altre grandi economie europee possono contare, parola di Almunia, su

buoni fondamenti,

noi rappresentiamo “l’ultimo della classe“.

Acciaio quotato al London metal Exchange, anche USA progetta di lanciare il suo primo contratto

Il London metal Exchange è il più grande mercato dei metalli non ferrosi al mondo. Il valore nominale giornaliero dei contratti scambiati si aggira attorno ai 10 miliardi di dollari. Annualmente il volume di trading è di circa 60 milioni di lotti con un controvalore di circa 2000 miliardi di dollari. Il LME contratta futures, opzioni e tapos su alluminio primario e secondario, rame, zinco, nichel, piombo, stagno e plastica. Le contrattazioni sono condotte attraverso il sistema LME Select e le contrattazioni nel floor di Borsa , oltre che via telefono 24 ore su 24. Il LME è un luogo di incontro dove si trovano i contraenti e qui nasce il punto di riferimento principale per la fissazione del prezzo del metallo fisico, inoltre il LME fornisce strutture dislocate in tutto il mondo dove i partecipanti possono consegnare e ritirare i metalli.

Continua l’asta per Wimax: dopo Wind ed AirOne anche Fastweb e Mediaset abbandonano la gara

Il WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access) è una tecnologia in grado di diffondere connessioni Internet ad alta velocità verso gli utenti per un raggio di 50 chilometri (il WiFi arriva a poche decine di metri), a banda larga e connessione veloce (fino a 74 Mbit/s). Il tutto a costi molto bassi perché non ha bisogno di cavi e, quindi, di appoggiarsi al cosiddetto ultimo miglio (il doppino di rame che collega la centrale telefonica alle case o alle imprese), ma arriva nelle abitazioni o direttamente sul computer, in ufficio e sul telefonino, via onde radio grazie a una rete di antenne. Per questo è in grado di coprire le metropoli, ma anche le aree più sperdute, dove è difficile e poco economico arrivare con le tecnologie tradizionali via cavo come l’Adsl. Germania Francia e Gran Bretagna hanno già concesso le licenze agli operatori. Anche Spagna e Grecia sono entrate nel club dei «tutti pazzi per il WiMax».Le licenze WiMax sono all’asta anche in Italia e permetteranno anche da noi l’arrivo di offerte a banda larga. L’asta organizzata dal ministero costituisce la fase finale per l’assegnazione dei diritti d’uso a disposizione dei singoli operatori. Quando anche questa procedura sarà terminata avrà inizio la vera fase operativa per la realizzazione dell’infrastruttura di rete e per la fornitura del servizio; tale fase dovrà comunque sottostare a precise disposizioni relative alle tempistiche con cui il territorio verrà coperto dal segnale.

Espresso vola in borsa e propone annullamento di 25,2 azioni

Conti superiori alle aspettative per il Gruppo Espresso. Il 2007 si è chiuso con una flessione del 7,7% ed un utile netto di 95,6 milioni, risultato decisamente migliore di quanto pronosticato (da Banca Imi che prevedeva 76 milioni a Euromobiliare sim che se ne aspettava 90). L’indebitamento è rimasto pressochè invariato rispetto al 2006 (264,9 milioni) mentre i ricavi pubblicitari sono aumentati del 6,7%.

I conti avrebbero beneficiato della nuova normativa Tfr, ma nell’anno in corso tale “bonus” dovrebbe annullarsi ed il gruppo potrebbe risentire in differita del calo dei ricavi diffusionali, scesi dell’11,3%. Il Cda ha anche reso nota l’intenzione di proporre alla riunione in programma ad aprile l’annullamento di 25,215 milioni di azioni, su un totale di 29,6 milioni detenute, con l’obiettivo di ridurre il capitale.

Tassi di interesse sui crediti sempre più cari


“L’Italia non è in emergenza mutui”

Lo aveva affermato a settembre il presidente dell’Abi, Corrado Fissola, rassicurando l’Italia sul buon funzionamento del nostro sistema bancario. Poi nel mese di dicembre i tassi di interesse sui mutui hanno subito un’impennata, toccando quota 5,72%. E l’Abi nuovamente rassicura tutti rivelando i dati di gennaio e gridando all’inversione di rotta grazie a quel centesimo di differenza. Nell’ultimo mese infatti i tassi sui prestiti che avevano toccato in dicembre il punto massimo dal 2002, hanno registrato una “flessione”, attestandosi al 5,71%.

Cresce invece il tasso medio ponderato: l’indicatore viene rilevato solo da cinque anni a questa parte ma è riuscito comunque a toccare il massimo storico: 6,22% (in dicembre era 6,17%), ben 70 punti in più rispetto al gennaio dello scorso anno. Continua quindi il rialzo del costo medio dei finanziamenti e le famiglie scelgono sempre di più il tasso non variabile, fisso o misto (nel’ultimo mese il 75% dei prestiti erogati).

Tar respinge sospensiva Alitalia Air France: AirOne non si arrende e presenta ricorso

Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta sospensiva urgente che accompagnava il ricorso di AirOne dopo aver ritenuto che non sussistono i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare, sia per la carenza di elementi dell’irreparabilita’ del danno, sia per la mancanza di fumus boni iuris ovvero la convinzione della possibilità dell’esistenza di un buon diritto circa l’esito finale della causa.

Ma cosa c’era sul piatto? Le varie prese di posizione delle istituzioni interessate alla privatizzazione di Alitalia : da una parte il ministro del Tesoro Tommaso Padoa Schioppa e AirFrance che accelerano e sembrano intenzionati a chiudere il prima possibile la cessione di Alitalia ai francesi, dall’altro lato Formigoni e le altre istituzioni lombarde si aggrappano all’ultima proposta di AirOne e lottano contro l’esclusività della trattativa in corso tra Alitalia e Air France. Per Alitalia, infatti, non si tratta di una vendita di una società privata, ma di un’azienda il cui azionista di riferimento è pubblico e quindi criteri e modalità devono essere resi noti con trasparenza e con pieno diritto di AirOne di presentare una proposta vincolante seria ed affidabile. Airone aveva infatti chiesto di sospendere la trattativa in esclusiva con Air France accusando Alitalia e il ministero dell’economia di aver violato i principi che regolano le dismissioni di beni pubblici.

Extracomunitari trainano le nascite di nuove micro-imprese in Italia

Ho notato un notizia, passata un po’ in secondo piano, che secondo me merita maggiore attenzione. Le notizie che riguardano extra-comunitari od immigrati che commettono reati o che sono sospettati di averlo fatto ricoprono generalmente le prime pagine dei giornali, così come le notizie che riguardano le loro “baraccopoli” o il lavoro di lavavetri. Altrettanta importanza se non di più andava quindi secondo me data all’indagine fatta da UnionCamere sulle imprese create da extra-comunitari.

Secondo quanto rivelato dall’associazione delle Camere di Commercio italiane, nel 2007 tali imprese sono infatti cresciute dell’8%. In totale sono quindi adesso 225.408, a fronte di una riduzione della nascita di imprese create da italiani. La bilancia resta infatti negativa, con il -0,9% di micro imprese aperte nel nostro paese.

Tra i paesi di origini dei “nuovi imprenditori” il podio va, come era immaginabile, alla Cina, ma anche Marocco ed Albania hanno un buon numero di rappresentanti.

Opa da parte degli azionisti di maggioranza: Ducati delistata da Piazza Affari?

Ducati Motor Holding S.p.A. è un’azienda motociclistica italiana, con sede a Bologna, i cui motocicli sono conosciuti in tutto il mondo per le loro prestazioni e per il design. Il 2007 ha rappresentato per Ducati MH il ritorno all’utile, la società motociclistica ha chiuso lo scorso esercizio con un giro d’affari di quasi 398 milioni di euro, in aumento del 30,5% rispetto ai 305 milioni dell’anno precedente. Il margine operativo lordo è più che raddoppiato, passando da 27 milioni a 55 milioni di euro. Parallelamente, la marginalità è cresciuta dall’8,9% al 13,8%. I principali azionis ti sono: Invest International Holdings Ltd., tramite World Motor S.A; Hospitals of Ontario Pension Plan, tramite World Motors White Sca; BS Investimenti SGR S.p.A, tramite World Motor Red Sca; Columbia Wanger Asset Management LP; Reach Capital Management LLC ; Giorgio Seragnoli, tramite King S.p.A. Il titolo Ducati è quotato alla Borsa di Milano, forse non ancora per molto.