Avvio di settimana negativo per Piazza Affari. Bene petroliferi e Fiat, giù banche e Parmalat

Non inizia bene la settimana per la Borsa italiana. Apre, infatti, in rosso la prima seduta settimanale Piazza Affari seguendo la scia delle altre borse europee. A pesare sull’andamento delle borse contribuiscono le notizie giunte dal G20: il vertice, infatti, non ha raggiunto dei risultati concreti e comuni per far fronte alla crisi internazionale ma si è limitato a tracciare semplici linee di principio. Influiscono sui mercati europei anche i dati macroeconomici internazionali che confermano la recessione del Giappone e la contrazione del Pil francese nel quarto trimestre. Intanto, dovrebbero arrivare in mattinata altri dati sulla Bilancia commerciale di settembre nella zona dell’Euro, la pubblicazione dell’Empire State Index di novembre  negli Stati Uniti e i dati sulla produzione industriale americana di ottobre. Tornando ai mercati, a Piazza Affari aprono in negativo i principali indici ed in particolare il mercato dei derivati.

Accreditamento azioni ai creditori di Parmalat

La Parmalat è stata travolta da un crack finanziario scoppiato alla fine del 2003, che l’ha costretta a dichiarare bancarotta. Con decreto del Ministero delle Attività Produttive gran parte delle Società del Gruppo sono state ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi e il Dr. Enrico Bondi è stato nominato Commissario straordinario. Il fallimento della Parmalat è costato l’azzeramento del patrimonio azionario ai piccoli azionisti, mentre i risparmiatori che avevano investito in bond hanno ricevuto solo un parziale risarcimento. Il Tribunale di Parma dichiarò insolventi le società nominando Giudice Delegato il Dr. Vittorio Zanichelli e con tali sentenze, furono fissate le date per il deposito delle domande di insinuazione e per la verifica dei crediti. Grazie al cosiddetto decreto “salva-imprese”, Parmalat fu salvata dal fallimento e la sua direzione fu affidata come già detto all’amministrazione straordinaria di Enrico Bondi, che ha risanato parzialmente i conti (pur dovendo ancora rispondere completamente alle richieste di risarcimento dei vecchi risparmiatori). Successivamente gli obbligazionisti hanno visto le loro obbligazioni convertite in azioni Parmalat di nuovo tipo, quotate alla Borsa di Milano.