Unicredit: in attesa della trimestrale, il gruppo appare in forma

Ultima seduta della settimana all’insegna del segno più per i titoli bancari. In pole position Unicredit, che guadagna lo 0,92% a 4,725 euro. Tra le buone notizie riguardanti il gruppo italiano quella del passaggio dei 186 sportelli messi in vendita dietro indicazione dell’Antitrust. L’accordo con le banche popolari (Bpm, Carige, Credem e Bper) dovrebbe essere concluso il 16 aprile e dovrebbe fruttare ad Unicredit 747 milioni.

La richiesta dell’Antitrust era arrivata dopo la fusione con Capitalia, ed il guadagno netto derivante dalla conclusione della vendita dovrebbe degli sportelli dovrebbe essere di 350 milioni circa. Buone notizie anche per quanto riguarda i target 2008: l’ad Profumo ha definito in buona salute il gruppo bancario, ma ha anche messo le mani avanti affermando che è necessario attendere i risultati del primo trimestre.

Bühler: utile netto di 130,2 milioni di franchi

La brioche del mattino? L’inchiostro del giornale? Un piatto di pasta a mezzogiorno? Una birra rinfrescante dopo il lavoro? Sì, in questi prodotti con molta probabilità Bühler ha contribuito alla realizzazione. Oggi, cilindri in ghisa macinano il cereale per ottenere prodotti come farina e semola. Tantissimi molini in tutto il mondo usano la tecnologia e le macchine Bühler; malterie e birrerie beneficiano dell’esperienza e della qualità offerte da Bühler nella lavorazione degli ingredienti. Inoltre Bühler è leader a livello internazionale nella progettazione e costruzione di impianti e macchine per produrre tutti i tipi di inchiostro da stampa. Chi è quindi Bühler? È una multinazionale specialista nella progettazione e realizzazione di impianti e servizi per la trasformazione di materie prime rinnovabili e materiali sintetici in prodotti funzionali di qualità e sostanze pregiate. Ma anche i gusci di telefoni cellulari e computer portatili oggi si ottengono sempre più dalla fusione di metalli su impianti di pressofusione Buhler.

Expo 2015: i progetti per Milano, ma ricordate Italia ’90?

Expo 2015, l’euforia del momento è passata, ora si comincia a guardare al concreto. Quindi via ai progetti e alle idee da sviluppare: Letizia Moratti propone un centro per lo sviluppo sostenibile come simbolo della manifestazione, abbandonando la storica torre. Quindi non un infrastruttura ma un centro di ricerca. Sette anni per mettere in piedi tutto quanto, sembrano tanti ma l’Italia deve continuare a lavorare come ha fatto durante la candidatura, perchè una manifestazione di questo tipo non è a priori un beneficio per il nostro paese; dovrà essere pianificata attentamente, perchè può essere un’opportunità ma deve essere sfruttata bene.

Quindi via ai progetti, che dovranno essere presentati e approvati entro il 2010 ed i lavori conclusi entro il 2014. Quindi abbiamo detto che ci sarà un centro per la cooperazione internazionale e lo sviluppo sostenibile, ci sarà anche una torre nella zona nord ovest della città per restare comunque fedeli alla tradizione; sarà inoltre confermato il progetto CityLife, ovvero il piano di riqualificazione del quartiere storico della fiera, con lo sviluppo di un nuovo polo urbano.

Il Comune vuole tenere informati i cittadini ed anche i turisti in visita alla città lombarda sullo sviluppo dei lavori, per cui ha dichiarato di voler installare in una piazza del centro un plastico di 400 metri quadrati da aggiornare ogni volta che sarà conclusa la costruzione di una nuova infrastruttura.

Ancora mutui subprime: Bernanke ammette la crisi

Le borse mondiali da quando sono venuti a galla i primi default di alcune società e fondi hedge americani che hanno puntano sul comparto subprime, hanno subito violenti scossoni, a causa della crisi del comparto immobiliare statunitense. Le conseguenze sono molteplici:

Inoltre gli effetti negativi non sono rimasti confinati al settore finanziario ma avrebbero sconfinato nell’economia reale, attraverso il valore delle attività e l’avvallabilità del credito.

Afferma Ben Bernanke . Negli Stati Uniti è previsto un taglio non indifferente dei posti di lavoro nel settore bancario per i prossimi 12-18 mesi. L’industria bancaria americana tagliera’, nel corso dei prossimi 12-18 mesi, circa 200.000 posti di lavoro. La riduzione dell’occupazione e’, secondo quanto afferma uno studio della Celent, una risposta alla crisi dei mutui subprime.

Petrolio debole in Asia e recessione Usa

Il petrolio accompagna la storia dell’uomo da secoli, nel bene e nel male, e fin dall’antichità il greco “naphtha” richiamava il fiammeggiare tipico delle emanazioni petrolifere. I popoli dell’antichità avevano già ben noti i giacimenti di petrolio (olio di pietra) superficiali che utilizzavano per produrre medicinali e bitume o per illuminare le lampade. Oggi il petrolio è croce e delizia del genere umano. Delizia perché senza esso forse non riusciremmo a spostarci (a meno che non avessimo inventato nuove energie alternative), croce perché il rincaro del petrolio (nonostante brevi periodi di riduzione dei prezzi, ma comunque il trend è sempre in crescita) è qualcosa di estenuante..

In leggero ribasso il prezzo del greggio in Asia. Ieri nel dopo-mercato elettronico che fa riferimento al Nymex, la Borsa merci di New York, a Singapore il petrolio light per consegna a maggio è stato trattato a 104,65 dollari a barile, con un ribasso di 0,18 dollari. Ieri a New York aveva guadagnato 3,85 dollari salendo a 104,83 dollari a barile.

Rischio mutui per le famiglie italiane, restano i costi per rinegoziarli e cambiare istituto

Il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà ha lanciato l’allarme: sarebbero 110 mila le famiglie ad avere problemi di insolvenza; ben più alto invece il numero di quelle in difficoltà, 420 mila. La notizia positiva è che l’Italia è uno dei paesi in cui le famiglie sono meno indebitate e per il momento non rischiamo di emulare la crisi statunitense.

Ma il problema resta. E la causa principale sarebbe ovviamente il continuo rialzo dei tassi che per famiglie a reddito fisso diventa una ghigliottina. Ma Catricalà non si è fermato qui nel suo intervento al convegno sulla trasperenza dei mutui organizzato da Altroconsumo. Il presidente dell’Antitrust infatti si è scagliato anche contro le banche, in ritardo nell’applicazione della normativa Bersani di un anno fa sulla portabilità del mutuo, estinzione e rinegoziazione a costo zero.

Secondo un’inchiesta di Altroconsumo infatti tra le banche di due città come Milano e Roma soltanto due (Banco Desio ed Intesa San Paolo) permetterebbero al cliente di ricorrere alla surrogazione dell’ipoteca a costo zero. Altroconsumo ha anche calcolato 4,5 milioni di euro di danno per i consumatori che nel lasso di tempo trascorso dall’entrata in vigore della normativa Bersani si sono sobbarcati costi non previsti dalla legge.

Buongiorno Spa: utile 2007 e acquisto azioni proprie

BUONGIORNO è una multinazionale italiana , leader nel mercato del digital entertainment. La società venne costituita nel 1999 in Provincia di Asti come Vitaminic S.p.A., ma trasferì quasi subito la sua sede a Torino; nel 2000 la società viene ammessa alla quotazione presso la Borsa valori di Milano. Oggi l’azienda si occupa della creazione e distribuzione di contenuti multimediali per operatori di telefonia fissa, mobile ed internet, con una presenza sul territorio, anche grazie a delle joint-venture con altre aziende in Europa, Stati Uniti, Russia, India, Sud America, Messico, Medio Oriente, Africa e Cina, per un totale di oltre 30 paesi. BUONGIORNO è quotata sul mercato MTAX, nel segmento STAR.

In una nota si legge che la multinazionale ha acquistato nel corso del mese di marzo 1.003.547 azioni Buongiorno S.p.A. ordinarie, ad un prezzo medio ponderato di 1,7683 Euro, per un controvalore pari a circa 1,8 milioni di Euro. Lo si legge in una nota. Dall’inizio del Programma di investimento sono state acquistate complessivamente n. 2.141.000 azioni ordinarie (pari al 2,0131% del capitale sociale), per un investimento complessivo di circa 4 milioni di Euro. Gli acquisti del mese di marzo, oggetto del presente comunicato, hanno determinato il superamento da parte della Società Emittente, in data 27 marzo, della soglia del 2% di cui all’art. 117 del Regolamento di attuazione del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, adottato con Deliberazione Consob n. 119971 del 14 maggio 1999 e successive modifiche. La ratio di questa norma risiede nel fatto che, la società, acquistando azioni proprie è come se divenisse “creditrice di se stessa” e deve quindi pagare l’acquisto delle sue azioni col suo stesso patrimonio, per cui si avrebbe un’aumento solo illusorio del capitale sociale, un aumento solo nominale (nel caso di azioni di nuova emissione, aumenta il numero delle azioni ma non il capitale perché in realtà non sono entrate nuove risorse ma queste sono state prelevate dalla stessa azienda).

Air France lascia, è il momento della verità: sotto a chi tocca

Spinetta ha abbandonato ieri il tavolo delle trattative e il presidente Alitalia Prato ha ammesso che ora “per salvare Alitalia ci vorrebbe un esorcista” e si è dimesso. Ho sentito questa mattina il presidente della Uil Angeletti accusare il governo di aver lasciato i sindacati liberi di trattare. La colpa del governo sarebbe quella di aver messo la vendita di Air France in mano ai sindacati: giusto, sono più che d’accordo, ma sentirlo dire dal rappresentante di uno dei sindacati che ha sempre definito la proposta di Air France un ricatto mi sembra il colmo per una vicenda Alitalia già abbastanza inverosimile. Ma andiamo per ordine.

La notizia è di ieri sera: Spinetta ha abbandonato le trattative in seguito alla proposta fatta dai sindacati. L’ad della compagnia franco olandese ha giudicato la proposta non valida ma ha assicurato che la avrebbe portata al cda,nonostante una tale modifica non fosse assolutamente nei loro piani.

Convocato per oggi un cda straordinario di Alitalia. Cosa succederà? Potrebbero chiedere a Prato di ritirare le sue dimissioni da presidente, o dimettersi loro in blocco. Alitalia ha la liquidità agli sgoccioli e mai come ora è stata sull’orlo del fallimento.

MEF: buon andamento delle entrate fiscali e contenuta evoluzione della spesa

In via provvisoria, il fabbisogno di marzo e’ risultato pari a 11,7 miliardi, inferiore di 4,9 mld rispetto a quello registrato nel mese di marzo 2007, pari a 16.607 milioni. Nel primo trimestre del 2008 si e’ invece registrato complessivamente un fabbisogno di 20,3 mld, inferiore di circa 4 mld al 2007, risultato pari a 24,247 mld. Lo rende noto il ministero dell’Economia e delle Finanze aggiungendo che il risultato è dovuto a maggiori entrate fiscali, contenimento della spesa e malgrado maggiori oneri per il debito per 750 milioni ed 1 miliardo di anticipo per ridurre il deficit sanitario.

In una nota, il Mef spiega che

la riduzione del fabbisogno di marzo risulta determinata dal buon andamento delle entrate fiscali e da una contenuta evoluzione della spesa, in linea con le previsioni. Va inoltre notato come il saldo del mese incorpori maggiori oneri di interessi sul debito per circa 750 milioni e l’erogazione di circa 1.000 milioni per il pagamento di una quota delle anticipazioni programmate per l’estinzione dei debiti sanitari degli anni passati.

Ubs ancora perdite legate ai mutui subprime, e la crisi non è finita

La banca svizzera Ubs ha annunciato svalutazioni sui mutui Usa per il valore di 19 miliardi di dollari, una cifra record. Già nel mese di febbraio aveva già svalutato per 18,5 miliardi, raggiungendo così cifra 37. E’ previsto un nuovo aumento di capitale di 15 miliardi di franchi svizzeri (che corrispondono perlopiù alla stessa somma in dollari). Per fare chiarezza ed evitare incertezze future Ubs ha scelto di rendere note subito tutte le svalutazioni, scelta premiata dalla Borsa: a Zurigo il titolo ha infatti guadagnato il 12%.

Il buco che si è creato è di 12 miliardi di dollari e per coprirlo parteciperanno all’aumento di capitale Morgan Stanley, Jp Mporgan, Bnp Paribas e Goldman Sachs. Nel mese di febbraio invece a “tappare il buco” era stato il fondo sovrano di Singapore. Nei primi tre mesi del 2008 Ubs si è impegnata nel ridurre l’esposizione sul mercato immobiliare statunitense, passando da 27,6 miliardi di dollari a 15.

Per risanare i propri profitti Ubs ha annunciato che creerà una divisione separata per occuparsi di questi assets, in modo da poter gestire le altre attività ed ottenerne profitti. Conseguenza delle svalutazioni anche le dimissioni del presidente del Cda Marcel Ospel, sostituito da Peter Kurer.