Cos’è il Pick & Pay? È l’ultima innovazione dell’e commerce, o meglio una via di mezzo tra commercio tradizionale e trading on line: sedi fisiche associate ai siti di e-commerce, che offrono la possibilità di scegliere se acquistare i prodotti online oppure alla “maniera tradizionale”, recandosi di persona ai punti vendita. Si possono quindi vedere prima i prodotti on line e se interessati andare a comprarli successivamente presso i punti vendita, oppure acquistarli direttamente on line e ritirarli presso il punto vendita più vicino. In Italia ci sono già 9 Pick & Pay: Milano (2 sedi, compresa la recente apertura in via Rembrandt), Gallarate, Bologna, Brescia, Padova, Torino e Roma (2 sedi).
Internet
Costi e benefici dell’intermediazione finanziaria on line
L’impiego di Internet nel settore dell’ intermediazione finanziaria ha rivoluzionato l’atteggiamento dei protagonisti del mercato: emittenti, intermediari ed investitori. Gli emittenti, possono utilizzare Internet per la raccolta dei capitali, per l’adempimento degli obblighi di trasparenza ed informazione, per la diffusione di documenti, per la creazione di uffici in grado di dialogare con gli azionisti tramite e-mail, per l’effettuazione di offerte di acquisto; in tal modo si riducono i costi relativi a tali attività e si instaura un processo di disintermediazione, diventa superflua l’opera degli intermediari tradizionali, con conseguente risparmio sulle commissioni di collocamento. Dal punto di vista degli intermediari, invece, Internet ha consentito la delocalizzazione, che permette a tali soggetti di stabilire relazioni con una clientela internazionale; la dematerializzazione del sistema, tutto avviene tramite internet e parecchi documenti sono stati eliminati. Dal lato degli investitori, Internet ha permesso una riduzione dell’asimmetria, gli investitori possono accedere alle informazioni consentendo il confronto tra diverse opportunità; l’occasione di visitare i siti delle Authorities, con conseguente vantaggio di ottenere informazioni aggiuntive ed eventuali avvertimenti contro operazioni “avventurose”.
Trading on line: le offerte di Fineco, Iwbank, Directa e Banca Sella
Sebbene in Italia il trading on line sia ancora poco diffuso in paragone ad altri paesi, rappresenta potenzialmente “il futuro”. Non basta però avere una connessione Internet ed un computer per acquistare e vendere covered warrant ed azioni di ogni tipo: è necessario anche stipulare un abbonamento con una delle banche che offre questo tipo di servizio. Vedremo quali servizi di trading on line sono più convenienti.
Prima però è importante sapere alcune cose. Con Internet non “entriamo” direttamente in borsa, bensì usufruiamo di un intermediario che è in pratica il sito che scegliamo di usare per cui ci sono delle commissioni da pagare, che possono essere più o meno convenienti.
Inoltre dobbiamo avere un conto corrente presso la società di trading on line tramite la quale operiamo in Borsa ed anche qui le condizioni e i costi possono variare a seconda della scelta.
E-commerce: vantaggi e svantaggi di un commercio facile e veloce
Il commercio elettronico può essere definito come: un qualsiasi tipo di transazione tendente a vendere o acquistare un prodotto o un servizio, in cui gli attori interagiscono elettronicamente piuttosto che con scambi fisici e contatti diretti.
Quali sono i motivi che spingono un’azienda a vendere on line? I siti web di e-commerce annullano la distanza tra aziende e mercati: molte aziende, attraverso i siti web di e-commerce, possono essere tentate di instaurare un canale diretto verso la propria clientela finale, il contatto diretto con la clientela finale può determinare una significativa riduzione dei costi di commercializzazione dei prodotti, con evidenti vantaggi reddituali. Attraverso i siti web di e-commerce anche le azioni commerciali possono essere svolte più rapidamente ed efficacemente. Una variazione di prezzo, se decisa, viene vista da tutti subito, una campagna commerciale, pubblicata sul sito web, diviene immediatamente operativa per l’intero mercato, senza che i singoli punti vendita provvedano per esempio all’affissione delle apposite locandine. La possibilità di vendere direttamente on line ad una vasta platea di clienti può determinare la nascita di nuovi settori di business: è possibile sottoscrivere abbonamenti presso società di ricerche di mercato per scaricare dai loro siti web studi e rapporti di ricerca o operare on line in Borsa.
Carte di credito prepagate: quanto ci costano?
Il 19% degli italiani ha una carta di credito prepagata e la usa soprattutto per gli acquisti on line come biglietti aerei, libri o componenti elettroniche. Le carte di credito ricaricabili offrono maggiore sicurezza per questo tipo di acquisti, che se fino a qualche anno erano frenati dai timori sulle modalità di pagamento, adesso si sono moltiplicati.
Come funziona esattamente una carta prepagata? Sono strette parenti delle carte Sim ricaricabili; vi si carica sopra un determinato importo senza alcun legame con un conto corrente o una tradizionale carta di credito. Non esistono solo carte ricaricabili all’infinito ma anche carte “usa e getta”: possono essere acquistate con un importo che va dai 50 euro ai 500. Neanche queste sono collegate ad un conto corrente o ad una normale carta di credito.
Conto Arancio e le sue concorrenti: dov’è la convenienza?
Conto Arancio è un conto corrente un po’ particolare della banca olandese ING Direct. Una delle caratteristiche principali di questa banca è la scelta di non essere presente fisicamente: non dotandosi di sportelli e filiali Ing Direct da un taglio netto ai costi il chè le permette (o le permetteva?) di proporre offerte più vantaggiose delle altre banche.
Ing Direct è sbarcata sul mercato nel 2004 e a suo merito va detto che ha dato una vera e propria smossa al banking on line in Italia. Conto Arancio è un deposito di risparmio che consente ai correntisti un alta remunerazione. I costi operativi della banca sono ridotti allo 0,50% ma dal momento del suo arrivo in Italia ad oggi le offerte concorrenti si sono moltiplicate. L’Osservatorio Finanziario ha steso un rapporto sui conti correnti on line per il 2008 e ne prevede il boom.
Il risparmio gestito on line non decolla
E’ cresciuta nel 2007 l’offerta di fondi on line ma a tale incremento non è corrisposto l’aumento del numero di clienti che ne usufruisce. Dal 2006 ad oggi, nonostante siano aumentati sia i fondi disponibili che il numero delle Società di Gestione, i clienti del banking on line sono rimasti quelli del 2006: meno del 10% dei clienti di banche on line sfrutta la possibilità di consultare i propri fondi.
Sono quattro gli istituti bancari che offrono questo tipo di servizi con una diverisificata gamma di prodotti multimarca: Fineco, Iwbank, Banca Sella e Webank. Tutte e quattro hanno aumentato considerevolemnte il numero di fondi offerti nell’ultimo anno, soprattutto le prime due. Fineco è passata da 1000 a 2400 (+140%), Iwbank da 1400 a 2000 (+35%), mentre le altre due hanno una gamma di prodotti molto inferiore come quantità.
Come abbiamo detto però il numero di coloro che utilizzano i servizi on line per il risparmio gestito rimane sui 400 mila. Questo è quanto emerso dalla ricerca trimestrale Digital Finance, in cui si analizzano anche le possibili motivazioni. Una di queste sarebbe legata alla poca trasparenza. I player che non offrono multimarca sono decisamente “indietro” su questo versante, con siti carenti di informazioni, al contrario dei quattro player multimarca , i cui siti web rispondono abbondamente a questa esigenza.
Fastweb: ricavi consolidati pari a 1.433 milioni di euro
FASTWEB è un operatore telefonico specializzato nella fornitura di servizi ADSL, fibra ottica, telefono e TV. FASTWEB è il principale operatore alternativo nelle telecomunicazioni a banda larga su rete fissa in Italia. Attraverso una rete “all IP”, con accesso in fibra e xDSL, è riuscita a realizzare la convergenza tra telefonia, Internet e televisione, offrendo l’estesa gamma di servizi che la banda larga rende possibili.
Il Consiglio di Amministrazione di FASTWEB S.p.A. (Milano, MTAX: FWB), ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2007. Con un’acquisizione netta di clienti pari a 268.000 unità la base clienti è passata da 1.045.000 abbonati di fine 2006 a 1.312.600 abbonati a fine 2007. FASTWEB ha così incrementato la propria market share sul mercato italiano degli accessi in banda larga che, nello stesso periodo, è cresciuto di circa il 19%. Nel 2007 Fastweb riporta ricavi consolidati pari a 1.433 milioni di euro, segnando un incremento pari al 14% rispetto ai 1.260 milioni di euro del 2006. L’Ebitda è cresciuto a 480 milioni di euro (+59% su anno). L’EBIT consolidato è positivo per 98 milioni di euro, rispetto a una perdita di 87 milioni di euro nel 2006. L’utile ante imposte è pari a 31 milioni di euro, contro una perdita di 168 milioni di euro nel 2006.
Mutui on line: vantaggi e svantaggi del luogo di contrattazione virtuale
Per gli internauti ormai da un bel po’ esiste la possibilità di ottenere prestiti on line: mutui vantaggiosi ed un preventivo di mutuo online senza impegno ed in totale privacy. Questo modo di ottenere risorse finanziarie offre molteplici vantaggi: molti istituti di credito finanziano la maggioranza del valore dell’immobile che si desidera acquistare e l’operazione è a zero spese di commissione. Inoltre offrono due soluzioni: il mutuo a tasso fisso e quello a tasso variabile. Per alcuni istituti non sono previste penali in caso di estinzione anticipata. E ancora mutui molto flessibili, in quanto consentono di scegliere la durata e l’ammontare delle rate mensili più adatti alle tue esigenze. On line è possibile creare gratis il preventivo, ricevere una preapprovazione e successivamente inviare i documenti necessari. Facile, comodo e veloce. Così sembra, infatti sebbene non mettiamo in dubbio che vi siano istituti seri e professionali, ce ne sono molti altri che lo sono poco o per nulla.
Allo scopo di tutelare e aiutare i richiedenti un mutuo, dal 2006 è disponibile la prima guida per il cittadino sui mutui: « Mutuo informato», un vademecum che offre risposte per evitare passi falsi ed errori nella stipula di un mutuo ipotecario. La Guida, frutto del lavoro del Consiglio nazionale del notariato e delle associazioni di consumatori (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega consumatori, Movimento consumatori, Movimento in difesa del cittadino, Unione nazionale consumatori) è divisa in 13 capitoli e contiene indicazioni utili da non dimenticare quando si ha bisogno di un mutuo.
Continua l’asta per Wimax: dopo Wind ed AirOne anche Fastweb e Mediaset abbandonano la gara
Il WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access) è una tecnologia in grado di diffondere connessioni Internet ad alta velocità verso gli utenti per un raggio di 50 chilometri (il WiFi arriva a poche decine di metri), a banda larga e connessione veloce (fino a 74 Mbit/s). Il tutto a costi molto bassi perché non ha bisogno di cavi e, quindi, di appoggiarsi al cosiddetto ultimo miglio (il doppino di rame che collega la centrale telefonica alle case o alle imprese), ma arriva nelle abitazioni o direttamente sul computer, in ufficio e sul telefonino, via onde radio grazie a una rete di antenne. Per questo è in grado di coprire le metropoli, ma anche le aree più sperdute, dove è difficile e poco economico arrivare con le tecnologie tradizionali via cavo come l’Adsl. Germania Francia e Gran Bretagna hanno già concesso le licenze agli operatori. Anche Spagna e Grecia sono entrate nel club dei «tutti pazzi per il WiMax».Le licenze WiMax sono all’asta anche in Italia e permetteranno anche da noi l’arrivo di offerte a banda larga. L’asta organizzata dal ministero costituisce la fase finale per l’assegnazione dei diritti d’uso a disposizione dei singoli operatori. Quando anche questa procedura sarà terminata avrà inizio la vera fase operativa per la realizzazione dell’infrastruttura di rete e per la fornitura del servizio; tale fase dovrà comunque sottostare a precise disposizioni relative alle tempistiche con cui il territorio verrà coperto dal segnale.
Strani addebiti in bolletta Telecom: possibili dialers sugli hardware. Antitrust sospende i distacchi
Vi è arrivata una bolletta stratosferica? Magari avete consultato il dettaglio delle chiamate e vi scorgete numeri che mai avreste pensato di comporre? Bene, anzi male. Se a casa non avete una colf filippina che chiama i parenti oltreoceano e quindi in questo caso la colpa è da attribuire alla teleselezione che ingoia scatti a tradimento, allora siete di fronte a una vera e propria truffa. E non siete gli unici. Nei mesi di novembre/dicembre 2007 e gennaio 2008, sono pervenute, e continuano ad arrivare all’Autorità Antitrust, centinaia di denunce con le quali diversi consumatori hanno contestato alla Telecom addebiti in bolletta per chiamate verso numerazioni satellitari internazionali e numeri speciali, che i tali consumatori asseriscono di non aver mai effettuato. Nelle denunce pervenute agli uffici dell’Autorità, gli utenti contestavano addebiti in bolletta per chiamate e/o connessioni precisamente verso numerazioni satellitari internazionali Elsacom (come 008818 e 008819) e numeri speciali non geografici (come 199, 178, 899, 892) mai effettuate. Secondo tali esposti, Telecom, per parte sua, non avrebbe fatto nulla per evitare il fenomeno e avrebbe invece preteso l’immediato e integrale pagamento delle somme, paventando agli utenti, in caso contrario, il distacco dalla linea telefonica.
Diminuiscono i consumi di generi alimentari e aumenta la spesa per internet e cellulari
Secondo i dati di Confcommercio durante il 2008 ci sarà una significativa frenata dei consumi di beni e servizi. Per l’Adoc (sindacato dei consumatori) la causa è nell’aumento dei prezzi, a volte incontrollato e al limite dello speculativo, e del crescente indebitamento delle famiglie, sempre più in difficoltà come confermato anche dall’Istat. Secondo Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc siamo in recessione , come testimoniato dal drastico calo della spesa per i beni, sia primari che secondari e dal crescente e preoccupante indebitamento delle famiglie. Il presidente vede la gravità della situazione e sostiene che essa richieda l’intervento urgente di Governo, parti sociali e imprenditori, partendo dalla riduzione di prezzi e tariffe, ma anche rivedendo il sistema del credito per limitare i rischi da sovraindebitamento di famiglie e piccole imprese.
Anche Confcommercio prevede un 2008 in frenata sul fronte dei consumi: cresceranno solo dell’1,2%. Secondo l’associazione di commercianti continuera’ la contrazione per alcuni prodotti alimentari come pane, zucchero, carne e cereali. Si tratta proprio di prodotti che nell’ultimo anno hanno registrato aumenti record, fino al 10%. In calo anche gli alcolici e i servizi per l’abitazione. Ad avere la meglio saranno soprattutto i venditori di prodotti tecnologici. Infatti si prevedono vendite in aumento superiori al 20% per telefoni e accessori e per i servizi telefonici. Bene anche gli elettrodomestici bruni (tv, hi-fi, ecc.).
Yahoo! respinge l’offerta di Microsoft
L’assemblea straordinaria di Yahoo, riunitasi per scegliere cosa fare, ha rifiutato l’offerta. La proposta d’acquisto di Microsoft sarebbe troppo bassa. In effetti la cifra iniziale doveva essere rivista alla luce dei fatti avvenuti in Borsa in questi giorni. Il titolo Yahoo ha registrato un’incredibile crescita, fino a raggiungere quel 60% in più previsto nell’accordo, mentre le azioni Microsoft hanno perso il 10% circa.
L’offerta prevedeva che l’acquisto fosse effettuato parte in denaro e parte in azioni Microsoft: in questo modo l’opa ha perso valore dando così la possibilità a Yahoo di rifiutare, forse anche per discutere nuovamente i termini dell’offerta.
Sono in molti a scommettere sul rilancio di Microsoft ma c’è anche chi sospetta che la mossa del gruppo di Bill Gates fosse studiata solo per evitare che altri approfittassero del momento di estrema debolezza di Yahoo e del suo titolo. In questo caso gli “altri” sarebbero principalmente Amazon e l’offerta di Microsoft avrebbe scopi esclusivamente speculativi.
Do you Yahoo!
Una mossa attesa da tutti: da almeno tre anni la voce che vedrebbe Microsoft tentare la scalata a Yahoo per contrastare Google rimbalza dai giornali ai blog alle tv. Oggi non si tratta più di rumors però: ieri il gruppo di Bill Gates ha ratificato l’Opa da 45 miliardi di dollari. Nello specifico l’offerta messa sul piatto è il pagamento agli azionisti di 31 dollari in contanti o 0,9509 azioni Microsoft per ogni titolo, pari ad un premo del 62% rispetto alla chiusura di ieri.
L’operazione potrebbe già essere chiusa nel secondo semestre 2008. Proprio qualche giorno fa dopo la diffusione dei conti Microsoft alla UBS investor conference aveva parlato di obiettivi alquanto ambiziosi: il raggiungimento di un market share del 40% nel digital advertising in cinque anni, contro il 6% attuale.
Altre società potrebbero presentare offerte per Yahoo ma quello che conta è che il colosso Google non potrà farlo; in quanto possessore di una quota di mercato decisamente predominante una sua scalata a Yahoo andrebbe contro l’Antitrust. E’ bene ricordarsi che Google detiene il 75% dei clienti nella ricerca mondiale su web, un dato che difficilmente appare contrastabile.