
Dopo le parole del presidente della
Bce,
Jean-Claude Trichet, che non ha escluso un aumento del costo del denaro dal 4% al 4,25% il prossimo mese per fronteggiare la minaccia dell’
inflazione, assisteremo ad un
aumento dei tassi di interesse dell’Eurozona. Tali parole infatti si sono già ripercosse su quei
tassi Euribor ai quali sono indicizzate le
rate dei mutui a tasso variabile. Ciò significa che chi ha sottoscritto un
mutuo a tasso variabile pagherà un po’ di più ogni mese. Precisiamo che la revisione delle aspettative future sui tassi di interesse europei si è fatto sentire più sulle scadenze lunghe che su quelle brevi:
l’Euribor 360 a un mese è stato influenzato soltanto relativamente ed è passato in un giorno dal 4,458% al 4,479 per cento. Il tasso a 3 mesi, è salito d’un colpo dal 4,866% al 4,967%, mentre quello a 6 mesi ha raggiunto la soglia del 5%, precisamente del 5,113% (dal 4,938%).
La
stretta monetaria prennunciata in settimana dal presidente
Jean Claude Trichet, ha quindi messo in subbuglio i mercati che non si aspettavano un orientamento così aggressivo. Il mercato e l’imprenditoria come hanno accolto tali mosse? Con favore dagli imprenditori italiani come l’amministratore delegato di
Fiat Sergio Marchionne secondo cui la Bce interpreta «giustamente e totalmente» il suo compito e il numero uno di
Unicredit, Alessandro Profumo, il quale ritiene che la Bce fa il suo mestiere al meglio.