Per l’Aibe le banche estere potrebbero scappare dall’Italia

 In questo periodo di forte crisi finanziaria l‘Italia oltre ad un peggioramento dell’economia rischierebbe di affrontare un altro grande problema: le banche estere potrebbero presto decidere di uscire dal panorama italiano. Lo afferma Guido Rosa, presidente dell’Associazione banche estere in Italia (Aibe), spiegando che l’Italia attualmente, in piena crisi economica, appare un Paese poco attraente. Secondo Rosa, infatti, gli istituti di credito esteri presenti in Italia si trovano ad affrontare grandi svantaggi di varia natura: fiscali, burocratici e logistici. Le banche estere, dunque, a causa della crisi finanziaria, dovendo gestire al meglio il proprio patrimonio potrebbero diventare maggiormente selettive e scegliere di allontanarsi dal mercato italiano per approdare in Paesi che offrono rendimenti maggiori. Il presidente dell’Aibe ha denunciato, inoltre, che la maggiore difficoltà che grava sulle banche estere in Italia è la forte pressione fiscale che è superiore alla media europea di sette punti percentuali.

Obama preme per la ratifica della Law of the Sea: fa gola il petrolio presente nell’Artico

 La vittoria del Partito Democratico statunitense alle recenti elezioni presidenziali potrebbe velocizzare l’approvazione di un trattato marittimo che permetta ai firmatari di partecipare alle trattative relative al contenimento del petrolio e dei gas depositati nel fondo del Mar Glaciale Artico. Grazie in particolare al sostegno del neo-presidente Barack Obama alla ratifica della Law of the Sea, gli Stati Uniti si stanno avvicinando alle 157 nazioni (tra cui la Russia) che hanno approvato il trattato, secondo quanto affermato da alcuni analisti economici, tra i quali quelli della Century Foundation e Jeff Laurenti. Il Senato statunitense, a cui compete ogni compito relativo alla ratifica dei trattati internazionali, ha comunque a che fare con la stessa situazione che si è verificata negli ultimi anni, quando l’esecutivo Bush ripeteva in continuazione il suo forte appoggio al trattato. Un impulso importante all’esplorazione del Polo Nord era stato dato dal progressivo scioglimento dei ghiacci della regione: tale evento ha infatti portato alla scoperta di nuovi accessi alle aree dell’Artico, le quali contengono circa il 22% di tutto il petrolio e il gas naturale non sfruttati.

 

La Russia, firmtaria del trattato sin dal 1997, ha già fatto uso dell’autorità legale per far valere i suoi diritti sulle ricchezza minerali presenti nella sua piattaforma continentale artica. L’adozione da parte degli Stati Uniti del trattato, che ha cominciato ad avere efficacia a partire dal 1994, potrebbe dunque dare il via ad accesi contrasti per alcune compagnie come la TGS-Nopec Geophysical Co., la quale utilizza le onde sonore per mappare le potenziali aree in cui sono presenti il gas e il petrolio.

 

Per Global Insight in europa la crisi sarà peggiore e più lunga che in Usa

 Secondo una ricerca del think thank Ihs Global Insight il Vecchio continente ha altissime probabilità di avere una profonda e prolungata frenata nel 2009. L’economia britannica, per esempio, subirà una contrazione dell’1,5%”, dice il report.Nell’Eurozona, invece sarà dello 0,7%”. I mercati più colpiti saranno quelli in cui è più sviluppato il settore immobiliare e delle costruzioni: Spagna, Irlanda e Inghilterra. Quest’ultima, in particolare, dovrà fare i conti con la forte esposizione nel comparto finanziario. A pagare di più, tuttavia, sarà l’Irlanda con un calo del Pil del 3%. Anche Germania e Svezia sono molto vulnerabili, visto che le loro esportazioni sono soprattutto auto e camion. “Due settori dove la domanda globale sta calando pesantemente”, spiega lo studio di Ihs.

Cresce il deficit pubblico inglese: nel 2009 arriverà al 9%

 La forte crisi che ha travolto i mercati finanziari di tutto il mondo avrà grosse ripercussioni anche sui conti pubblici inglesi. Crollano, infatti, le entrate fiscali e si impenna il deficit che, in base alle stime, nell’anno fiscale in corso che finirà a marzo 2009 toccherà il 6% del PIL. Il Cancelliere dello scacchiere, Alistair Darlig, nel presentare il pre-budget ha annunciato di voler rimandare gli aumenti delle imposte e il contenimento della spesa. Il fabbisogno pubblico inglese previsto per l’anno fiscale in corso, subirà inevitabilmente un’impennata toccando i 90 miliardi di sterline l’anno mentre per il prossimo anno fiscale si prevede un fabbisogno annuale pari a 120 miliardi di sterline. Volerà, dunque, il deficit pubblico che arriverà all’8-9%, raggiungendo il triplo di quanto consentito dal Trattato di Maastricht ai Paesi della zona Euro.

Per Bini Smaghi l’euro ora è tornato a livelli competitivi

 L‘euro è sceso a livelli più favorevoli per gli esportatori, a un cambio per il quale non sembra il caso di lamentarsi. Lo ha detto Lorenzo Bini Smaghi, membro del consiglio Bce, in un’intervista al mensile Espansione che andrà in edicola il 28 novembre e che ha diffuso un’anticipazione dell’intervista. In realtà l’apprezzamento del dollaro e dello yen deriva dal fatto che i mercati stanno chiudendo molte posizioni speculative finanziate in queste due valute, i cui tassi erano più bassi, e così la domanda per queste due valute è aumentata, determinando un loro apprezzamento. Comunque, ora che l’euro è tornato su livelli più favorevoli per gli esportatori, non mi sembra il caso di lamentarsene ha risposto convinto Bini Smaghi alla domanda se la ripresa del dollaro sia legata alla rapidità di decisione politica del ministro del Tesoro Usa. A proposito degli interventi anti crisi nel settore finanziario Bini Smaghi ha spiegato quali sarebbero i vantaggi di un fondo europeo, da lui auspicato.

Aumento di capitale per Standard Chartered: sconto del 49% sull’ultimo prezzo di chiusura

 Standard Chartered Plc, la banca britannica che trae più di tre quarti dei suoi profitti dall’Asia, sta progettando di aumentare di circa 1,8 miliardi di sterline (2,7 miliardi di dollari) il suo capitale al fine di potenziare la situazione finanziaria in previsione di un peggioramento della recessione economica globale. Gli attuali azionisti possono ora acquistare trenta nuove azioni per 91 già detenute a 390 pence ciascuna, secondo quanto affermato dalla banca londinese in una conferenza stampa ad Hong Kong. Questa operazione rappresenta uno sconto del 49% rispetto all’ultimo prezzo di chiusura. Wong Kwok Wai, analista cinese della BOC International Holdings Ltd., si è così espresso al riguardo:

La banca sta assumendo una posizione di sostanziale precauzione nei confronti di uno scenario potenzialmente peggiore di quello attuale. Nel lungo periodo, comunque, Standard Chartered si troverà senz’altro in una posizione migliore.

 

Il direttore generale Peter Sands ha annunciato che l’aumento di capitale fornirà una sorta di “soluzione tampone” per un ambiente che giorno dopo giorno diventa sempre più volatile: l’istituto creditizio inglese sta infatti tentando di sostenere le proprie misure difensive, dato che la crisi finanziaria ha già costretto due altre banche, HBOS Plc e Royal Bank of Scotland Group Plc, ad accettare denaro dal governo del Regno Unito.

Analisi Tecnica: indice S&P-MIB a target

 La settimana appena trascorsa risulta leggermente più negativa a Piazza Affari, rispetto ai colleghi europei e soprattutto americani: questo a causa dei nostri orari di contrattazione che differiscono di diverse ore da quelli delle altre Piazze. Proprio per questo motivo, noi Italiani non abbiamo beneficiato del rally innescato in extremis Venerdì sera sui future dell’Eurex e del CBoT, concretizzando sul grafico weekly un’altra chiusura notevolmente negativa: da Lunedì mattina a Venerdì sera l’SPMIB ha registrato un calo dell’11,03% (equivalente a circa 2298 punti indice), realizzando un nuovo minimo annuale a 18290. Quadro grafico di medio-lungo periodo quindi invariato, e senza segnali rilevanti.

Wall Street: S&P 500 in difficoltà mentre si aspettano notizie sui piani di Obama e Citigroup

 Resta ancora alta la tensione sui mercati finanziari. Dopo una settimana disastrosa nonostante il rimbalzo di venerdì adesso la domanda è se i prossimi 5 giorni vedranno tornare il sereno. A dominare la scena saranno il piano economico di Barack Obama e il futuro di Citigroup. Domani il presidente eletto degli Stati Uniti presenterà il suo team economico, quindi i nomi delle persone che dovrebbero traghettare l’economia USA fuori da questa difficile situazione. A succedere ad Henry Paulson come Segretario del Dipartimento del Tesoro dovrebbe essere Timothy Geithner (nella foto), attuale presidente della Fed di New York. Si spera poi che arrivino dettagli in merito al piano con cui Obama intende sostenere la domanda interna e dare al suo paese 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi anni: quanti soldi verranno spesi? Come? Dove verranno reperiti i finanziamenti? Dalle risposte che verranno date a queste domande dipende buona parte della crescita USA dei prossimi mesi, visto che i consumi sembrano rallentare inesorabilmente.

Sembra vicina per Lukoil l’acquisizione di una buona partecipazione in Repsol

 OAO Lukoil, la maggiore compagnia petrolifera non statale della Russia, potrebbe acquisire una partecipazione per una cifra superiore ai 6,3 miliardi di dollari nella spagnola Repsol YPF SA, al fine di estendere i suoi investimenti nell’area del Mediterraneo. La Repsol, principale società della Spagna per quanto riguarda la produzione petrolifera, ha tratto beneficio da tale annuncio, guadagnando circa 2,3 punti percentuali alla borsa di Madrid e chiudendo a quota 13,91 euro. La partecipazione viene valutata pari a 5 miliardi di euro, anche se i vertici della Lukoil hanno preferito non commentare. La società russa possiede già alcune raffinerie in Bulgaria e Romania: il direttore generale Vagit Alekperov ha anche concluso un accordo lo scorso giugno secondo cui si impegnava al pagamento di 1,35 miliardi di euro per l’acquisto di una partecipazione in Italia con la ERG spa. Alcuni analisti di JPMorgan Chase & Co. e di ING Groep NV hanno espresso il loro scetticismo sul fatto che la Lukoil possa affrontare un altro acquisto di questo tipo.

 

Alex Kantarovich, che è proprio uno di questi analisti economici, e precisamente di JPMorgan, ha così commentato l’indiscrezione:

Le condizioni attuali e il valore della partecipazione rendono a nostro avviso improponibile e rischiosa qualsiasi trattativa.

Lukoil ha perso circa 4,6 punti percentuali, chiudendo a quota 778,74 rubli, al Micex Stock Exchange, la borsa di Mosca.