General Motors vicina al fallimento

 General Motors vicina alla bancarotta dopo che il Congresso ha espresso il suo rifiuto a fornire aiuti straordinari per il settore in grosse difficoltà. Il piano di intervento a favore delle big three (GM, Chrysler e Ford) era stato votato mercoledì sera a larga maggioranza dalla Camera, ma al Senato sono emersi troppi punti di disaccordo, ed è stato bocciato con 52 voti contrari e 35 a favore.

Il ceo di Gm Rick Wagoner, si è sempre opposto a una bancarotta, convinto che la situazione della società peggiorerebbe ancora, visto che la fiducia dei consumatori diminuirebbe ulteriormente, ma probabilmente crede di non avere più scelta. Per cominciare Wagoner ha indicato oggi l’ intenzione di ridurre del 30% la propria capacità di produzione all’inizio dell’anno prossimo, chiudendo, parzialmente o totalmente, una trentina di stabilimenti di produzione negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. Qual’è la situazione degli altri tre colossi di Detroit? La Chrysler, anch’essa in pesanti difficoltà, appartiene ad un gruppo di investitori, mentre la Ford ha fatto sapere di essere in grado per il momento di farcela da sola.

Nel 2009 potrebbe esserci una mancanza di caffè per i problemi di raccolta del Brasile

 C’è un proodotto che sembra non conoscere crisi della domanda anche in un periodo di crisi: secondo le stime degli analisti, infatti, nel 2009 ci potrebbero essere dagli 8 ai 10 milioni di sacchi in meno di caffè rispetto alla domanda. Nel 2008 il consumo della bevanda nera si dovrebbe attestare intorno ai 130 milioni di sacchi mentre l’offerta è stata di 130. Ma nel 2009 i problemi potrebbero sorgere per le difficoltà che si sarebbero registrati nel primo paese produttore al mondo, il Brasile. Il paese sudamericano infatti dovrebbe raccogliere ciorca 6 milioni in meno di sacchi della categoria Arabica, che è quella maggiormente consumata nel mondo. Altri due milioni in meno dovrebbero venire dalla Bolivia, Costa Rica, Honduras e Guatemala. Meno problemi dovrebbero esserci invece per la qualita’ Robusta che viene sopratutto utilizzata per l’espresso, essendo di gusto più forte e concentrato.

Prima previsione negativa dal 2002 per i profitti di BOC Hong Kong

 BOC Hong Kong (Holdings) Ltd ha lanciato il primo avvertimento da sei anni a questa parte riguardo a un calo dei profitti rispetto alla sua quotazione iniziale: tale evento potrebbe portare a nuove previsioni negative in relazione ai guadagni delle banche della città asiatica. BOC Hong Kong, la quale rappresenta il maggior istituto creditizio per volume di assets nella città, ha fatto sapere nella giornata di ieri che Bank of China, da cui essa dipende, estenderà una garanzia di credito di circa 2,5 miliardi di dollari per rafforzare il capitale di base della sua unità. BOC Hong Kong ha stilato delle previsioni di profitto secondo cui nel 2008 vi sarà un calo considerevole della crescita e un declino nel valore dei suoi investimenti creditizi.

 

Kenny Tang, direttore esecutivo della società Redford Securities Co. di Hong Kong, ha espresso il suo parere riguardo a tale situazione:

Per il mercato questo segnale rappresenta la conferma che vi sono potenzialmente molte banche che effettueranno previsioni negative per le loro holdings.

Numerose banche di Hong Kong, tra cui Bank of East Asia Ltd., terzo maggior istituto per assets della città, e Dah Sing Banking Group Ltd., hanno già provveduto a informare che la crisi finanziaria globale indebolirà notevolmente i profitti.

 

L’Ecuador insolvente non pagherà il debito estero perchè illegittimo

L’Ecuador è in default sul proprio debito estero. Lo ha annunciato, ieri, il presidente del Paese Rafael Correa. L’Ecuador ha un debito estero sovradimensionato, come afferma Correa, pari a 10,6 miliardi di dollari, di cui 3,8 miliardi vengono scambiati sui mercati internazionali, in quanto collocati nei Global Bond. Il presidente sudamericano ha annunciato che lo Stato non pagherà i 31 milioni di dollari di cedole sulle obbligazioni in scadenza lunedi prossimo.
Questa dell’Ecuador è la seconda insolvenza negli ultimi dieci anni. Il presidente Rafael Correa ha spiegato che non intende pagare il debito poichè esso appare illegittimo, in quanto

i titoli in scadenza sono inputabili alla ristrutturazione del debito dell’Ecuador avventa nel 2000, quando in seguito a una grave crisi finanziaria il Paese fu costretto a dollarizzarsi.

Alcatel: riduce le perdite ma taglia i posti di lavoro

 Il Ceo di Alcatel-Lucent, Ben Verwaayen, ha smentito i rumors che davano per imminente la cessione delle attività legate alla telefonia mobile. Difati alcuni giorni fa, alcuni osservatori avevano dato quasi certa la possibilità che il gruppo franco americano potesse decidere di uscire dal mercato delle infrastrutture per la telefonia mobile per ridurre i costi e tutelare la propria redditività.

Quasi immediata la smentita del ceo che afferma anche che i problemi del gruppo non sono di così grande rilevanza:

Il gruppo gode di una solida posizione finanziaria, è perfettamente in grado di rispondere ai requisiti del mercato per la tecnologia dei telefonini di quarta generazione, proprio perchè anche in un contesto difficile ha continuato a investire in ricerca e sviluppo.

Nell’ultimo trimestre Alcatel-Lucent ha infatti ridotto fortemente le perdite, portandole a 40 milioni di euro, rispetto al rosso di 345 milioni dell’anno precedente, e ha confermato gli obiettivi per il 2008, tra cui quello di un margine operativo lordo tra il 2% e il 5% del fatturato. Per il 2008 però, il gruppo franco-americano si mantiene prudente, in ragione del rallentamento macroeconomico.

Cala la produzione industriale indiana: pronti nuovi tagli fiscali

 La produzione industriale dell’India è crollata inaspettatamente per la prima volta negli ultimi quindici anni: tale evento ha ora aumentato la pressione nei confronti dei policy makers, che si vedono costretti ad apportare maggiori tagli fiscali al fine di proteggere la sempre più debole economia dalla recessione globale. La produzione di fabbriche, aziende di servizi e miniere è scesa di circa 0,4 punti percentuali nel mese di ottobre, dopo che a settembre si era verificata una crescita di ben 5,45 punti percentuali: i dati sono stati forniti dalla Central Statistical Organization di New Delhi.

Gli economisti si sono trovati totalmente spiazzati, in quanto avevano previsto un aumento della produzione pari al 2,1%: l’ultimo record negativo dell’India in questo senso si era verificato nell’aprile del 1993. Il calo delle esportazioni e la debole domanda interna stanno ulteriormente indebolendo la crescita del paese asiatico: tra l’altro, la fiducia degli investitori è stata messa a dura prova dagli attacchi terroristici di Mumbai, i quali hanno provocato la morte di 163 persone lo scorso mese.

Il Senato Usa boccia il piano salva auto e i mercati crollano nuovamente

 I future sulla Borsa di Wall Street sono in forte calo prima dell’apertura di oggi pomeriggio, dopo che il Senato Usa ha bocciato il pacchetto di aiuti urgenti da destinare all’industria dell’auto. Le perdite dei tre indici principali si aggirano intorno ai 3 punti percentuali. General Motors e Ford sono attese a un avvio molto pesante. GM, la società più colpita dalla mancata approvazione del piano, cede oltre il 30% nelle contrattazioni del preborsa di Francoforte, Ford perde quasi il 10%. E l’Europa ovviamente non può ch reagire malissimo alla decisione del Senato di bocciare il piano di aiuti alle auto. Come già accaduto in occasione del piano Paulson di salvataggio delle banche, la camera alta del Congresso americano, ha bocciato gli aiuti di Stato da 11 miliardi di dollari, gettando i mercati finanziari nuovamente nel panico. Il problema infatti si pone a livello mondiale, essendo molto forte la presenza dei colossi dell’auto Usa in Europa ed Asia. E’ per questo motivo che si moltiplicano le iniziative dei governi europei che hanno sul loro territorio impianti e personale delle divisioni europee dei colossi americani dell’auto.

Fiat: ancora cassa integrazione ma l’ad rimane positivo

 Mentre oltreoceano hanno approvato il progetto di legge che destina fino a 15 miliardi di dollari alle tre sorelle dell’auto di Detroit: General Motors, Chrysler e Ford. Al contrario, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha precisato che il governo non ha esaminato alcun provvedimento a favore del settore automobilistico. Infine, oggi si è riunito il consiglio di amministrazione di Fiat, per esaminare i dati di budget del 2009.

La filiale Case New Holland ha annunciato ieri altri tre mesi di cassa integrazione per lo stabilimento di San Mauro Torinese (macchine movimento terra). Le agenzie di rating (Morgan Stanley e Sal. Oppenheim) non sono molto clementi con l’azienda: nei giorni scorsi sono arrivati altri due declassamenti per le azioni Fiat. La banca americana vede nero nel futuro dell’intero settore auto in Europa; il titolo Fiat cede così il 5% in Borsa.

ETF al microscopio: la diversificazione a portata di click

 Negli ultimi anni sono stati immessi sui mercati nuovi strumenti finanziari, dalle condizioni vantaggiose e dall’utilizzo semplice: gli ETF.
In cosa consistono? Innanzitutto, l’acronimo sta per Exchange-Traded Fund e si tratta di strumenti che replicano il valore di un mercato sottostante.
Senza entrare nella terminologia specifica, e in complicate digressioni, analizziamo direttamente la sostanza, ovvero il loro funzionamento:
l’investimento diretto nei mercati mondiali può diventare particolarmente oneroso in termini di commissioni, piattaforme, conti titoli, e considerando che non tutte le banche sono in grado di offrire un “parco” di strumenti adeguato ad una strategia che richiede una forte diversificazione del capitale investito, i problemi iniziano a diventare esagerati.
Gli ETF vengono in soccorso ai clienti desiderosi di attuare una strategia diversificata a livello globale, offrendo la possibilità di agire direttamente su strumenti che replicano alla perfezione i loro sottostante alle seguenti condizioni:

Intesa Sanpaolo emette un bond da 1,25 miliardi di euro senza garanzia statale

La banca italiana Intesa Sanpaolo ha emesso un bond da 1,25 miliardi di euro senza la garanzia da parte del Tesoro. L’operazione, normale in un mercato tranquillo ma coraggiosa ed importante in questo periodo di forte crisi finanziaria, è la prima in Italia, in seguito al crack di Lehman Brothers e la seconda in tutta Europa dopo quella di Bnp Paribas. Il prestito obbligazionario, della durata di 5 anni, è stato emesso da Intesa Sanpaolo senza la garanzia dello Stato e ha finalmente riaperto anche in Italia il mercato obbligazionario, dormiente da mesi.

Vola l’euro sul dollaro e si apprezzano anche yen ed oro

 Vola la moneta unica contro il dollaro, che quota vicino ad 1,33, ben sopra la resistenza posta a 1,30. Secondo gli analisti tecnici siamo vicinissimi ormai ad un livello tale per cui un suo eventuale superamento potrebbe portare la moneta unica ad apprezzarsi  fino a 1,4. Mentre anche lo yen è in modesto rialzo oggi sulla piazza asiatica – ma solo contro dollaro – dopo che non tutte le borse della regione sono salite sulla scia di Wall Street, smorzando la propensione al rischio degli investitori e inducendoli a tornare alla relativa sicurezza delle valute a basso rendimento.

Il mercato sarà guidato principalmente dall’aggiustamento di posizioni tipico di fine anno

commenta Yousuke Hosokawa, senior manager della tesoreria di Chuo Mitsui Trust and Banking.