Caterpillar: buoni i conti grazie alle vendite oltreoceano

Caterpillar è tra i più grandi produttori al mondo di veicoli e macchinari per costruzione ed estrazione. La celebre azienda, conosciuta per i macchinari dal tipico colore giallo, ha annunciato che anche se gli Stati Uniti appaiono sull’orlo di una recessione, le loro aspettative per l’anno a venire prevedono crescita e profitti. Secondo i conti del quarto trimestre del 2007 le vendite internazionali sono salite dell’11%, aiutate dalla debolezza del dollaro americano che rende i prodotti più accessibili. Questo dato risulta in linea con quelli di tutte le altre grandi industrie produttrici: tutte faticano in casa ma aumentano le vendite all’estero.

La Caterpillar (NYSE) ha guadagnato quest’anno 975 milioni di dollari, 1,50 ad azione; un netto miglioramento rispetto agli 822 milioni dello scorso anno, 1,32 ad azione. Le entrate sono cresciute del 10% a 12,14 miliardi, crescita che neanche gli analisti si aspettavano così positiva. Secondo il capo dell’ufficio esecutivo Jim Owens l’economia Usa nel 2008 rallenterà dell’1%, ma potrà essere compensata dalle condizioni positive per le vendite in gran parte del resto del mondo. La compagnia per il 2008 si aspetta che i profitti crescano dal 5 al 15% e le entrate dal 5 al 10%.

Crisi Usa: le aziende italiano guardano alla Russia ed ai paesi arabi

Aumenta sempre di più la paura della recessione economica statunitense, e basta la sola ipotesi a spaventare i mercati. La conseguente crisi del dollaro rende più difficili e meno convenienti le esportazioni oltreoceano. Le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno infatti subito una flessione del 7,5%. Le aziende italiane stanno quindi tentando di conquistare altri mercati e appaiono molto vantaggiosi in questo senso quello russo e quello dei paesi arabi. Come annunciato da Emma Bonino nel 2007 l’Italia è riuscita a superare Gran Bretagna e Canada nelle esportazioni, con una crescita del 6,1% rispetto all’anno precedente. Nonostante l’euro forte l’Italia è salita al settimo posto degli esportatori mondiali, guadagnando due posizioni. La principale variazione di tendenza in positivo è stata infatti registrata nelle esportazioni verso la vicina Russia, con un + 16,3%.

Le aziende del lusso in particolare trovano denaro ed interesse nei ricchi mercati russi ed arabi. L’industria dell’occhialeria ad esempio ha come principale mercato di riferimento gli Stati Uniti ma nel 2007 l’export complessivo ha guadagnato un misero 2,1% e la situazione attuale rischia di rendere le operazioni meno convenienti. Sono stati invece registrati ottimi risultati nelle esportazioni verso gli Emirati Arabi con un +49,7%.

Heineken/Carlsberg acquisiscono Scottish & Newcastle per 14,9 miliardi di dollari

Dopo mesi di trattative ed indiscrezioni Heineken e Carlsberg hanno annunciato che acquisiranno il produttore di birra Scottish & Newcastle per 15,3 miliardi di dollari. Scottish & Newcastle Plc, che aveva rifiutato le due precedenti offerte, ha trovato un accordo per la cifra di 800 pence ad azione. L’offerta ha un controvalore totale di 7,8 miliardi di sterline, circa 14,9 miliardi di dollari. La compagnia danese Carlsberg ottiene così la proprietà esclusiva di Baltic Beverages e le attivita di S&N in Francia, Grecia e Cina, mentre l’olandese Heineken avrà il controllo dei suoi mercati britannici, americani ed indiani, oltre a quelli portoghesi e finlandesi.

La Baltic Beverages gestisce 19 fabbriche di birra, occupando così la prima posizione nei mercati russi, baltici e kazakhi, mentre è al terzo posto in Ucraina. Tra i suoi marchi Baltika, Arsenalnoe, Slavutich e Alma-Ata. Buhl Rasmussen, amministratore delegato della Carlsberg si è detto eccitato per le nuove opportunità che si aprono loro davanti nel mercato russo e baltico, dove avranno il pieno controllo. Anche Jean-Francois van Boxmeer, ad della Heineken, ha confermato che l’operazione fa della compagnia la produttrice leader di birra in Europa, spalancando le porte a nuove opportunità di guadagno. L’interesse della Heineken è rivolto in particolar modo all’area del Regno Unito ed al mercato del sidro, che è cresciuto di quasi il 20% nell’ultimo anno.

Giappone: timori recessione, intanto HangSeng -4,3% e Shanghai -7%

Secondo le autorità monetarie giapponesi, gli organismi internazionali e le banche di investimento, il Paese asiatico sarebbe seriamente influenzato dalla debolezza del mercato immobiliare, dal rallentamento degli investimenti domestici ed esteri. Inoltre, la possibile recessione negli Stati Uniti, uno dei suoi principali soci finanziari, e le elevate quotazioni del petrolio, stanno peggiorando il quadro di riferimento internazionale. Quindi i timori di una recessione globale hanno raggiunto il gigante nipponico. La Bank of Japan indica che la crescita del Pil giapponese si posizionerà all’interno del range 1%- 1,5% per l’anno fiscale in corso (che si concluderà a marzo).

I timori per una recessione in Giappone e la brutta chiusura dei mercati statunitensi di venerdì scorso hanno di nuovo affossato i listini asiatici , Tokyo e Seul chiudono con un ribasso del 4,0% e Hong Kong del 4,25%. Le Piazze europee non potevano non risentire della situazione generale e aprono tutte con ribassi tra l’1,0 e il 2,0%, la nostra Piazza Affari non fa eccezione. Tra i peggiori Alitalia (-3,12%) sulle voci che vedrebbero rimessa in discussione la cessione ad AirFrance della nostra Compagnia di Bandiera, Saipem (-2,64), male anche Unicredit (-2,54%).

Microsoft annuncia i conti a sorpresa, ma a Wall Street non basta

In un fine settimana caratterizzato dalla volatilità dei mercati e dalla paura della recessione, Microsoft ha annunciato i risultati del quarto trimestre. Per l’azienda tecnologica i problemi economici statunitensi e mondiali sono solo un lontano spauracchio. Microsoft ha chiuso l’anno con un utile netto in amento dell’81% a 4,7 miliardi di dollari, 50 centesimi ad azione, rispetto ai 2,6 miliardi o 26 centesimi dell’anno precedente. I ricavi sono saliti del 31% a 16,7, sorprendendo anche gli analisti, che si aspettavano un EPS di 46 cents. La compagnia ha anche annunciati le stime per il 2008, decisamente ottimiste nonostante la debolezza dell’economia. La guidance si chiuderà a giugno e la Microsoft si attende un EPS a 1,85-1,88 usd, rispetto ai 1,78-1,81 previsti in precedenza. Anche le stime sui profitti sono state alzate da 58,8-59,7 a 59,9-60,5 miliardi. Per il prossimo trimestre Microsoft Corp. si attende utili a 43-45 cents, mentre le stime degli analisti sono a 44, e ricavi per 14,3-14.6.

In apertura Wall Street era apparsa in rialzo con il listino high-tech trascinato in positivo dai risultati Microsoft. In avvio la compagnia aveva guadagnato il 4%, ma la corsa è durata poco e poco dopo si attestava sullo 0,63%. A circa un’ora dal termine delle contrattazioni gli indici americani perdevano l’1% trascinati al ribasso dai titoli finanziari. Microsoft ha azzerato i guadagni ed invertito la rotta (-0,06%) nonostante gli ottimi risultati trimestrali, con il Dow Jones che ceda l’1,35% ed il Nasdaq l’1,12%.

Accordo Cnbc e New York Times: buona performance titolo General Electric

Cnbc è il primo canale digitale di finanza e di economia che offre, in tempo reale, informazioni sull’andamento dei principali mercati: dati, grafici, approfondimenti, interviste, collegamenti, rubriche sul risparmio, la finanza personale e l’economia digitale di Internet. È visibile su SKY con il pacchetto Mondo al canale 505, su internet e su Alice Home TV. Cnbc e New York Times, hanno raggiunto nelle scorse settimane un accordo sui contenuti relativi all’informazione sulla rete internet, relativamente in particolare alla trasmissione di contributi video online. Per il New York Times si tratta di un rafforzamento della posizione nel comparto dell’informazione economica e finanziaria, una risposta al dichiarato obiettivo di Murdoch di incrementare la presenza di temi di politica economica e interesse generale sul Wall Street Journal.

Alitalia e crisi Governo: rischio per Air France?

Carlo Toto e Intesa Sanpaolo non si arrendono. La cordata ha intenzione di sostenere fino in fondo il suo progetto per l’acquisto di Alitalia, creare una grande compagnia focalizzata sul mercato italiano, creare Alitalia più Air One. Ciò nonostante il governo al momento abbia le idee chiare e vada verso la vendita ad Air France. Difatti continua la trattativa tra Air France e Alitalia. La caduta del Governo Prodi pone una grossa incognita sulle trattative tra Alitalia e Air France per la privatizzazione della compagnia ex di bandiera? Se e’ vero infatti che le trattative riguardano esclusivamente le due compagnie, e’ anche vero che al termine delle otto settimane di colloqui tra i due presidenti Maurizio Prato e Jean Cyril Spinetta, qualora si arrivi a un’offerta vincolante da parte della compagnia franco-olandese, occorrera’ poi una decisione politica se accettare o meno tale offerta. Un Governo in queste condizioni, molto difficilmente infatti potra’ prendere una decisione sulla vendita dell’Alitalia. Nei giorni scorsi, tuttavia, in una riunione al ministero dell’Economia, la conferma della trattativa e la rassicurazione che la crisi di governo non incidera’ sui negoziati.

Eurispes: carovita, italiani sempre più poveri

L’Eurispes nel Rapporto Italia 2008, presentato a Roma, ha rilevato che soltanto un terzo delle famiglie italiane (esattamente il 38,2%) riesce ad arrivare alla fine del mese. In un anno è raddoppiata la percentuale dei nuclei familiari che ricorrono ai prestiti passando dal 5 al 10%. È quindi un’Italia sempre più povera quella descritta dal Rapporto Eurispes del 2008. Sono 5 milioni le famiglie a rischio povertà. Pochissime quelle che riescono ancora a risparmiare qualcosa alla fine del mese: il 13,6% contro il 25,8% del 2007 e il 27,9% del 2008. Venti milioni i lavoratori sottopagati.

Il 78,5% degli italiani nutre poi pessimismo e sfiducia nella situazione economica. Questo sentimento di pessimismo è il più alto registrato nel corso degli ultimi 6 anni. Soltanto il 10,9 % dei cittadini continua a guardare con speranza al futuro dell’economia italiana. L’istituto ha anche sondato la percezione degli italiani rispetto al caro-vita: per più di 9 italiani su 10 (il 19% in più rispetto all’anno precedente) nel corso del 2007 i prezzi sono aumentati.

Socgen: truffa da 4,9 miliardi di euro

La banca francese Societé General ha scoperto una frode interna che avrà come conseguenza una perdita di 4,9 miliardi di euro. La SocGen, leader mondiale nei derivati, è stata tradita proprio da uno dei suoi trader, Jerome Kerviel, un giovane trentenne che aveva accumulato posizioni per 50 miliardi di euro circa. Dopo la scoperta queste posizioni sono state liquidate dalla banca, causando così il buco di quasi 5 miliardi. A questo si aggiungono i due miliardi persi a causa della crisi mutui subprime e il momento finanziario. Per far fronte alla situazione SocGen ha annunciato il progetto di raccogliere 5 miliardi tramite un aumento di capitale, allo scopo di sostenere i bilanci, che come già detto, erano stati pesantemente colpiti dal credit crunch, anche senza che vi si aggiungesse la truffa interna. L’amministratore delegato Daniel Bouton ha presentato le proprie dimissioni, non accettate però dal board della banca. Standard&Poor’s ha annunciato di aver posto il rating “AA” sul credito di controparte a lungo termine, con implicazioni negative. Quest’anno l’utile annunciato dalla SocGen sarà di 600-800 milioni, contro i 5 dell’anno precedente. Come abbia fatto un qualunque broker, per quanto spregiudicato a truffare una grossa e solida banca come la Societe General è ancora tutto da chiarire; la magistratura ha aperto un’inchiesta sul fatto ma la sensazione generale è che la truffa sia stata un gradito appiglio, utile per nascondere operazioni di mercato andate male. La vicenda sposta i riflettori sul sistema bancario francese e mette in luce come anch’esso non sia uscito indenne dalla crisi globale: Credit Agricole per esempio ha dovuto cedere le proprie quote di partecipazione diretta in Suez per rafforzare il capitale, dopo una svalutazione pari a 2,5 miliardi.

Porsche: Carrera GT e Panamera coupè

Prima assemblea degli azionisti ieri a Stoccarda per la neonata Porsche Automobil Holding SE, creata appositamente per il previsto piano che dovrebbe portare al controllo di Volkswagen (al momento la Casa di Stoccarda ne detiene una quota del 31%). Nel primo semestre fiscale (agosto-gennaio), Porsche ha registrato un aumento del fatturato del 14,2%, superiore alle attese. Come ha comunicato la casa automobilistica, a margine dell’ assemblea della giornata di ieri degli azionisti, il fatturato e’ arrivato a 3,5 miliardi, dopo i 3,070 miliardi realizzati nello stesso periodo dell’ anno precedente. Gli altri risultati del semestre verranno pubblicati a marzo. Porsche sta andando molto bene in Nordamerica dove ha consegnato 16.200 vetture, l’11,4% in più. Secondo un analista di Merck Finck, l’attuale annata finanziaria sarà ancora positiva per l’azienda di Zuffenhausen, in attesa di un’ulteriore crescita dal 2009 quando debutterà l’attesissima coupé a quattro porte Panamera. La Panamera monterà probabilmente un motore da 3,6 litri con sei cilindri a V capace di erogare circa 290 cavalli per una coppia di 390 nm.

Tod’s assegna 1400 euro ai dipendenti, titolo in rialzo.

Tod’s S.p.A. è l’azienda di calzature della famiglia Della Valle, è quotata presso la Borsa valori di Milano. È stata fondata agli inizi del Novecento da Filippo Della Valle, nonno degli odierni proprietari Diego e Andrea Della Valle. Il gruppo conta 7 stabilimenti per le calzature e 2 per la pelletteria. Tod’s opera nel mercato delle calzature con i marchi Tod’s e Hogan, nell’abbigliamento con il marchio Fay. I principali azionisti sono: Diego Della Valle che detiene il 61.489%, direttamente ne detiene il 2.802% , tramite la Diego Della Valle & C. SAPA il 6.059% , tramite la DI VI Finanziaria SAPA di Diego Della Valle & C. il 52.628%; Andrea Della Valle che detene il 2.819%, ed infine la OPPENHEIMERFUNDS INC. con il 5.028%.

La situazione in Borsa di questi ultimi giorni per Tod’s è stata più che positiva, ben intonata nel paniere del Midex. Il titolo ha registrato un rialzo dell’1,62% passando di mano a 39,53 euro, su un massimo di 41,48 euro. Citigroup ha alzato la raccomandazione su Tod’s a ‘buy’ dal precedente sell, abbassando tuttavia il target price a 42,7 euro da 47,7 euro.