Sud Africa: Mondiali e metalli preziosi, ma non solo

Continua il nostro “giro del mondo dei mercati”. Qualche giorno fa abbiamo cercato di capire se l’Africa stesse incominciando ad alzare la testa e se fosse giunto il momento di investire nel continente nero. Il paese africano che però la testa l’ha alzata già da molto tempo è il Sud Africa. Vedremo quali opportunità offre e se può essere considerato un “paese emergente”.

Il Sud Africa ha ormai una stabilità ed una credibilità tale da poter essere visto come un paese già “emerso”: la sua economia ha giovato, e giova tuttora, delle risorse che possiede in particolare metalli preziosi, come oro e platino, di cui è il maggior estrattore mondiale, e diamanti. In passato la sua economia era totalmente legata a questo settore, mentre ora grazie ad una maggiore diversificazione verso l’agricoltura, il settore finanziario ma anche il settore manifatturiero, sembra esservi meno intrecciata.

Malesia, una scommessa vincente per il 2008?

Un inizio 2008 non positivo per i listini asiatici: l’Msci Far East ha perso il 14% sulla scia dei timori per la recessione Usa e il susseguirsi di “cattive notizie”. In uno scenario al ribasso la Malesia ha invece registrato una performance positiva, risultando il listino più difensivo. Spesso sottovalutato, questo paese non è da tenere d’occhio solo come meta di viaggi, ma anche per la sua economia altamente industrializzata e con un tasso di crescita del Pil del 6,3% nel 2006 e del 5,9% nel 2007.

Specializzata in produzione di componenti elettroniche ed assemblaggio veicoli, nel’ultimo anno ha anche registrato una crescita del settore dei servizi del 9,6%. La produzione industriale resta comunque il settore trainante, grazie anche all’aumento costante degli investimenti privati.

Il governo ha cercato negli ultimi anni di favorire la crescita degli investimenti stranieri, aumentando le agevolazioni e gli sgravi fiscali. I soggetti stranieri ad esempio possono acquistare fino al 70% dei trust di investimento immobiliare come di compagnie generali di gestione fondi.

Q-cells primo produttore mondiale di fotovoltaico, in attesa dei risultati di Suntech

La rivista mensile Photon International si occupa nel mese di marzo del mercato mondiale del fotovolataico, un mercato in continua e repentina crescita, da cui è possibile aspettarsi sorprese. Infatti la giapponese Sharp, ex-primo produttore mondiale, ha ceduto il primo scalino del podio per scendere al terzo. A contendersi il primo posto la cinese Suntech e la tedesca Q-cells. I dati non sono ancora ufficiali, ma Sharp dovrebbe aver subito un calo del 16% rispetto al 2006 mentre per Q-Cells si stimava un balzo avanti del 46%, arrivando a raggiungere Suntech a 364 megawatt prodotti nel 2007.

Confermati questa mattina i dati riguardanti la produzione, che anzi si sono rivelati migliori del previsto per la tedesca: +54% di produzione, arrivando ai 389 MW e vendite più che raddoppiate (+59%). Le aspettative per il 2008 sono altrettanto rosee con la produzione che dovrebbe raggiungere i 590 MWp. In attesa dei dati relativi alla cinese Suntech attesi per domani, Q-cells conquista il primato mondiale.

Daimler risultati positivi nel 2007: Goldman Sachs conferma il suo rating di “Buy” ed alza il target sul prezzo


Daimler AG è uno dei gruppi leaders dell’industria automobilistica mondiale, in virtù di un eccezionale portfolio di brand: Mercedes-Benz, Freightliner, Sterling, Western Star, Setra e Mitsubishi Fuso. La strategia del Gruppo si basa su quattro pilastri fondamentali: presenza globale, forte portfolio di brand, vasta gamma di prodotti ed un costante processo di aggiornamento verso i massimi standard di tecnologia, sicurezza ed innovazione. Un settore chiave della ricerca restano le tecnologie di guida innovative che puntano alla riduzione di emissione di CO2. Le azioni della Casa Madre Daimler AG con sede a Stoccarda sono quotate presso la Borsa di Wall Street. L’utile netto e’ cresciuto a 3,98 miliardi, Bene anche le vendite (+1%) a 2,1 milioni di unita’ e quest’anno sono stimate nuovamente in rialzo. In dettaglio la divisione Mercedes Benz Cars (marche Mercedes, Smart, Maybach) ha superato il record di vendite del 2006 con 1,29 milioni di unita’ (+3% sul 2006 con +3% per la marca Mercedes, mentre Smart era quasi invariata) e un fatturato su del 2% a 52,4 miliardi. Il Ros (return on sales, ovvero quell’indice che misura la redditività aziendale in relazione alla capacità remunerativa del flusso dei ricavi) si e’ attestato al 9,1% superando il target iniziale del 7%. Per il 2010 il Ros è previsto intorno al 10%.

Qatar investe in Credit Suisse: previsti ulteriori investimenti per tutto l’anno

I livelli record raggiunti dal petrolio che quota oltre i 96 dollari e il contemporaneo calo dei titoli finanziari seguito alla crisi dei mutui subprime ha creato opportunità di investimento uniche che i fondi sovrani non si sono fatti sfuggire. In prima fila si muovono i fondi arabi: l’emirato del Qatar si prepara ad entrare nel capitale delle principali banche europee e statunitensi. Il fondo sovrano del Qatar sarebbe pronto ad investire 15 miliardi di dollari. Gli investimenti sono previsti nel corso del prossimo anno. Qatar Investment Authority dal mese di gennaio ha iniziato ad acquistare sul mercato ed accumulare azioni di Credit Suisse, nell’ambito dell’ambizioso progetto che mira all’acquisizione di partecipazioni rilevanti in diverse istituzioni finanziarie occidentali. Il Qatar è membro dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), la principale risorsa economica è rappresentata dall’oro nero su cui si basa la ricchezza del paese, ecco perché l’emirato ha possibilità economiche di investimento non indifferenti. Un’ulteriore risorsa è costituita inoltre dai giacimenti di gas naturale; infatti, a North West Dome si trovano i più grandi depositi del mondo di gas naturale non associato al petrolio.

George Soros, ritratto di uno “speculatore”

Filantropo, finanziere, “Re Mida”, filosofo, “colui che ha rotto la sterlina”, anti-Bush… Sono infiniti i nomi con cui può essere definito George Soros, personaggio discutibile e discusso, titolare di una fortuna immensa che ammonterebbe a 7 miliardi di dollari circa, il tipico “self-made man” americano cui non mancano eccentricità e “inchieste”.

Soros sbarca in America a 26 anni, dopo aver passato la propria infanzia in Ungheria. Soros non è sempre stato il suo cognome: nasce in una famiglia ebrea, costretta a nascondersi dalle persecuzioni naziste. Quando arriva negli Stati Uniti ha in tasca pochi soldi ma un bagaglio di conoscenza derivate dai tre anni di studi alla London School of Econom e dall’esperienza di stockbroker.

Dopo qualche anno passato a lavorare come trader e consulente finanziario fonda la Quantum Fund, una società di gestione di capitali e fondo di investimento privato, con sede alle Antille Olandesi, che per molti anni è stata una delle famiglie di fondi più capitalizzate al mondo. Per 32 anni, partendo dalla raccolta iniziale di 4 miliardi di dollari, il Quantum Fund ha reso il 31% di media annua.

Calo immatricolazioni, ma Fiat mantiene la quota di mercato

Gennaio di segno negativo per il mercato italiano dell’auto (-7,3%). Infatti nel primo mese dell’anno le immatricolazioni di auto nuove sono calate a 232.207 unita’. Meno grave il calo in Europa, il mercato dell’auto occidentale ha mostrato in gennaio una contrazione, nell’area dei paesi EU15 + EFTA, le immatricolazioni sono diminuite dell’1,7% rispetto allo stesso mese dell’anno passato, con un volume pari all’incirca a 1.207.000 vetture. Complessivamente nell’Europa allargata dei 28 paesi sono state immatricolate quasi 1.309.000 vetture con un calo dello 0,3% Segno negativo anche per il mercato francese (-5,6%) che, come la Spagna, ha scontato l’introduzione del nuovo sistema di tassazione “bonus-malusapplicato al momento dell’immatricolazione, volto a penalizzare i veicoli maggiormente inquinanti e a favorire al contempo, mediante il riconoscimento di un incentivo, l’acquisto di quelli più ecologici.

Northern Rock: il governo britannico ha scelto la nazionalizzazione

Il governo britannico salva la Northern Rock Banck dal fallimento. La banca, entrata in crisi a causa della vicenda dei mutui subprime nell’estate scorsa, è stata oggetto di offerte fino al 4 febbraio, termine fissato per il take over. Tra le offerte presentate nessuna però è risultata soddisfacente dal governo che ha quindi annunciato la nazionalizzazione temporanea della banca, definendolo “il male minore”.

Le offerte presentate erano due: la prima, e più accreditata fino al giorno del rifiuto del governo, era quella di Richard Branson, numero uno del gruppo Virgin Money. Dall’altra parte l’offerta presentata da un gruppo di azionisti interno alla banca.

La decisione finale spettava allo Schacchiere britannico, Alistair Darling, il quale già prima di valutare le due offerte aveva anticipato la possibilità della nazionalizzazione, qualora le offerte svalutassero la banca.

Strani addebiti in bolletta Telecom: possibili dialers sugli hardware. Antitrust sospende i distacchi

Vi è arrivata una bolletta stratosferica? Magari avete consultato il dettaglio delle chiamate e vi scorgete numeri che mai avreste pensato di comporre? Bene, anzi male. Se a casa non avete una colf filippina che chiama i parenti oltreoceano e quindi in questo caso la colpa è da attribuire alla teleselezione che ingoia scatti a tradimento, allora siete di fronte a una vera e propria truffa. E non siete gli unici. Nei mesi di novembre/dicembre 2007 e gennaio 2008, sono pervenute, e continuano ad arrivare all’Autorità Antitrust, centinaia di denunce con le quali diversi consumatori hanno contestato alla Telecom addebiti in bolletta per chiamate verso numerazioni satellitari internazionali e numeri speciali, che i tali consumatori asseriscono di non aver mai effettuato. Nelle denunce pervenute agli uffici dell’Autorità, gli utenti contestavano addebiti in bolletta per chiamate e/o connessioni precisamente verso numerazioni satellitari internazionali Elsacom (come 008818 e 008819) e numeri speciali non geografici (come 199, 178, 899, 892) mai effettuate. Secondo tali esposti, Telecom, per parte sua, non avrebbe fatto nulla per evitare il fenomeno e avrebbe invece preteso l’immediato e integrale pagamento delle somme, paventando agli utenti, in caso contrario, il distacco dalla linea telefonica.

India: Spice lancia il telefonino del popolo

Bhupendra Kumar Modi, presidente della Spice, compagnia telefonica indiana, in occasione della presentazione durante la grande fiera del settore, “Mobile World Congress“, in corso a Barcellona ha detto che solo la metà delle persone che abitano in tutto il mondo usa i cellulari e il problema è il costo del telefono. Almeno fino ad ora. Infatti l’India non smette di stupirci, appena qualche tempo fa aveva presentato l’automobile più economica al mondo (la Tata Nano prezzo 2.500 dollari) che avrebbe fatto viaggiare gli indiani in un abitacolo piccolo ma confortevole e soprattutto a basso costo, ora arriva un cellulare low cost: il telefonino del popolo infatti, costerà appena 20 dollari (circa 13 euro). La compagnia di Bombay, Spice comincerà a vendere in Asia già dal mese prossimo e tenterà di sottrarre una quota del mercato mondiale a Nokia, leader indiscusso del settore. Il telefono low cost sarà privo dello schermo e di tutte quelle funzioni non indispensabili.

Delocalizzazione produttiva: subfornitura preferita a produzione in loco?

L’economia italiana, basata prevalentemente su imprese di medie dimensioni, sta attraversando una profonda e inevitabile trasformazione. Interi processi produttivi vengono delocalizzati allo scopo di ridurre i costi di produzione, mentre grazie all’allargamento a nuovi Stati membri il potenziale commerciale dell’Est Europa è in continua crescita. La delocalizzazione diventa un sistema strategico e determinante per la sopravvivenza, intraprendere un’attività d’impresa non è facile, questo soprattutto al Meridione dove le possibilità di crescita sono limitate ed esiste il rischio d dover regalare parte dei guadagni alle organizzazioni criminali quali mafia, camorra, sacra corona unita. Le parole d’ordine sono dunque: sopravvivere, competere, ridurre i costi, alzare la qualità. I consumi interni stagnano, colpa della recessione e del caro-euro.

Le esportazioni faticano, per la concorrenza estera, le frodi e contraffazioni e ovviamente l’apprezzamento reale dell’euro: se occorrono tante monete (per esempio dollari) per acquistare un euro, allora i compratori americani non acquisteranno i prodotti da noi europei perché dovendo pagare in euro, pagherebbero cifre elevate solo a causa del cambio. Ecco perché avere una moneta unica forte è un’arma a doppio taglio, rafforza l’economia, l’affidabilità del sistema economico che la utilizza ma lede alle esportazioni. Un modo per svalutare la moneta in maniera innocua è che i Governi adoperino una politica monetaria restrittiva, ovvero abbassare i tassi di interesse . In questo modo gli investitori esteri non avranno molti vantaggi nel comprare titoli europei dato che hanno un rendimento basso, quindi non comprando titoli europei non compreranno neanche euro ed inevitabilmente il prezzo dell’euro (il cambio) diminuirebbe perché si avrebbe una inferiore domanda di euro.

Eni annuncia il piano strategico 2008-2011

L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha annunciato ieri il piano strategico 2008-2011. Gli obiettivi sono ambiziosi: la società punta a raggiungere un incremento delle vendite di gas fuori dall’Italia del 9%, nonostante la competizione si faccia sempre più aggressiva.

Il 2007 si è chiuso con un utile netto di 10 miliardi (+8,6%) e le vendite di gas sono aumentate dello 0,9%. Paolo Scaroni lo ha definito comunque un risultato eccellente, considerato l’apprezzamento dell’euro sul dollaro, i problemi legati alla nazionalizzazione dei pozzi venezuelani ed i ritardi nelle estrazioni in Nigeria e Kashagan.

Il “problema Venezuela” è stato risolto proprio ieri con un accordo che sancisce la fine della disputa sul giacimento di Dacion. Eni infatti riceverà una compensazione cash in linea con il valore contabile dell’asset. La compagnia nazionale PDVSA aveva infatti annullato il precedente accordo nel 2006 e secondo Eni il raggiungimento di questa soluzione è il segno di un miglioramento dei rapporti con le autorità locali, miglioramento che permetterà una maggiore produttività anche degli altri giacimenti venezuelani di cui la società italiana possiede delle quote.

Diminuiscono i consumi di generi alimentari e aumenta la spesa per internet e cellulari

Secondo i dati di Confcommercio durante il 2008 ci sarà una significativa frenata dei consumi di beni e servizi. Per l’Adoc (sindacato dei consumatori) la causa è nell’aumento dei prezzi, a volte incontrollato e al limite dello speculativo, e del crescente indebitamento delle famiglie, sempre più in difficoltà come confermato anche dall’Istat. Secondo Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc siamo in recessione , come testimoniato dal drastico calo della spesa per i beni, sia primari che secondari e dal crescente e preoccupante indebitamento delle famiglie. Il presidente vede la gravità della situazione e sostiene che essa richieda l’intervento urgente di Governo, parti sociali e imprenditori, partendo dalla riduzione di prezzi e tariffe, ma anche rivedendo il sistema del credito per limitare i rischi da sovraindebitamento di famiglie e piccole imprese.

Anche Confcommercio prevede un 2008 in frenata sul fronte dei consumi: cresceranno solo dell’1,2%. Secondo l’associazione di commercianti continuera’ la contrazione per alcuni prodotti alimentari come pane, zucchero, carne e cereali. Si tratta proprio di prodotti che nell’ultimo anno hanno registrato aumenti record, fino al 10%. In calo anche gli alcolici e i servizi per l’abitazione. Ad avere la meglio saranno soprattutto i venditori di prodotti tecnologici. Infatti si prevedono vendite in aumento superiori al 20% per telefoni e accessori e per i servizi telefonici. Bene anche gli elettrodomestici bruni (tv, hi-fi, ecc.).

Enel investe in Russia: acquisito oltre il 50% di Ogk-5

Enel Investment Holding (EIH, società di diritto olandese il cui capitale risulta interamente posseduto da Enel), a seguito del nulla osta dell’Autorità russa di regolazione dei mercati finanziari (FSFR), dopo il lancio di un’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria sull’intero capitale della società di generazione elettrica OAO OGK-5 (OGK-5) è divenuta titolare di oltre il 50% del capitale di quest’ultima. L’obbligo di effettuazione dell’OPA derivava dall’avvenuto superamento della soglia del 30% del capitale di OGK-5 da parte di EIH, conseguente all’acquisto di una partecipazione pari a circa il 7,15% del capitale stesso perfezionatosi lo scorso 26 ottobre 2007.Enel informa di essere divenuta titolare di oltre il 50% del capitale di Ogk-5. E’ quanto emerge dai risultati provvisori dell’Opa obbligatoria promossa sull’intero capitale della societa’ russa. I risultati definitivi dell’Opa verranno resi noti nei prossimi giorni. Alla data dell’11 febbraio, l’ammontare delle azioni consegnate all’Opa promossa da Enel e’ risultato pari al 15,74% del capitale di Ogk-5. Ma prima del lancio dell’OPA Enel già possedeva una partecipazione del 37,15% del capitale di Ogk-5. Tali azioni, sommate a quelle ottenute con l’Opa, portano alla titolarita’ del 52,89% del capitale di Ogk-5. Il corrispettivo offerto in sede di OPA è di 4,4275 rubli per azione (equivalenti a circa 0,12 euro al cambio attuale di 35,9732 rubli per 1 euro).