Volano tariffe dell’energia elettrica

Secondo le previsioni del ”Ref. Ricerche per l’economia e la finanza”, le tariffe dell’energia elettrica aumenteranno di circa l’8% per il trimestre luglio-settembre, con una spesa aggiuntiva di quasi 68 euro all’anno per famiglia. Questo perché gli aumenti consistenti delle quotazioni del petrolio rendono inevitabile un rialzo dei costi di produzione dell’energia elettrica. L’Authority per l’energia, spiega il Ref:

ha già contenuto l’ aumento previsto per il trimestre aprile-giugno, grazie ad una riduzione delle componenti a copertura degli incentivi alle fonti rinnovabili.

Questo non sarà possibile per i prossimi mesi:

Oltre all’incremento dei costi dell’energia – prosegue l’istituto -, entro la fine dell’anno devono anche essere recuperati circa 300 milioni di euro di maggiori oneri sostenuti dai distributori nel 2007 per fornire il mercato vincolato/tutelato. Ecco perché l’aumento della bolletta dovrebbe aggirarsi intorno all’8%.

Opec: il caro greggio deriva dalla speculazione, ma Arabia Saudita annuncia aumento produzione

La speculazione è all’origine del caro petrolio, vicino ai 140 dollari al barile. Ne è convinta la maggior parte dei paesi produttori, che ieri si sono confrontati con gli stati consumatori alla conferenza di Gedda, in Arabia Saudita. Presenti i ministri per l’Energia di oltre 30 paesi. L’Arabia Saudita ed il Kuwait dichiarano che l’Opec dovrebbe aumentare la produzione se il mercato lo dovesse richiedere. L’Arabia Saudita ha infatti deciso di aumentare ulteriormente, entro luglio, la propria produzione di greggio, portandola a 9,7 milioni di barili il giorno: lo ha annunciato re Abdullah in apertura dei lavori del vertice di Gedda, dedicato appunto al rincaro dei prezzi petroliferi e alle sue conseguenze.

La crescita del Pil dei Paesi emergenti crea inflazione ed aumenta il prezzo del greggio

Anche nei c.d. Paesi emergenti si avvertono crescenti pressioni inflazionistiche, tanto che molti hanno già alzato i rispettivi tassi di riferimento oppure stanno per farlo (Russia, India, Cile, Sud Africa e, in previsione, a breve anche Turchia e Messico). In India l’indice dei prezzi è a +11,05%. Per anni India e Cina hanno dato sussidi per energia e materie prime. Ora non possono più sostenerne il prezzo, ma rischiano contraccolpi inflattivi. La scorsa settimana la banca centrale indiana ha aumentato i tassi di interesse, per la prima volta da 15 mesi. Sono allo studio altre immediate azioni per frenare l’inflazione che, tra l’altro, sta demolendo la popolarità dell’attuale premier Manmohan Singh, in vista delle elezioni politiche del 2009.

Barile a 134,70 dollari, euro scambiato a 1,563 dollari

Il barile Usa chiude con un aumento di 2,77 dollari le contrattazioni al Nymex, quotandosi a 134,70 dollari sui future di luglio. Il dollaro debole

Standard & Poor’s abbassa giudizio di rating su Eni

Downgrade della maggiore compagnia petrolifera italiana dovuta al forte incremento del debito finanziario lordo registrato a fine 2007: 20 miliardi di dollari rispetto a una

Petrolio ai massimi: Cina aumenta prezzo di benzina e diesel

Da venerdi il prezzo di benzina e diesel in Cina aumenterà del 18%, per un importo corrispondente a mille yuan a tonnellata, cioè 145,5 dollari circa. Le misure saranno adottate innanzitutto per adeguare i prezzi al consumo alle impennate del greggio, che nelle passate settimane ha toccato i 140 dollari al barile, ed inoltre per tamponare le pressioni inflazionistiche, che Pechino ha messo in cima alla sue preoccupazioni sul fronte economico. La conseguenza dovrebbe essere una frenata della domanda e quindi una riduzione anche del prezzo del petrolio. Né l’annuncio di una riunione fra Paesi produttori e consumatori né quello di un aumento della produzione da parte dell’Arabia Saudita (che ha ufficializzato un incremento pari a 200.000 barili al giorno) avevano avuto finora un tale prorompente effetto sul prezzo del petrolio.

Piano triennale sull’economia: il Governo colpisce utili di assicurazioni, banche e petrolieri

Il ministro dell’economia Giulio Tremonti annuncia che il Consiglio dei ministri approverà mercoledì 18 giugno il piano triennale sull’economia che contiene anche la Robin Hood

Imprenditori del Centro-Sud pronti a rilevare Alitalia?

Che fine farà Alitalia? Il finanziere Fabio Verna sta lavorando, su incarico del premier Berlusconi, alla formazione della cordata italiana per la privatizzazione dell’ex compagnia di bandiera dichiarando:

C’è un gruppo di imprenditori del Centro-Sud Italia che sarebbe interessato a rilevare il settore cargo di Alitalia.

L’operazione va vista all’interno del frazionamento di rischio al quale starebbe lavorando Intesa Sanpaolo e sarebbe realizzata attraverso la costituzione di una Newco, partecipata dagli imprenditori interessati ad acquisire la divisione.